sabato 20 agosto 2022

Genesi 3:1-6 - SUGGESTIONE E TENTAZIONE DI EVA ED ADAMO NELL’EDEN -2

 


La suggestione nell'anima e nella mente


Genesi 3:1-6 - SUGGESTIONE E TENTAZIONE  DI EVA ED ADAMO NELL’EDEN -2

[Il serpente] disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» 

L’approccio è composto da una frase che sembra incompleta; come fosse la conseguenza di qualcosa avvenuto o detto prima. Non sappiamo cosa stesse facendo la donna, se passeggiasse per il giardino, se si fosse soffermata verso qualche fiore o  frutto, se avesse avuto un moto di incertezza vicino l’albero proibito… fatto sta che l’ingannatore, senza presentarsi, entra subito in confidenza, come proseguendo i pensieri della donna a voce.  

Non possiamo sapere cosa pensasse la donna del comandamento di Dio, ma se ci fu in lei curiosità o una certa titubanza, l’ingannatore, acquattato chissà da quanto tempo, seppe coglierla al volo.   

L'ingannatore dunque ha la capacità di entrare nella nostra vita scegliendo il momento più a lui favorevole; lo sa fare in modo quasi naturale, senza preavviso, come una persona conosciuta da tempo, falsamente interessata a noi, facendosi passare per uno che sta dalla nostra parte, pronto a condividere a consigliare…  

Appena si presenta un dubbio nella nostra coscienza, un desiderio non permesso, o solo un momento di debolezza, lui è lì, prontissimo a lavorarci sopra, rigirandolo a tal punto che quel piccolo buchino diviene presto un’apertura irreparabile da cui può entrare ogni elemento estraneo, alieno.   

-Come mai..- sembra dire l’ingannatore, perfettamente intonato con la donna (oggi diremmo “avendo creato un buon feeling con lei”)  -..possibile che Dio vi abbia detto di non mangiare nessun albero del giardino? Ma dai, non è possibile, non mi dire… di nessun albero? Il nostro Dio! ma come! Avrai capito male, ti ha detto proprio così?”    

“ La donna rispose al serpente:..” 

Eccolo un altro grosso errore: la donna non solo ha a gito in autonomia senza consultarsi, ma risponde alla domanda, accetta il dialogo senza domandarsi minimamente su chi fosse realmente quello sconosciuto accettando in pratica lo scambio con lui.    

La domanda era ovviamente un amo da pesca per farla abboccare.  L’ingannatore in un certo senso “provoca” una risposta semplice ed apparentemente innocente: dice una cosa sbagliata (“non potete mangiare da nessun albero”) ed aspetta la correzione istintiva, che infatti abboccando all’amo, arriva subito: “Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto..”   

Mi sono sempre chiesto come mai non ci fu alcuna attenzione in Eva. Credo che la prima influenza, il primo condizionamento sia stato proprio il magnetismo di un essere affascinante ed importante che le parlava in amicizia di cose che riguardavano Dio. Parlare di Dio ad altri (sottintendendo il fatto di credere che Egli esista) ci fa sentire un po’ tutti come fratelli. Poi sentirne parlare da un essere così nuovo ed affascinante magari diventava piacevolmente amichevole e persino gratificante ed eccitante!   

Un certo ascendente doveva averlo questo essere ingannatore se lei gli diede subito ascolto. Quante volte ci lasciamo prendere dal “carisma” di una persona e subito ci fidiamo!    

Poi ci fu l’astuzia della domanda: un modo trasversale e contorto per poi arrivare dove voleva lui: una persona normale, senza prevenzione, tende sempre a rispondere quando le si chiede qualcosa; a maggior ragione se la domanda proviene da uno simpatico, cordiale, interessato a te… rispondi con dovizia di particolari. Quando rispondi infatti sei in una posizione importante davanti a chi ti ha fatto la domanda: lui ti ascolta; ti guarda, il riflettore è su di te… se poi è bello, suadente, dotato di “charme”, allora ci può essere anche un certo compiacimento..    

In realtà è solo il povero pesciolino che abboccando si conficca da solo l’amo nella bocca.  

La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"».   

Eccola qui la donna a rispondere all’astuto ingannatore; e lo fa non in maniera breve ma in una forma esauriente, persino eccessiva. Infatti aggiunge addirittura qualcosa che Dio non aveva detto: “..e non lo toccate…”  Oggi forse lo definiremmo un “lapsus freudiano”, una scivolata che rivela probabilmente anche un fuggevole desiderio che la donna ha avuto. Non credo che questa distrazione di Eva sia passata inosservata all’astuto ingannatore.    

L'ingannatore  a questo punto sa di aver raggiunto due obiettivi importanti: 

1)    La donna ha accettato la sua familiarità, accetta il dialogo e lo scambio di idee, si fida, si è aperta a lui. 

2)    La donna subisce il fascino suo e dell’albero ed ha probabilmente curiosità e desiderio di saperne di più, almeno “toccare un poco, appena-appena, in fondo che male c’è…" Segno che qualcosa la attrae.  

Per questo arriva immediatamente alla conclusione che ora può comunicare con lei in forma più decisa, rafforzando queste piccole seduzioni appena sussurrate e spingendosi anche oltre..  

4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male». 

Qui non c’è più uno che chiede, ma uno che “insegna”! E lo fa con decisione, spiegando verità a modo suo. I contenuti sono terribili. L’ingannatore sta in pratica dicendo che Dio è un bugiardo!  

L’ambiguità del furbo comunicatore/manipolatore è magistrale: non dice letteralmente “Dio è bugiardo” ma lo lascia indietro come per farlo acquisire senza ragionarci. Infatti appena proferita la menzogna (“non morirete affatto”), senza dare il tempo di riflettere su questa cosa terribile, aggiunge subito una specie di “rivelazione-teologico-filosofica” dai contenuti mezzi veri e mezzi falsi, che impegnano altrove le facoltà intellettive della donna, aprendole la fantasia sull’eternità e trasmettendole la sostanza principale del peccato, che è il voler innalzarsi, il voler essere come Dio.    

Le mezze verità si vedranno presto: è vero che “i loro occhi si apriranno” e che acquisteranno una parte di conoscenza, ma non certo per contemplarsi come Dio, bensì per contemplare a loro miseria di peccatori.  

Il desiderio di “essere come Dio” è la radice del male che il serpente cerca di trasmettere (e certo ci riuscì se oggi l’ambizione di essere qualcuno è diventata virtù).   

Questa insoddisfazione interiore, quasi ribellione, che porterà poi la donna alla trasgressione vera e propria è organizzata dall'ingannatore in maniera perfidamente geniale: egli usa una serie di "fascinazioni" che preparano il terreno ed avvolgono la donna privandola di raziocinio e di critica.   

All’inizio potremmo chiamarla la “suggestione dell’udito” quella che dapprima presenta la propria persona ingannatrice in un modo ed in una forma accattivante, affascinante, familiare, amichevole.  In seguito ecco che all’udito sui aggiunge la suggestione degli gli altri sensi: 

La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza…. 

di Renzo Rocca

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