Il Mistero dell’Iniquità
B) La Rivoluzione Francese ed il Regno del Terrore: i figli della Massoneria
La Rivoluzione ed il periodo del Terrore in Francia furono opera della massoneria. Lord Acton, nel suo Essay on the French Revolutioni [“Studio sulla Rivoluzione Francese”], scrisse: “La cosa più terrificante non è il tumulto in sé e per sé, ma il progetto che c’era dietro. Tra il fumo e le fiamme della rivoluzione, scovammo le prove di un complotto architettato da una qualche organizzazione. I perpetratori di tutto ciò rimangono cautamente nascosti e ignoti, ma sin dall’inizio non vi fu alcun dubbio sulla loro esistenza.”191
La Rivoluzione Francese fu interamente opera della Massoneria. Nella sessione del 1 luglio 1904 della Camera dei Deputati, il Marchese de Rosambo accusò la Massoneria d’aver pianificato e portato a compimento la rivoluzione. A queste parole rispose il massone Jumel: “Ne siamo fieri!” De Rosambo allora accusò la Massoneria d’essere stata “la sola artefice della Rivoluzione”, e Jumel rispose: “Non solo lo riconosciamo, ma lo proclamiamo a gran voce!”192 Come abbiamo visto, quindi, tutte le figure più importanti che contribuirono al sollevamento politico, sociale e religioso della Rivoluzione Francese furono massoni. Fu in nome di quegli stessi principi di libertà, eguaglianza, giustizia e democrazia che gli assassini della Massoneria rovesciarono la Monarchia e presero il controllo del governo francese. Voltaire e gli Enciclopedisti avevano preparato la strada, manipolando l’opinione pubblica e diffondendo il malcontento tra le masse. Il duca d’Orleans, membro della setta massonica degli Illuminati, ideò una finta carestia di grano, comprandone egli stesso una grande quantità, in modo che “la gente potesse indirizzare le proprie rimostranze contro Re Luigi XVI, credendo che fosse il Re la causa di questa carestia. Ma in realtà erano stati gli Illuminati ad aver sparso la falsa notizia che il Re aveva intenzionalmente causato una carestia di grano.”193
Il macellaio massone Marat, dimostrando un’ipocrisia senza limiti, ottenne il suo seguito appellandosi agli oppressi e agli sfruttati, usando parole come: “Alzatevi, o voi sfortunati della città, voi lavoratori senza lavoro, voi miserabili che dormite sotto i ponti, voi mendicanti che affollate le strade, voi accattoni senza cibo né riparo, voi vagabondi, storpi e sgualdrine… tagliate i pollici agli aristocratici che cospirano contro di voi; tagliate la lingua ai preti che vi hanno insegnato la servitù.”194 Quest’uomo, Marat, nel 1792 era già conosciuto come “il mostro”.
Marat credeva in una “giustizia rivoluzionaria,” e riteneva assurdo concedere un giusto processo a chi era stato accusato. Danton la pensava come lui, e infatti non ordinò processi ma veri e propri massacri. Quando Luigi Filippo espresse il proprio ribrezzo dinanzi ai “massacri di settembre”, il massone Danton rispose: “sapete chi ha dato l’ordine per quei massacri di settembre, per i quali inveite così violentemente e irresponsabilmente? … Sono stato io!”195 Se non tutte, la maggior parte delle vittime dei massacri del 2-3 settembre furono membri del clero. Il loro “crimine” era stato quello d’essersi rifiutati di rompere con il Papa. I primi 119 vennero pugnalati o picchiati a morte. Altri 300 vennero massacrati a fil di spada nel cortile dell’“abbazia”. I canali di scolo nelle strade lungo la Senna erano letteralmente ricoperti di sangue. Quella tra il 2 ed il 3 settembre 1792 venne chiamata “la notte dei lunghi coltelli.” L’eccidio continuò per altri quattro giorni. Gli assassini erano stati pagati dal fondo pubblico di Parigi, amministrato dalla Comune.196 Solo 30 delle 1.400 vittime di quei giorni furono aristocratici.
