CONCLUSIONE
"... per quasi quarant'anni soffrii e lottai tra la gioia che mi aveva procurato la cara e dolce Mamma del Cielo e il dolore immenso perché non si era realizzato, per causa mia, ciò che aveva chiesto, sebbene lei, la cara Mamma, mi avesse assicurato che mi avrebbe mandato uno strumento per realizzare tutto quello che desiderava dare in dono ai suoi cari figliolini. Mi assaliva fortemente il timore di essere nell'illusione, e ancora questo pensiero mi tormenta spesso.
Dopo tante preghiere ed esortazioni di Mamma, mi presentai a lei, Padre. Non so se ha ancora presente quel primo incontro! Mi sentii subito accolta e capii che lei mi avrebbe compreso. Però le confesso che ogni volta che mi proponevo di parlare della Vergine Maria, quando le ero davanti, sentivo una forza che mi impediva di parlare, non riuscivo a dire una parola. E così il timore di essere un’illusa era sempre più forte.
Un giorno la Mamma mi disse:
- Piccola mia, parla! É questo lo strumento che Gesù ti ha mandato per realizzare quello che io ti avevo chiesto.
- Perdona, Mamma, tu vedi, non riesco a dire una parola...
- Non temere, è la rabbia del mio nemico, che vuole impedire che la tua Mamma dia questo dono ai Suoi cari figli, per la salvezza delle anime.
Mi feci coraggio e le dissi:
- Senti, cara Mamma, perdona il mio ardire! Se sei proprio Tu che vuoi questo, Tu che puoi, fa’ che sia lui a interrogarmi: allora mi sarà più facile esporre con semplicità tutto quello che Tu mi hai chiesto.
Fiduciosa nell'aiuto di Mamma mi misi tranquilla e serena, nella certezza che avrebbe condotto le cose in modo che fosse lei, Padre mio, a interrogarmi. Quando, dopo aver letto i miei quaderni, lei mi chiese, quale segreto avessi, non so se si sia accorto, mi commossi, sentii una forza che non era mia e potei parlare con facilità. Grazie, mia cara Mamma, quanto sei buona e condiscendente!
"Suor Chiara Scarabelli
a cura di Mons. Luigi Molinari
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