venerdì 26 agosto 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - Da dove viene la vera luce

 



Da dove viene la vera luce

Giacché ormai volge al fine la trattazione dell'argomento in esame, mi si conceda di dire una libera parola in merito al tormentoso problema sociale, sul quale gli Ebrei hanno fatto fondamento di speculazione e per la cui soluzione vorrei permettermi suggerire quell'unico rimedio, che è certamente il più giusto e di sicura efficacia.
Uno dei principali motivi di successo del comunismo, va ricercato nel fatto, che le masse operaie si gettano in questo partito, con l'errata convinzione, che, il trionfo di tale dottrina, risolverà definitivamente per essi la penosa situazione economica, nella quale attualmente si dibattono.
I lavoratori, infatti — e bisogna pur convenirne — non sono affatto trattati secondo principi di cristiana giustizia, non essendo affatto onesto che, mentre il datore di lavoro viene a percepire un guadagno di cento, all'operaio che produce il lavoro sia dato soltanto due. Vengano, pertanto, elevate le paghe operaie, magari in forma legislativa, che stabilisca un «minimum», in modo tale, che il lavoratore abbia il diritto, non soltanto alla vita, ma anche ad un certo benessere, facendolo allo stesso tempo compartecipe ad un ragionevole godimento degli utili che il datore di lavoro percepisce.
Le vertenze economiche, poi, siano decise non con gli scioperi, ma da un tribunale misto, composto dai rappresentanti degli operai, dei datori di lavoro e del governo.
Però, ricchi e poveri, finché il mondo sarà mondo, sempre ci saranno, perché la disuguaglianza e la varietà sono insite nella stessa natura, e pazzo veramente sarebbe colui che pretendesse andare contro le leggi fissate dal Creatore.
Resta, però, al ricco il dovere sacrosanto di considerare, nel povero un proprio fratello, cui è assolutamente obbligato di dare quanto di beni possiede in soprappiù.
Si obbedirà, così, al categorico comando di Cristo Signore, senza del Quale nulla si può fare, e che — si voglia o non si voglia — è l'unico Maestro e la luce del mondo. Dalla quale Luce, se noi ci allontaniamo, ripiombiamo, dritti dritti, nelle tenebre della notte e nello stato di barbarie, da cui una volta, per virtù di Cristo, siamo stati liberati.
L'umanità, in questo caso, altro non potrà diventare che uno scannatoio ed un postribolo, senza dire che, in simile condizione, si verifica il fatto ben strano, che ciò che è brutto diventa bello e ciò che è bello diventa brutto, la verità apparisce menzogna e la menzogna verità.
Considerato, poi, come l'azione giudaica agisca, in definitiva, in conseguenza di un'errata concezione del Messia — frutto d'inganno diabolico — è ragionevole fare un po' di confronto con l'essenza del vero Messia.
Militare sotto la bandiera di Cristo equivale a: verità, libertà, fratellanza, tranquillità dell'ordine e, per soprappiù, pane e companatico.
Viceversa, se ci lasciamo affascinare dalla bandiera della Sinagoga, non avremo altro che inganno e delusione, schiavitù, degradazione morale e disperazione.
Se la Sinagoga vuole essere espressione dell’odio, dell'egoismo e del materialismo, il Cristianesimo è il trionfo dello spirito sulla materia, il trionfo dell'amore.
A ribadire la cosa ancor meglio aggiungerò: che quanto più profondamente si aderisce a Cristo — il Quale, oltre ad essere Luce è la Verità per essenza — tanto più la nostra mente viene indotta ad essere elevata e sublimata; ed è questa l’unica via per riuscire a tenere a bada i Giudei.
Al contrario, quanti pongono la propria fede in Carlo Marx — e noi abbiamo toccato con mano, come costui nasconda una menzogna di proporzioni colossali — sono colpiti da tale offuscamento intellettuale — che ben si deve chiamare «lavaggio del cervello» — da passare istantaneamente dallo stato di uomini allo stato di bestie, vorrei dire venti punti al di sotto dei selvaggi.

