mercoledì 26 febbraio 2025
CHIESA - Le chiavi di Roma ora saranno restituite a Dio, Padre onnipotente.
lunedì 24 febbraio 2025
Ora sono pronto a castigare il mondo
Questa mattina, mentre pregavamo l'Angelus, è apparso il Signore Gesù e ha detto: "Nei tempi antichi, mandavo un grande castigo alle persone perché non mi ascoltavano e mi offendevano troppo, ma poi mi sono sentito dispiaciuto per il mio povero popolo debole e peccatore, così ho mandato la mia Misericordia al mondo sperando che cambiassero. Ho dato loro abbondanza della Mia Misericordia perché tornino e si pentano".
"Ma ora, siete arrivati al punto che nessuno guarda più alla Mia Misericordia, quindi ora Io Sono pronto a castigare il mondo".
Valentina Papagna
IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY
Per la conversione d'Ars:
II. - La guerra all'ignoranza religiosa.
***
Né minore fu lo zelo del Curato Vianney per istruire colla predicazione i fedeli della sua parrocchia.
Lavorava nella sagrestia, vicino al coro, e quindi direttamente sotto gli occhi del Sacerdote Eterno. Del vestiario, ove erano i suoi paramenti sacri, usò come di sala di studio ed ivi meditò la Vie des Saints, il Catechismo del Concilio di Trento, il Dictionnaire de Théologie del Bergier, i Trattati spirituali del Rodriguez, i Sermoni di Le Jeune, di Joly, di Bonnardel. Nel febbrile lavoro, suo unico sollievo era il dare ogni tanto uno sguardo al Tabernacolo. Dopo avere studiato si inginocchiava sui gradini dell'altare, per chiedere la necessaria ispirazione, e meditava quello che aveva prima finito di leggere, rappresentandosi la povera gente alla quale doveva: parlare. Era là presente il Maestro, che seppe un giorno esprimere le più alte verità, in modo che i pescatori, i contadini, i pastori fossero capaci di capirlo, ed a Lui si raccomandava, scongiurandolo con le lagrime, di ispirargli gli accenti, ì pensieri che toccheranno e convertiranno il suo popolo.
Ritornato nella sagrestia, incominciava a scrivere e, campione della verità, scriveva stando in piedi, come un soldato che si prepara a combattere. La sua penna diventata agile, con scrittura delicata, inclinata e rapida riempiva talvolta otto o dieci pagine in una medesima veglia. Qualche volta rimase al lavoro fino a sette ore di seguito, e assai tardi nella notte. Cancellava di rado: lasciava invece, qualche volta, delle parole tronche, testimoni della sua fretta e del suo zelo ardente: il tempo era prezioso e bisognava procedere a costo di qualsiasi sforzo.
Ma veniva poi il momento di imparare quello che già aveva scritto e qui stava la parte più difficile. La sua memoria non era molto forte e si trattava di ricordare trentacinque o quaranta pagine di un testo scritto di un sol tratto senza alinea e senza apparente divisione. Nella notte tra il sabato e la domenica si sforzava di impararle con la lettura e la ripetizione fatta ad alla voce. Qualche volta, dalla strada che rasenta il cimitero, alcuni passanti in ritardo lo sentivano ripetere la predica del giorno seguente 16. Se il sonno lo sorprendeva, l'asceta ne approfittava per fare penitenza: si sedeva su di un mattone, appoggiando il dorso contro un armadio di quercia, e, per un momento, si assopiva. Queste sono le ore terribili, che saranno ricordate come le più meritorie, ma anche come le più commoventi, della sua esistenza.
