Che l'aver gran desiderio del nostro profitto è un mezzo molto principale ed una disposizione assai grande per ricever grazie dal Signore.
Prove della Scrittura.
Nel capo sesto della Sapienza ci si fa anche più chiaramente intendere questa verità; poiché parlandosi ivi della Sapienza, ch'è l'istesso Dio, si dice: «È facilmente veduta da quelli che l'amano, ed è facilmente trovata da quelli che la cercano» (Sap. 6, 13). Sapete quanto facilmente? «Previene coloro che la bramano, ed ella la prima ad essi si fa vedere» (Ibid. 14). Non avete incominciato voi a desiderarla, che già si trova con voi. «Chi di gran mattino andrà in cerca di lei, non avrà da stancarsi; poiché la troverà assisa alla sua porta» (Ibid. 15). La prima cosa nella quale s'incontrerà nell'aprire la propria porta sarà questa Sapienza divina, che è lo stesso Dio. Oh bontà e misericordia infinita di Dio! Non si contenta solamente d'andar egli cercando noi altri e di dar una o più bussate alla nostra porta, acciocché gli apriamo: «Ecco che io sto alla porta e picchio», dice nell'Apocalisse (Ap3, 20); e nei Cantici: «Aprimi, sorella mia» (Cant. 5, 2). No, non si contenta, dico, solamente di questo; ma, come stanco di battere, si mette a sedere alla nostra porta, dandoci a conoscere che già sarèbbe entrato, se non avesse trovata la porta chiusa; e che con tutto ciò non se ne va via, ma si mette ivi a sedere, acciocché, aprendo tu, subito t'incontri con lui. Sebbene hai tardato ad aprir il tuo cuore a Dio e a rispondere alla sua buona ispirazione; egli con tutto ciò non s'è partito ancora, avendo più voglia d'entrare di quel che tu pensi; sta a sedere alla porta, aspettando che tu gli apra. «Aspetta il Signore a fin di usarvi pietà» (Is30, 18), perché non vi è amico che tanto desideri entrare in casa d'un altro amico, quanto desidera Dio di entrar nel tuo cuore. Maggior voglia ha egli di comunicarsi a noi e di farci delle grazie, di quella che noi possiamo avere di riceverle; ma sta aspettando che lo desideriamo e che ne abbiamo questa fame e questa sete: «A chi ha sete io darò gratuitamente della fontana dell'acqua della vita» (Ap21, 6). «Chi ha sete venga a me, e beva» (Gv7, 37). Vuole il Signore che abbiamo gran desiderio della virtù e della perfezione, acciocché quando egli ce ne darà qualche parte, la sappiamo stimare e conservare come cosa molto preziosa: perché quello che poco si desidera, poco si suole stimare dopo che si è ottenuto. E così una delle principali cagioni, per le quali ci avanziamo poco nella virtù e restiamo tanto indietro nella perfezione, è perché non abbiamo fame e sete di essa: la desideriamo con tanta tiepidezza e languore che i nostri desideri paiono più tosto morti che vivi.
ALFONSO RODRIGUEZ
Nessun commento:
Posta un commento