Una prova schiacciante
A meglio illustrare l'atteggiamento degli Ebrei in Russia, già posto in rilievo da numerose testimonianze, è interessante riportare un grave documento, emanato dal Comitato Centrale della Sezione di Pietrogrado della Lega Internazionale Israelita nel 1919. (In realtà dovette essere distribuito nel termine del '18).
Scritto originariamente in lingua ebraica, fu tradotto e pubblicato il 31 gennaio 1919 dai giornali «Postimees» di Tartu (Estonia) e «Teetaja» di Revel, ristampato a Berlino dal giornale russo «Prizyf» (l'Appello), molto diffuso, il 6 febbraio 1920, dal quotidiano parigino «L'Action Française» nonché da molti altri. (Vogliasi, per curiosità, fare attenzione quante volte l'imperativo «siate prudenti», che è come dire «badiamo ad operare senza farcene accorgere», vi è ripetuto).
La notte del 9 dicembre 1918, durante lo scontro con le forze bolsceviche al confine di Estonia, fu trovato, nel portafogli dell'ucciso comandante di battaglione del II reggimento dei tiratori, l'ebreo Zunder, la seguente circolare confidenziale, descrivente l'attività degli Ebrei e la loro segreta organizzazione in Russia. La riportiamo senza alcuna alterazione e commento:
"Confidenziale. Ai rappresentanti delle Sezioni dell'Unione Internazionale Israelita.
Figli d'Israele! L'ora della nostra vittoria finale è vicina. Noi siamo alla vigilia della nostra egemonia universale. Quello che ci sembrava un sogno ora si trasforma in realtà. Deboli ed abbandonati ancora poco tempo fa, ora noi, grazie alla generale catastrofe mondiale, alziamo con fierezza il capo.
Però noi dobbiamo essere prudenti perché si può prevedere con certezza che, dopo aver calpestato gli altari e i troni distrutti, noi dovremmo proseguire nella direzione stabilita.
Noi abbiamo sottoposto, coi mezzi dell'abile propaganda e delle rivelazioni compromettenti, ad una critica spietata ed alla derisione, l'autorità e le credenze della religione a noi estranea. Noi abbiamo rovesciati i santuari degli altri popoli, abbiamo scosso la loro civiltà e le loro tradizioni. Noi abbiamo fatto tutto per sottomettere il popolo russo alla potenza nostra e per costringerlo finalmente, ad inginocchiarsi davanti a noi. Noi abbiamo conseguito quasi tutto; però... noi dobbiamo essere prudenti perché la Russia asservita è il nostro nemico secolare. La vittoria su di essa ottenuta col nostro genio potrebbe, nelle generazioni future, essere rivolta contro di noi.
La Russia è atterrata, è sotto il nostro dominio; ma non dimenticate neanche per un minuto che dobbiamo essere prudenti e cauti. La sacra lotta per la nostra sicurezza non ammette né compassione né pietà.
Finalmente noi abbiamo visto la miseria e le lagrime del popolo russo. Dopo avergli tolto il suo patrimonio e l'oro noi abbiamo trasformato questo popolo in una razza di miserabili schiavi. Siate prudenti e parchi di parole. Noi dobbiamo essere spietati verso il nemico; bisogna estirpare da esso i migliori elementi affinché la Russia asservita non possa avere un condottiero. Con tale metodo noi elimineremo qualsiasi possibilità di ribellione al nostro dominio. Bisogna svegliare l'odio di parte e le lotte intestine fra gli operai e i contadini. La guerra e la lotta di classe distruggeranno i tesori culturali creati dai popoli cristiani. Ma siate cauti, figli d'Israele. La nostra vittoria è vicina perché la nostra potenza economica e politica e la nostra influenza sulle masse popolari aumentano. Noi accaparriamo i prestiti statali e l’oro e per questo dominiamo le borse del mondo. La forza è nelle nostre mani, ma siate prudenti! Non abbiate fiducia nelle forze oscure e illusorie.
«Bronstein» (alias Trotzky), «Apfelbaum» (Zinovieff), «Rosenfeld» (Kameneff), «Steinberg» sono tutti, come pure molti altri, fedeli figli d'Israele. La nostra potenza in Russia è illimitata. Nelle città, nei commissariati, nelle commissioni d'approvvigionamento, nei comitati casalinghi, ecc. i rappresentati del nostro popolo sono ai posti di comando.
Non inebriatevi della vittoria, siate prudenti, perché nessuno potrà difendervi eccetto voi stessi. Ricordatevi che non si può contare sull'armata rossa perché essa potrebbe rivolgere subitamente le armi contro di noi1.