Il giorno dopo doveva presentarsi al popolo. Se si eccettua il banco messo per i castellani, tra i quali vi era la contessa d'Ars, non vi erano nella chiesa che contadini. Ma erano osservatori, disposti anche allo scherzo, ed alcuni, tra i giovani specialmente, avrebbero certo preferito trovarsi altrove. Ma al Curato d'Ars questo importava poco: tutte erano anime da salvare, ed egli non faceva che compire in pulpito una parte necessaria del suo ministero pastorale. Di questo egli era convinto più che ogni altro, e ciò gli bastava, per dargli il coraggio indispensabile. Ma il povero Curato aveva la testa pesante per il lavoro che durante la notte aveva dovuto sostenere; di più, erano quasi le undici del mattino ed egli era sempre digiuno, anzi non aveva mangiato dal mezzogiorno della vigilia, appunto perché alla domenica doveva cantare la Messa solenne e fare la predica; aggiungiamo poi che ogni sua predica durava un'ora intera.
Pronunciava i suoi discorsi con voce gutturale, con tono quasi sempre alto, e tuttavia in lui il tono, come il gesto, erano sempre naturali. «Perché gridate così? - gli disse un giorno la contessa di Garets, inquieta pel male che ne poteva venire al santo Curato - abbiate un po' più di Cura di voi». - «Signor Curato - gli chiese un'altra persona - perché quando pregate dite: così piano, e quando predicate gridate così forte?».
- «La ragione è questa - rispose - che quando io predico parlo a sordi o ad addormentati: invece, quando prego, parlo a Dio che non dorme» 17.
Quale meraviglia, se, dopo simile sforzo intellettuale, In alcuni momenti gli veniva meno la memoria? «In pulpito diceva Giovanni Pertinand - perdeva il filo del discorso, e, qualche volta, dovette discendere, senza avere finito» 18. Simile confusione in presenza dei parrocchiani, che forse aveva appena finite di severamente rimproverare, sembrava che, invece di abbattere. il suo coraggio, non servisse che ad aumentare il suo zelo. La domenica seguente lo si vedeva ancora in pulpito, ma, preoccupato dell'insuccesso, che avrebbe potuto diminuire la sua autorità pastorale, egli aveva già pregato e fatto pregare: da allora, non solamente ebbe la memoria necessaria, ma, si sentì anche capace di improvvisare qualche parola.
Che cosa predicava al suo gregge questo «ignorante nell'arte oratoria»? I suoi doveri soprattutto. Si indirizzava solamente ai suoi parrocchiani senza inutili lodi e senza falsità fuggevoli, ma con chiarezza. Alcune sue disposizioni sembrano eccessivamente rigorose, ma egli insisteva specialmente nei suoi primi anni, perché quanto diceva penetrasse bene. Qualche volta, ed anche di spesso, il suo tono si calmava ed allora diventava dolce, e si commuoveva col vero spirito di un apostolo che non passa solo per convertire, ma che delle anime è pastore e padre. Non vi erano forse nell'uditorio persone il cui cuore aveva bisogno di energia e la volontà di incoraggiamento? Guglielmo Villier, che aveva 19 anni quando il Curato Vianney giunse ad Ars, disse di avere inteso spesso queste parole: «Miei cari parrocchiani, sforziamoci di andare in Paradiso; là vedremo Dio e saremo felici. Andremo tutti in processione, se la Parrocchia diventa buona, ed il vostro Curato sarà alla testa» 19. - «Dobbiamo andare in Cielo - diceva ancora. - Quale dolore se qualcuno di voi dovesse essere dalla parte opposta» 20. Si compiaceva di ripetere che la salvezza è ben facile alla gente di campagna, che ha la comodità di pregare anche durante il lavoro 21, ed aveva poi appropriate felicitazioni ai giovani ed alle giovani di Ars, che rinunciavano ai disordini e si incamminavano risoluti per la via diritta 22.
La prima cosa necessaria da ottenersi dai fedeli presenti alla chiesa - gli assenti ed i restii avranno il loro turno - era che il contegno durante le sacre funzioni fosse serio e devoto. In quasi tutti invece si notava una penosa trascuratezza, indice del loro disgusto, con sussurri e rumorosi sbadigli di noia 23. I ritardatari lasciavano sbattere la porta con fracasso; alcuni troppo affrettati uscivano a metà della Messa; i giovani e le giovani guardavano dal basso all'alto, da un angolo all'altro della chiesa, curanti solo di osservare i diversi abbigliamenti. è meglio si comportavano i ragazzi, che gli trapparono questo grido: «Guardate le risa e gli scherzi che si fanno questi piccoli empi, questi piccoli ignoranti» 24.
