OFFERTA DI SE STESSO ALLA VERGINE, IN QUALITÀ DI SCHIAVO DI GESÙ IN QUANTO È SOTTOPOSTO AL POTERE MATERNO DELLA VERGINE.
Per la considerazione di cose così elevate, sublimi e sante, mi offro e mi assoggetto, mi voto e mi consacro a Gesù Cristo mio Signore e mio Salvatore, considerandolo nello stato di servitù alla sua santissima Madre, la Vergine sacra Maria. In onore perpetuo della Madre e del Figlio; mi costituisco in istato e qualità di schiavitù, rispetto a Colei che ha lo stato e la qualità di Madre del mio Dio, onde onorare più umilmente e più santamente una tale qualità così elevata e così divina; mi abbandono a Lei in qualità di schiavo, in onore della donazione che il Verbo Eterno le ha fatto di se medesimo in qualità di Figlio in virtù del mistero dell'Incarnazione, che egli ha voluto compiere in Lei e per mezzo di Lei.
Rinuncio quindi al potere ed alla libertà di disporre di me e delle mie azioni. Alla santissima Vergine cedo questo potere è vi rinuncio interamente nelle sue mani, in omaggio alle sue grandezze ed all'abbandono perfetto che Ella fece di, se medesima al suo unigenito Figlio Gesù Cristo nostro Signore. A Lei cedo il potere che Dio mi dà sopra me stesso, onde io non appartenga più a me, bensì a Lei, dimodochè a Lei e non più a me spetti il dominio su me stesso; e ciò in omaggio verso l'umile dipendenza e sommissione che Gesù Cristo ha voluto renderle affidando se stesso alla sua custodia, mettendosi sotto la sua direzione e tutela, nella sua infanzia e nella sua vita viatrice su la terra.
Alla santissima Vergine pertanto abbandono il mio essere e la mia vita con tutte le loro condizioni, [133] circostanze ed appartenenze; mi abbandono, alla sua grandezza per quanto posso, in suo onore e a sua gloria, e, per l'adempimento di tutti i suoi voleri e poteri sopra di me. Con questo spirito e in queste intenzioni, a Voi mi rivolgo, o santissima Vergine, e vi faccio oblazione intera, assoluta ed irrevocabile di tutto ciò ch'io sono per la misericordia di Dio, nell'essere mio in tutto l'Ordine di natura e di grazia ... e di tutte le azioni che farò in sempiterno: perché voglio che tutto quanto è mio sia vostro ... Vi scelgo, o Vergine Santa, e ormai vi considero come l'unico oggetto al quale, dopo il Figlio vostro e in dipendenza dal Figlio vostro, dedico l'anima mia e la mia vita sia interna sia esterna, e in generale tutto quanto è mio.
Contemplandovi, o Vergine santa, vedo che nel giorno delle vostre grandezze vi abbassate sino al centro del nulla, dichiarandovi serva del Signore mentre ne siete la Madre.
Onoro dunque in Voi questi due movimenti, queste due qualità differenti: onoro il vostro abbassamento e insieme la vostra elevazione. Onoro la vostra servitù e la vostra Maternità; vi riverisco mentre proferite queste parole: Ecce ancilla Domini (Luc., 1,32), e ricevete l'effetto della volontà di Dio, la quale è di rendervi sua Madre nell'istante medesimo in cui vi professate sua servente. In onore di questi due stati differenti, di questa disposizione ammirabile che vi abbassa e insieme vi esalta, mi costituisco vostro schiavo in perpetuo... Vi, offro la mia vita e le mie azioni in onore della vostra vita e delle vostre azioni verso il vostro Unigenito Figlio, e della vita e delle azioni del Figlio vostro verso di Voi.
Se conoscessi uno stato più umile, più assoggettato e più corrispondente all'eccesso delle vostre grandezze, in quello mi umilierei in vostro omaggio ed onore. Intendo che, in virtù della mia presente intenzione, ogni momento [134] della mia vita, ciascuna delle mie azioni vi appartenga come se ve le offrissi tutte in particolare.
Vi offro dunque tutto ciò che sono, o Vergine e Madre di Dio, e tutto ciò che posso, onde rendere omaggio a tutto ciò che siete; perché in voi tutto è grande, tutto è santo; tutto è degno di venerazione singolare. Voi siete un abisso di grandezze, un mondo di eccellenze e di pregi speciali, un mondo che rapisce la bellezza dei Cieli mentre rimane nascosto alle tenerezze della terra. Intanto ch'io possa arrivare alla conoscenza di tutte le vostre grandezze, voglio contemplare con uno sguardo di inebriante amore e venerare con una singolare divozione la vostra Maternità, la vostra Sovranità e la vostra Santità.
