di un sacerdote cattolico
Pubblicato da Marco Tosatti su Stilum Curiae
I recenti episodi della lotta buffa tra i neo-guelfi e i neo-ghibellini, ovvero, le battaglie relative alla dittatura contro la Messa, come è stata qualificata da un Presule eccezionalmente coraggioso, anche se con due mesi in ritardo, sono state delle spade di dolore che hanno trafitto il mio povero e peccatore cuore sacerdotale.
È vero che il dolore morale tante volte fa nascere delle riflessioni profonde piene di amore e di conseguenze. Così immagino il Cuore addolorato di Maria ai piedi della Croce, una bellissima vetrata attraversata da tante luci abbaglianti che producevano pensieri e atti di affetto, di oblazione e di speranza. Ma non solo: le sofferenze acute ci portano pure a esclamare, come Gesù sulla Croce prima di rendere il suo spirito tra le mani del Padre: gridò ad alta voce.
Ebbene, in questi tempi che sono di passione per la Santa Chiesa, i recenti colpi di scena che hanno avuto da protagonisti diversi presuli e Papa Francesco, mi hanno colpito in maniera particolare causandomi vivo dolore e strappandomi un grido che voglio consegnare a Lei, caro Tosatti, ricoprendo purtroppo dell’anonimato la mia identità per non rischiare inutili censure che recherebbero danno al mio ministero a beneficio delle anime.
Dal titolo di questa mia riflessione si può cogliere subito l’essenziale del suo contenuto. Infatti, l’omelia di ieri nella Messa mattutina è stata una crudele doccia fredda per la fede di tanti cristiani amanti dell’Eucarestia che penano a causa della fame spirituale causata dall’assenza del pane degli Angeli.
Le parole del Pontefice fanno parte di un gioco di acrobazia illogico e per nulla divertente, degno di un gesuitismo cinico che affetta gravemente, diciamolo con sincerità nella carità, il modo di agire di Papa Bergoglio.
In primis è stato Lui, qualche giorno fa, a dire da Santa Marta che la Chiesa non era virtuale, né poteva cadere in una sorta di gnosticismo. Questo evidentemente dopo aver sentito il clamore popolare.
Sembrava di spingere i Vescovi all’attesa battaglia per l’Eucarestia, d’altronde più che giusta. Dopo, però, alcune uscite coraggiose di diversi presuli che hanno dato adito a tante speranze… l’acrobata fa un salto e spiazza tutti…!
Purtroppo, tante di quelle pecorelle del Signore che si sentivano fino a quel momento non protette dal silenzio imbarazzante dai pastori, sono rimaste deluse, profondamente deluse…
Certo, proprio il giorno dopo che si era alzata l’onda di rivendicazione di diritti ormai propri e riconosciuti legalmente alla Chiesa, l’acrobatismo gesuitico, in un movimento sconcertante, ha cambiato parola d’ordine, spegnendo la brace dell’entusiasmo in difesa dei diritti ecclesiali che riprendevano vigore.
Questa sua condotta equivoca, contraddittoria, non è che un comportamento artificioso tipico dei gesuiti snaturati, molto lontani dalla logica ignaziana originale, una tattica con cui papa Bergoglio cerca di destreggiarsi in una situazione difficile.
Ma sarà solo questo? La mia domanda si fa pressante quando si realizzano con oggettività e fondata certezza i frutti del famigerato accordo segreto sino-vaticano che tante disgrazie sta portando ai fedeli cinesi!
Da uno che ha consegnato il gregge di Cristo pellegrino nella Cina al controllo ferreo, dittatoriale e tirannico del partito comunista, che c’è da aspettarsi per quanto riguarda la sua politica ecclesiale in altri paesi? Questi giochi di prestidigitazione non faranno parte di una manovra machiavellica per abituare gli Occidentali a una Chiesa succube allo Stato, a una religione svuotata di contenuto soprannaturale e tutta focalizzata sul sociale quasi come un dipartimento caritatevole del “papà” stato?
Ed ecco che compare adesso il circo degli orrori. Sì, siamo davanti a un tentativo scaltro, favorito dal panico della gente, di farci dare un passo avanti verso l’addomesticamento della Chiesa. Ecco le recentissime parole di Maffeis dopo essersi sintonizzato con il Papa. Secondo Lui la Chiesa italiana non ha il proposito “di strappare col governo, né di fare fughe in avanti. L’intenzione è quella di andare avanti col dialogo costruttivo”…
La conclusione logica che si impone è questa: hanno venduto i diritti sacrosanti di sovranità e libertà di culto chi lo sa per quale piatto di lenticchie. Così il mondo, già in chiara decadenza morale e in preoccupante crisi di fede, diventerà sempre più come il circo degli orrori, cioè, un palcoscenico sul quale si aggirano morti viventi, fantasmi usciti dai culti voodoo, nel buio seducente di un neopaganesimo sinistro.
E gli uomini di Chiesa? Tacciono, si chinano, obbediscono e con la loro voce sommessa anestetizzano le resistenze dei cattolici… Essendo oggi la festa di Santa Caterina da Siena, la vergine mantellata di Siena che col suo fuoco profetico ha restituito la virilità a tanti Pastori codardi, forse sarebbe il caso di ricordare alcuni dei suoi passi, raccolti del suo epistolario. Più concretamente offro due brani scelti di lettere da Lei inviate al Papa suo coevo:
“Soltanto passando attraverso il crogiolo sarete quello che dovrete essere, il dolce vicario di Cristo in Terra! … Fate dunque tutto quello che è in vostro potere acciocché non veniate ad agire secondo la volontà degli uomini, piuttosto secondo la volontà di Dio che altro non chiede, e per lo quale motivo vi ha posto a sì tanto supremo vicariato.
“Ma voi avete bisogno dell’aiuto di Gesù Cristo Crocifisso e con voi i vescovi che sono chiamati a consigliarvi, perocché molti sono fra loro corrotti e neanco ferventi sacerdoti, liberatevi di costoro, ponete il vostro santo desiderio in Cristo Gesù, ripudiate i sollazzamenti del marciume della corruzione, abbiatelo a distinguere da questo: se non sapete soffrire, non siete degno! Voi fate le veci del dolce Cristo Gesù, e come Lui dovete desiderare soltanto il bene delle anime, dovete bere il calice dell’amarezza, dovete farvi dare il fiele. Oh quanto sarà beata l’anima vostra e mia che io vegga voi essere cominciatore di tanto bene”. (Lettera a Gregorio XI)
“Io, se fussi in voi, temerei che il divino giudicio venisse sopra di me”. (Lettera a Gregorio XI)
La stessa Caterina, come si può leggere nella leggenda maior scritta dal Beato Raimondo da Capua, annunciò una lunga crisi per la Chiesa al termine della quale ci sarebbe stato un rinnovamento splendido e maestoso. Siamo vicini al vortice di tutti i mali che potevano abbattersi sulla Sposa di Cristo, ci troviamo dunque vicino al parossismo della decadenza. Abbiamo, dunque, fiducia in Dio, Lui non abbandonerà la sua Chiesa, ma la riscatterà dalla mano dei suoi nemici e la glorificherà!
Sia lodato Gesù Cristo!
Nessun commento:
Posta un commento