venerdì 26 agosto 2022

La nostra opera, l’opera delle persone viventi, è quella di ricreare in noi l’armonia”.

 


ILDEGARDA  DI  BINGEN

L’anima è creata da Dio e immessa, invisibile, nel corpo sensibile e visibile, dimora in esso e lo vivifica. Come Dio, che ha portato tutta la creazione al servizio dell’uomo con la forza invisibile della sua onnipotenza, la mantiene in vita con la viridità della terra, il calore dell’aria, con l’umore delle acque, così il corpo serve all’anima come veste e tuttavia resta sconosciuto all’essere spirituale dell’anima, la cui missione è di vivificare il corpo e di operare tramite esso. Ildegarda, parlando del corpo, lo chiama “tabernacolo, tenda, veste” dell’anima. La stretta cooperazione dell’anima con il corpo viene così descritta: “Nonostante le loro diverse nature, esistono entrambi nella comune realtà, perché, nel pensiero, al corpo lo spirito aggiunge ogni concentrazione di calore con l’assimilazione dell’acqua, la verde freschezza che dà vita, la viridità e si unisce al corpo. Così vive l’uomo nella sua costituzione in ogni luogo, sempre nella sua corporeità. L’unità anima-corpo, una sola opera (= unum opus), corrisponde allo stato originario, allorché l’uomo aveva un corpo luminoso e risplendente nella sua pienezza di vita. Anima, corpo e spirito erano allora una cosa sola. Ora ci sono dei movimenti opposti dell’anima e del corpo: in principio, secondo Dio, c’era la perfetta armonia. La nostra opera, l’opera delle persone viventi, è quella di ricreare in noi l’armonia”.

Ildegarda considera l’uomo ed ogni singolo membro ed organo del corpo umano in rapporto con il Verbo di Dio, così come ho già detto, parlando della quarta visione del Libro delle opere di Dio. Membra e organi del corpo umano sono descritti, collegati all’espressione del Prologo del Vangelo di San Giovanni. Anche le forze naturali sono confrontate con le varie parti del corpo umano e il corpo stesso viene, per così dire, proiettato in un paesaggio cosmico. L’uomo, con il suo corpo, è nel cosmo come misura di esso, come chiave vivente e simbolo personificato, oppure come persona che ha la sua qualificazione di simbolo. I suoi sensi esterificano la forza creativa del cosmo, che è un’immagine del Creatore. L’anima, per mezzo delle funzioni dei sensi, di cui è dotato l’organismo, mette in rapporto con il mondo il vaso corporeo e fa in modo che il mondo e la natura si pieghino a quello che l’anima vuole.

Ildegarda collega la dottrina degli elementi e la fede nella creazione con la creazione dell’uomo dai quattro elementi. Mescolato con l’acqua il limo, il fango della terra, prende una forma, nella quale viene immesso lo spirito di vita, che è fuoco e respiro. Così la carne viene formata dal fango e dall’acqua, per mezzo dell’aria e dell’etere, l’acqua diventa sangue; dal fuoco il calore, dall’aria il fiato, dall’acqua il sangue e dalla terra i saldi tessuti. Dio v’immette il suo divino splendore e così appare il corpo umano in tutta la sua bellezza con l’anima. Pure le funzioni dei sensi corrispondono agli elementi: dal fuoco, riceve la vista, dall’aria, l’udito, dall’acqua, il movimento e dalla terra, il suo passo fermo. E come gli elementi tengono insieme il mondo, così sono essi a dare forma e tenere insieme l’organismo dell’uomo.