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La vostra Maternità vi congiunge a Dio con un vincolo che non appartiene che a Voi, e vi dà con Lui un grado di affinità quale nessuno avrebbe mai ardito pensare.
La vostra Sovranità deriva da quell'ammirabile qualità di Madre di Dio, in virtù della quale avete non solo eminenza; ma anche potere e dominazione sopra le creature tutte, essendo Voi Madre del loro Creatore.
E anime poco illuminate nei vostri misteri, o Vergine Santa, troveranno da ridire ad una tale dominazione, a questa sorta di schiavitù che a quella si riferisce e la onora! Ma si liberino dalle loro tenebre, s'innalzino al disopra della meschinità dei loro sensi, contemplino Dio e le sue Creature; e nella luce di Dio vedranno che ogni sanità è accompagnata da una sorta di grandezza, di dignità e di dominazione; vedranno che le creature in quanto tali, sono nate nella schiavitù e che questo stato è per loro come naturale, o almeno ne sono vicine nella loro bassezza molto più che Dio nell'infinità del suo Essere, fosse prossimo alla Maternità ch'Egli vi ha conferita, o Vergine [135] santa, e nella quale ha voluto includersi e come limitare se medesimo 64.
Infatti v'è una distanza infinita, anzi infinitamente volte infinita, tra l'essere creato e l'Essere increato; eppure Dio Vi riconosce e Vi rispetta come sua Madre, e Vi dà sopra di se medesimo un potere dolce, onorabile, materno.
È quindi giustissimo che per onorare un tale abbassamento di Dio nella sua creatura e una tale elevazione della creatura in Dio, ogni creatura, in se medesima porti impresso il contrassegno della sua schiavitù rispetto a quella dignità suprema (la divina Maternità), dignità che Dio nella stia sapienza vuole parimenti ornare e circondare di potenza e di santità, di potenza su le creature, di santità verso di Lui.
Se è conveniente che, per nostro vantaggio, Dio abbia una Madre; è giusto che, per riguardo a se stesso, Egli la costituisca in istato di ammirabile potenza e dignità, e che renda onore a se medesimo in quella dignità che lo contiene ed a Lui si riferisce così altamente e divinamente.
La vostra santità pertanto, o Vergine è incomparabile, perché il Santo dei santi, volendo che siate la sua Madre, onde rendervi degna di un tanto ufficio e costituirvi in uno stato corrispondente ad una qualità così insigne, forma per voi una santità speciale che eccede tutti i gradi e ordini di santità che mai Egli formerà.
In onore dunque della vostra Santità, della vostra Maternità, della vostra Sovranità, mi consacro tutto a voi, o Vergine delle Vergini, Santa delle Sante, Figlia e Sposa del Padre, Madre e Serva del Figlio, Santuario dello Spirito Santo! Voglio e desidero con tutto il mio cuore che [136] abbiate su l'anima mia, sul mio stato, su la mia vita e su le mie azioni, un potere speciale come sopra cose di vostra proprietà per il titolo delle vostre grandezze, e inoltre per un vostro diritto nuovo e particolare in virtù di questa mia determinazione di essere interamente dipendente dalla vostra Santità; dalla vostra Maternità, dalla vostra Sovranità, in ragione appunto di questa mia schiavitù che vi offro per sempre.
Ma tanto non basta né alle vostre grandezze, né ai vostri desideri; Vi supplico, o Vergine santa, Sovrana dei cuori e delle anime consacrate a Gesù, vi prego di degnarvi prendere Voi medesima sopra di me quel potere ch’io non sono in grado di darvi, e di rendermi vostro schiavo in quel modo che conoscete Voi e ch'io non conosco punto. Vi supplico di comprendermi noi vostri poteri e privilegi, e di fare ch'io vi appartenga in una maniera particolare, e che vi serva non solamente con le mie azioni, ma inoltre con lo stato e la condizione del mio essere e della mia vita interiore ed esterna 65. In generale vi supplico di ritenermi e trattarmi su la terra come uno schiavo che si abbandona ad ogni vostro volere e a tutti i vostri poteri come a tutti gli effetti della vostra grandezza e della vostra sovranità sopra cose che a Voi appartengono.
Vi supplico pure o Gesù mio Signore e mio Dio, di ritenermi e considerarmi oramai come lo schiavo della vostra santissima Madre, in onore della vostra filiazione e della sua Maternità, in onore di quella singolarità per cui Ella sola fra tutte, le creature ha con Voi questa relazione preziosa ed ammirabile. Vi supplico che in ragione di tale mia schiavitù Vi degniate di farmi partecipe delle vostre vie e misericordie eterne. [137]
CARD. PIETRO DE BÉRULLE
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