Figli d'Israele! E' vicina l'ora in cui noi otteniamo la tanto agognata vittoria sulla Russia! Serrate le file! Diffondete la politica nazionale nel nostro popolo, lottate per i nostri ideali eterni»". Questo documento — a noi che ancora non siamo Russia — dovrebbe dare da pensare non poco, perché ci fa istruiti come sia possibile, da parte di persone superiori che manovrano con diabolica astuzia e senza scrupoli, fare di un popolo un branco di miserabili schiavi, dopo averlo derubato del patrimonio e dell'oro che possedeva, nel tempo stesso che l’ha persuaso di avere agito per il meglio, senza che minimamente sia riuscito ad avvedersi ch'è stato invece superlativamente truffato.
Assume, il citato scritto confidenziale, tale enorme importanza, che basterebbe la sua autenticità per convincere anche l’uomo più ottuso della terra, sul grado di colpevolezza degli Ebrei, e la suprema perfidia, cui possono giungere questa razza di uomini scellerati e vipere, che chiamano «opera di genio» l'assassinio del genere umano per il proprio interesse.
All'erta, dunque, perché quanto avvenuto in Russia non abbia a ripetersi sul resto del mondo. Vi sono fondati motivi per ritenere come tale evenienza sia tutt'altro che cervellotica.
Se noi — previa doverosa indagine — potessimo avere conferma come Krushev ed Eisenhower siano effettivamente di stirpe giudaica, tale fatto, invero, costituirebbe il colmo dell'improntitudine, nonché una netta riprova, come, al dì d'oggi, sia l'Oriente che l'Occidente sarebbero, in pieno, manovrati da Giudei.
E allora — dopo quello che siamo venuti chiarendo — risponda il lettore, se sia cosa intelligente, riporre cieca fiducia in personaggi come quelli testé nominati.
Stando in tal modo i fatti, ben si vede quanto urga badare a non lasciarci convincere e al tempo tesso gabbare dal martellante «cancan» della stampa e della radio asservite all'ebraismo, le quali, per vero, sono del tutto impegnate a confonderci le idee ed a farci apparire bianco ciò che è nero.
* * *
Ora che la luce è fatta ed il segreto è manifesto, è tempo di aprire gli occhi alla grandezza del pericolo e di riunire le forze del cristianesimo alla comune difesa. E' questione di vita o di morte.
E' tempo di porre fine all'indegno spettacolo, di vedere un pugno di stregoni riuscire a menare dove vogliono la totalità degli uomini, quasi fossero bestie da pascolo, ma, soprattutto, di fare basta all'ebraica perfidia di creare degli Stati nell'interno di Stati.
Finché esisterà una simile camorra non vi sarà né pace né quiete in nessuna parte, giacché ciò equivarrebbe a tollerare una rivoluzione permanente, un vulcano sotto i piedi.
Si scuotano, dunque — da sonno letargico — gli oratori e la stampa non legati al massonismo ebraico, e parlino chiaro e tondo per illuminare chi non vede, su la macchinazione denunciata.
Si facciano recensioni reclamistiche su ogni possibile giornale e rivista, perché l'attuale pubblicazione possa venire letta dal maggiore numero di persone. Ciò non vuole affatto significare volontà di offendere o venire meno alla carità. E' legittima difesa non solo pei corpi ma più per le anime. E' seguire l'esempio di Cristo, il Quale ha avuto parole di fuoco contro i dirigenti d'Israele. Mancanza di carità, penso, sarebbe invece mantenere un glaciale silenzio su l'azione satanica dei nemici di Cristo e della Società, perché, chi non vede come, un siffatto silenzio, si risolverebbe, in pratica, ad incoraggiare il male e ad impedire il bene?
Non vale poi il dire che siccome Gesù fu di stirpe ebraica, per questo dobbiamo onorare gli Ebrei. Sarebbe come dire, che siccome i demoni furono di stirpe angelica, per questo siamo tenuti a venerarli.
Poiché un tale pensare evidentemente non regge, noi ci dobbiamo guardare, tanto dai demoni, che furono angeli ribelli, in odio a Dio Padre, quanto — se passa il paragone — dagli ostinati Giudei, popolo riprovato, in odio a Dio Figlio e Spirito Santo.
Sgombrato il terreno d'altresì quest'ostacolo, il restarcene freddi, oziosi od esitanti, al cospetto d'un avvenire oltremodo pauroso, sarebbe lo stesso che tradire la nostra fede cristiana, la famiglia, la patria, la società tutta quanta; tanto varrebbe ad aprire le prigioni ed a dare mano libera ai malfattori.
Desidero, però, sottolineare che, malgrado la veemenza del mio dire per smascherare il mistero dell'iniquità, siamo tutti obbligati in coscienza a non nutrire alcun odio verso gli Ebrei, ma invocare, anzi, che il Cielo li benedica e li converta. (Si deve odiare il peccato non il peccatore).
D'altra parte, tenuto conto della loro abitualità a delinquere e della necessità che abbiamo di difenderci; «visto — per avvalerci ancora del citato editto di Serse — come una sola nazione, ribelle a tutto il genere umano, che segue massime perverse, altera la concordia e la pace di tutte le genti», noi non ripeteremo coi pagani: Morte al Giudeo! ma diremo: Fuori il Giudeo! Viva pure, ma lontano da noi.
