Dio non suol concedere grandi favori se non dopo grandi preghiere. Epperò noi siamo d'avviso ch'Egli non manderà al mondo i veri santi Crociferi se non ne sia di molto pregato. Chiedendo a Dio un'anima pia perchè in questo secolo corrotto non suscitasse alcuno di quei santi, il cui zelo fa cangiare di faccia il mondo. « Io non ne sono abbastanza pregato » le fu risposto. A S. Teresa fu rivelato che parecchie migliaia d'Indiani eransi salvati per le sue preghiere. Tante volte i frutti della predicazione, dice Bos suet, son dovuti ad anime pie, abbiette e sofferenti che nell'umiltà del loro cuore pregano per la conversione del mondo. Anime ignote, ma che saranno ben conosciute nel dì del giudizio. E la preghiera diventa tanto più potente, se unita ai patimenti. Hoc genus in nullo potest evire, diceva Gesù, nisi in oratione et jejunio.
Certo genere di demoni non si scaccia se non coll'orazione e col digiuno, e per digiuno s'intende qualunque sorta di patimenti. Egli è perciò che ci uniamo di cuore al Messaggere del Sacro Cuore di Gesù (1) nel raccomandare l'Apostolato della Preghiera benedetto da Pio IX ed arricchito d'Indulgenze. È nota questa divozione. L'Apostolato della Preghiera, dice il Vescovo di Gubbio, è una santa lega di zelo e di orazioni, la quale ha per iscopo di formare tanti Apostoli, quanti sono i Cristiani atti a pregare. Non è una confraternita e quindi si adatta benissimo anche a tutte le comunità religiose.
Di quest'Apostolato il primo a darci l'esempio fu il Divin Redentore, che in esso volle consacrare i primi trenta anni della sua vita privata, lo congiunse alla sua vita pubblica laboriosa, lo continua tuttora in cielo nella sua vita di gloria ed in terra di sacrificio nel santo tabernacolo. La sola pratica imposta agli Associati di questa Grande Opera per partecipare ai vantaggi e privilegi che le sono propri è di appropriarsi gli interessi del Sacro Cuor di Gesù, OFFRENDO ALMENO UNA VOLTA AL GIORNO LE PROPRIE PREGHIERE, AZIONI ED I PATIMENTI DELLA GIORNATA CON QUELLE INTENZIONI, PER LE QUALI IL DIVIN CUORE È IMMOLATO CONTINUAMENTE SUGLI ALTARI.
Gli Apostoli univano sempre la preghiera alla predicazione e il popolo di Dio riportò la vittoria non meno per le preghiere di Mosè che pei combattimenti di Giosuè. Quindi, dice S. Francesco di Sales, s'ingannano assai coloro, i quali pensano di convertire i popoli con mezzi diversi da quelli che impiegarono Gesù Cristo ed i suoi Apostoli. La conversione dei cuori non può venir che da Dio e per conseguenza dobbiamo domandarla a lui con istanza e con assiduità. Quanto è facile a tutti quest'Apostolato! giacchè chi non ha ogni giorno dei patimenti e se non altro le opere anche indifferenti da offrire a Dio, le quali divengono così meritorie? E a questo modo otterremo che Dio si plachi e salvi tutto il mondo. Che Dio il conceda presto. - VIVA GESU',
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