Come un pastore di ... porci
Io metto i miei peccati alla luce anticipando il Giudizio universale! Allora tutti sapranno tutto: "Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto..." (Lc 12,2-3) Metto alla luce il male che ho commesso facendolo conoscere all' "amministratore di Dio" (Tt 1, 7), il prete.
Il mio peccato ha influito negativamente su tutta la comunità dei cristiani. Io ne sono membro. Se voglio tornare ad essa per riceverne i benefici del Pane e della Parola di Dio, per goderne la comunione di, preghiera coi fratelli, è doveroso e giusto che io chieda perdono ad essa, alla comunità. Essa riconosce il prete suo rappresentante sia nel ricevere la domanda del perdono come nel dare il perdono stesso. La comunità cristiana, con a capo Gesù Cristo, sa che io sono "costantemente" peccatore e che i miei peccati "veniali" sono quotidiani. Lo sa e non pretende da me, per ammettermi anche alla Comunione sacramentale, l'Eucaristia, che io mi confessi tutti i giorni. Si accontenta che io mi riconosca peccatore, che viva in umiltà l'inizio della Messa chiedendo perdono insieme con i fratelli. Non devo confessarmi ogni volta che vado alla Comunione! Però ogni volta che ho coscienza d'aver offeso gravemente lo Spirito Santo, sia in rapporto a Dio che in relazione ai fratelli che nell'armonia del mio cuore, allora non attendo la solennità in cui si va alla Comunione per cercare di riconciliarmi col Signore!
Ci sono anche situazioni in cui mi accorgo di aver offeso particolarmente una persona sola o un gruppo ristretto di persone: in famiglia per esempio. Chi mi impedisce di chiedere perdono - non di scusarmi - al fratello che ho offeso? E quel tale cui chiedo di perdonarmi, cosa dovrà fare? cercare di dirmi che non è niente? che lasci perdere? che non si è accorto di nulla? No, così non mi piace. Se ti chiedo perdono, dimmi: sì, ti perdono. Sarei addirittura più contento se tu facessi quello che S. Francesco d'Assisi esigeva dai suoi frati (che non erano preti): perdonatevi l'un l'altro nel nome di Gesù! Quando ti chiederò perdono tu potrai dirmi: "Ti perdono, perché Gesù perdona"; oppure "Il mio perdono te lo do nel Nome di Gesù"! "Ti perdono nel Nome di Gesù". Non è l'assoluzione sacramentale, perché tu non sei prete, ma è già di più che niente. Anzi, se viene chiamato in causa Gesù stesso, nel cui Nome c'è salvezza, in quel momento il mio peccato perde la sua forza per la potenza del Nome di Gesù! Consiglio anche ai coniugi di fare così a perdonarsi! Provate, e Gesù Cristo non mancherà di creare tra voi un'unità ancor più profonda di prima.
È bello, anche, perdonare! Perdonando mi accorgo di compiere un'azione divina. Coraggio, perdona, fratello o sorella, perdona, perdona! Noi contribuiamo alla salvezza del mondo, perdonando! Il perdono vero diffonde nel mondo luce, gioia, splendore divino. Non scusare i fratelli, perdonali! perdona anche i rancori vecchi, anche i torti grossi, quelli che i tuoi amici e i tuoi parenti non perdonano. Perdona! Quando perdoni veramente, hai la prova d'essere amico di Dio, anzi d'essere immerso in Dio. Se perdoni ti rendi capace di accogliere più profondamente il perdono che Dio dà a te: lo saprai valutare meglio, nella sua giusta dimensione.
Se perdoni potrai comprendere il cuore di quel Dio che perdona te. Com'è importante! Anche il perdono che tu ricevi da Lui ha lo scopo di farti entrare nel cuore di Dio, di tornare alla piena comunione con Lui.
Questa è l'altra faccia della medaglia: non mi confesso, non chiedo perdono cioè solo per togliermi di dosso il peso dei miei peccati. Sarebbe troppo poco. Mi confesso per tornare al Padre. Lontano da lui mi ritrovo a pascolare porci, come il figlio prodigo. Non provi forse anche tu questa impressione quando non godi intimità con Dio e non vivi per Lui? sei un pastore di porci! ti manca il pane, ti manca il riposo, ti manca la gioia. Quanti volti tristi si vedono sulla faccia della terra! perché? Si sta pascolando porci! Ecco cosa fece colui che pascolava i porci:
"Allora rientrò in se stesso e disse: quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre" (Lc 15, 17-20).

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