Ma queste anime erano come rocce aride, che non si fendono ai primi colpi. Nel loro stesso linguaggio come nelle loro abituali espressioni egli nota la mancanza dello spirito di fede pratica. e qualche volta lo fa in termini così vivi e forti, che solo il suo zelo li spiega e li scusa. Anche a costo di mortificare tal uno in pubblico, secondo l'occasione inveisce, senza ombre, con realismo e crudamente. Le sue rimostranze erano «vive, dirette e personali» 25. - «Riprendili vivamente affinché abbiano una fede sana», aveva detto già S. Paolo al discepolo Tito 26. Nei suoi inizi il Curato d'Ars prese quest'avviso alla lettera, ed in ciò non lo nascondiamo, si tradisce un poco il suo carattere scherzevole e mordente che sarà corretto colla virtù; il nostro Santo non aveva ancora acquistato a perfezione la virtù della dolcezza. Ma poi l'esperienza sorpassò l'età ed egli comprese che, pure essendo con sé severo fino all'eroismo, era troppo duro il linguaggio che usava con gli altri. In questo subiva l'influsso dell'epoca. L'albero del giansenismo, infatti, quantunque già abbattuto 27, manteneva radici nascoste; e nei d'intorni d' Ars, anche se sui pulpiti non salirono dei grandi Santi, risuonarono eguali accenti.
Nel governo delle anime non basta sapere sradicare, ma bisogna anche sapere piantare. Docile alle istruzioni del Concilio di Trento, che fa un obbligo al pastore d'anime di spiegare con frequenza i riti della Messa 28 nel loro significato, il Curato d'Ars si sforzò di formare nei suoi parrocchiani che venivano alla chiesa la cognizione vera e l'amore, e di spesso spiegava la necessità, il valore ed i benefizi dell'Eucaristia. Si può dire che l'idea che lo soggiogò per tutta la vita fu quella di staccare le anime dalle preoccupazioni della terra per spingerle verso l'altare.
Ma in Ars vi erano anche di quelli che all'ora delle funzioni domenicali, invece di andare alla Messa, andavano a trovare qualche vicino, per bere con lui una bottiglia, - di quelli che non avevano difficoltà, trovando un amico in istrada, di condurre a casa l'amico e di lasciare la Messa, - e di quelli ancora, che passavano il tempo della Messa al giuoco od all'osteria, al lavoro, in viaggio o alla danza: tutta gente che viveva sicura, come se non avesse un'anima da salvare 29.
A costoro il Curato d'Ars minacciava i castighi dell'altra vita. «Povero mondo! Come siete infelici! Conducete pure la vostra vita solita, non potete aspettarvi che l'inferno» 30. Li prendeva anche dal loro lato debole, che era l'interesse. «Tutti constatano che la maggior parte finisce i suoi giorni miseramente, la fede abbandona il loro cuore; i loro beni Vanno in decadenza, lasciandoli doppiamente infelici»31.