Gli assassini non si limitarono ad un “semplice” eccidio. Guidati dal massone Maillard, i rivoltanti aggiunsero torture, stupri e addirittura il cannibalismo alla loro normale lista di orrori. Alla principessa di Lamballe fu intimato di giurare odio eterno al Re e alla Regina. Al suo rifiuto, venne passata a fil di spada e quindi “mentre ancora batteva nel suo corpo, le strapparono il cuore dal petto e lo divorarono; le strapparono braccia e gambe e le fecero sparare da un cannone. Gli orrori che vennero perpetrati sul suo cadavere, ormai smembrato, furono indicibili e rimasero in qualche modo oscurati dal fatto che, per descriverli, i dottori usarono il latino medico.”197 Quel che fu fatto a questa sfortunata principessa è identico a ciò che avveniva “sugli altari dell’impero azteco, in Messico.”198 Durante il processo a Danton e ad altre 13 persone, il massone Couthon, membro del Comitato di Sicurezza Pubblica, affermò: “Andiamo ai piedi del grande altare e partecipiamo alla celebrazione della Messa rossa.”199 Si riferiva ovviamente alle esecuzioni con la ghigliottina.
La “giustizia” e la “libertà” massoniche provocarono una macabra trasformazione della città di Parigi. “Vidi Parigi, in quei giorni di crimini e lutti,” avrebbe poi ricordato Joseph Broz, “dall’espressione stupefatta delle persone avresti detto che quella città era stata colpita da un’epidemia mortale. Solo le risate di qualche folle cannibale rompevano quel silenzio mortale.”200 Dal 10 giugno al 27 luglio 1793, nella sola Parigi, vennero ghigliottinate più di 1.850 persone.
Durante il processo a Danton e ai suoi fedelissimi, venne negato loro il diritto di chiamare a propria difesa dei testimoni. Il massone SaintJuste, “l’angelo della morte”, si giustificò affermando che: “il pubblico ministero ci ha appena informati che le resistenze degli accusati lo hanno costretto a sospendere il loro processo finché la Convenzione non avrà trovato misure adeguate... Non servono altre prove, la resistenza mostrata da questi miserabili è il riconoscimento stesso della loro colpa.”201 Gli accusati vennero quindi considerati colpevoli, e la loro insistenza affinché potessero difendersi dalle accuse venne considerata come un riconoscimento della propria colpevolezza!
Per velocizzare e rendere più efficiente l’eccidio in corso, il massone Couthon, sempre in nome del Comitato per la Sicurezza Pubblica, “presentò alla Convenzione la legge del 22 Prairal, la quale, per la prima volta, prevedeva la possibilità di eseguire le condanne a morte senza alcun bisogno di un processo: sarebbe bastata la semplice accusa da parte del Tribunale Rivoluzionario. Questa legge era stata ideata da Robespierre...”202
Una persona poteva perdere la testa per certi “crimini,” che lo rendevano immediatamente un “nemico del popolo.” Tra questi ricordiamo:
1. Chi avrà cercato di diffondere il pessimismo tra le masse, per aiutare le imprese dei tiranni alleati contro la Repubblica;
2. Chi avrà cercato di ingannare l’opinione pubblica, impedendo l’illuminazione del popolo, depravandone la morale, corrompendo la coscienza nazionale ed ostacolando la forza e la purezza dei principi rivoluzionari e repubblicani o arrestandone il progresso;
3. Tutti coloro… che con qualsiasi strumento o sotto qualsiasi forma abbiano attentato alla libertà, all’unità e alla sicurezza della Repubblica, o cercato di impedirne il progresso.
