Quando avrai la sensazione di aver fatto tutto il possibile per correggere adeguatamente i tuoi peccati, secondo quanto stabilisce la santa chiesa, da quel momento mettiti subito a lavorare con decisione in questo lavoro. A questo punto, se tra te e Dio si intromette continuamente il ricordo delle tue azioni passate, o qualche nuovo pensiero o impulso peccaminoso, devi camminarvi sopra con passo fermo, in un fervente slancio d’amore, calpestarli sotto i piedi. E cerca di ricoprirli con una fitta nube d’oblio, come se non avessero niente da spartire né con te né con nessun altro. Se anche si fan vivi spesso, non avere indecisioni: ogniqualvolta alzano la testa, tu ricacciali in basso.
E se pensi di non potercela fare normalmente, niente t’impedisce di ricorrere a ogni sorta di trucchi, sotterfugi e stratagemmi spirituali per eliminarli. E questi espedienti te li insegnerà molto meglio Dio per esperienza che non qualsiasi altro uomo su questa terra.
Due stratagemmi spirituali che possono essere di aiuto al principiante
Tuttavia, penso di poterti suggerire alcuni di questi stratagemmi spirituali. Prova a metterli in pratica e vedi di trovare qualcosa di meglio, se ci riesci. Fa’ in modo di comportarti come se non sapessi niente della continua pressione esercitata da quei pensieri tra te e Dio. Prova a guardare, come dire?, sopra le loro spalle, quasi a cercare qualcosa d’altro: e questo qualcosa è Dio, avvolto nella nube della non-conoscenza. Se fai così, ti assicuro che in pochissimo tempo ti sentirai sollevato nel tuo lavoro. Credo proprio che questo stratagemma, se lo si considera nella giusta luce, non è nient’altro che un ardente desiderio di gustare e vedere Dio, per quanto è possibile quaggiù. Tale desiderio è la carità, che riesce sempre a ottenere un certo appagamento.
Ed ecco un altro stratagemma spirituale che puoi benissimo adottare, se vuoi. Quando ti accorgi di non potercela fare in nessun modo a ricacciare quei pensieri, mettiti tutto accovacciato dinanzi a loro, come un soldato povero e debole sopraffatto in battaglia, e ragiona così dentro di te: «È da pazzi continuare a lottare con loro, ormai sono perduto per sempre». In questo modo ti abbandoni a Dio, mentre sei nelle mani dei tuoi nemici. Ti prego di prestare molta attenzione a questo espediente. Infatti, se tu lo metti in pratica, va a finire, secondo me, che ti sciogli in lacrime. Sono peraltro certo che questo stratagemma, se lo si intende bene e per il verso giusto, non è altro che la vera conoscenza e la piena coscienza di quel che sei in realtà: un essere miserabile e corrotto, ancor peggio che niente. Una tale conoscenza e coscienza di sé è l’umiltà stessa. E quest’umiltà fa sì che Dio in persona, nella sua potenza, scenda a vendicarti dei tuoi nemici, e che nel suo amore infinito ti risollevi a sé per asciugare i tuoi occhi spirituali, così come fa un padre con il proprio figlio che sta per finire, nelle fauci dei cinghiali o di orsi inferociti.
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