Ma il predicatore sapeva benissimo che per lo più si dirigeva ad assenti e che le sue parole erano per le mura. Ma vi erano alcune leste solenni, nelle quali, per una tradizione ereditata dagli antenati di maggior lede, si riuniva ancora alla chiesa quasi tutta la Parrocchia, e questa era un'occasione propizia per il giovane Curato di fustigare i vizi, che perdevano tante anime. Il giorno dell'Ascensione li prese tutti di mira32, ed il giorno del Corpus Domini incominciò con un colpo sicuro contro i peccatori che "trascinano ovunque le loro catene ed il loro inferno». Ma poi si riprese, «No, miei fratelli, non andiamo più avanti, questo pensiero contiene già troppi elementi di disperazione, questo linguaggio non ci conviene in questo giorno; lasciamo questi infelici nelle tenebre, poiché ci Vogliono restare, lasciamoli dannarsi poiché non vogliono salvarsi». E parla invece alla parte praticante del suo gregge, "Venite, figli miei! ...» 33. Il giorno della festa patronale anche tutti coloro che passavano poi la giornata e la notte seguente danzando e bevendo, non osavano mancare alla Messa. Il suo piccolo mondo stava quindi davanti a lui, ed egli non lo lascerà sfuggire prima di avergli somministrato una buona lezione, usando contro i ballerini violenti espressioni, «Voi mi direte, parlarci della danza e del male che fa è un volere perdere il proprio tempo». Non importa egli continua la sua requisitoria: «Con questo io eseguisco tutto quello che debbo fare. Non dovete irritarvi per questo, il vostro pastore fa il suo dovere». E flagella ora i giovani e le giovani che si abbeverano alla sorgente dei delitti, ora i genitori così ciechi e riprovati, che hanno loro sì ben tracciata la via 34.
La lotta è ormai iniziata ed il Curato d'Ars è deciso a non deporre le armi, se Dio gli dà vita, se non dopo di avere ottenuta la vittoria completa.
Canonico FRANCESCO TROCHU
LA VITA È TEMPORANEA, IL TEMPO AVANZA CON IL PASSARE DEI GIORNI, ARRIVA L'ETÀ E TI MOSTRA COME TUTTO IN TE CAMBIA
LA VITA È TEMPORANEA, IL TEMPO AVANZA CON IL PASSARE DEI GIORNI, ARRIVA L'ETÀ E TI MOSTRA COME TUTTO IN TE CAMBIA, LA VECCHIAIA ARRIVA SENZA CHIEDERE, LE MALATTIE TI MOSTRANO LA FRAGILITÀ CON CUI PREPARI IL TUO RITORNO A CASA, CERCHI LA VERITÀ PERCHÉ IN ESSA C'È LA PIENEZZA DELLA VITA. GESÙ
Gesù: Partecipo con te al tuo cammino, vado senza che tu possa vedermi, ma so che senti quanto sono vicino, ti do il riposo necessario affinché il tuo corpo recuperi le forze e tu possa servirmi come voglio, come spero, non puoi fare cose sbagliate, i bambini che hanno bisogno di sentire la mia voce sono tanti, e il fatto che possiate proclamare la grandezza del Mio amore è toccare quei cuori con la speranza che il Mio Spirito dà loro, che viene a portare certezza a coloro che vivono nelle loro stesse delusioni, a trovarmi, che Io vengo a dare in ogni momento i legami che ci uniscono come la Mia vera famiglia.
Gesù: Il tempo che vi do è compensato dalla vostra conversione, quella che viene a trasformare le vostre storie e a fare di voi creature che, vivendo nella vicinanza, possono sapere che la vita continua oltre la morte, che il dolore dura solo un attimo e che l'unione diventa perpetua, perché di santità vista nella mia, la preparazione arriva con quel cuore toccato da una grazia speciale, che viene nel sollevare ed elevare gli spiriti, tutto è perché in questo luogo in cui ti mando, tu possa dire e consegnare per Mio conto ciò che hai imparato, il fuoco è necessario per purificare e purificare ciò che si desidera, così fa colui che piantando nel suo campo vede crescere la zizzania che soffoca ciò che è piantato, al momento della crescita, e dell'annegamento della pianta, le erbacce vengono sradicate e ammucchiate in balle che nel fuoco lasciano solo le ceneri di quello che ad un certo punto era, e che dopo aver bruciato non rimane più nulla, Gesù
Le Profezie di Teresa Neumann
