giovedì 6 agosto 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!



MONOTEISMO E TRINITA 

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Per i Giudei 

Oggi, i cristiani sono i veri ebrei sostitutivi dei ribelli  ultimi dell'Antico Testamento, sudditi di "Gesù Nazareno,  Re dei Giudei. I Giudei avevano gridato, davanti a Pilato:  "Non abbiamo altro Re che Cesare!""8• Ma Gesù, con i  "resti" di Apostoli e discepoli, conquistò sempre più nuovi  adoratori, obbedienti al Padre che aveva prescritto: "Questo  è il mio Figlio diletto: ascoltateLo!
Certo, Dio non ha rotto l'Alleanza con i figli di Abramo, però, quando questi fecero condannare a morte il Figlio, ha  mostrato, con segni chiari, di non considerare più valida condizione del Patto la figliolanza carnale. "Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo"10, e, da quel momento i Giudei furono diseredati. Il "Dio di Abramo",  ormai, è solo nella fede in Cristo. 
S. Tommaso d'Aquino, commentando l'"Evangelium secundum Ioannem" e !'"Epistola ad Romanos", esclude  ogni parentela, eredità e figliolanza, se non è di ordine spirituale. È figlio di Abramo, e cioè ebreo, quindi, solo chi nasce dalla fede in Cristo! 
Sull'"Osservatore Romano" del18 marzo 1998, di Gio­vanni Paolo II si legge: 
«San Paolo svilupperà l 'insegnamento del Cristo quan­do, in contrasto con quanti volevano fondare la speranza  di salvezza sull'osservanza della legge mosaica, afferme­rà con forza che la fede in Cristo è la sola fonte di  salvezza». 
Quindi, anche Mosè, Davide e i Profeti si sono salvati  non per le opere della Legge, non per la fede in un Dio unico, ma per la fede in Cristo, e, quindi, per la fede in Dio trinitario. "Abramo Mi vide"11 , ha affermato Gesù. San Tommaso, per questo, scrisse: «Era necessario che il mi­ stero dell'Incarnazione di Cristo, in qualche modo fosse creduto da tutti in tutti i tempi: però, diversamente, secondo le diversità dei tempi e delle persone ... »12 •  Quindi, che ci sia un Dio unico nelle religioni monoteiste non è mai stata ritenuta dottrina dalla Chiesa pre-conci­ liare, perché la religione musulmana è semplicemente  una "impostura", e quella dei Giudei una "infedeltà" e un "latrocinio" di tutto un popolo, da parte dei loro maggiorenni, come è descritto nell'episodio della vigna di Nabot 13  e nella parabola significativa dei "vignaioli perfidim4: "Uc­cidiamolo e avremo la sua eredità"! 15 
Non può esserci, quindi, alcuna medesimezza di Dio nelle tre religioni, perché esiste una sola adorazione: quella al "Dio-Trino", rivelato dal Cristo crocifisso; invece, il dio dei Maomettani esiste come essi lo adorano, ossia come gli sarebbe stato rivelato; e anche il "dio" dei Giudei esiste come essi lo vogliono credere, e cioè: senza "Figlio" e  senza "Spirito Santo"! 
Ma c'è anche un altro grave motivo per cui la nostra Fede non può confrontarsi con le "altre grandi religioni monoteiste", ed è questo: la Fede non è un vero atto morale, ma ontologico, che modifica la stessa natura umana, "la nostra vita divina", immettendo, in chi ha questa Fede, una vita "eristica" nella sua pienezza divina  e trinitaria. Ora, questo, è causa di inconciliabilità tra le  "tre religioni monoteiste". Infatti, credere nella fede maomettana e in quella ebrea significa non credere al Sangue  di Cristo Redentore; significa non credere all' atto supremo  della Sua "transustanziazione" e ad ogni altra realtà che  comporta la nostra Fede. 
Purtroppo, la confusione ecumenica di oggigiorno com­ porta atti intrinsecamente cattivi, anche se fatti per raggiun­gere fini apparentamente buoni, ma che conducono, però, a possibilità di equivoci e di induzione ad errori, quali: il relativismo, il sincretismo, il calo del senso del sacro, la confusione immanentistica tra naturale e soprannatu­rale, l'agnosticismo, le abiure, l 'infedeltà, il rinnegamento  reale della nostra religione ... 
Forse che la Fede, oggi, non deve essere più esternata "apertis verbis"? Forse che non vale più il "credere nel cuore ciò che si proclama con la lingua", come dice San  Paolo? 16 • 
San Tommaso d'Aquino si domanda «se la confessione  della Fede sia necessaria per salvarsi», e risponde: «
Ora, volere "incontri comuni in luoghi significativi per  le grandi religioni monoteiste", come vuole Giovanni  Paolo II nel suo "T erti o Millennio adveniente", sarebbe un  vero affronto a Cristo, sia pure sotto l'aspetto di preghiera.  Papa san Leone Magno ha scritto: «Ora, cessata la  varietà dei sacrifici materiali, l'offerta unica del tuo  Corpo e del tuo Sangue sostituisce pienamente tutte le  specie di vittime, poiché Tu sei il vero Agnello di Dio che  togli i peccati del mondo. Così, compi in Te tutti i misteri,  e, come unico è il sacrificio, che succede al gran numero  delle vittime, così unico è anche il regno formato dall'in­sieme di tutti i popoli»'8• 
Perciò, pregare assieme ai Musulmani e agli Ebrei costituisce una vera "comunicatio in sacris"! Purtroppo,  da decenni, ormai, stiamo assistendo all'abuso scandaloso e ostinato di questa "comunicatio in sacris"! Si è incomincia­to con la "preghiera", accomunandosi agli increduli, prima,  nel silenzio, poi, nella meditazione su temi comuni, quali l'amore (!), la pace ... ; poi, nello scambio di un segno di pace; poi, nei discorsi sociali; poi, in preghiere generiche, buone per ogni "dio"; poi, d'incontro in incontro, si è finiti nella "comunio" tra cristiani e non! .. 
Ora, come si poteva concepire di fare questi "incontri comuni" con le religioni monoteiste quando, per noi, "pregare" è sostanzialmente partecipare all'atto soprannaturale di immolazione e di lode a Dio-Padre che ha compiuto  Gesù Cristo, Dio-Figlio, su di Sé, offrendosi volontaria­mente alla Croce? Di conseguenza, togliendo il "Sacrifi­cio" di Gesù, non annulliamo, forse, anche la nostra preghie­ra? .. "Se dall'aperta confessione della Fede nascesse turbamento tra gli increduli, senza alcuna utilità per la Fede e per  i fedeli, codesta confessione pubblica non sarebbe encomiabile  ( ... ). Ma se si spera una qualche utilità, o sia necessario,  disprezzando il turbamento degli infedeli si deve confessare  la fede pubblicamente. Infatti, il Vangelo racconta che quan­do i discepoli Gli riferirono che i Farisei si erano scandaliz­zati delle sue parole, il Signore risponde: "Lasciateli fare!",  cioè: non vi curate di loro, perché "sono ciechi che guidano  altri ciechi"'9 ! 
Invece, il Card. Martini ha insegnato una dottrina  nuova, quella della "doppia aspettativa" di Cristo, vale a  dire: noi preghiamo il Cristo, già venuto, insieme agli Ebrei  che pregano il Cristo che ha ancora da venire. Quindi, per il cardinale Martini, i "popoli di Dio" sono due: uno, del  Vecchio Testamento; l'altro, del Nuovo Testamento. E,  per Lui, devono essere considerati contemporanei i due  "Patti", le due fedi, i due tragitti. Il Messia è unico; quello  che cambia, nel tempo, è solo la discesa del Messia: per noi Cristiani, è già avvenuta; per i Giudei, invece, ha da venire!..  Come si vede, è una dottrina falsa, oltre che insensata,  senza alcun argomento probante che si stia aspettando la  stessa persona, e invalidando le stesse parole di Cristo che  riguardano il Vecchio e il Nuovo Testamento! Anche quel  suo spiegare l'aspettativa dei popoli, dichiarando che "è la  religiosità che fa la religione", è una teoria-sofisma che  basa sul naturalismo, che urta contro la dottrina tomista  ed ecclesiale della giustificazione, ed è una teoria che  abbatte il potere di Cristo e la Sua-nostra religione!  Ma torniamo a San Tommaso, il quale chiarisce che, "in  caso di necessità, quando la Fede è in pericolo, chiunque  è tenuto a manifestarla agli altri, sia per istruire e confer­ mare i fedeli, sia per frenare l'impertinenza degli incre­duli. 
Ma sarà questo che vuole Giovanni Paolo II quando  saranno riuniti, insieme ai Musulmani e ai Giudei, sul monte  Oreb e a Gerusalemme, per manifestare la Fede in Gesù  Cristo, Figlio di Dio, il cui Sacrificio sulla Croce potrà  salvare tutte le genti, una volta convertite a Lui, impetrando  il di Lui Padre ad avere pietà di loro? .. ovvero non sarà,  invece, solo un drammatico momento di comunione e di profanazione, anche perché contrastante con l'ultimo precet­to del Signore: 