Provvedimento, questo, tanto più ragionevole in quanto, dalla Stessa Verità Infallibile è stato implorato su detta gente il perdono «perché non sanno quel che si fanno». Ora, siccome verso chi opera il male senza sapere quello che si fa, anche la Società non pronunzia sentenza di condanna ma lo segrega in manicomi criminali, noi — non essendo possibile applicare tale mezzo — ci limiteremo ad isolarli — come già si è proposto — nella grande isola del Madagascar, purché anche di là non riescano a crearci nuovi guai con qualche inattesa diavoleria. Onde la necessità che vi sia stabilito un permanente servizio di controllo, atto a renderci sicuri da qualunque eventuale sorpresa. Amici! Dopo esserci sincerati della fondatezza delle accuse, ed avere ponderato fino a che punto quello ch'è in gioco ci potrebb'essere fatale, logica vuole, sicurezza esige, che l'umanità si decida, di tentare senza indugio, l'esperimento da me sopra indicato. A estremi mali estremi rimedi. Facciamo tuttavia attenzione, che tale esperimento non potrà mai aver luogo, se prima le masse popolari non saranno state illuminate sulla realtà che si cela dietro il sipario degli avvenimenti.
Ma come faremo per ottenere questo intento?
Sulla cooperazione dei giornali e degli uomini politici di oggidì, non c'è da fare alcun conto, in quanto — è facile intuirlo — essi non possono che esserci avversi.
Se Hitler, consapevole delle infamie dei Giudei, anziché scagliarsi — in modo anticristiano — per sterminarli, si fosse valso dei grandi mezzi in suo potere per scatenare una campagna di stampa nell'interno delle principali potenze, così da ottenere che l'opinione pubblica mondiale restasse alfine convinta della realtà della congiura ebraica contro la Società, penso, avrebbe operato con efficacia assai più potente, e gli avvenimenti susseguiti si sarebbero svolti in tutt'altra direzione. Non essendosi tale cosa verificata, i Popoli sono continuati a restare nella più crassa ignoranza sul retroscena giudaico, per cui l'antisemitismo di Hitler apparve come assurdo ed inconcepibile ed egli fu giudicato quale un criminale di guerra.
Risultando dunque ovvio, come la soluzione del problema ebraico verta esclusivamente a che la gente conosca quello che ora completamente ignora, e che le autorità costituite — venendo meno ad un preciso dovere — non vogliono in alcun modo intervenire per debellare il pericolo denunciato, cerchiamo almeno noi di fare qualche cosa ad estrema difesa. Ecco, pertanto, quanto all'uopo vorrei permettermi suggerire e che ritengo di sicuro successo:
Ogni lettore, che esaminato comunque il presente studio n'è rimasto persuaso, non resti in una colpevole indifferenza, ma senta imperioso il dovere di difendersi con l'unghia e coi denti. Si adoperi, con ogni forza, fra la cerchia dei suoi amici, perché la questione trattata sia anche da loro conosciuta e seriamente sentita. Faccia girare la pubblicazione. Ne diventi un crociato di diffusione impegnandosi che venga acquistata da almeno una persona.
Se ciascuno vorrà mettere in atto il suggerito espediente — il quale vuole essere come un'onda che si allarga — in breve volgere di tempo, tutti avremo conoscenza della situazione. Solo allora, la Società potrà dirsi matura ad ottenere quelle leggi, atte a difenderla da un'oppressione divenuta sì grave, che invero era lì per soffocare tutto il genere umano.
Se il ben dell'intelletto non è dunque ancor perduto, insorgiamo tutti come un sol uomo a estrema difesa e, al grido disperato "fuori i Giudei!", sia posto alfine un argine alla criminale pazzia dell'ebraismo.
Che se poi realmente, il secolo odierno — per incoscienza ed inerzia — non si trova più in grado di svincolarsi dalla rete che Israele ha gettato sul globo terrestre, in questo caso, purtroppo, non resta altro che dire: Tal sia di noi! Avrò parlato ai posteri!
«Non odi consiglio?
Soccorso non vuoi?
E' giusto se poi
Non trovi pietà.
Chi vede il periglio
Né cerca salvarsi,
Ragion di lagnarsi
Del fato non ha».
(1) In relazione a tale paura, potrebbe stare la spiegazione della morte dei generali sovietici, provocata ad opera di medici ebrei, e della estromissione del Maresciallo Zhukov, ad opera del Segretario del P.C.U.S. Krushev, il quale, in un ricevimento alla Ambasciata iraniana a Mosca, ebbe a qualificarsi per un piccolo ebreo. (Cfr. giornale «Il Tempo» di Roma del 29 Ott. 1957). Inoltre, da altra fonte, risulterebbe come il vero nome di Krushev sia: Nicola Salomon Pearl Mutter.
“Vermijon”
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