sabato 26 settembre 2020

ALLA SCUOLA DELL'AMORE

 


Abbandonarci alla potenza di Dio

Quale misura può avere in noi la Parola di Dio se non la misura della nostra fede? In sé la Parola di Dio ha l'immensità stessa di Dio, ha l'onnipotenza stessa di Dio, ma siamo noi a dare una misura a questa Parola secondo la nostra fede. Ecco perché Elisabetta può dire alla Vergine: «Beata, tu che hai creduto, perché si compirà in te tutto quello che ti ha detto il Signore». E voi, mie care Sorelle, avete fede? Sì certo, una qualche fede l'avete; ma avete una fede grande, come è grande il dono che Dio vuole fare di sé alla vostra anima? Nessuno di noi ce l'ha! Perché? Perché il dono di Dio supera sempre la possibilità umana di aprirsi ad accoglierlo. Dio è l'infinito, Dio è l'immenso, e la creatura non potrà mai aprirsi tanto da accogliere l'immensità divina, così come essa è.

Tuttavia se non possiamo dilatarci nella misura di Dio, possiamo però crescere ogni giorno più nella fede. Ed ecco quello che si impone nella vita spirituale; il progresso dell'anima nella vita spirituale è il progresso della fede, come dice san Paolo nella Lettera ai Romani: «Ex fide in fidem». Tutto qui è il progresso, da una fede imperfetta a una fede più perfetta, ogni giorno più perfetta.

Voi tutte forse avete rinunziato ad essere sante come Margherita Maria, ad essere sante come Giovanna Francesca Frémyot di Chantal, ad essere sante come Francesco di Sales. Se avete rinunziato, non va bene, non potete rinunziare a nessuna santità. Forse non sarete sante come san Francesco, ma quello che si impone è che voi, cominciando il vostro cammino verso Dio, non poniate una misura al vostro crescere in lui. Voi dovete andare oltre, oltre ogni santo, oltre ogni coro degli Angeli, dovete salire fino al Trono dell'Altissimo, dovete divenire veramente le Spose del Verbo, dovete divenire veramente come la Madre; e della Madre di Dio è detto che è esaltata al di sopra del coro degli Angeli. Il nostro cammino tende a trascendere ogni limite, ogni misura. Forse poi, come ho detto prima, non raggiungeremo neppure la santità di quelli che oggi veneriamo quaggiù sulla terra, ma questo non è di per sé un motivo per rinunciare fin da oggi ad essere santi, come i più grandi santi della Chiesa, ad essere santi anche più dei santi canonizzati.

Non possiamo rinunziarvi, farà Dio. Se abbiamo questa fede, non è per presunzione e orgoglio, non è per ambizione umana, ma perché sentiamo nel cuore l'esigenza di un Dio che ci impedisce di dare una misura del suo crescere in noi. Non è per noi che vogliamo la santità, è per lui che vuole vivere in noi, perché nella misura in cui poniamo una misura alla nostra santità, in qualche modo contristiamo lo Spirito di Dio, soffochiamo lo Spirito di Dio in noi, lo costringiamo nelle nostre misure umane, lui che è l'infinito.

La Vergine, ecco il modello della vita dell'anima consacrata che sta in ascolto di Dio; che custodisce in un raccoglimento profondo la Parola che ha ascoltato e che si abbandona totalmente a questa Parola. È difficile l'ascolto perché la nostra anima troppo spesso è in ascolto di altre parole; non vogliamo ascoltare soltanto il Signore. Ma se difficile è l'ascolto, più difficile è custodire nel cuore questa Parola. Ci sembra di impoverire la nostra vita nel custodire soltanto quella Parola che abbiamo ascoltato.

Anche Eva, anche Adamo in un primo tempo ascoltarono la Parola di Dio, ma poi Eva ascoltò anche la parola del serpente. E noi dobbiamo mantenerci aperti soltanto alla divina Parola, per custodire questa sola Parola. Difficilissimo però, più difficile di qualsiasi altra cosa è questo abbandono puro nelle mani di Dio; un abbandono che esige una fede assoluta; una fede assoluta nei momenti di stanchezza, una fede assoluta nei momenti di aridità, una fede assoluta nelle tenebre, nella desolazione dello spirito, nel vuoto interiore, un abbandono totale alla onnipotenza divina. Credere sempre all'amore, credere anche quando tutto ci sembra vuoto, anche quando tutto ci sembra irreale, abbandonarci all'amore di Dio, non dubitare mai di Dio.

Spesso noi adattiamo Dio alla nostra anima, piuttosto che adattare la nostra anima a Dio, spesso noi adattiamo Dio, costringiamo Dio negli stretti confini della nostra piccola anima, della nostra piccola volontà, dei nostri desideri, ambizioni anche; ma tutte le ambizioni dell'uomo sono nulla, in paragone di quello che Dio vuole fare di un'anima che in lui si abbandona.

Certo, si paga la grandezza a cui egli ci chiama, come l'ha pagata la Vergine. Esaltata sopra tutti i cori degli Angeli, ella ha vissuto sulla terra una vita di nascondimento, di povertà, di martirio. Certo si paga, ma la vita di povertà, di nascondimento, di martirio non ha impedito alla Vergine di credere e di abbandonarsi totalmente all'amore. Così anche voi, se vivete una vita povera e umile, se vivete anche una vita di desolazione interiore, di aridità e di vuoto, tutto questo non vi impedisce di abbandonarvi, con un abbandono totale, a un amore che rimane onnipotente, che rimane infinito ed ha per termine voi, perché ciascuno di noi è amato da Dio, come se fosse unico per il suo amore infinito.

Abbandonatevi a Dio, di questo abbandono umile e pieno; non dubitate di Dio, ma tanto più cresca in voi la fede nell'amore divino quanto più Dio vi sottopone alle prove perché la vostra fede sia pura.

Divo Barsotti


Nessun commento:

Posta un commento