martedì 16 agosto 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - L'antisemitismo

 


Mentre mi accingo a dare alle stampe il presente volumetto (così scrivevo in una precedente edizione), si verifica, in più nazioni, un ennesimo inganno della malizia giudaica, la quale, peraltro, credo bene smascherare, anche per comprovare con quanta facilità siamo tutti turlupinati.
Siccome, avanti di fare una guerra, conviene rendersi conto dell'entità delle forze nemiche, e contemporaneamente, fare un controllo della propria efficienza, ecco, nel Gennaio 1960, assistere alle grandi manovre del giudaismo.
Avendo essa fondati motivi di temere, come, durante il prossimo conflitto possa esplodere una mondiale sollevazione antisemita, vuole adesso tastare il polso per conoscere, in quali nazioni, tale evenienza riscuota maggiore seguito, onde correre ai ripari.
A questo fine — servendosi di un'intensa propaganda di stampa e dell'ausilio di agenti massoni — si vedono ora, gli stessi Giudei, scatenare ovunque un'artificiosa campagna di antisemitismo.
Con tale campagna si prefiggono:
1° Di conoscere — come si è detto — le località ove gli antiebrei sono più numerosi.
2° Di schierare, nello stesso tempo, in campo il predisposto meccanismo difensivo, consistente in giornali, in partiti e nelle infinite associazioni di ogni genere, tutte create e dirette da agenti ebraici, i quali sommoveranno, nel momento opportuno — mediante manifestazioni ed atti inconsulti — gli ingenui gregari della base, che, in realtà, nulla sanno dei veri scopi perseguiti dai loro infidi dirigenti.
3° Di fare promulgare, in conseguenza delle agitazioni accennate, delle nuove leggi («reati di genocidio»), per le quali, chiunque criticherà i Giudei si renderà reo di un delitto superiore a quello «di lesa maestà».
4° Di intimorire a tal punto gli autentici antisemiti da costringerli a non potere più fiatare, non solo in considerazione dell'apparato delle forze contrarie, ma anche per la constatazione del fatto, di vedere gli stessi governi, la magistratura, ed oggi, le leggi di genocidio erigersi a difesa dei Giudei, colpendo, senza pietà, quanti ardissero combattere il giudaismo.
Dopo di che vorrei così replicare:
Vogliamo, dunque, eliminare l'antisemitismo? Ebbene, l’autore del presente volumetto avanza una formale proposta, perché — tenuto conto dell'insegnamento della storia, di quanto migliaia di scrittori d'ogni paese hanno segnalato circa la realtà della perfidia giudaica e di quanto, in questo studio, si è venuto esponendo — venga costituito un Tribunale Internazionale, composto di uomini autorevoli, di provata rettitudine ed imparzialità (naturalmente non massoni), i quali vogliano istruire uno storico processo all'ebraismo.
Vagliate in profondità tutte le accuse che si imputano ai Giudei, e, sentito quanto costoro possono opporre a difesa, emetta, un tale Tribunale, una motivata sentenza che tranquillizzi il genere umano, ed alla quale saremo tutti obbligati a sottostare.
Se risulteranno innocenti, gli antisemiti saranno i primi a gridare: «Abbiamo sbagliato. Viva gli Ebrei!».
Qualora, invece, risultassero colpevoli, i governanti dei popoli deliberino quelle misure difensive che l’esperienza dei secoli e la situazione attuale potranno suggerire. Per tal modo, in forma legale e senza usare violenza, si sarà fatto quanto era un preciso obbligo fare e, necessariamente, avrà fine ogni ragione di essere per qualsivoglia movimento antiebraico.
Ma per carità, si smetta una buona volta di emanare leggi e pronunziare condanne contro coloro che alzano la voce per segnalare il pericolo del giudaismo, senza avere prima conosciuto, in modo specifico, se i motivi che a ciò li inducono, fossero per avventura giustificati o altrimenti inconsistenti.
Soltanto, dopo le risultanze del processo suaccennato, sarà lecito agli Stati, deliberare o meno su l'opportunità di certe leggi o condanne. Prescindendo da ciò, si potrebbe peccare di superficialità e di ingiustizia. Il che non farebbe onore all'intelligenza di questo secolo.
Credere — come molti credono — che l’anti-giudaismo sia determinato da semplici motivi di religione o di razza, è cadere in un errore di valutazione, in un grosso equivoco. Della razza e della religione ebraica — si tenga per fermo — agli antisemiti interessa esattamente un bel niente. Chi combattesse gli Ebrei, mosso da ragioni del genere, dimostrerebbe coi fatti di essere persona barbara e incivile.
Invero, ben altre sono le cause che spingono gli antisemiti ad agire come agiscono: trattasi di dolo, non d'altro che di dolo.
Essi ravvisano nei Giudei della gente che si comporta — nei confronti dei non-ebrei — con una morale esecranda, che li autorizza ad essere con loro menzogneri, spergiuri, a derubarli, ad ucciderli. Scorgono, in costoro, della gente che non fa altro che cospirare ed ordire ai danni del genere umano. Che crea — mediante una rete di intrighi — la discordia nell'interno delle nazioni, fa scoppiare le rivoluzioni nonché le guerre fra popolo e popolo, ed anela allo sterminio totale della società in uno con la distruzione del cristianesimo.
Lo scrittore Osman Bey, in una sua pubblicazione dal titolo «Gli Ebrei alla conquista del mondo» (Venezia 1883, p. 51), così ribadisce:
«In ogni paese si è costituita una associazione compatta e onnipossente, composta di uomini intelligenti, attivi e senza scrupoli (sezioni dell'Alleanza Israelitica Universale»), i quali si sono arrogati una specie di diritto d'immischiarsi in tutti gli affari, di sfruttare la credulità umana, e di educare perfino la gioventù secondo le loro idee. (Governo ombra?).
«Una simile associazione costituisce evidentemente da sé sola una potenza formidabile, più forte della Chiesa, una potenza dinanzi alla quale noi non siamo, or più altro, che schiavi».
Ciò premesso, non sembra cosa onesta, che chiunque obiettivamente ragioni per mettere in guardia il proprio simile contro la peste giudaica, mosso dalla retta intenzione di giovare alla collettività, possa essere trattato alla stregua di un volgare malfattore e tanto meno essere oggetto di sanzioni penali.
Gli scrittori che squarciano davanti agli occhi del pubblico, il velo che asconde gli atroci e cupi disegni della giudaica perfidia, sono benemeriti nonché della Patria, dell'umanità tutta. Il riconoscere questa verità e giustizia, il proclamarla sarà il più bello e ben meritato premio di quei valorosi.
Il principio dei «Diritti dell'Uomo» è un assioma che nessuno contesta, in quanto presuppone nell'uomo il senso della rettitudine. Ma tale principio non può essere esteso né interpretato nel senso, di «un diritto pei delinquenti di fare tutto il male che vogliono».
Stiano perciò molto cauti, quanti vogliono assumere la difesa dei Giudei, affinché non sia per succedere che — mossi da un sentimento di pietà — non abbiano eventualmente a parteggiare — sebbene inconsciamente — per delle belve umane, per dei mostri infernali.

“Vermijon”

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