La pena per tutti i crimini la cui giurisdizione apparteneva al Tribunale Rivoluzionario era la morte. (Questo tipo di “legislazione” divenne la norma nella Giustizia Rivoluzionaria di Lenin e nel codice penale sovietico, come illustrato dettagliatamente dal libro Gulag Archipelago di Alexander Solzhenitsyn; essa è tornata in auge nella legislazione Federale anti-terrorismo promulgata negli Stati Uniti dopo l’11 settembre ed è presente, anche se quasi nascosta, nel Trattato di Lisbona dell’Unione Europea.)
Durante la Rivoluzione Francese, la religione Cattolica venne del tutto soppressa. Persino partecipare alla Messa divenne un crimine passibile di pena capitale. Simone-Jude Masse venne giustiziato per aver partecipato ad una Messa Cattolica. Ecco come Robespierre difese il periodo del Terrore: “Dicono che sono un tiranno, ma al contrario sono uno schiavo. Sono lo schiavo della Libertà, un martire vivente della Repubblica...”; e ancora: “Senza il governo rivoluzionario la Repubblica non potrà farsi più forte. Se verrà sconfitta oggi, la libertà non ci sarà domani.”203
La cosa più raccapricciante è che l’eccidio non fu il risultato di una crisi politica, bensì di un progetto ben preciso e pianificato in anticipo.204 “Taine afferma che il Terrore provocò quasi mezzo milione di morti solamente nelle 11 province Occidentali della Francia. Oggi sappiamo che i rivoluzionari erano determinati a ridurre la popolazione, perché ritenevano che il suo numero non fosse sostenibile. Courtois, riferendosi a dei documenti scoperti nell’abitazione di Robespierre, parlò di un piano per eliminare tra i 12 ed i 15 milioni di Francesi. Uno degli illuministi Francesi, Gracchus Babeuf, disse che lo spopolamento era indispensabile. Proudhon confermò che il Terrore faceva parte del progetto di spopolamento concepito da Marat e Robespierre. Carrier, uno degli artefici del Regno del Terrore, affermò: ‘Dobbiamo trasformare la Francia in un cimitero, se vogliamo rigenerarla come vogliamo noi.’ Laranelliere-Lipeaux riportò che Jean Bon Saint-Andre aveva affermato che per poter instaurare con sicurezza la Repubblica in Francia, la popolazione andava ridotta della metà.”205
Ancor più spaventoso è il fatto che la Rivoluzione non fu solo premeditata da Robespierre e dai suoi compagni massoni, ma che la perpetuazione della Rivoluzione fosse essa stessa l’obiettivo dichiarato della Massoneria. La circolare del Gran Consiglio dell’Ordine Massonico, inviata a tutte le logge del mondo per prepararsi al centenario della Rivoluzione, riportava che: “la Massoneria, che ha preparato la Rivoluzione del 1789, ha il dovere di continuare il proprio lavoro.”206
Il Gran Maestro Pinkerneil ci assicura che anche al giorno d’oggi “la Massoneria non è cambiata.”207
Fu grazie all’azione di Voltaire e del suo partito, che “la Massoneria si diffuse rapidamente tra le classi più agiate di Francia e ovunque si estendesse in Europa l’influenza degli infedeli Francesi... Essa cominciò ad estendere la propria influenza in ogni singolo ufficio governativo. Le promozioni e la carriera nell’esercito, nella marina, nei posti pubblici, nei tribunali e persino l’ottenimento dei ricchi privilegi ‘in commendam’ della Chiesa, divennero di fatto impossibili se non si apparteneva alla Massoneria...”208 Negli scritti di Delassus, Dillon, Deschamps e altri, si scopre che Voltaire era entrato a far parte della Massoneria all’età di 25 anni, mentre si trovava in esilio in Inghilterra dov’era dovuto rifugiarsi tra il 1726-1727 ed il 1728. Fu proprio in questo periodo (a cavallo tra il 1720 ed il 1730), che la Massoneria venne introdotta in Francia, sotto la guida dei gran maestri inglesi.209
Padre Paul Kramer,
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