23 giugno 1944: “Se io Ti amo, o Gesù, come tante volte affermi , se io amo Te e la mia cara Mammina e sono da Lei amata come dici, ed io credo e confido, che altro posso desiderare, se non amarti e salvarti i peccatori? Crocifiggimi , o Gesù! Non risparmiarmi, mio Amore, ma risparmia loro dalle pene dell’inferno. Tieni chiuse, o Gesù, le porte dell’inferno. Mettimi quale sbarra contro quelle soglie, lasciami là fino a quando il mondo esisterà, fino a quando vi saranno peccatori da salvare. Oppure lasciami nel mondo finché esisterà. Toglimi tutti i miei, toglimi coloro che mi sono cari, lasciami sola. Tu solo mi basti, o Gesù”.
Il 5 aprile 1945 scrive sullo stesso argomento nel suo diario dopo un’esperienza “infernale”: “Continuo a sentire due cose contemporaneamente: la perdita di Gesù e quella delle anime. La prima mi causa tale orrore e rivolta da non potersi dire: volontà di maledire questa perdita e di maledire la terra. Mi pare che mi tormentino tutti gli orrori dell’inferno. Sento che era meglio soffrire tutto, perdere tutto, piuttosto che perdere Gesù. Mi basta questo per massimo martirio del corpo e dell’anima. Mio Gesù, perderti! E su questo grande dolore cade il peso della giustizia divina. Tormento e dolore senza pari”. E la perdita delle anime, ah, quanto costa! Il mio cuore le rincorre, dispensa loro tenerezza e amore. La mia anima ne vede la fuga e agonizza. Non vi è amore che le fermi, non vi sono parole che le commuovono: corrono, corrono, verso la perdizione. Quale dolore per Gesù e per me che sento questo! Non posso rassegnarmi che le anime si perdano”.
Queste sofferenze infernali sono continuate e nel suo diario in data 13 agosto dello stesso anno lascia scritto: “Che il Cielo sia con me! Mi sento come fossi condannata all’inferno. L’anima mia sente quegli orribili supplizi; i suoi occhio vedono i demoni tormentatori; in tutto il corpo mi pare di sentire quel fuoco nero e distruttore; le mie orecchie odono le urla dei demoni e tutta quella disperazione infernale… Mio Dio , condannata all’inferno! Spero che per la Tua bontà infinita non sia così. Quando mi sento in quella disperazione eterna, mi schiaccia il peso della giustizia divina. Volere vedere Dio e no potere! E’ di gran lunga il più doloroso tormento dell’inferno. L’anima mia trema sgomenta per la paura. Quali indicibili sofferenze vi sono in me!”. Anche la nostra beata portoghese offre qui la testimonianza: “Volere vedere Dio e non potere! E’ di gran lunga il più doloroso tormento dell’inferno”.
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