Santa Teresina del Bambin Gesù nei suoi scritti ci descrive così una notte oscura: «Mi sembra di essere nata in un paese avvolto dalla nebbia. Non ho mai contemplato il sorridente aspetto della natura né visto brillare un solo raggio di sole. Ma fin dall’infanzia sento costantemente
parlare di quelle meraviglie e so che il paese in cui abito non è la mia patria, che ce n’è un altro verso il quale devo aspirare incessantemente...
Nostro Signore mi prese per mano e mi fece entrare in un sotterraneo dove non fa freddo né caldo, non arriva la luce del sole e il vento e la pioggia non possono penetrarvi.
Un luogo sotto terra in cui scorgo soltanto un chiarore velato, il chiarore che emanano intorno a loro gli occhi abbassati del volto di Gesù. Il mio promesso non mi dice nulla ed io nemmeno gli parlo, ma lo amo più
di me stessa e sento in fondo al mio cuore che veramente è così, poiché appartengo a Lui più che a me stessa. Non vedo che avanziamo verso la meta del nostro viaggio perché questo avviene
sotto terra; tuttavia, senza sapere come, mi sembra che ci avviciniamo alla vetta della montagna. Ringrazio il Signore perché mi fa camminare nelle tenebre. E mi ci trovo profondamente in pace. Volentieri acconsento
a rimanere per tutta la mia vita religiosa in questo sotterraneo buio in cui mi sono ritrovata. Desidero soltanto che le mie tenebre ottengano la luce ai peccatori.
A volte mi pare che il buio, prendendo in prestito la voce dagli empi, si prenda gioco di me col dirmi: Sogni la luce di un paese imbalsamato di soavi profumi, sogni l’eterno possesso del Creatore di queste meraviglie, credi che uscirai un giorno dalle tenebre in cui langui, e allora avanti!, Gioisci della
morte, che ti darà non quello che speri ma una notte ancora più buia, la notte del nulla...! Non so che voce maledetta mi diceva: Sei sicura che Dio ti ami? È venuto a dirtelo? Il parere delle creature non ti giustificherà davanti a Lui...
Occorre essere passati da questo tunnel tenebroso per comprenderne l’oscurità... Ho fatto più atti di fede in un anno che in tutta la mia vita... Quando il nemico
mi attacca, corro da Gesù e gli dico che sono pronta a versare tutto il mio sangue per confessare che esiste il cielo... Sì, certe volte canto la felicità del Paradiso, canto l’eterno possesso di
Dio, non perché provo qualche genere di soddisfazione. Canto semplicemente ciò che voglio credere. In alcuni momenti la mia anima viene illuminata da un lieve raggio di luce e la prova cessa per un istante, ma
poi il ricordo di questo raggio, anziché consolarmi, rende ancora più fitte le mie tenebre... Io non ho altro desiderio se non quello di amare fino a morire d’amore.
Sono libera, non temo nulla, nemmeno ciò che prima temevo di più: restare ammalata a lungo... Se piace al Signore, sono molto contenta di passare la mia vita tra continui
patimenti di corpo e di anima, anche per lunghi anni... Ora sono ammalata, senza speranza di guarigione e tuttavia sono in pace. Da molto tempo non mi appartengo più. Appartengo totalmente a Gesù. Egli è
molto libero di fare di me quello che desidera.
Nessun commento:
Posta un commento