La Battaglia Finale del Diavolo
Esaminiamo due tra questi “nuovi” teologi che furono lasciati liberi di portare il loro lavoro di distruzione all’interno della Chiesa: Dominique Chenu ed Hans Küng.
Chenu fu uno strenuo difensore della Nuova Teologia, resa famosa da Henri de Lubac, che era già stato condannato per le sue idee progressiste nel 1942, sotto Papa Pio XII.137 Il suo libro Une ecole de theologie fu posto nella lista dei libri proibiti, ed egli perse il proprio rettorato al Collegio Dominicano di Le Saulchoir.138 Padre David Greenstock nel Tomista del 1950, scrisse contro la Nuova Teologia di Chenu e de Lubac, spiegando i rischi del loro sistema teologico e la ragione della loro doverosa condanna. Greenstock mise in evidenza che i partigiani della Nuova Teologia rigettavano la filosofia Aristotelico-Tomistica in favore di filosofie moderne. Questi, infatti, lo ritenevano un passo da compiere per poter piacere all’“uomo moderno”, il quale trova la filosofia Tomistica “irrilevante”. In questo modo, tuttavia, la teologia Cattolica veniva privata delle sue solide fondamenta filosofiche e spostata invece sulle mutevoli basi delle correnti filosofiche del ventesimo secolo, molte delle quali fondate sull’ateismo e sull’agnosticismo.
Chenu negava il concetto di immutabilità della dottrina Cattolica, affermando che la fonte di tutta la teologia non risiede nel dogma immutabile bensì nella linfa vitale139 della Chiesa e dei suoi fedeli, che non possono essere separati dalla storia. Così, come afferma Greenstock, Chenu riteneva sostanzialmente che la “teologia è la vita dei membri della Chiesa, piuttosto che una serie di conclusioni tratte da dati rivelati grazie all’ausilio della ragione” – un principio sfuggente, impreciso ed errato. Come risultato, Chenu sosteneva che la religione potesse cambiare a seconda dei tempi, e si auspicava che lo facesse, col passare del tempo, assecondando le varie circostanze.
Greenstock spiegò che i partigiani di questa Nuova Teologia erano entrambi eterodossi ed ingannevoli. “Il concetto fondamentale su cui si basano i promotori di questo nuovo movimento,” scrive Greenstock, “è che la teologia, per sopravvivere, deve cambiare al passo dei tempi. Allo stesso modo, essi sono assai cauti nel ripetere tutte le proposizioni fondamentali della teologia tradizionale, quasi come se non vi fosse l’intenzione di attaccarle. Questo è vero in special modo per certi autori come de Lubac, Daniélou, Rahner, ... tutti i quali sono indubbiamente al centro di questo movimento”.140
Il grande teologo Dominicano Padre Reginald Garrigou-Lagrange, autore del famoso saggio “Dove ci sta portando la Nuova Teologia?”141 del 1946, dimostrò che i sostenitori della Nuova Teologia (Blondel, de Lubac, Chenu) avevano completamente corrotto il concetto stesso di immutabilità della Verità. Così, commentava Lagrange, la Nuova Teologia può portare verso un’unica direzione: direttamente al Modernismo.
Mentre avveniva tutto questo, Chenu e de Lubac ricevevano protezione ed incoraggiamento dietro le quinte, da parte del Cardinale Suhard, Arcivescovo di Parigi. Suhard disse a Chenu di non preoccuparsi, perché “in venti anni, tutti nella Chiesa parleranno come Lei”. Come possiamo vedere, il cardinale predisse accuratamente l’invasione del pensiero neo-modernista all’interno della Chiesa. La maggior parte dei prelati di oggi parlano come Chenu. Nei primi anni ’60, Padre Chenu era uno dei tanti teologi radicali invitati al Vaticano II da Papa Giovanni XXIII. Alla fine, grazie all’orientamento progressista del Concilio, Padre Chenu vide molte delle sue teorie, precedentemente condannate, considerate come parte integrante dei nuovi insegnamenti del Vaticano II, specialmente all’interno nella Gaudium et Spes. Chenu affermò con gioia che i punti per i quali il suo lavoro era stato condannato nel 1942, erano gli stessi che venivano ora sostenuti dai membri della gerarchia, in nome del Concilio.142
Per quanto riguarda Hans Küng, questo “luminare” del periodo post-conciliare lavorò a stretto contatto con altri radicali del Concilio, come Congar, Ratzinger, Rahner e Schillebeeckx. Nel 1970 tuttavia, poiché Küng era andato “troppo in là”, venne censurato dal Vaticano per alcune sue opinioni eretiche, tra le quali: il rifiuto dell’infallibilità della Chiesa, il principio che i vescovi non ricevono la loro autorità da Cristo, l’idea che ogni persona battezzata abbia il potere di impartire la Santa Eucaristia, la negazione della “Consustanzialità” di Cristo con il Padre, oltre a ripetuti attacchi ad alcune dottrine (non meglio specificate) riguardanti la Vergine Maria.143
