venerdì 6 gennaio 2023

I misteri del Magnificat - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anne Catherine Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE 

(Dalla nascita di Maria Santissima alla morte di San Giuseppe).


I misteri del Magnificat

Durante la preghiera delle due sante donne ho visto una parte del mistero legato al Magnificat. Devo rivedere tutto questo sabato, alla vigilia dell'ottava della festa, e allora potrò dire di più. Ora posso solo comunicare quanto segue: il Magnificat è il cantico di ringraziamento per il compimento della misteriosa benedizione dell'Antica Alleanza.  Durante la preghiera di Maria ho visto successivamente tutti i suoi antenati.  Nel corso dei secoli si sono succedute per tre volte quattordici coppie di sposi, in cui il padre era sempre il figlio del matrimonio precedente. Da ognuna di queste coppie ho visto un raggio di luce diretto verso Maria mentre era in preghiera. L'intera immagine cresceva davanti ai miei occhi come un albero con rami luminosi, che diventavano sempre più belli, e infine, in un certo punto di questo albero di luce, vidi apparire in uno splendore sempre più vivo la carne e il sangue purissimi e immacolati di Maria, da cui Dio avrebbe formato la sua Umanità. Ho pregato allora, pieno di gioia e di speranza, come un bambino che vede crescere l'albero di Natale davanti a sé. Tutto questo era un'immagine della vicinanza di Gesù Cristo nella carne e del suo Santissimo Sacramento. Era come se avessi visto il grano maturare per formare il pane della vita di cui ero affamato. Tutto questo è ineffabile. Non so dire come si sia formata la carne in cui il Verbo stesso si è incarnato; come è possibile per una creatura umana che è ancora in quella carne, di cui il Figlio di Dio e di Maria ha detto che è inutile e che solo lo spirito dà vita...? Ha anche detto che coloro che si nutrono della sua carne e del suo sangue godranno della vita eterna e saranno risuscitati da Lui nell'ultimo giorno. Solo la Sua carne e il Suo sangue sono il vero cibo e solo coloro che prendono questo cibo vivono in Lui, e Lui in loro.  

Non posso esprimere come ho visto, fin dall'inizio, il successivo avvicinarsi dell'Incarnazione di Dio e con essa l'avvicinarsi del Santo Sacramento dell'Altare, manifestandosi di generazione in generazione; poi una nuova serie di patriarchi che rappresentano il Dio vivente che abita tra gli uomini come vittima e nutrimento fino al suo secondo avvento nell'ultimo giorno, nell'istituzione del sacerdozio che il Dio-Uomo, il nuovo Adamo, incaricato di espiare il peccato del primo, ha trasmesso ai suoi apostoli e questi ai nuovi sacerdoti, mediante l'imposizione delle mani, in modo da formare una simile successione di sacerdoti ininterrotta di generazione in generazione. Tutto questo mi ha insegnato che la recita della genealogia di Nostro Signore davanti al Santissimo Sacramento nella festa del Corpus Domini contiene un mistero molto grande e profondo. Da lui ho anche appreso che, come tra gli antenati in carne e ossa di Gesù Cristo c'erano alcuni che non erano santi e altri che erano peccatori, pur costituendo dei gradini nella scala di Giacobbe con cui Dio è sceso verso gli uomini, così anche vescovi indegni sono abilitati a consacrare il Santissimo Sacramento e a conferire ad altri il sacerdozio con tutti i poteri che vi sono insiti. Quando si vedono queste cose si capisce perché gli antichi libri tedeschi chiamano l'Antico Testamento l'Antica Alleanza o Vecchio Matrimonio, e il Nuovo Testamento la Nuova Alleanza o Nuovo Matrimonio. Il fiore supremo dell'antico matrimonio era la Vergine delle vergini, la promessa sposa dello Spirito Santo, la castissima Madre del Salvatore; il vaso spirituale, il vaso onorevole, il vaso insignificante della devozione dove il Verbo si è fatto carne. Con questo mistero inizia il nuovo matrimonio, la Nuova Alleanza. Questa Alleanza è verginale nel sacerdozio e in tutti coloro che seguono l'Agnello, e in essa il Matrimonio è un grande sacramento: l'unione di Gesù Cristo con la sua promessa sposa, la Chiesa. 