ASSUNZIONE DI MARIA
Teresa viene trasportata nella visione davanti alla tomba di Maria. E’ domenica mattina presto, intorno non ce nessuno. All'improvviso appare in alto una luce: due angeli scendono dal cielo con l'anima di Maria. Teresa riconosce l'angelo che aveva dato l'annuncio a Maria (l'arcangelo Gabriele), l'altro non lo conosce: nello stato di quiete disse però che si trattava dell'angelo custode di Maria. Le tre figure luminose entrano nel sepolcro senza che la porta chiusa impedisca loro il passaggio. Subito dopo riappaiono, ma Maria non è più una figura luminosa trasparente, bensì un corpo vivente trasfigurato, luminoso, rivestito di una veste di luce. Teresa dice di non riuscire a descrivere bene ciò che vede, l'immagine più vicina è quella della neve al sole, però non è abbastanza aderente alla realtà. Teresa dimostra una grande felicità, è radiosa. Gli angeli sostengono Maria, la mano sotto il suo braccio, e la conducono verso l'alto. Lo sguardo di Teresa segue le figure che salgono in cielo, poi sul suo viso appare una gioia sconfinata: le è apparso il Redentore in tutto il suo splendore, con la corte celeste di angeli e santi. C'è anche Giuseppe, incorporeo ma riconoscibile. Il Redentore e Giuseppe prendono il posto degli angeli a fianco di Maria; Teresa sente musiche ineffabili mentre Maria, regina del cielo e della terra, ascende col Salvatore. I testimoni di queste visioni hanno affermato che Teresa in uno slancio d'amore esclamava: «Con te, con te!»; tendeva le braccia verso le figure che salivano in cielo e si alzava sulle punte dei piedi. Parecchi testimoni attendibili hanno affermato che in più occasioni Teresa si alzò effettivamente dal suolo di alcune decine di centimetri.
La sventura che si abbatte sulla vostra terra!
11 febbraio 2025
Madre di Dio: Mio Figlio, il tuo e vostro Gesù, è molto molto preoccupato. Molti dei Suoi figli hanno voltato le spalle a LUI che è morto per voi, e disordini e guerre aumentano.
Si sono allontanati da LUI, che è Santo e così anche dal bene e ciò ha grande impatto sul vostro tempo terreno.
Gesù: Figli Miei. Non temete perché Io, il vostro Gesù, sono con voi in ogni momento, non importa quanto gravi e tremendi diverranno i tempi.
Madre di Dio: Figlia Mia. Gesù soffre ed EGLI vede la sventura che si abbatte sulla vostra terra.
Non temete, infatti voi che siete con LUI non avete nulla da temere, ma i tempi diverranno tremendi e brutti.
Ora scoppieranno guerre, causate da dispute e rivendicazioni di potere. Voi siete già nemici fra voi e in politica e tra i potenti il conflitto è grande.
Infine, questi vi coinvolgeranno nelle guerre per trarne i loro vantaggi e per raggiungere il dominio mondiale.
Il maligno si è infiltrato e i litiganti non capiscono ciò che ha in mente il più grande dei malvagi.
Questi piani sono conosciuti da pochi, e il più grande tra i malvagi sfrutta la lealtà dei suoi “sottoposti” e sfruttala la lora ignoranza e fomenta continuamente i dissidi per accendere grandi controversie fra coloro che credono di essere grandi ai suoi occhi, ma TUTTI questi vengono da lui ingannati così come al momento fanno tra loro i grandi politici e i poteri forti.
Si sentono forti e credono nella loro grandezza, quando in realtà anche loro sono solo marionette nel teatro del diavolo. Uno tradirà l’altro finché alla fine il diavolo li tradirà tutti.
Questo è il piano del più malvagio di tutti ed egli non ha bisogno di fare più di tanto, per prendere il potere. Astutamente ha allestito la scena e abilmente spinge i suoi scagnozzi uno contro l’altro. Attende soltanto che si tradiscano e si combattano fra loro, poi egli colpirà.
Voi però, amati figli di Mio Figlio, dovrete essere schiavizzati, ma non abbiate paura, perché Mio Figlio, Gesù Cristo attirerà e convertirà ancora molti a sé, figlia Mia, e starà al fianco di coloro che GLI restano fedeli fino alla fine.