Va fatto notare che queste erano solo alcune delle opinioni eretiche di Küng, ma furono le uniche menzionate nel documento del Vaticano. Così, a tutti gli effetti, il Vaticano lasciò inalterate le altre posizioni eretiche tenute da Küng. Ad esempio, in uno dei suoi libri più famosi, intitolato Essere un Cristiano, Hans Küng riuscì a:
• Negare la divinità di Cristo (p. 130)
• Trascurare i miracoli del Vangelo (p. 233)
• Negare la resurrezione del corpo di Gesù (p. 350)
• Negare che Cristo abbia fondato una Chiesa istituzionale (p. 109)
• Negare che la Messa sia la ripresentazione del Calvario (p. 323).144
Küng non ha mai ritrattato queste sue affermazioni eretiche ed eterodosse. Anzi, ha pubblicamente chiesto alla Chiesa di rivedere i propri insegnamenti sull’infallibilità papale, sul controllo delle nascite, sull’obbligo del celibato per i sacerdoti e l’accesso delle donne al sacerdozio. Malgrado il suo palese rifiuto ad accettare gli insegnamenti della Chiesa, l’unica punizione che il Vaticano abbia mai inflitto a Küng è stata quella di “non permettergli” di fregiarsi del titolo di teologo Cattolico, impedendogli pertanto d’insegnare teologia in un’università Cattolica. Questa “punizione” è stata prontamente aggirata dall’università di Tübingen, dove lavorava Küng, che assunse quest’ultimo come professore ordinario, ristrutturando parte dei propri corsi affinché Küng, ormai considerato una celebrità, potesse continuare ad insegnare in quella parte dell’università che era stata trasformata nel frattempo in una scuola “laica”.
Nel frattempo, il Vaticano non ha mai condannato Küng in quanto eretico, né lo ha mai scomunicato (come prevede il diritto canonico); inoltre, non ha mai ordinato che i suoi libri vengano rimossi dalle biblioteche dei seminari e delle università Cattoliche (se ne possono trovare in abbondanza), non gli ha mai impedito di tenere conferenze in istituzioni Cattoliche, non lo ha mai ostacolato dal pubblicare articoli sul Concilium ed altre pubblicazioni “cattoliche” progressiste. Padre Hans Küng non è nemmeno sospeso. Al contrario, a tutt’oggi Küng rimane un sacerdote di buona reputazione della diocesi di Basilea, con nessun’altra sanzione canonica che penda su di lui.
Questo vuol dire che attualmente viene concesso di celebrare la Messa in pubblico, di predicare e di impartire la confessione ad un sacerdote che continua a rigurgitare le proprie posizioni eretiche su chiunque sia in grado di raggiungere. La Congregazione per il Clero, sotto la guida del Cardinale Castrillón Hoyos, lo lascia impunito. Quindi, malgrado la flebile “condanna” del Vaticano, Küng continua ad avere accesso a tutta una serie di “canali” privilegiati ed assai influenti, grazie ai quali può tuttora diffondere la sua dottrina velenosa all’interno della Chiesa. È stato affermato che i “successi teologici” di Küng, sulla natura della Chiesa, costituiscano effettivamente la “base teologica” che ha reso possibile l’Accordo “Luterano-Cattolico” del 1999.
Inoltre, nel 1998, l’allora Segretario di Stato del Vaticano Cardinale Sodano, all’epoca il più potente Cardinale della Chiesa, elogiò pubblicamente Küng in un discorso tenuto al Laterano, durante il quale lodò Küng per le “belle pagine dedicate al mistero Cristiano”.145 Il Cardinale Sodano lo chiamò “il teologo tedesco”, anche se Küng non potrebbe fregiarsi di tale titolo. (Si tratta dello stesso Cardinale Angelo Sodano che era, ed è tuttora, dietro alla persecuzione ancora in atto contro Padre Nicholas Gruner ed il suo apostolato di Fatima, come vedremo più avanti.)
La condanna che il Vaticano impose nel 1942 a Chenu fu assai più severa di quella che venne data a Küng. Ma Chenu non soltanto sopravvisse a tale condanna, ma divenne addirittura un “faro” della Chiesa Conciliare, senza aver mai dovuto cambiare le proprie idee errate. La stessa cosa vale per Rahner, Congar, de Lubac e Von Balthasar, tutti teologicamente sospetti prima del Concilio, ma che acquisirono grande prestigio dopo di esso, malgrado non abbiano mai rigettato una sola delle loro opinioni eterodosse. Anche le persone come Küng sanno che qualsiasi (mite) condanna potranno mai ricevere, essa costituirà per loro solo un piccolo fastidio momentaneo, un contrattempo, una sorte che tocca a tutti i veri “profeti”. Così come Chenu vide infine trionfare le sue idee eretiche grazie ad un Concilio rivoluzionario, allo stesso modo Küng può ben sperare che i suoi errori, in un futuro prossimo, diventino de facto la “corrente dominante” del Cattolicesimo, malgrado essi non provengano dall’insegnamento dell’autentico Magistero, che non legherebbe mai la Chiesa a simili errori.
Padre Paul Kramer
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