martedì 29 settembre 2020

Due notevoli esempi di neo-modernisti “riabilitati”

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


Esaminiamo due tra questi “nuovi” teologi che furono lasciati  liberi di portare il loro lavoro di distruzione all’interno della Chiesa:  Dominique Chenu ed Hans Küng. 

Chenu fu uno strenuo difensore della Nuova Teologia, resa famosa da  Henri de Lubac, che era già stato condannato per le sue idee progressiste  nel 1942, sotto Papa Pio XII.137 Il suo libro Une ecole de theologie fu posto  nella lista dei libri proibiti, ed egli perse il proprio rettorato al Collegio  Dominicano di Le Saulchoir.138 Padre David Greenstock nel Tomista del  1950, scrisse contro la Nuova Teologia di Chenu e de Lubac, spiegando  i rischi del loro sistema teologico e la ragione della loro doverosa  condanna. Greenstock mise in evidenza che i partigiani della Nuova  Teologia rigettavano la filosofia Aristotelico-Tomistica in favore di  filosofie moderne. Questi, infatti, lo ritenevano un passo da compiere  per poter piacere all’“uomo moderno”, il quale trova la filosofia  Tomistica “irrilevante”. In questo modo, tuttavia, la teologia Cattolica  veniva privata delle sue solide fondamenta filosofiche e spostata invece  sulle mutevoli basi delle correnti filosofiche del ventesimo secolo, molte  delle quali fondate sull’ateismo e sull’agnosticismo. 

Chenu negava il concetto di immutabilità della dottrina Cattolica,  affermando che la fonte di tutta la teologia non risiede nel dogma  immutabile bensì nella linfa vitale139 della Chiesa e dei suoi fedeli,  che non possono essere separati dalla storia. Così, come afferma  Greenstock, Chenu riteneva sostanzialmente che la “teologia è la vita  dei membri della Chiesa, piuttosto che una serie di conclusioni tratte  da dati rivelati grazie all’ausilio della ragione” – un principio sfuggente,  impreciso ed errato. Come risultato, Chenu sosteneva che la religione  potesse cambiare a seconda dei tempi, e si auspicava che lo facesse, col  passare del tempo, assecondando le varie circostanze.

Greenstock spiegò che i partigiani di questa Nuova Teologia erano  entrambi eterodossi ed ingannevoli. “Il concetto fondamentale su cui  si basano i promotori di questo nuovo movimento,” scrive Greenstock,  “è che la teologia, per sopravvivere, deve cambiare al passo dei tempi.  Allo stesso modo, essi sono assai cauti nel ripetere tutte le proposizioni  fondamentali della teologia tradizionale, quasi come se non vi fosse  l’intenzione di attaccarle. Questo è vero in special modo per certi autori  come de Lubac, Daniélou, Rahner, ... tutti i quali sono indubbiamente  al centro di questo movimento”.140

Il grande teologo Dominicano Padre Reginald Garrigou-Lagrange, autore del famoso saggio “Dove ci sta portando la Nuova Teologia?”141  del 1946, dimostrò che i sostenitori della Nuova Teologia (Blondel,  de Lubac, Chenu) avevano completamente corrotto il concetto stesso  di immutabilità della Verità. Così, commentava Lagrange, la Nuova  Teologia può portare verso un’unica direzione: direttamente al  Modernismo.

Mentre avveniva tutto questo, Chenu e de Lubac ricevevano  protezione ed incoraggiamento dietro le quinte, da parte del Cardinale  Suhard, Arcivescovo di Parigi. Suhard disse a Chenu di non preoccuparsi,  perché “in venti anni, tutti nella Chiesa parleranno come Lei”. Come  possiamo vedere, il cardinale predisse accuratamente l’invasione del  pensiero neo-modernista all’interno della Chiesa. La maggior parte dei  prelati di oggi parlano come Chenu. Nei primi anni ’60, Padre Chenu  era uno dei tanti teologi radicali invitati al Vaticano II da Papa Giovanni  XXIII. Alla fine, grazie all’orientamento progressista del Concilio, Padre  Chenu vide molte delle sue teorie, precedentemente condannate,  considerate come parte integrante dei nuovi insegnamenti del Vaticano  II, specialmente all’interno nella Gaudium et Spes. Chenu affermò con  gioia che i punti per i quali il suo lavoro era stato condannato nel 1942,  erano gli stessi che venivano ora sostenuti dai membri della gerarchia,  in nome del Concilio.142

Per quanto riguarda Hans Küng, questo “luminare” del periodo  post-conciliare lavorò a stretto contatto con altri radicali del Concilio,  come Congar, Ratzinger, Rahner e Schillebeeckx. Nel 1970 tuttavia,  poiché Küng era andato “troppo in là”, venne censurato dal Vaticano  per alcune sue opinioni eretiche, tra le quali: il rifiuto dell’infallibilità  della Chiesa, il principio che i vescovi non ricevono la loro autorità da  Cristo, l’idea che ogni persona battezzata abbia il potere di impartire  la Santa Eucaristia, la negazione della “Consustanzialità” di Cristo  con il Padre, oltre a ripetuti attacchi ad alcune dottrine (non meglio  specificate) riguardanti la Vergine Maria.143

