LIBRO DEL PROFETA GEREMIA
Dopo la sua professione di fede, Gerusalemme si interroga: “Manterrà egli il rancore per sempre? Conserverà in eterno la sua ira?”.
Quando il Signore smette di avere rancore? Quando depone la sua ira? Solo quando Gerusalemme smette con il peccato, depone la sua idolatria.
Finché Gerusalemme vivrà nell’idolatria e persevererà nelle sue prostituzioni, il Signore deve mantenere il rancore, deve conservare l’ira.
Ecco la risposta immediata del Signore: “Così parli, ma intanto commetti tutto il male che puoi”. Non si tratta di vera conversione, vero pentimento.
La professione di fede è con le labbra. Essa non è con il cuore. Non è con la vita. Con le labbra il Signore è l’amico della sua giovinezza, il Padre suo.
Con la vita Gerusalemme è la prostituta sfrontata che non sa neanche arrossire. È la prostituta che insegue i suoi amanti.
Non vi è alcuna relazione tra professione di fede e vita, tra bocca e cuore. Le labbra dicono una cosa. Cuore e vita ne attestano un’altra.
Il Signore non può deporre la sua ira, deve mantenerla. Non può liberare il cuore dal rancore, lo deve rafforzare. Gerusalemme è nell’orrendo peccato.
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