Gesù: Restate con Me dunque, fedeli a Me, al vostro Gesù, e al Mio Insegnamento perché il Mio tempo è vicino e Io verrò, per innalzarvi e per donarvi il Nuovo Regno.
Madre di Dio: Amati figli: Mio Figlio tornerà. Questo tempo è vicino. Prima però viene il Suo Avvertimento e beato chi lo riconosce e lo accetta come un atto di misericordioso amore del Padre e del Figlio, convertendosi e facendo il bene. Amen.
Gesù: Figli Miei. Io il vostro Gesù sono con voi. Sempre.
Pregate molto, pregate intensamente e supplicate il Padre Celeste per ricevere aiuto e mitigazione e affinché il tempo venga accorciato.
Vi amo molto.
EGLI che è onnipotente ha mandato numerose schiere di Angeli per proteggervi; quindi, non abbiate paura, restate nella preghiera, fedeli a Me, al vostro Gesù. Amen.
Madre di Dio: Figlia Mia. Io, la vostra Mamma Celeste, vi amo molto. Queste righe vi devono aiutare a restare forti e perseveranti perché il tempo delle guerre sarà breve e la protezione del Cielo sarà con coloro che restano fedeli e abbandonati a Mio Figlio.
Quando il mondo sarà coinvolto in queste guerre, l'anticristo si mostrerà.
Non abbiate paura, ma sappiate che egli è il figlio del maligno.
Siate sempre attenti alle Nostre parole e non lasciatevi abbagliare, confondere o sedurre.
Restate sempre in preghiera e sempre fedeli a Gesù.
Io vi amo molto. Gesù vi ama molto e anche il Padre Celeste. Più vuoi pregate e supplicate per la mitigazione e l'accorciamento del tempo, più esso sarà mitigato e breve.
Gesù: Restate nella preghiera e fedeli a Me, il vostro Gesù.
Io vi amo molto. Amen.
La tua e vostra Mamma Celeste con Gesù e molti Santi e i santi Angeli che sono presenti. Amen.
Nota: Gesù in agonia appare triste e sofferente. Ci aspetta un tempo molto, molto brutto, ma Egli sarà con noi e ci proteggerà. Egli dice che alla fine tutto finirà bene e che non dobbiamo avere paura.
Gesù sull'altare: Oh, figlia Mia, Io il tuo Gesù sono così triste. Il mondo Mi rinnega, Mi insulta e Mi volta le spalle a Me il suo Salvatore, ma Mia amata figlia ci sono anche molti, molte anime che si convertono grazie alle molte ferventi preghiere di buoni e santi sacerdoti, missionari e persone come te e i tuoi collaboratori.
Io vi voglio molto bene.
Il tuo e vostro Gesù. Amen.
Lo Spirito Santo, nascita alla vita di Dio
Epistola agli Efesini 4:30 : Non rattristare lo Spirito Santo di Dio, che ti ha segnato con il suo sigillo per il giorno della redenzione.
"È nel nome di Gesù che siete stati battezzati. Gesù è l'unigenito Figlio di Dio che, attraverso il tuo battesimo, ti ha introdotto nella vita di figlio di Dio Padre. Così anche tu sei diventato il fratello del Signore Gesù e il figlio della Beata Vergine Maria.
Leggendo e meditando i Vangeli, conoscerete la vita che Gesù condusse sulla terra: ciò che disse e ciò che fece. Questo è essenziale, quindi spetta a ciascuno di voi fare un atto di volontà e quindi prendersi del tempo per approfondire la propria fede con coloro che sono sul vostro cammino. La fede illumina, la fede illumina e struttura i tuoi pensieri, e quindi la tua vita.
Il vostro dovere è quello di testimoniare la vostra fede, perché il mondo ha urgente bisogno di ascoltare e vedere i credenti. Sì, non abbiate paura di proclamare la vostra fede! Proponi la tua fede con le tue parole, con le tue opere e soprattutto con l'esempio che dai rivolgendoti a chi non conosce Gesù.
