Francesco di Sales
UN MAESTRO DI SPIRITUALITÀ
Piccola vita di un grande santo
FRANCESCO NASCE nel castello di Sales, a Torens, ducato dell'alta Savoia, il 21 agosto 1567, primogenito di Francesco e Francesca di Boisy. Il padre ha 44 anni, la madre 15. Avrà dodici tra fratelli e sorelle, cinque dei quali moriranno poco dopo la nascita.
Il periodo dei suoi studi è molto lungo e si svolge in tre fasi. La prima, nei collegi di La Roche e di Annecy, dove già gli nasce la vocazione al sacerdozio. Poi, a Parigi, nel collegio dei gesuiti. Infine, quattro anni a Padova, per laurearsi “dottore in diritto civile e canonico”, nel 1591. Nel frattempo studia anche teologia.
Si rivela, in tutte le fasi, molto dotato. Intelligenza brillante, carattere tenace, sereno e affabile, di un fascino incontestabile, e soprattutto divorato dall'amore di Dio.
Sacerdote: pastore e missionario. Rifiuta il fidanzamento e la carica di senatore che gli viene offerta. Così si disintegrano i sogni di grandezza umana accarezzati da suo padre. Nominato decano del capitolo della cattedrale di Annecy, riceve gli ordini sacri e diventa sacerdote il 18 dicembre 1593. Trascorre i primi anni del suo sacerdozio impegnato in una straordinaria battaglia missionaria nel Chablais calvinista: la predicazione coraggiosa, il metodo del dialogo paziente e la preghiera saranno determinanti per il ritorno di Thonon e del Chablais alla fede cattolica.
Il suo vescovo lo invia a Roma per trattare affari della diocesi. Il 24 marzo 1602, viene nominato vescovo coadiutore. Nello stesso anno va a Parigi per dirigere il ripristino del culto cattolico nella regione di Gex, parte della diocesi che era diventata francese. In nove mesi di permanenza conquista la capitale.
Principe-vescovo di Ginevra. Ordinato vescovo l'8 dicembre 1602, diventa il buon pastore in mezzo al popolo: visita instancabilmente le sue 450 parrocchie, forma il suo clero (dirà che “la scienza è l'ottavo sacramento del sacerdote”), riforma i monasteri, catechizza i bambini, passa ore nel confessionale. Dialoga anche con i calvinisti, predica durante l'Avvento e la Quaresima in molte città della Savoia e della Francia, esercita la direzione spirituale per parola e per scritto, interviene nelle dispute teologiche. Con il suo amico senatore Antonio Favre fonda l'Accademia Florimontana, e in mezzo a tutte queste occupazioni pubblica nel 1608 Introduzione alla vita devota (Filotéia), e nel 1616 il Trattato dell'amore di Dio (Teótimo).
Fonda l'Ordine della Visitazione di Maria. Nel 1604, conobbe a Digione la baronessa Giovanna Frémyot de Chantal, di 32 anni, vedova con quattro figli. Dall'incontro nacque un'amicizia spirituale eccezionale. Nel 1607, Francesco gli rivela un progetto: fondare un ordine di tipo nuovo, di religiose contemplative, ma disposte ad accogliere ragazze e vedove, e autorizzate a uscire dal monastero per visitare i malati e i poveri. L'ordine fu fondato il 6 giugno 1610. Ma, nel 1618, a causa dell'intransigenza delle norme canoniche imposte dal primate di Francia Denis Marquemont, fu soppressa ogni apostolato esterno.
Ultimi viaggi. Il duca Carlo Emanuele I di Savoia manda Francesco a Parigi per promuovere il matrimonio del principe ereditario Vittorio Amedeo con Cristina di Francia, sorella del giovane Luigi XIII. Qui rimarrà circa dieci mesi. In mezzo a un numero infinito di situazioni intricate, rimane, soprattutto, missionario: predica instancabilmente, incontra Vincenzo de' Paoli, madre Angelica Arnaud e Richelieu. Fonda a Parigi un monastero della Visitazione, ma rifiuta l'invito a diventare coadiutore del cardinale arcivescovo.
Nel 1622, deve affrontare un'altra viaggio penoso: deve ricevere i re di Francia ad Avignone e poi accompagnarli risalendo il fiume Rodano fino a Lione. Ospite delle Visitandine di Bellecour a Lione, incontra per l'ultima volta madre Giovanna di Chantal, e muore di emorragia cerebrale il 28 dicembre.
Il 24 gennaio 1623, Annecy celebra i suoi funerali solenni, e il corpo viene trasportato al monastero della Visitazione.
Sarà canonizzato da Alessandro VII il 19 aprile 1665. Molto più tardi, nel 1877, Pio IX lo dichiara “dottore” della Chiesa, il primo di lingua francese.
Questa è la vita del patrono della Famiglia Salesiana, straordinariamente ricca e densa. Cercheremo ora di focalizzare i tratti principali della sua fisionomia e comprendere perché Don Bosco sia stato ispirato a sceglierlo come protettore e modello.
Joseph Aubry
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