di Francesca de Villasmundo
Pubblicato sul sito francese Medias Catholique info
Con la scusa di combattere la «pandemia» del coronavirus e allo scopo di giungere con questa battaglia universale all’unità del genere umano, vecchia utopia massonica, il Vaticano bergogliano favorisce la preghiera interreligiosa, che non porta il segno di Cristo, ma del diavolo.
Così, Papa Francesco invita tutti i fedeli ad associarsi alla «giornata di preghiera, di digiuno e di invocazione a Dio per l’umanità colpita dalla pandemia», promossa dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana per il 14 maggio.
L’Alto Comitato, presieduto dal cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, «invita i fratelli che credono in Dio Creatore a consacrare la giornata del 14 maggio ad un momento di raccoglimento, affinché l’Altissimo possa volgersi verso il mondo che esposto al grave pericolo del Covid-19 e affinché possa preservare l’umanità, aiutarla a superare l’epidemia, a ristabilire la sua sicurezza, la sua stabilità, la sua salute e la sua prosperità, e una volta eliminata questa epidemia, a rendere il nostro mondo più umano e più fraterno».
Sulla «strada di ieri» erano le vere guerre e i conflitti reali a costituire la ragione degli incontri interreligiosi promossi dalla Chiesa conciliare sotto il pontificato di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, nella speranza, fallace, di giungere, con tali riunioni di tutte le religioni, ad una pace mondiale e ad una fraternità umana. Una pace mondiale che continua a non esserci, nonostante la moltiplicazione di questi incontri incantatori.
Nel «mondo di dopo», la guerra ha cambiato abito, è diventata il Covid-19, ma per vincerla è sempre la preghiera interreligiosa la panacea proposta dai responsabili religiosi conciliari, posseduti dallo spirito sincretista del New-Age e dal messianismo: unire le mani in un girotondo universale di preghiere plurali è il loro mezzo tutt’altro che cattolico per appellarsi alla bontà di Dio e all’avvento della felicità sulla terra.
E’ evidente che non è nelle intenzioni di costoro giungere a toccare il cuore del Padre per mezzo di Cristo, Figlio di Dio e fonte di Pace, di Salvezza e di ogni bene.
In più, questo invito, che fa seguito a tutti gli altri dello stesso genere che punteggiano i decenni del dopo Vaticano II, fa credere che la preghiera a dei falsi dei possa essere utile e necessaria per sradicare il Covid-19.
L’Apostolo Paolo ci dice cosa ne pensa Dio di questo:
«Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo.
Perciò uscite di mezzo a loro
e riparatevi, dice il Signore,
non toccate nulla d’impuro.
E io vi accoglierò» (II Cor. VI, 14-17).
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