domenica 28 gennaio 2024

Se tale è la Volontà di Dio

 


LETTERA 64

A P. Luigi Karwackì, Leopoli S.l.G.C.  

Nieszawa 16 VIII 1921  

 

 

Reverendissimo Padre Provinciale  

 Secondo il suo desiderio, espresso nella lettera del 12 VII, mi sono recato a Toruri per la causa del Servo di Dio Giovanni Lobdowczyk e ho potuto constatare che ivi è proprio del tutto dimenticato. Nessuno ha saputo dirmi qualcosa di lui: né il parroco della chiesa che un tempo  era dei nostri frati, né le religiose, né un altro parroco (che abita di fronte alle religiose). Quest'ultimo mi consigliò di rivolgermi al segretario della biblioteca della «Società scientifica». Purtroppo non lo abbiamo trovato in casa (mi accompagnava P. Alfonso) e le circostanze non ci hanno permesso di fare ulteriori ricerche.  

 Tornato in convento, ho trovato nel Manuale dei Novizi1 (L. Caratelli M[inistro] G[enerale]), al capitolo «Religiosi morti in fama di santità» nel secolo XIII, al n. 52: «B. Giovanni Loberdank di Thorn, prussiano; +9 ottobre 1264 a Culma, e quivi sepolto nella nostra chiesa, dai luterani poi profanata insieme al corpo del beato (Wadding)». Sicuramente si tratta di lui; dunque, secondo il Wadding2, è già beato ed era sepolto a Chelmno, dove i protestanti profanarono le sue spoglie e la chiesa. È mai possibile, dunque, che non si possa trovare qualche indizio di lui? La cassa del convento, nella previsione del restauro del tetto, non mi permette di fare ulteriori indagini a Chelmno in merito a questa causa.  

 In occasione della prima Messa di P. Alfonso - alla quale ho partecipato - al paese natale, visitai anche la tomba del Venerabile P. Raffaele Chyliriski ed ho constatato che anche lì non si fa nulla per la sua causa. Il P. Guardiano [P. Ferdinando Swierczyriski] dapprima mi disse che lui si occupava dei peccatori e non dei santi, ma poi, quando gli ho accennato che pensavo di stampare un foglietto con una piccola biografia del Servo di Dio, si mostrò sinceramente soddisfatto. Gli altri Padri e Fratelli accolsero volentieri l'idea di collaborare per raccogliere notizie di grazie ricevute per intercessione del Ven. P. Raffaele. Ho chiesto a P. Edoardo di raccogliere le testimonianze a questo riguardo con le firme di coloro che hanno assistito a tali fatti straordinari o ne hanno sentito parlare.  

Alla presente accludo la piccola biografia del Ven. P. Raffaele scritta da P. Alfonso, che ho fatto venire a Nieszawa per questo motivo, e chiedo il permesso di stamparla in un formato simile al volantino su Gemma [Galgani]. A Leopoli non c'è forse un ritratto migliore del Ven. P. Raffaele? Quanto alle spese di stampa, nella «Ksiçgarnia Powszechna» o nella «Drukarnia Diecezjalna» mi è stato detto che un foglietto stampato come quello di Gemma, con la tiratura di 20.000 copie verrebbe a costare un marco per ogni esemplare; in numero minore sarebbe più caro. Credo che 20.000 copie, con una opportuna pubblicità, si diffonderebbero presto. Si potrebbe anche far conoscere il Ven. P. Raffaele ai nostri polacchi d'America e di Romania e forse in altri paesi.  

Io sono del parere che per l'efficienza della diffusione della devozione ai nostri francescani conventuali polacchi sarebbe necessaria una «cassa della Postulazione», poiché in caso contrario la situazione finanziaria del convento ostacola, ritarda e paralizza l'attività; del resto non è possibile che un solo convento riesca a coprire le spese di lavoro per tutti i nostri Servi di Dio; secondo il menzionato Manuale, infatti, ce ne sono circa 25; considerando i gruppi [ad esempio, di martiri] come unità singole. Una fonte di entrate per la cassa potrebbero essere le relative pubblicazioni ed offerte dei fedeli; tale cassa potrebbe servire anche per coprire le spese di beatificazione e canonizzazione. Le casse attuali (ad esempio a Lagiewniki) sono inattive, perché nessuno si occupa seriamente di questo.  

