LA DIFFERENZA DI FEDE IN DIO
TRA EBREI E CRISTIANI
Questa differenza sta, soprattutto, in questo: che noi Cristiani crediamo nel Dio-Uno e Trino, di cui la Seconda Persona, il Figlio, si è incarnata e fatta Uomo, pur restando Dio, e ha compiuto la Redenzione dell'umanità, mentre gli Ebrei, invece, non credono all'Incarnazione del Verbo e alla Sua divinità. Ma San Giovanni evangelista ha scritto: «Sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio» 1; il che vuol dire che ci ha dato la vera conoscenza di Dio, perché un'imperfetta conoscenza di Dio la si può avere anche senza la Rivelazione del Figlio. Dopo la Redenzione, però, gli Ebrei non vollero credere nel Verbo incarnato e in tutto il resto che fece e che disse. Quindi, noi cristiani non possiamo avere lo stesso Dio dei Giudei, perché questo significherebbe credere non solo lo stesso Dio, ma anche le stesse cose di Dio. Ora, dato che "Dio nessuno l'ha visto", e che "il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, ce l'ha rivelato", significa accettare la testimonianza che Dio ha reso di Sé stesso nell'unica Sua Rivelazione. Perciò, come c'è un unico Dio, così c'è anche un'unica vera Rivelazione di quest'unico vero Dio: "Unus Deus, una fides"2. Di conseguenza, è evidente che noi cristiani non abbiamo lo stesso Dio degli Ebrei. Perché: l) essi non credettero, né credono tuttora alla divina Rivelazione; 2) perché non credettero né credono di Dio le stesse cose che crediamo noi. Per questo, la Chiesa, coi Padri, ha introdotto il termine "Trinità" come "nome sostantivo proprio del vero Dio ... per la necessità di distinguere il Dio della Rivelazione dal Dio della filosofia degli ebrei e dei musulmani"3. È un principio indiscutibile, spiegato così da San Tommaso d'Aquino: «Quando si distinguono tra loro cose che, in parte, sono incluse l'una nell'altra, la distinzione viene impostata non su quanto hanno in comune, ma sull'eccedenza dell'una sull'altra. Ciò è evidente nella distinzione dei numeri e delle figure: infatti, il triangolo non si distingue dal quadrato in quanto è incluso in esso, ma in quanto viene sorpassato da esso; lo stesso si dica per il tre, rispetto al quattro"4. Quindi, non possiamo dire che noi cristiani abbiamo lo stesso Dio degli Ebrei e dei Musulmani per il solo fatto che hanno in comune l'unità della natura, ma anche perché Ebrei e Musulmani affermano anche l'unità di persona in Dio, e, quindi, in conflitto diretto con la Rivelazione. Dal che si può affermare quanto sia la gravità dell'inganno ecumenico, perché, riducendo al minimo denominatore delle verità religiose naturali, si unisce al modernismo, il quale nega la "Rivelazione divina" come fatto storico e storicamente non accettabile, riducendo la Rivelazione a un semplice manifestarsi di Dio alla coscienza dei singoli uominis.
La vera Fede, invece, è "un atto soprannaturale, per il quale l'intelletto, sotto l'influsso della Grazia, aderisce alla verità rivelata da Dio"6• La Fede, cioè, "non accetta alcuna verità se non in quanto è rivelata da Dio" e "si appoggia alla Verità divina, come a suo principio"7 • Perciò, San Tommaso scrive anche che "credere Dio, non spetta agli infedeli in quanto atto di fede" 8 ; mentre, invece, essi accettano, sulla testimonianza di Dio, le stesse verità religiose accessibili alla ragione umana (esistenza di Dio, unità di Dio, ecc.); allora, come i Profeti e i Patriarchi, sono oggetto non di Fede ma di semplice conoscenza razionale, come lo fu anche per i pagani sapienti; perciò, San Paolo, nella lettera ai Romani, li rimprovera e li dice "inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non Gli hanno dato gloria, né Gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa"9. Quindi, la differenza tra noi cristiani e gli altri non è solo una differenza di maggiore o minore differenza di fede, perché la conoscenza di Dio, acquisita per ragionamento, non è la fede, la quale è, invece, credere a Dio nella Sua autorevole testimonianza.
I musulmani, perciò, hanno verità religiose naturali, dettate da Maometto, che non è affatto un testimone accreditato da Dio, ed ha persino manomesso, alterato e corrotto la Divina Rivelazione. Quindi, la credenza musulmana ha niente a che vedere con la fede soprannaturale, accreditata da Dio, perché è un puro sentimento naturale che ha radice nel subcosciente 11 ed è assolutamente insufficiente a salvare l'uomo. Non essendo verità di fede, hanno solo il compito di predisporre alla Fede. San Paolo, per questo, scriveva ai Romani: "I gentili, seguendo il lume naturale della ragione, avrebbero potuto predisporsi alla Fede, ma, "perché non lo fecero, posero un impedimento alla Grazia, e perciò, furono abbandonati ... "t2.
