domenica 28 gennaio 2024

I Dieci Comandamenti

 


“Non desiderare la roba d’altri”. 


Un aiuto in più, per amare come Dio comanda, direttamente dallo Spirito Santo.

***

Ma Uno solo è infinito: Dio.  

E l'uomo divinizzato ha seco la Grazia, ossia Dio.  

Dio Carità, Dio Intelligenza, Dio Santità, Dio Forza, Dio Potenza, Dio Sapienza, Dio Vita, Dio Bellezza, Dio Verità, Dio Bontà, Dio Purezza, tutte; perfettissime e infinite, Dio il Tutto.  

E l'uomo di buona volontà può tutto se resta unito a Gesù Cristo, il quale, per non intimorire l'uomo coi clangori divini della Legge del Sinai — spaurenti, con le quattro imposizioni e le sei proibizioni, l'uomo in cui vive la legge disordinata del senso più forte della ragione, o quanto meno lottante, a forze pari, con la ragione da quando il dono dell'integrità fu ferito nell’Eden — riduce e conclude tutta la Legge in un duplice comando d'amore, e ve la presenta così, nella veste dolce, attraente, gaudiosa dell'amore. "Amate Dio, amate il prossimo". 

Amare è più facile che adorare, che onorare, che vietarsi di fare. Amare Dio, avvicina Dio all'uomo e l'uomo a Dio. Amare è più invitante che temere. Ed è scala ad ascendere all'adorazione. 

L'uomo non può d'un subito raggiungere le vette dell'adorazione. La stessa grandezza infinita di Dio lo trattiene dal farlo, e insieme con la temenza di Dio, comune agli antichi ebrei, e con le miserie della natura, forma i vincoli che lo trattengono lontano da Dio. Ma l'amore scioglie col suo ardore quei vincoli e mette le sue ali di fuoco all'anima, ed essa può salire, sempre più salire, a seconda che sempre più si lancia senza pensare a quello che lascia: miserie, poveri onori, limitatezze, ricchezze e affetti caduchi; ma pensando soltanto a ciò che raggiunge e conquista: Dio, il Cielo. Nessun atto di culto formale vi unisce a Dio quanto l'atto spontaneo e continuo dell'amore. 

Frutto dell'unione con Dio è la sapienza. E la sapienza conduce all'esercizio della giustizia in tutte le cose. 

L'uomo unito a Dio è attivo e gaudioso. Dal gaudio che gli viene dal compiacimento di Dio per le sue azioni di uomo amante di Dio, l'uomo trova impulso a sempre maggior attività di bene. Perché l'unione con Dio, se da pace altissima, non da mai pace inerte. 

Nessuna inerzia è in Dio, l'eternamente operante. Nessuna inerzia è nell'uomo congiunto a Dio dall'amore. Esso ama attivamente Dio. E ne è attivamente amato. E questa duplice attività produce un traboccare, un irradiare di fuochi caritativi sulle creature, non bastando l'uomo a contenere in sé l'Amore infinito, che in lui si riversa, per dare sollievo al suo amore, come in un bacino degno e desideroso di accoglierlo, e neppure bastando all'uomo, entrato nel gorgo ardente dell'amore divino, di amare soltanto il Creatore, perché gli occhi del suo spirito e lo spirito della sua anima, contemplando il Creatore, nel Creatore vedono anche tutte le creature, e l'uomo si sente perciò portato ad amarle tutte santamente, perché opere dell'Amore suo amatissimo. 

Ed ecco l'amor di prossimo che nasce, che sgorga, che si effonde, santa e inevitabile conseguenza del santo amore di Dio. L'amore di prossimo esercitato con giustizia, vedendo ogni creatura nel suo giusto grado, ossia inferiore sempre a Dio, anche fosse la più cara per vincoli di sangue o d'affetto o la più santa per giustizia di vita, e perciò non anteponendola mai a Dio ma vedendola anche essa come un nuovo dono di Dio, concesso per rendere più facile, gradevole, dolce e meritoria la vita al vivente sulla Terra. 

Ed ecco che, in virtù dell'amore, l'uomo conquista la sublime libertà dalle insidie dell'io, del mondo, del demonio, le costrizioni conseguenti alla Colpa d'origine. 

La carità è fuoco vivo. 

 Il fuoco vivo è fiamma. 

La fiamma è libera e saliente al cielo. Pure irradia calore e luce, è benefica a chi ad essa si accosta. Ed ecco infatti che l'uomo acceso da carità sale con la sua fiamma verso Dio, centro d'ogni fuoco d'amore, e nel contempo irradia i suoi fuochi sui fratelli, ne sovviene le miserie, ne illumina le tenebre, le rallegra portando in esse la luce che è Dio, purifica la loro impurità perché ogni santo — e chi ama con tutto se stesso Dio e prossimo è santo — è purificatore dei fratelli, benefica con pietà sublime gli afflitti, i poveri, i malati di corpo o di spirito, predica e stabilisce così il Regno di Dio, in se stesso e nel mondo.

 Perché il regno di Dio nell'uomo è l'amore. 

Entro l'uomo e nel mondo il regno di Dio è l'amore, in opposizione al regno di Satana che è l'odio, l'egoismo e la lussuria triplice.»

***

a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini  

Nessun commento:

Posta un commento