 La cosa migliore, però, potrebbe essere che nella nostra Provincia fosse nominato uno dei Padri più anziani, esperto ed intraprendente, come formale «postulatore provinciale». Suo compito sarebbe di occuparsi con vero zelo di tutti i nostri Servi di Dio, di studiare accuratamente lo stato attuale di tutte le cause, conoscere le difficoltà e superarle, guidare tutta l'azione metodicamente, sistematicamente, saggiamente ed energicamente, all'occasione istituire il processo diocesano (can. 2038-2064), preparare un materiale critico e ben ordinato per il nostro postulatore a Roma, e - prendendo con vivo interesse le informazioni sullo stato e l'andamento della causa -incoraggiarlo [-> il postulatore di Roma] a «non differire le cause dei nostri». È evidente che gli italiani possono fare a meno del postulatore provinciale, poiché il postulatore generale (attualmente l'arcivescovo Jaquet) e il vicepostulatore (il P.M. Laner) si recano personalmente sul posto, esaminano i testimoni, preparano le biografie, ecc.; da noi, invece, non viene nessuno dei due, perché la strada è lunga e costosa. Per questo si può spiegare anche il fatto che attualmente è stata portata avanti solo la «conferma del culto» di un italiano (terziario dei tempi di s. Francesco3); la causa del P.M. Bonaventura Fasani4 (come mi disse il vicepostulatore) va avanti bene; la causa di una monaca5 (credo italiana), della quale il vicepostulatore ha scritto la biografia (per quanto mi ricordo) dà buone speranze, ecc., mentre le nostre cause aspettano misericordia.  

A volte sento dire che non ci sono i miracoli, ma forse soltanto perché noi non ci informiamo; mi è stato detto, per esempio, che a Lagiewniki i sacerdoti (probabilmente secolari) non diedero ascolto a una signora che si era presentata per deporre su una grazia ricevuta per intercessione del Ven. P. Raffaele. Dopo una dimostrazione simile, evidentemente gli altri si limitano a ringraziare privatamente Dio e il suo Servo. Del resto, i nostri non sono tanto conosciuti, perciò sono pochi anche quelli che li invocano.  

Evidentemente, questo postulatore dovrebbe tenere una fitta corrispondenza sia con i luoghi dove si trovano i sepolcri dei nostri Servi di Dio, come pure con il nostro postulatore a Roma e qualche volta recarvisi personalmente, il che comporta spese non piccole, per coprire le quali è proprio necessaria una particolare cassa della postulazione, del cui uso, come pure di tutta l'attività, egli renderebbe conto ogni anno al P. Provinciale, o ogni anno e mezzo al Capitolo o al Definitorio (oppure ogni 3 anni secondo la durata del suo incarico). - Le parole finali della piccola biografia messe tra parentesi prevedono la eventuale istituzione di una postulazione provinciale con sede stabile.  

 Forse queste sono utopie della fantasia di un giovane, ma mi pare che in questa maniera le cause dei nostri Servi di Dio procederebbero speditamente (se tale è la Volontà di Dio), e chissà quante autentiche vocazioni susciterebbe tra la gioventù polacca la fama delle loro virtù e della loro venerazione. Non potrebbe lei, Rev.mo P. Provinciale, se lo crede opportuno, parlare di questo problema durante il Capitolo?  

Chiedendo la serafica benedizione  

Fr. Massimiliano M. Kolbe  

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(1) LORENZO CARATELLI, Manuale dei Novizi e Professi Chierici e Laici Minori Conventuali sopra la Regola, le Costituzioni, le memorie e le funzioni dell'Ordine, coll'aggiunta del Catechismo di Roma e d'alcune preghiere, Roma 1897. Il titolo completo del capitolo è: Religiosi del nostro serafico Ordine morti con fama di santità, p. 203- 223. - (2) Luca Wadding, storico francescano (1588-1657). - (3) Si tratta, forse, del B. Lucchesio da Poggibonsi, primo terziario francescano. - (4) B. Francesco Antonio Fasani, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, beatificato il 15 IV 1951. Il nome «Bonaventura», usato da P. Massimiliano, è un errore. - (5) La Serva di Dio Maria Satellico, clarissa del secolo XVIII - P. FRANCESCO LANER, La Venerabile Serva di Dio Maria Crocifissa Satellico monaca clarissa, Roma 1918.  


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