INTRODUZIONE ALLA VITA DELLA REGINA DEL CIELO
Le ragioni per cui è stata scritta ed altre avvertenze relative.
1. Venendo qualcuno a sapere (se mai lo saprà) che una semplice donna come me - la più indegna per condizione, ignoranza, debolezza e per le sue colpe - ardisca e si ac-cinga a scrivere
di cose divine e soprannaturali, non mi farà affatto meraviglia se, ciò considerando alla cieca e senza riflettervi, costui mi taccerà di audace, di leggera e di presuntuosa. Tanto più in questi
ultimi secoli in cui la santa Chiesa nostra madre abbonda di maestri e personaggi dottissimi ed è così ricca della dottrina dei santi Padri e Dottori! A maggior ragione in un momento tanto inopportuno, in cui
le anime che seguono la vita spirituale, benché dirette da persone zelanti, prudenti e sagge, sono turbate e fluttuanti, essendo questo un cammino considerato dal mondo come sospetto e pericoloso, più di ogni
altro della vita cristiana! D'altra parte nell'Opera stessa e nel suo tentativo non si trova racchiusa la giustificazione, poiché ci sono cose così elevate e superiori ai nostri desideri e così
sproporzionate alle forze umane che il tentarvi o nasce da mancanza di giudizio o si fa di sicuro in virtù di un'altra causa maggiore e più potente.
2. Invero noi, come fedeli figli della santa Chiesa, dobbiamo confessare che tutti i mortali, non solo con le loro forze naturali ma anche con quelle della grazia comune e ordinaria, sono incapaci
e ignoranti e muti per un'impresa così difficile. Quale impresa ordunque? Quella di spiegare o scrivere gli arcani misteri e i magnifici prodigi che il braccio potente dell'Altissimo operò in quella creatura
che, per farla sua madre, rese mare impenetrabile delle sue grazie e dei suoi doni depositando in lei i maggiori tesori della sua divinità. Perché meravigliarsi se la nostra ignoranza e debolezza si riconoscono
inadeguate, quando gli stessi spiriti angelici si confessano balbuzienti per parlare di cose tanto superiori alla loro stessa mente e capacità? Perciò la vita di questa Fenice delle opere di Dio è libro
tanto chiuso che non si troverà tra le creature né in cielo né in terra chi degnamente sia in grado di aprirlo. Può farlo solamente quello stesso potente Signore che la formò più eccellente
di tutte le creature, nonché la medesima Signora, regina e madre nostra, che fu capace di ricevere doni così ineffabili e degna di conoscerli: quanto, quando e come manifestarli, sarà compito del suo Figlio
unigenito; sta a lui scegliere strumenti proporzionati e più idonei per la sua gloria.
3. Io avrei ben giudicato che tali sarebbero stati i maestri e gli uomini santi della Chiesa cattolica o i dottori delle scuole che ci hanno tutti
insegnato il cammino della verità e della luce. Ma i giudizi dell'Altissimo e i suoi pensieri sovrastano i nostri come il cielo sovrasta la terra e nessuno ha potuto conoscere il suo pensiero né è stato mai suo consigliere. Egli tiene il peso del santuario nella sua mano e pondera i venti. Egli calcola l'estensione
dei cieli con le palme delle sue mani e con l'equità del suo santissimo consiglio dispone tutte le cose con peso e misura, dando a ciascuna un luogo e
un tempo opportuno. Egli dispensa la luce della Sapienza, per la sua giustissima bontà la distribuisce e nessuno può salire al cielo per acquistarla, né trarla dalle nubi, né conoscere le sue vie,
né investigare i suoi sentieri occulti. Egli solo la custodisce in se stesso e, come effluvio ed emanazione della sua immensa carità, candore della sua eterna luce, specchio senza macchia e immagine della sua
bontà eterna, la trasfonde attraverso le anime sante alle nazioni, per formare con essa amici dell'Altissimo e costituire profeti. Il medesimo Signore sa per quale causa e a qual fine risvegliò, chiamò
e sollevò, dispose e incamminò, obbligò e costrinse me, la più vile creatura, a scrivere la vita della sua degna Madre, regina e signora nostra.
Abbadessa del Monastero dell’Immacolata di Agreda
Nessun commento:
Posta un commento