VI. Zelo
Mentre il regno di Dio è impegnato in un sanguinoso combattimento contro il regno di Satana, e Cristo, coperto ancora delle sue cinque ferite, marcia in testa al suo esercito fedele, svegliando i sonnolenti ed invitando tutti alla lotta; mentre si va profilando sempre più certa, vicina e grandiosa la vittoria universale e finale del regno di Dio; mentre le anime, mietute da Satana, vanno precipitando in gran numero all'inferno, il cristiano generoso sente vergogna dell'inutilità della sua vita, si sente affascinato dal più bello ideale del mondo, quello dell'apostolato, e si vota a Cristo.
Come si può sopportare di vedere il Santissimo, il bellissimo, il buonissimo divino Maestro trascurato, profanato, ingiuriato, perseguitato?
Come non fremere vedendo il trionfo della bassezza, della bestialità, della perfidia, dell'ingiustizia, del dolore, del male?
Come ci si può divertire dinanzi a dei condannati a morte? Come si può camminare e dormire in pace quando, vicino a noi, altri camminano verso l'inferno e dormono sul ciglio di esso? Come si possono spendere soldi inutilmente quando essi potrebbero servire per tante opere di bene: Missioni, Clero indigeno, Vocazioni ecclesiastiche, poveri, buona stampa, opere parrocchiali?
Gli uomini scherzano colla morte eterna. Raccontano, scrivono romanzi e storielle o li girano in film, simili a un comico che riunisce e diverte uno stuolo di condannati a morte, ignari del loro destino.
Il cristiano fervoroso la rompe con questa farsa e con tutte le convenzioni e presenta ai peccatori, senza tanti preamboli, la loro bruttissima situazione per salvarli. Per lui non esiste l'arte per l'arte, l'industria per l'industria, il divertimento per il divertimento ma tutto è un mezzo per l'apostolato; egli non ha pace e non dà pace; si placa solo nella preghiera, nell'azione e nel sacrificio.
a) Preghiera. Il cristiano fervoroso prega quotidianamente per la Chiesa universale. Non perde tempo, perché sa che esso è prezioso e gli può servire a salvare tante anime. Nelle sue labbra e nel suo cuore c'è sempre l'atto incessante d'amore e l'anelito all'avvento di Gesù: « Vieni, Signore Gesù! »
b) Sacrificio. Crescendo l'amore alle anime, cresce il desiderio del sacrificio. Pian piano la vita del cristiano fervoroso comincia a divenire una Via Crucis: sono malattie, ostacoli d'ogni genere nelle opere, persecuzioni. Quando la croce di Dio è più leggera il fervoroso l'appesantisce con penitenze, mortificazioni, lavori sfibranti.
c) Azione. L’operaio del Signore confida in lui e lo prega per l'avvento del suo regno come se tutto dipendesse da lui; però progetta e lavora come se tutto dipendesse solo da sé. Dio non fa quello che l'uomo può fare e non opera finché può operare l'uomo. Quando poi l'uomo non può far più nulla egli interviene.
L'operaio non sta a sperare e ad aspettare che faccia Iddio, ma fa subito quanto può fare da sé. Quando ha fatto tutto ciò che poteva, ha il diritto di sperare e di pregare che Iddio faccia il resto; non prima.
L'operaio non se ne sta mai colle mani in mano: il suo zelo è molteplice: una ne fa e cento ne pensa. Non si limita a un genere e a un campo di lavoro, sia una parrocchia, un paese o una provincia, arriva fin dove può arrivare; s'interessa di tutto ciò di cui può interessarsi, badando però a portare a termine le cose iniziate, senza lasciarle a metà. Quando molte cose possono abbracciarsi tanto meglio; quando ciò non è possibile, bisogna contentarsi di farne poche pur di completarle.
Solo allora l'operaio è contento la sera: quando vede che ha lavorato tutto il giorno per il regno di Dio e ne è stanco.
Per i grandi c'è l'apostolato di linea; per i piccoli c'è l'apostolato spicciolo: campagna del precetto pasquale, diffusione dei 9 venerdì, dei 5 sabati, della buona stampa, catechismo, conferenze, ecc.
ILDEBRANDO A. SAN-ANGELO
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