Un papa inutile. Questo, ormai, è ciò che pensa la stragrande maggioranza dei cattolici e dei cristiani che hanno conservato un briciolo di autonomia di pensiero e di indipendenza di giudizio. Un papa, Bergoglio, che non riesce a dare, ai suoi fedeli, quel senso di sicurezza e di tutela che, al contrario e, soprattutto, di questi tempi, meriterebbero e di cui avrebbero bisogno. Al contrario, papa Francesco non solo non difende la religione di cui è, fino a prova contraria, il massimo esponente e la più alta espressione, ma uccide, giorno dopo giorno la sua sacralità con comportamenti quotidiani devastanti.
In Francia i cristiani sono destinati a diventare gli ebrei del nuovo millennio, ma di questi non hanno né la coscienza di essere il popolo eletto né, tantomeno, la capacità di reazione e la volontà di reagire. Chiese date sistematicamente alle fiamme da immigrati più o meno regolarizzati che, addirittura, come a Nantes, vengono presi a lavorare dagli stessi sacerdoti i quali non vedono o fanno finta di non vedere l’odio e l’acredine che trapelano dagli occhi di molti di coloro che sbarcano a queste latitudini.
Qualcuno, del resto, ricorda ancora l’attentato alla chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray dove il parroco Jacques Hamel fu sgozzato il 26 luglio 2016 a 85 anni? No, la memoria dell’Occidente è troppo corta presa com’è ad occuparsi solo e soltanto del contingente e, per di più, solo se serve a sollazzare anime e cuori.
Eppure quello che sta accadendo nel mondo, vedi guerra tra Armenia e Azerbajian, dimostra ancora una volta, come altri conflitti degli ultimi anni, che si combatte non più per l’ideologia, bensì per l’etnia e la religione, quanto di più antropologicamente ancestrale esista sulla faccia di questa terra. E, allora, cosa aspettiamo, proprio per evitare che accada anche qui da noi, a muoverci?
Che cosa aspetta papa Bergoglio, questo pastore di anime pavide e pronte al martirio, a scendere in campo con la sua autorevolezza e a restituire dignità e forza ad un messaggio cristiano ormai ridotto a quello di una apertura e accoglienza indiscriminate nei confronti di chiunque sbarchi sulle nostre coste?
Le chiese in Occidente vengono oltraggiate pressoché quotidianamente, ma da Roma tutto tace, non una parola si leva contro questa barbarie e i laici progressisti di una sinistra bastarda e malata fanno finta di nulla e chiudono gli occhi rilanciando, a ogni piè sospinto l’allarme fascismo come se ad appiccare le fiamme alle case di Cristo fossero uomini bianchi in camicia nera.
Nessun politicante occidentale di sinistra o all’interno degli organismi sovranazionali dove le identità vengono sistematicamente violentate e distrutte alza un dito per protestare e così le chiese vengono abbandonate a se stesse e non frequentate se non da quei poveri fedeli rimasti i quali credono ancora che gli asini volano e che sono già predisposti per fare la fine che, in Asia e Africa, hanno fatto i seguaci di Cristo per mano dei macellai dell’Isis.
Le chiese in Occidente e da noi, servono solo se fanno arrivare turisti che spendono soldi. I nostri centri storici, ormai, sono diventati delle mangiatoie e le chiese sono solamente degli edifici laici che si ammirano per la loro storia e la loro esteriorità, ma, dentro, nel cuore, sono morte e nessuno sa come ravvivarne lo spirito.
Pensateci bene, le chiese finiranno per essere, piano piano, trasformate in moschee esattamente come è accaduto a Istanbul e, tempo fa, negli Stati Uniti. In Africa i cristiani finiscono al rogo o trucidati come in Asia, ma la Chiesa non protesta, non insorge, non dichiara ‘guerra’. La Chiesa e papa Francesco hanno perso la sacralità e si sono ridotti allo stato laicale più simili a una confraternita misericordiosa.