Ora, oggetto della Fede è, anzitutto, la Trinità e l'Incarnazione. La Trinità, perché solo con Essa si ha "una giusta idea della Redenzione del genere umano, avvenuta con l'Incarnazione del Figlio e l'effusione dello Spirito Santo" 13 ; poi, l'Incarnazione, perché solo la Passione Redentrice del Figlio "apre la porta al Cielo" 14 • Queste verità, che sono "mezzo indispensabile all'uomo per raggiungere la beatitudine" 15, sono assolutamente rigettate, come bestemmia e come eresia, sia dall'ebraismo che dall'islamismo!t6
Purtroppo, l'attuale ecumenismo, oltre all'annebbiamento del soprannaturale, contiene anche l'annullamento, più o meno tacito, del "peccato originale", e, quindi, dello stato di natura decaduta. Ma la differenza tra cattolici e increduli, o infedeli, è soprattutto questione di verità e di errore, perché solo Cristo può dire: "Ego sum Veritas" 17 • Perciò, San Tommaso d'Aquino scrive che, con l'incredulità, che "consiste nel non credere in Cristo"18, "l'uomo si allontana da Dio nella maniera più grave, perché viene a mancare persino della vera conoscenza di Dio; e, con una conoscenza falsa, a Lui non si avvicina, ma se ne allontana maggiormente"'9. Anche per questo, quindi, noi non possiamo avere lo stesso Dio degli Ebrei, perché essi hanno rifiutato quello che Dio ha rivelato, e sostengono, tuttora, contro la Divina Rivelazione, che Dio è uno nella Persona, com'è uno nella natura, ignorando che Gesù aveva detto ai suoi oppositori: "Se non fossi venuto e non avessi parlato, non avrebbero colpa; ora, invece, non hanno scusa alloro peccato!"2o. È chiaro, perciò, che noi non abbiamo lo stesso Dio degli Ebrei increduli. Essi hanno cambiato Dio e per questo la Chiesa li ha chiamati "perfidi", ossia rinnegatori della fede professata, in figura, dai loro Padri. San Paolo lo ha scritto chiaramente, dicendo che, ora, un velo rimane steso davanti ai loro occhi, un velo che "in Cristo soltanto si annulla"21. Fu appunto con la negazione della divinità di Cristo che si è effettuato, per gli Ebrei, quel radicale mutamento di stato, ribadito dallo stesso Gesù: "Verranno molti dall'Oriente e dall'Occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe, nel Regno dei Cieli, mentre i figli del Regno saranno gettati fuori"22.
Eppure, la "Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo", volendo riabilitare gli Ebrei, in "Sussidi per una corretta presentazione d eli' ebraismo", è arrivata fino a negare l'autenticità e la veridicità dei Vangeli, inserendo, così, in un documento ufficiale della Santa Sede, una vera eresia23.
E il "Segretariato per l 'unione dei cristiani", come pure la "Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo", hanno affermato: "l cattolici si sforzeranno di comprendere le difficoltà che l'anima ebraica prova davanti al mistero del Verbo Incarnato, data la nozione molto alta che essa possiede della trascendenza divina"24. Incredibile!.. Ma come si è potuto scrivere questo, sottacendo quello che disse Gesù stesso di loro: "Ho compiuto molte opere, per quale ragione mi lapidate?". Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per le opere buone, ma per la bestemmia. Perché tu, che sei uomo, ti fai Dio!".
E fu solo questo il motivo decisivo per cui Lo condannarono a morte: «<ll sommo sacerdote si stracciò le vesti, dicendo: "Egli ha bestemmiato ... Ecco, l'avete sentita la bestemmia. Che ve ne pare?". Quelli risposero: "È reo di morte"»25 !
Ora, come abbiamo già detto, il Verbo divino, Gesù, avendo assunto la natura umana senza perdere quella divina, anzi, unendo inseparabilmente le due nature, l'uccisione del Cristo deve essere chiamata giustamente "Deicidio", cioè: uccisione di Dio, perché se, come Dio, Cristo non poteva essere ucciso né morire, uccidendo Cristo nella Sua persona umana, si venne ad ucciderlo anche nella Sua persona divina, così che l'apostolo Pietro poté dire ai Giudei "Avete ucciso l'Autore della vita"26 , e l'apostolo San Paolo: "Se l'avessero conosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria (cioè Dio)". Quindi, gli Autori della condanna a morte (Sinedrio) e gli uccisori di Cristo, sono stati veramente "deicidi", perché - come insegna la dottrina cattolica - l'unione "ipostatica", ossia l'unione della natura divina con quella umana, in Cristo non fu mai interrotta, neppure sulla Croce, né in morte! Perciò, oltre a tradire Cristo e la sua Chiesa, questo "ecumenismo" tradisce gli stessi fratelli separati e i non cristiani, perché nega loro la prima carità che è la Verità!
sac. Luigi Villa
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