Ed è penoso il pensare, fino a quale grado, in questi poveri caduti, si accentui una falsa luce, che li fa erompere in una diabolica energia.
Muovendosi, ormai, dentro una sfera di tenebre, si rendono sempre più incapaci di intendere e di ragionare; cangiano, a poco a poco, anche l'aspetto fisico, e, in sì triste condizione, possono giungere fino a commettere i più atroci eccessi. Chi non la vede secondo il loro punto di vista ha perduto ogni diritto alla vita.
Bene, quindi, giudicarono: Martin Lutero e il Procuratore di Stato dell'U.R.S.S. Viscinski. allorché — come avanti si è detto — qualificarono gli ebrei «cani idrofobi». E in realtà, quanti sono morsi da costoro, col prestar fede ai loro inganni, sono colpiti dalla stessa idrofobia.
Se vogliamo, dunque, risolvere, con intelligenza, la questione sociale, non c'è altra alternativa che l'affermazione del Vangelo. Che la Luce di Cristo compenetri di nuovo in tutte le menti. Facciamo sì, che i Cristiani di nome diventino veramente Cristiani di fatto. Bene allora gli occhi saranno aperti, e luce meravigliosa splenderà ai nostri sguardi; ne seguirà, che il modo di operare degli uomini sarà affatto diverso da quello che attualmente dobbiamo purtroppo constatare, perché ci sentiremo tutti fratelli.
Si consideri posatamente che, per il subdolo lavorio della Sinagoga i popoli sono stati scristianizzati. Che meraviglia, quindi, se oggi assistiamo allo scatenarsi dell'egoismo più sfrenato, con conseguente oppressione dei deboli?
Credere che si possa imporre la giustizia sociale per mezzo della violenza e della forza, è pensiero assolutamente errato. Oltre che peggiorare la situazione, sarebbe come invocare, o prima o dopo, dei movimenti inevitabili di controreazione, o, altrimenti, volere volontariamente piegare il collo sotto il giogo della più avvilente tirannide o della più abbominevole schiavitù.
Nessuno, pertanto, sia più così sciocco, da farsi più oltre ottenebrare la mente dalle mirabolanti promesse di certi sedicenti maestri, divulgatori di false dottrine; essi, in verità, non sono altro che stregoni e perfetti ciarlatani, che preparano al popolo, soltanto delusioni, delusioni, delusioni, una più grande dell'altra. Somiglia il loro agire a quello di coloro che, offrendo agl'indiani dei miseri specchietti, ne ricevevano in contraccambio puro oro zecchino.
I lavoratori di tutto il mondo non dovrebbero quindi dimenticare, che il comunismo è una colossale truffa, ordita da una cricca di supercapitalisti ebrei, i quali si servono del proletariato — che con ogni mezzo hanno affamato ed abbrutito — come uno sgabello pei propri interessi, vale a dire: per soggiogare il mondo ed impadronirsi dei suoi beni, per distruggere il cristianesimo, e per portarci, quanti siamo, allo stato degli schiavi. E' il regno della menzogna, il paradiso dei cretini.
Si aprano dunque gli occhi, di quanti sono caduti nella fatale illusione di preferire Barabba a Gesù. Da Barabba — ladro e assassino — non c'è proprio da aspettarsi alcun bene, ma unicamente dei danni, di sempre più malefici effetti.
Tengasi presente il monito di Dante Alighieri, che riassume in breve la questione sociale:


«Siate Cristiani a muovervi più gravi;
Non siate come penna ad ogni vento
E non crediate ch’ogni acqua vi lavi.
Avete ‘l vecchio e 'l nuovo testamento,
E 'l Pastor della Chiesa che vi guida:
Questo vi basti al vostro salvamento.
Se mala cupidigia altro vi grida
Uomini siate e non pecore matte,
Si che 'l Giudeo tra voi di voi non rida».
(Dante, Par., V)


E non ci lasciamo dire dal Poeta:

« ...Oh creature sciocche,
Quanta ignoranza è quella che v'offende!»
(Dante, Inf., VII.)