È lo Spirito Santo che vi guida alla verità, in quanto attrae e provoca la conversione. In breve, l'opera di Gesù continua e continua attraverso lo Spirito Santo. Questo Spirito che avete ricevuto nel Battesimo è una nascita alla vita di Dio. Lo avete ricevuto anche voi nella Cresima, che completa il Battesimo, come sacramento di crescita nella fede, perché lo Spirito già ricevuto penetri nel profondo dei vostri pensieri e dei vostri desideri, come l'olio ha segnato e penetrato la vostra fronte...
È attraverso l'Eucaristia che continuate e rinnovate la vostra intima relazione con il Dio vivente. La rinnovate anche attraverso la preghiera quotidiana, attraverso l'accoglienza della Parola di Dio, che dovete non solo ascoltare in chiesa, ma anche rileggere, meditare, condividere con la famiglia, o meglio ancora in piccoli gruppi. Voi comprendete bene che i sacramenti sono i segni e le fonti dell'Alleanza con Dio!
È vivendo lo Spirito di Dio che vi allontanerete da tutte le vie malvagie. Rileggete gli insegnamenti del Vangelo dove San Paolo elenca una serie impressionante di atti e comportamenti non compatibili con lo Spirito di Dio, che egli chiama "le tendenze egoistiche della carne". Questa tendenza al male è paragonabile all'inquinamento, a una corruzione che danneggia e perverte la vita nella società, allontanandola da Dio. A questo elenco si aggiunge la mancanza di rispetto per gli altri, per la vita, cioè l'aborto, l'eutanasia e la clonazione.
I frutti positivi dello Spirito sono i frutti del vero amore, un dono di Dio, sul quale dovete fare affidamento.
Questi frutti enumerati da Paolo sono: amore, gioia, pace, pazienza, benignità, benevolenza, fiducia, umiltà, padronanza di sé.
È in questi segni che lo Spirito Santo incoraggia il gusto del bene, e ciò disgustando le altre tendenze egoistiche della carne. Essa ti permette di liberartene, di chiedere perdono, di allontanarti da essa, per vivere libero in un amore di Dio e degli altri che è in accordo con l'amore di Cristo Gesù. L'amore di Dio è chiaro, trova ogni giorno l'opportunità concreta di manifestarsi tra marito e moglie, tra fidanzati, con figli, con i colleghi di lavoro, con i vicini. È vivendo in questo modo che sarete felici.
Ci sono milioni di persone di buona volontà che sono pecore senza pastore, come un raccolto senza mietitore. Rivolgetevi a loro e accoglieteli. Ti senti pronto ad aiutarli?
Con lo Spirito di Dio e con la Chiesa, il vostro dovere è quello di alleviare le miserie del mondo e di lottare contro tutto ciò che demonizza la vostra società e corrompe gli uomini. Soprattutto, non dire: "Questa è la missione della Chiesa e non la mia".
Per i malati, abbiate pensieri pii, dedicatevi a chi vive in solitudine, soccorrete gli anziani, rivolgetevi alle famiglie distrutte, vittime di calamità di ogni genere. Tutto, sì tutto, deve essere l'oggetto della vostra preghiera, ma anche della vostra azione. È vostro dovere, come battezzati, essere testimoni di Cristo.
Giovanni, messaggero di speranza"
(Sto venendo a porre fine a tutto ciò che questo mondo sta dando)
Messaggio ricevuto l'8 febbraio 2025
Mia cara figlia scrivi, Io sono il tuo Dio, il tuo Salvatore. Sono venuto con il Mio Amore di Padre per darti un altro messaggio che viene dal Mio Sacro Cuore al tuo. Sono venuto a darti tutto perché è urgente e voglio che tu dia tutto ai miei figli. Tutti devono ascoltare ciò che sono venuto a dire, perché ciò che sono venuto a dare a tutta l'umanità è urgente. Voglio che sappiate che sono venuto a dare attraverso questa mia figlia [Maria] che fa la mia volontà, e voglio che ascoltiate perché sono Colui che viene a darvi tutto prima che accada il peggio. Sì, figli miei, dovete stare all'erta perché le cose non vanno bene, tutto cadrà perché non state ascoltando ciò che ho rivelato qui.