Per poter esprimere, per quanto mi è possibile, come mi è stato spiegato l'avvicinarsi dell'Incarnazione del Verbo e allo stesso tempo l'avvicinarsi del Santissimo Sacramento dell'Altare, posso solo ripetere ancora una volta che tutto questo mi è apparso davanti agli occhi in una serie di immagini simboliche, senza che sia possibile, a causa dello stato in cui mi trovo, dare un resoconto intelligibile dei dettagli. Posso parlare solo in modo generale. Ho visto prima la benedizione della promessa che Dio ha fatto ai nostri primi genitori in Paradiso, e un raggio di luce che andava da questa benedizione alla Beata Vergine, che stava recitando il Magnificat con Elisabetta. Ho visto Abramo, che aveva ricevuto quella benedizione da Dio, e un raggio di luce che andava da lui alla Vergine. Vidi gli altri patriarchi che avevano portato e posseduto quella cosa santa, e sempre quel raggio che andava da ciascuno di loro a Maria. Poi vidi la trasmissione di quella benedizione a Gioacchino, che, gratificato con la più alta benedizione proveniente dal Santo dei Santi del Tempio, poté così diventare padre della Beata Vergine concepita senza peccato. Ed è infine in lei che, attraverso l'intervento dello Spirito Santo, il Verbo si è fatto carne. In lei, come nell'Arca dell'Alleanza del Nuovo Testamento, il Verbo ha abitato in mezzo a noi per nove mesi, nascosto a tutti gli occhi, finché, nato da Maria nella pienezza dei tempi, abbiamo potuto vedere la sua gloria, come gloria del Figlio unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità. 

Questa notte ho visto la Beata Vergine che dormiva nella sua stanzetta, con il corpo sul fianco e la testa reclinata sul braccio. Era avvolta in un pezzo di stoffa bianca dalla testa ai piedi. Sotto il suo cuore vidi brillare una luminosa gloria a forma di pera circondata da una piccola fiamma di indescrivibile splendore. Su Elisabetta brillava anche una gloria, meno brillante, ma più grande, di forma circolare; la luce che emanava era meno vivida. 

Ieri sera, venerdì, all'inizio del nuovo giorno, ho visto in una stanza della casa di Zaccaria, che non conoscevo ancora, una lampada accesa per celebrare il sabato. Zaccaria, Giuseppe e altri sei uomini, probabilmente abitanti del luogo, erano in piedi sotto la lampada, pregando intorno a una cassa su cui erano scritti dei rotoli. Portavano panni sul capo, ma nel pregare non facevano le contorsioni degli ebrei moderni. Spesso abbassano la testa e alzano le braccia in aria. Maria, Elisabetta e altre due donne stavano in disparte, dietro un tramezzo di sbarre, in un luogo da cui si poteva vedere l'oratorio: indossavano scialli da preghiera ed erano velate da capo a piedi. Sabato, dopo cena, ho visto la Beata Vergine nella sua stanzetta che recitava il Magnificat con Elisabetta.  Erano in piedi contro il muro, l'una di fronte all'altra, con le mani giunte sul petto e i veli neri sul viso, e pregavano, una dopo l'altra, come le suore del coro. Recitai con loro il Magnificat e durante la seconda parte del canto potei vedere, alcuni lontani e altri vicini, alcuni degli antenati di Maria, dai quali partivano come linee luminose che andavano verso di lei. Ho visto quei raggi di luce provenire dalle bocche dei suoi antenati maschi e dal cuore dell'altro sesso, per concludersi nella gloria che era in Maria. Credo che Abramo, nel ricevere la benedizione che preparava l'avvento della Vergine, abitasse vicino al luogo in cui Maria recitava il Magnificat, perché il raggio che proveniva da lui arrivava a Maria da un punto molto vicino, mentre quelli che provenivano da molto più vicino nel tempo sembravano provenire da lontano, da punti più distanti. Quando ebbero finito il Magnificat, che avevano recitato ogni mattina e sera dalla Visitazione, Elisabetta si ritirò e vidi la Madonna abbandonarsi al riposo. Avendo finito il banchetto il sabato, li ho visti mangiare di nuovo la domenica sera. Si nutrivano tutti insieme nel giardino vicino alla casa. Mangiavano foglie verdi che intingevano nella salsa. Sul tavolo c'erano ciotole di piccoli frutti e altri recipienti contenenti, credo, miele, che bevevano con le mani. 


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