Gli elementi nella loro struttura, che li porta ad espandersi e diffondersi nei compiti della loro funzione, “gli uffici”, come li chiama Ildegarda, operano in tal modo nell’uomo da farlo esistere e funzionare come un insieme saldamente strutturato e finalizzato. Così come nella natura lo sono gli elementi stessi, la loro sostanza e il loro campo di azione. Un piccolo esempio: “Lo stomaco è luogo dell’apertura per il mondo ed è capace del mondo (= capax mundi), atto a prendere in sé il mondo, perché è capace di ricevere gli elementi per nutrirsene. Da parte sua, l’universo è come uno stomaco gigante, che, fino a che abbia vita, filtra le materie del mondo attraverso noi stessi. Attraverso lo stomaco, l’uomo fa proprie le energie intime delle creature e le ridà fuori di sé per mantenersi in vita e anche per trovarsi in continua corrispondenza con la sua fine”.

All’inizio della vita del Paradiso, cibo e bevanda erano uno scambio di elementi, un dialogo cosmico, un rapporto con il mondo. Ora, dopo il primo peccato dell’uomo, cibo e bevanda servono a restaurare le sue forze. Così all’uomo è continuamente ricordato nel suo corpo della sua origine, della sua debolezza e che dipende dalle altre creature; è ricordato anche della sua situazione di dipendenza, in quanto “uomo destituito”. In questo modo, Ildegarda collega le funzioni fisiologiche dell’uomo ai rapporti cosmobiologici con la natura, che poi nell’uomo si manifestano come realtà dell’anima, realtà psicologiche.

L’armonia per il corpo, nel corpo e del corpo con il cosmo: tra il corpo umano nel suo schema elementare, capo, petto, ventre, membra, e le sue funzioni organiche da una parte e la costituzione dell’universo e quanto in esso accade dall’altra, c’è, secondo Ildegarda, un’analogia di vasto respiro. Tra la cassa toracica dell’uomo e l’atmosfera, Ildegarda riscontra la seguente analogia: i polmoni sono la congiunzione, la comunicazione, con la ragione, i reni, con la fecondità della terra, il fegato, con la sensibilità, la sensitività; la bocca è la portatrice della voce e del suono, le orecchie, come due ali, fanno entrare ed uscire ogni voce, gli occhi sono strade per gli uomini. Il naso corrisponde all’aria, comunica il gusto e opera come organo della sapienza, perché l’uomo sappia orientarsi nel mondo, come anche perché sappia tenersi lontano da ciò che in esso può nuocergli: per questo simboleggia l’ordine della natura e della cultura. I piedi corrispondono ai fiumi, essi portano gli uomini attraverso il corso della loro esistenza. Così lo schema elementare del corpo è posto in rapporto con le forze della natura.

Ci può forse sembrare un gioco, ma Ildegarda vuole continuamente farci sentire quanto siamo collegati all’universo; come la nostra vita non è una vita singola, che esiste solo per se stessa, ma per comunicare tra noi e con l’universo. Non c’è separazione tra il cuore dell’uomo e quanto è costituito dalla materia e neppure tra quanto l’uomo pensa e si propone nel suo intimo e quello che realizza esternamente. L’uomo, anima e corpo, con entrambi è sempre in azione. Il cuore è la sede della viridità, questo vigore dell’anima. L’anima stessa opera in ogni parte del corpo, L’uomo esiste con il corpo, con il quale realizza l’organizzazione delle facoltà dei sensi. Il corpo, per così dire, è il luogo dove si realizza l’integrazione di quanto proviene dalla materia. Ci fa partecipi del mondo, dà esistenza, concretizza la vita e fornisce allo spirito, per mezzo dei sensi, materia di conoscenza. In un certo senso, ci rende avvertibili ai sensi sia il termine che il fine delle creature e del creato, per arrivare allo spirito dell’uomo. Tutto il mondo vuole arrivare al nostro spirito e ci arriva attraverso i sensi del nostro corpo. Quindi, all’apice c’è lo spirito, il corpo è in mezzo e tutt’intorno, c’è il mondo e tutto quello che Dio ci ha messo innanzi, perché lo conoscessimo, ce ne servissimo, lo avvertissimo e ne traessimo insegnamento.

Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

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