GEREMIA
Chi è il profeta? Colui che attraverso il dono al suo popolo della Parola di grazia e di misericordia del suo Dio, dovrà impedire che la Parola del Signore si compia contro
Israele, dal momento che il popolo è nell’orrendo peccato dell’idolatria.
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme: Così dice il Signore: Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento,
quando mi seguivi nel deserto, in terra non seminata. Israele era sacro al Signore, la primizia del suo raccolto; quanti osavano mangiarne, si rendevano colpevoli, la sventura si abbatteva su di loro. Oracolo del Signore.
Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi, famiglie tutte d’Israele! Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi
da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità? E non si domandarono: “Dov’è il Signore che ci fece uscire dall’Egitto, e ci guidò nel deserto, terra di steppe e di frane,
terra arida e tenebrosa, terra che nessuno attraversa e dove nessuno dimora?”.
Io vi ho condotti in una terra che è un giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti, ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso una
vergogna la mia eredità. Neppure i sacerdoti si domandarono: “Dov’è il Signore?”. Gli esperti nella legge non mi hanno conosciuto, i pastori si sono ribellati contro di me, i profeti hanno profetato
in nome di Baal e hanno seguito idoli che non aiutano.
Per questo intenterò ancora un processo contro di voi – oracolo del Signore – e farò causa ai figli dei vostri figli. Recatevi nelle isole dei Chittìm
e osservate, mandate gente a Kedar e considerate bene, vedete se è mai accaduta una cosa simile. Un popolo ha cambiato i suoi dèi? Eppure quelli non sono dèi! Ma il mio popolo ha cambiato me, sua gloria,
con un idolo inutile.
O cieli, siatene esterrefatti, inorriditi e spaventati. Oracolo del Signore. Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è
scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua. Israele è forse uno schiavo, o è nato servo in casa? Perché è diventato una preda? Contro di lui ruggiscono leoni con
ruggiti minacciosi.
Hanno ridotto la sua terra a deserto, le sue città sono state bruciate e nessuno vi abita. Persino le genti di Menfi e di Tafni ti hanno umiliata radendoti il capo. Non ti
accade forse tutto questo perché hai abbandonato il Signore, tuo Dio, al tempo in cui era tua guida nel cammino?
E ora, perché corri verso l’Egitto a bere l’acqua del Nilo? Perché corri verso l’Assiria a bere l’acqua dell’Eufrate? La tua stessa malvagità
ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Renditi conto e prova quanto è triste e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio, e non avere più timore di me. Oracolo del Signore degli eserciti.
Già da tempo hai infranto il giogo, hai spezzato i legami e hai detto: “Non voglio essere serva!”. Su ogni colle elevato e sotto ogni albero verde ti sei prostituita.
Io ti avevo piantato come vigna pregiata, tutta di vitigni genuini; come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna bastarda? Anche se tu ti lavassi con soda e molta potassa, resterebbe davanti a me la macchia della tua
iniquità. Oracolo del Signore.
Come osi dire: “Non mi sono contaminata, non ho seguito i Baal”?
Guarda nella valle le tracce dei tuoi passi, riconosci quello che hai fatto, giovane cammella leggera e vagabonda! Asina selvatica, abituata al deserto: quando ansima nell’ardore
del suo desiderio, chi può frenare la sua brama? Quanti la cercano non fanno fatica: la troveranno sempre disponibile.
Férmati prima che il tuo piede resti scalzo e la tua gola inaridisca! Ma tu rispondi: “No, è inutile, perché io amo gli stranieri, voglio andare con loro”.
Come viene svergognato un ladro sorpreso in flagrante, così restano svergognati quelli della casa d’Israele, con i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti.
Dicono a un pezzo di legno: “Sei tu mio padre”, e a una pietra: “Tu mi hai generato”. A me rivolgono le spalle, non la faccia; ma al tempo della sventura
invocano: “Àlzati, salvaci!”. Dove sono gli dèi che ti sei costruito? Si alzino, se sono capaci di salvarti nel tempo della sventura; poiché numerosi come le tue città sono i tuoi dèi,
o Giuda! Perché contendete con me? Tutti vi siete ribellati contro di me. Oracolo del Signore.
Invano ho colpito i vostri figli: non hanno imparato la lezione. La vostra spada ha divorato i vostri profeti come un leone distruttore. Voi di questa generazione, fate attenzione
alla parola del Signore! Sono forse divenuto un deserto per Israele o una terra dov’è sempre notte? Perché il mio popolo dice: “Siamo liberi, non verremo più da te”?
Dimentica forse una vergine i suoi ornamenti, una sposa la sua cintura? Eppure il mio popolo mi ha dimenticato da giorni innumerevoli. Come sai scegliere bene la tua via in cerca
di amore! Anche alle donne peggiori hai insegnato le tue strade. Sull’orlo delle tue vesti si trova persino il sangue di poveri innocenti, da te non sorpresi a scassinare! Eppure per tutto questo tu protesti: “Io
sono innocente, perciò la sua ira si è allontanata da me”. Ecco, io ti chiamo in giudizio, perché hai detto: “Non
ho peccato!”. Con quale leggerezza cambi strada? Anche dall’Egitto sarai delusa, come fosti delusa dall’Assiria. Anche di là tornerai con le mani sul capo, perché il Signore ha respinto coloro
nei quali confidi; da loro non avrai alcun vantaggio (Ger 2,1-37).
Il profeta con la sua parola, il suo convincimento, anche lasciandosi perseguitare, insultare, condannare, incarcerare, deve impedire che la sentenza del Signore si compia. È
questa la sua missione. Dio vigila sulla sua Parola. Il profeta deve impedire che il popolo perisca. Per questo egli è mandato. Se lui riuscirà a convertire il suo popolo, il Signore non potrà più
applicare la sua sentenza, dovrà necessariamente perdonare, così come è avvenuto per il popolo di Ninive.
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