Considerato, pertanto, quanto sopra siamo venuti esponendo, io mi domando: ma non sarebbe un tassativo dovere, un obbligo sacrosanto da parte delle autorità costituite, quello di indagare sul serio ed accertare, quanto, in effetti, ci sia di concreto e positivo nelle induzioni e deduzioni che, in questo studio, mi sono permesso delineare? (S'affonderà, senza dubbio, in un terreno di fertilità sorprendente). Di spezzare, con impeto, la congiura mondiale ordita dal giudaismo contro la Cristianità e la Civiltà?
Il non volere operare in proposito, potrebbe essere riprova di connivenza con l'iniquità, per non dire di manifesta insipienza.
Francamente, non riesco a capire cos'altro si aspetta per deciderci a risolvere un problema — per sommi capi appena accennato — da cui dipende tanto il presente come l'avvenire di tutti e di ciascuno.
Davanti all'evidenza d'un'incombente catastrofe, le persone di retto sentire non possono rimanere impassibili. Tale indifferenza equivarrebbe ad una grandissima colpa, se pure non voglia attestare uno stato di assoluta incoscienza, o, addirittura, di vigliaccheria la più atroce e inconcepibile.
Se si deve soccombere, ebbene soccomberemo ma combattendo da valorosi, e non alzando le mani per riconosciuta impotenza, come «gente a cui si fa notte innanzi sera», o, come lo struzzo che s'illude salvarsi cacciando la testa nella sabbia.
«Noi non lasceremo la pace al mondo» hanno scritto recentemente i Giudei sopra un loro grave giornale, come, alla fine del capitolo, si documenterà.
Intanto, come non accorgerci del progressivo aggravarsi della situazione?
Nei tempi passati le guerre si combattevano fra nazione e nazione, poi abbiamo visto le coalizioni contro Napoleone, in seguito la guerra europea, e per ultimo la guerra mondiale. Oggi siamo alla vigilia dell'urto fra Oriente ed Occidente, che deciderà delle sorti dell’umanità.
Non vedete come, nell'interno delle stesse nazioni, divampino le lotte dei partiti? Come, anche dentro ai medesimi partiti, si verifichino contrasti, dissensi, scissioni? Avviene tutto ciò, di moto spontaneo e naturale? A nessuno sorge il dubbio che tale agitarsi sia invece frutto d'una precisa intelligenza che opera? d'una precisa volontà che così vuole?
Da tali risultante è lecito dedurre, come i comandi del mondo siano ormai caduti — a forza di doppio gioco e con l'accortezza di un gioco di scacchi — nelle mani della più vasta camorra che abbia mai visto la Terra, vale a dire d'una masnada di criminali e di complici — più o meno responsabili — di cui urge renderci conto e sbarazzarci, se non vogliamo perire da perfetti babbei. Ma, contro l'aberrazione che il genere umano debba essere organizzato così, mi si conceda di elevare la più vibrata protesta. Oh, come bene Dante colpiva nel segno, allorché ci ammoniva:


«Che dove l'argomento della mente
S’aggiunge al malvolere ed alla possa
Nessun riparo vi può far la gente» !
(Dante, Inf. XXXI)

E adesso — «e questo fia suggel che ogni uomo sganni» — vorrei così epilogare:

Della realtà tragica della questione considerata, resteremo tutti pienamente persuasi, se rifletteremo alquanto al significato racchiuso nelle seguenti parole, scritte il 3 marzo 1939, sul giornale ebraico «Jewish Chronicle» che si pubblica in Inghilterra:
«Il problema ebraico avrà sviluppi che faranno fremere tutti i dirigenti politici sensati. Il problema ebraico si alzerà dinanzi ad essi con una forma ed una realtà così pressante e così acuta, come mai nel corso della storia.
«I dirigenti politici delle varie nazioni potranno fare ciò che vorranno, ma non si sbarazzeranno del problema ebraico. Questo apparirà, come la testa della famosa idra, in tutti gli ambienti diplomatici e sbarrerà il passo ad ogni tentativo di distensione internazionale. Il problema è tale che noi ebrei non lasceremo la pace al mondo, per quanto zelo possano impiegare gli uomini di stato e gli angeli della pace per conseguirla...».

“Vermijon”


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