ALLA RICERCA DEL PARADISO PERDUTO
Luce:
Aprirai il libro con questa invocazione:
“ Un giorno il Signore dirà loro: "Io ho parlato e non mi avete conosciuto. Ho preso, secondo la mia Parola, un 'piccolo', e l'ho messo in mezzo a voi, dottori, e l'ho istruito perché vi dicesse le mie parole, dato che lo Spirito del Signore si compiace di rivelarsi agli umili coi quali scherza come padre coi suoi pargoli, trovando in essi il suo ristoro. Io sono venuto e non mi avete accolto. Ho parlato e non mi avete ascoltato. Vi ho chia- mato e invitato ad entrare nella stanza dei miei tesori che vi aprivo, e non siete venuti. Il mio amore non vi ha commossi. La mia dottrina l'avete negata, dicendo che non pote- va avere aggiunta quella che avevo predicata in Palestina. Vi volevo fare ricchi, vi vole- vo fare dotti, volevo darvi in mano uno strumento arricchito di nuove note perché pote- ste cantare le infinite, e da molti ignorate, misericordie di Dio, convertendo i cuori; vi volevo santi: la mia conoscenza è amore, e non vi è limite ad essa, perché il Cristo do- cente è Dio, e Dio è infinito nel suo amore e in ogni altro suo attributo, e chi più cono- sce più ama e chi più ama più si santifica. Voi, santi, voi, ardenti, voi sapienti della 'mia' santità, del mio amore, della 'mia' sapienza, avreste santificato, acceso, istruito.
Oh! mia Sapienza, Amore, Perfezione! Perché non mi avete voluto? Ora siete poveri. Più del povero Lazzaro. Egli aveva per veste le sue piaghe, ma nel suo cuore aveva il te- soro del suo saper conoscere Dio. Andate a vestirvi di luce, andate ad imparare l'a- more, andate a meditare sulle parole che non avete accolte, e quando vi sarete ve- stiti ed ornati di carità, verità e sapienza, venite...”. 4
Maria Valtorta
Luce:
Questa è la Prefazione e non richiede alcun commento. Ma, per te, ti illumino la frase finale. Essa è detta per coloro che, non negatori ma nemmeno credenti, non avranno il coraggio di "negare" Dio ma nemmeno quello di accettare la sua Parola, per- ché scomoda, e preferiranno chiudersi nella fortezza della "carne", cioè del mondo, che offre conforti fallaci ma rassicuranti.
Essi peccheranno nell'amore, perché rifiuteranno la mia Parola, che è Amore e Parola dell'Amore oltre che del Padre.
E quindi ad amare dovranno imparare, come nelle fiamme d'amore del Purgatorio si impara ad amare.
Ma, ai 'negatori', credi forse che sia necessario dire qualcosa?
No, ad essi il 'silenzio', come il Silenzio Io opposi ai negatori del Sinedrio. I negatori non credono nemmeno ai miracoli, già lo dissi, perché, essi, negatori sono e non posso- no smentire la loro essenza.
Come puoi pensare che possano credere a queste mie parole?
Ciò non di meno anche per essi sono dette affinché non possa dirsi che, per essi come per Giuda, non ho fatto tutto il possibile per salvarli senza peraltro che essi abbiano vo- luto essere salvati.
Questo libro è destinato a quelli che vogliono essere salvati.
A quelli che "vogliono", cioè a quelli che, ancora una volta, hanno un poco di buona volontà.
Ma un poco di buona volontà, solo quella per continuare a leggere senza chiudere le pagine del libro, un poco di buona volontà sarà quanto basterà a Me per aggiungere quanto a loro - di buona volontà - manca, prendendoli per mano e conducendoli sulla strada che la mia Dottrina illumina.
Questa è l'essenza del vivere cristiano. Chi non vuol conoscere nemmeno l'essenza, non vuol conoscere Me.
E conoscerà allora l'Altro. Per l'Eternità.
Temi che i tuoi lettori si spaventino?
Le mie non sono lusinghe suadenti che compiacciono l'Io.
Le mie sono verità crude che l'Io devono combattere, perché dove vi è 'io' non vi è Dio, dove vi è 'io' non vi è Spirito, dove non vi è Spirito non sono Io.
E allora è bene che "sappiano", perché quella che è in gioco è la Vita, non questa ma l'altra.
É bene che sappiano, gli increduli non negatori, perché abbiano motivo pensieroso di riflessione ed opportunità di salvezza: subito, se accetteranno, dopo, con sofferenza d'amore ma sempre sofferenza, se volgeranno il capo adagiandosi nuovamente nella compiacenza del proprio 'io'.
Ecco il perché di questa Prefazione.
Cruda, severa, come crudo e severo deve essere il medico che manipola la piaga - questa è la piaga dell'io - per cauterizzarla anche se fa male.
Ed Io voglio cauterizzare la vostra anima, cauterizzarla dalle ferite infettanti dell'Io, affinché essa ritorni sana, con le cicatrici della sua guarigione che la renderanno più bella a Dio perché cicatrici del martirio dell'Io, come le mie cicatrici di Risorto furono cicatrici splendenti e raggianti del Martirio mio.
4 (da 'Libro di Azaria', 11.8.46, Cap. 26, pag.230/31, Centro Editoriale Valtortiano)
Guido Landolina
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