La Battaglia Finale del Diavolo
Il 19 dicembre 1946, sull’Osservatore Romano, Papa Pio XII (parlando contro le teorie eterodosse di modernisti del calibro di Chenu e de Lubac), ammonì che quella che veniva lodata come “nuova teologia” avrebbe finito per minare alle fondamenta la stessa Fede:
Si fa un gran parlare (ma senza la necessaria chiarezza di concetto) di una “nuova teologia”, che sarebbe in costante mutamento, seguendo l’esempio di tutte le altre cose terrene, che cambiano costantemente e sono sempre in movimento, senza per altro mai raggiungere i loro obiettivi. Se dovessimo accettare una tale opinione, cosa accadrebbe agli immutabili dogmi della Fede Cattolica; e cosa accadrebbe all’unità e della stabilità di quella Fede?217
Come abbiamo visto, Giovanni XXIII non tenne in considerazione gli avvertimenti di Papa Pio XII; al Vaticano II egli infatti riabilitò quegli stessi promotori della “nuova teologia” che erano stati sospettati d’eresia durante il precedente pontificato di Papa Pio XII. Secondo la testimonianza di Mons. Bandas: “Non v’è dubbio che il buon Papa Giovanni pensasse che questi teologi sospetti avrebbero corretto le loro idee ed avrebbero dato il loro contributo sincero alla Chiesa. Ma avvenne l’esatto opposto.... La grande confusione era cominciata. Divenne subito evidente che non sarebbe stato permesso né al Concilio di Trento né al Vaticano I né ad alcuna enciclica di impedire la sua avanzata”.
Analizziamo ora quali sono stati gli effetti della “nuova teologia” sulla Chiesa. Ad oggi, in nome del Vaticano II, viene affermato:
• che la Chiesa deve dialogare e collaborare con i Comunisti, i musulmani, gli eretici, gli scismatici e gli altri nemici della fede (nell’ordine oggettivo delle cose);
• che il costante insegnamento ecclesiastico pre-conciliare contro il Liberalismo (contenuto nel Sillabo del Beato Pio IX) e contro il Modernismo (contenuto nella Pascendi di San Pio X) – è “partigiano” e datato;
• che la Chiesa deve “cercare” di “riconciliarsi” con i principi della rivoluzione Francese;
• che la “Chiesa di Cristo” è un‘entità più grande della Chiesa Cattolica;
• che gli eretici (cioè i protestanti) e gli scismatici non devono più convertirsi e tornare alla Chiesa Cattolica per la propria salvezza, e neanche per l’unità.
In breve, i nemici della Chiesa tra le fila dei neo-modernisti, dei Massoni e dei Comunisti, hanno visto i loro sogni teologici divenire, per la maggior parte, realtà.
Tuttavia, il Vaticano sembra oggi disposto a discutere con la Società di San Pio X sul disastro teologico che ha fatto seguito al Vaticano II. Non v’è dubbio che i partigiani del Concilio, nel Vaticano, siano impegnati ad indurre la Società ad abbracciare le novità ambigue di quel Concilio – cosa che, tra l’altro, nessun Cattolico ha il dovere di fare. Al contrario, tutti i fedeli Cattolici hanno il dovere di resistere e di rifiutare tutti gli errori che vengono commessi contro l’insegnamento perenne della Chiesa - persino se tali errori fossero promossi da un Concilio non infallibile, quale fu il Vaticano II. Questo perché la Chiesa non ha alcun potere di inventarsi nuove dottrine.218 Ciò nonostante, stiamo assistendo a qualche miglioramento, perché il Vaticano sembra mostrare almeno l’intenzione di mettere in discussione i documenti conciliari, piuttosto che pretendere una falsa “obbedienza” a concetti nuovi e nebulosi che hanno provocato chiaramente così tanti danni alla Chiesa e alla causa del Vangelo.
Padre Paul Kramer
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