«ANDATE E ISTRUITE LE GENTI,  BATTEZZANDOLE NEL NOME DEL  PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRI­TO SANTO, INSEGNANDO LORO AD  OSSERVARE QUANTO IO HO CO­ MANDATO»? .. 21 

E non si venga a dire che "la Chiesa apre le braccia maternamente a coloro che vogliono accogliere, per inte­ro, la fede", perché questo tenerume non può velare l'intel­letto che si chiede: «In nome di chi "la Chiesa apre le  braccia"»? .. Non certo in nome di Dio-Padre, perché "nes­ssuno può credere al Padre se non crede in Me; e neppure  in nome di Dio-Figlio, perché è proprio LUI che è negato  e odiato dagli Ebrei, che tuttora dicono che Cristo è un  "bestemmiatore", uno "spergiuro", un "millantatore; e  dai Musulmani, che di Cristo dicono che è un "eretico", un  "padre di eretici", un "bugiardo"! .. 
Perciò, dire che "La Chiesa apre le braccia materna­mente a coloro che vogliono accogliere, per intero, la  fede", è semplicemente una dabbenaggine, perché la Fede  non si ha "per intero" o, come qui si presume, in parte,  perché la Fede o la si ha o non la si ha! 
Bisogna dire, invece, che la Fede o è "formata" o è  "informe" per mancanza di carità2\ ossia quando il fedele  è in uno stato più o meno grave di peccato. 
Quindi, il caso dei Giudei è assimilabile a quello degli  increduli; anzi, di più, perché i Giudei sono colpevoli non  solo per incredulità, ma soprattutto per il rinnegamento  della vera Fede. Perciò, non si tratta di far loro raggiungere  la pienezza, avendo già qualcosa, ma bensì di convertire,  "toto corde", chi ha rinnegato, tradito la propria Fede.  Qui, allora, non si può più parlare di uguaglianza tra le  religioni monoteiste, ma, al contrario, di dar risalto alla  differenza sostanziale della fede nella Trinità che c'è tra loro!  

sac. Luigi Villa

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