Va fatto notare che queste erano solo alcune delle opinioni eretiche  di Küng, ma furono le uniche menzionate nel documento del Vaticano.  Così, a tutti gli effetti, il Vaticano lasciò inalterate le altre posizioni  eretiche tenute da Küng. Ad esempio, in uno dei suoi libri più famosi,  intitolato Essere un Cristiano, Hans Küng riuscì a:

•  Negare la divinità di Cristo (p. 130)

•  Trascurare i miracoli del Vangelo (p. 233)

•  Negare la resurrezione del corpo di Gesù (p. 350)

•  Negare che Cristo abbia fondato una Chiesa istituzionale (p. 109)

•  Negare che la Messa sia la ripresentazione del Calvario (p. 323).144

Küng non ha mai ritrattato queste sue affermazioni eretiche ed  eterodosse. Anzi, ha pubblicamente chiesto alla Chiesa di rivedere  i propri insegnamenti sull’infallibilità papale, sul controllo delle  nascite, sull’obbligo del celibato per i sacerdoti e l’accesso delle  donne al sacerdozio. Malgrado il suo palese rifiuto ad accettare gli  insegnamenti della Chiesa, l’unica punizione che il Vaticano abbia  mai inflitto a Küng è stata quella di “non permettergli” di fregiarsi del  titolo di teologo Cattolico, impedendogli pertanto d’insegnare teologia  in un’università Cattolica. Questa “punizione” è stata prontamente  aggirata dall’università di Tübingen, dove lavorava Küng, che assunse  quest’ultimo come professore ordinario, ristrutturando parte dei propri  corsi affinché Küng, ormai considerato una celebrità, potesse continuare  ad insegnare in quella parte dell’università che era stata trasformata nel  frattempo in una scuola “laica”.

Nel frattempo, il Vaticano non ha mai condannato Küng in quanto  eretico, né lo ha mai scomunicato (come prevede il diritto canonico);  inoltre, non ha mai ordinato che i suoi libri vengano rimossi dalle  biblioteche dei seminari e delle università Cattoliche (se ne possono  trovare in abbondanza), non gli ha mai impedito di tenere conferenze  in istituzioni Cattoliche, non lo ha mai ostacolato dal pubblicare articoli  sul Concilium ed altre pubblicazioni “cattoliche” progressiste. Padre  Hans Küng non è nemmeno sospeso. Al contrario, a tutt’oggi Küng  rimane un sacerdote di buona reputazione della diocesi di Basilea, con  nessun’altra sanzione canonica che penda su di lui.

Questo vuol dire che attualmente viene concesso di celebrare la  Messa in pubblico, di predicare e di impartire la confessione ad un  sacerdote che continua a rigurgitare le proprie posizioni eretiche su  chiunque sia in grado di raggiungere. La Congregazione per il Clero,  sotto la guida del Cardinale Castrillón Hoyos, lo lascia impunito. Quindi,  malgrado la flebile “condanna” del Vaticano, Küng continua ad avere  accesso a tutta una serie di “canali” privilegiati ed assai influenti, grazie  ai quali può tuttora diffondere la sua dottrina velenosa all’interno della  Chiesa. È stato affermato che i “successi teologici” di Küng, sulla natura  della Chiesa, costituiscano effettivamente la “base teologica” che ha  reso possibile l’Accordo “Luterano-Cattolico” del 1999.

Inoltre, nel 1998, l’allora Segretario di Stato del Vaticano Cardinale  Sodano, all’epoca il più potente Cardinale della Chiesa, elogiò  pubblicamente Küng in un discorso tenuto al Laterano, durante il  quale lodò Küng per le “belle pagine dedicate al mistero Cristiano”.145  Il Cardinale Sodano lo chiamò “il teologo tedesco”, anche se Küng non  potrebbe fregiarsi di tale titolo. (Si tratta dello stesso Cardinale Angelo  Sodano che era, ed è tuttora, dietro alla persecuzione ancora in atto  contro Padre Nicholas Gruner ed il suo apostolato di Fatima, come  vedremo più avanti.)

La condanna che il Vaticano impose nel 1942 a Chenu fu assai  più severa di quella che venne data a Küng. Ma Chenu non soltanto  sopravvisse a tale condanna, ma divenne addirittura un “faro” della  Chiesa Conciliare, senza aver mai dovuto cambiare le proprie idee  errate. La stessa cosa vale per Rahner, Congar, de Lubac e Von Balthasar,  tutti teologicamente sospetti prima del Concilio, ma che acquisirono  grande prestigio dopo di esso, malgrado non abbiano mai rigettato una  sola delle loro opinioni eterodosse. Anche le persone come Küng sanno  che qualsiasi (mite) condanna potranno mai ricevere, essa costituirà per  loro solo un piccolo fastidio momentaneo, un contrattempo, una sorte  che tocca a tutti i veri “profeti”. Così come Chenu vide infine trionfare  le sue idee eretiche grazie ad un Concilio rivoluzionario, allo stesso  modo Küng può ben sperare che i suoi errori, in un futuro prossimo,  diventino de facto la “corrente dominante” del Cattolicesimo, malgrado  essi non provengano dall’insegnamento dell’autentico Magistero, che  non legherebbe mai la Chiesa a simili errori.

Padre Paul Kramer

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