Vita n. 2
La vita di Antonio
di Atanasio, vescovo di Alessandria
81. E la fama di Antonio giunse anche ai re. Costantino Augusto e i suoi figli Costanzo e Costante Augusto gli scrissero lettere come a un padre e gli chiesero una risposta. Ma egli non si curava molto delle lettere, né si rallegrava dei messaggi, ma era uguale a come era prima che gli imperatori gli scrivessero. Ma quando gli portarono le lettere, chiamò i monaci e disse: "Non stupitevi se un imperatore ci scrive, perché è un uomo; ma piuttosto stupitevi del fatto che Dio ha scritto la Legge per gli uomini e ci ha parlato [13] per mezzo della sua Parola. e ci ha parlato [13] attraverso il suo stesso Figlio". E così non volle ricevere le le lettere, dicendo che non sapeva come scrivere una risposta a tali cose.
Ma, sollecitato dai monaci perché gli imperatori erano cristiani, e per evitare che si offendessero per il fatto di essere stati rifiutati, acconsentì a farli leggere e scrisse una risposta che li approvava perché adoravano Cristo e dando loro consigli sulle cose che riguardano la salvezza: "non pensare molto al presente, ma piuttosto ricordarsi del giudizio che sta per arrivare e di sapere che solo Cristo è il vero ed eterno Re". Li pregò di essere misericordiosi e di prestare attenzione alla giustizia e ai poveri. Ed essi, ricevuta la risposta, si rallegrarono. Così era caro a tutti tutti, e tutti desideravano considerarlo come un padre.
82. Essendo dunque conosciuto come un uomo così grande, e avendo così dato risposte a coloro che lo visitavano, tornò di nuovo sul monte interno, e mantenne la sua consueta disciplina. E spesso, quando la gente veniva da lui, mentre era seduto o camminava, come è scritto in Daniele [14], diventava muto e, dopo un po' di tempo riprendeva il filo di ciò che aveva detto prima ai fratelli che erano con lui. E i suoi compagni si accorsero che stava una visione. Spesso, infatti, quando era sui monti, vedeva ciò che accadeva in Egitto e lo raccontava a Serapione, il vescovo [15], che era al chiuso con lui, e che si accorse che Antonio era avvolto in una visione. Una volta, mentre era seduto a lavorare, cadde, per così dire, in trance e gemette molto per ciò che vide. Poi, dopo un po' di tempo, dopo essersi voltato verso gli astanti con gemiti e tremante, pregò e, caduto in ginocchio, rimase così a lungo.
E rialzatosi, il vecchio pianse. I suoi compagni, quindi, tremanti e terrorizzati, volevano sapere da lui che cosa fosse. E lo inquietarono molto molto, finché fu costretto a parlare. E con molti gemiti parlò come segue: Figlioli, sarebbe meglio morire prima che si realizzi ciò che è apparso nella visione". E quando glielo chiesero di nuovo, dopo essere scoppiati in lacrime, disse: "L'ira sta per colpire la Chiesa, ed essa sta per essere consegnata a uomini che sono come bestie insensate. Ho visto infatti la tavola della Casa del Signore, e dei muli che stavano intorno ad essa da tutti i lati in un anello, e prendevano a calci le cose che vi erano, come una mandria scalcia quando salta nella confusione. E tu hai visto", disse, "come ho gemuto, perché ho sentito una voce che diceva: "Il mio altare sarà contaminato". Queste cose vide il vecchio, e dopo due anni si verificò l'attuale incursione degli ariani e il saccheggio delle chiese; e quando costrinsero i pagani dalle prigioni a partecipare alle loro funzioni e in loro presenza facevano sulla tavola quello che volevano. Allora tutti capimmo che questi calci dei muli significavano per Antonio ciò che gli ariani, insensatamente come bestie, stanno facendo ora. Ma quando vide questa visione, confortò quelli che erano con lui, dicendo: "Non abbattetevi, figli miei, perché come il Signore è stato adirato, così ci guarirà di nuovo, e la Chiesa riceverà presto di nuovo il suo ordine, e risplenderà come è sua abitudine. E vedrete i perseguitati essere e la malvagità di nuovo ritirata nel suo nascondiglio, e la pia fede che parla con coraggio in ogni luogo e in tutta libertà. Solo non contaminatevi [17] con gli ariani, perché la loro dottrina non è quella degli apostoli, ma quella dei demoni e del loro padre il diavolo; anzi, è sterile e insensato, e senza luce, come l'insensatezza di questi muli".
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