Nemmeno una parola, dal santo padre, sulla cattedrale di Nantes, come se si trattasse di un banale rogo di sterpaglie mentre, al contrario, se ne sono andati in cenere secoli di storia e di arte, di bellezza e di cristianità. A cosa serve, domandatevi, un uomo così? Noi, la risposta, l’abbiamo sempre saputa.
In Francia i cristiani sono destinati a diventare gli ebrei del nuovo millennio, ma di questi non hanno né la coscienza di essere il popolo eletto né, tantomeno, la capacità di reazione e la volontà di reagire. Chiese date sistematicamente alle fiamme da immigrati più o meno regolarizzati che, addirittura, come a Nantes, vengono presi a lavorare dagli stessi sacerdoti i quali non vedono o fanno finta di non vedere l’odio e l’acredine che trapelano dagli occhi di molti di coloro che sbarcano a queste latitudini.
Qualcuno, del resto, ricorda ancora l’attentato alla chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray dove il parroco Jacques Hamel fu sgozzato il 26 luglio 2016 a 85 anni? No, la memoria dell’Occidente è troppo corta presa com’è ad occuparsi solo e soltanto del contingente e, per di più, solo se serve a sollazzare anime e cuori.
Eppure quello che sta accadendo nel mondo, vedi guerra tra Armenia e Azerbajian, dimostra ancora una volta, come altri conflitti degli ultimi anni, che si combatte non più per l’ideologia, bensì per l’etnia e la religione, quanto di più antropologicamente ancestrale esista sulla faccia di questa terra. E, allora, cosa aspettiamo, proprio per evitare che accada anche qui da noi, a muoverci?
Che cosa aspetta papa Bergoglio, questo pastore di anime pavide e pronte al martirio, a scendere in campo con la sua autorevolezza e a restituire dignità e forza ad un messaggio cristiano ormai ridotto a quello di una apertura e accoglienza indiscriminate nei confronti di chiunque sbarchi sulle nostre coste?
Le chiese in Occidente vengono oltraggiate pressoché quotidianamente, ma da Roma tutto tace, non una parola si leva contro questa barbarie e i laici progressisti di una sinistra bastarda e malata fanno finta di nulla e chiudono gli occhi rilanciando, a ogni piè sospinto l’allarme fascismo come se ad appiccare le fiamme alle case di Cristo fossero uomini bianchi in camicia nera.
Nessun politicante occidentale di sinistra o all’interno degli organismi sovranazionali dove le identità vengono sistematicamente violentate e distrutte alza un dito per protestare e così le chiese vengono abbandonate a se stesse e non frequentate se non da quei poveri fedeli rimasti i quali credono ancora che gli asini volano e che sono già predisposti per fare la fine che, in Asia e Africa, hanno fatto i seguaci di Cristo per mano dei macellai dell’Isis.
Le chiese in Occidente e da noi, servono solo se fanno arrivare turisti che spendono soldi. I nostri centri storici, ormai, sono diventati delle mangiatoie e le chiese sono solamente degli edifici laici che si ammirano per la loro storia e la loro esteriorità, ma, dentro, nel cuore, sono morte e nessuno sa come ravvivarne lo spirito.
Pensateci bene, le chiese finiranno per essere, piano piano, trasformate in moschee esattamente come è accaduto a Istanbul e, tempo fa, negli Stati Uniti. In Africa i cristiani finiscono al rogo o trucidati come in Asia, ma la Chiesa non protesta, non insorge, non dichiara ‘guerra’. La Chiesa e papa Francesco hanno perso la sacralità e si sono ridotti allo stato laicale più simili a una confraternita misericordiosa.
Nemmeno una parola, dal santo padre, sulla cattedrale di Nantes, come se si trattasse di un banale rogo di sterpaglie mentre, al contrario, se ne sono andati in cenere secoli di storia e di arte, di bellezza e di cristianità. A cosa serve, domandatevi, un uomo così? Noi, la risposta, l’abbiamo sempre saputa.
di Aldo Grandi - luglio 2020
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