Sto venendo a porre fine a tutto ciò che questo mondo sta dando, perché nessuno sta facendo nulla. Vi dico che non si fa nulla e che tutto sta per scomparire. Figli miei, non restate inerti, perché si parlerà di tutto se non ascoltate ciò che vi dico. Ora, sono venuto a chiarire tutto, perché siete stati chiamati da Me affinché possiate avere la Vita eterna. Ma cosa volete sentire ora? Perderete tutto [ciò che è buono] a causa di piccole cose, ma io vi sto chiamando urgentemente perché non perdiate le vostre anime. Non ci credete? Allora aspettate che tutto [accada] seduti con le braccia incrociate, perché tutto accadrà, e io non farò nulla per liberarvi da tutto ciò che sta per accadere.
Vi sto chiamando con urgenza, perché sto arrivando, non voglio perdervi. Questo sta arrivando per tutti, sarà triste, perché vi ho dato tutto qui, ma non state ascoltando quello che vi sto dando, non state prestando attenzione. Ora, ascolterete ciò che è alle vostre porte, perché non state ascoltando ciò che vi sto dicendo. Io sono Dio, non sono quello che pensate e vi sto chiamando perché è urgente! Io sono sempre qui, perché dubitate come Tommaso [Giovanni 20, 24-29]? Sono preoccupato per i miei figli, perché ascoltano sempre ciò che fa loro comodo, ma non vogliono la Verità. Io voglio salvarvi, ma voi non volete ascoltare, perché volete ciò che è più facile.
Io sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.
CHIESA - Papa Benedetto XVI ha i giorni contati.
domenica 23 febbraio 2025
Sofferenza per sacerdoti e vescovi
Durante le ultime due notti, molti demoni sono entrati nella mia stanza, inseguendomi continuamente. Erano uomini, demoni con cappelli neri. Continuavano a inseguirmi, a inseguirmi e a schernirmi dicendomi ripetutamente: "Ti odiamo! Ti odiamo! Smetti di diffondere i messaggi. Smettila di parlare dei messaggi".
È stata un'esperienza così orribile per me. Erano presenti anche due angeli che mi difendevano con quelle che sembravano aste luminose di colore rosa. Ero molto esausto perché i demoni continuavano a corrermi dietro.
Non ce la facevo più e ho detto: "Signore Gesù, ne ho avuto abbastanza! Chi sono queste persone?"
Durante la Santa Messa di oggi, nostro Signore ha risposto. Disse: "So che è stata una grande sofferenza per te. Oggi ti rivelerò per chi hai sofferto".
"Ti piacerebbe saperlo? Sarai felice quando te lo rivelerò. Avete sofferto per i Vescovi e i Sacerdoti sull'orlo della perdizione, ma io ho usato la vostra sofferenza per salvare le loro anime".
"Vedi, essi fanno il male nelle chiese e, dopo la morte, non hanno nulla da mostrarMi se non la loro miseria e la loro disobbedienza mentre erano nella Chiesa, ma Io uso la tua sofferenza nella Mia Compassione. Continuo a salvare la loro anima. Pregate dunque per loro e offriteli a Me".
Dissi: "Grazie, Signore, per averli salvati, ne è valsa la pena".
Valentina Papagna
LOTTA TRA SACRO E PROFANO
AGONE MISTICO
La lotta di oggi
La Sacra Sindone e l’ADN di Gesù, l’Uomo-Dio.
Grazie ai progressi che la scienza ha compiuto in questi ultimi vent’anni, oggi l’uomo sarebbe in grado di identificare il gruppo sanguigno di Gesù ed il suo ADN. Perché non lo fa? Perché per farlo ci vorrebbe buona volontà, ed è forse quella che manca. Lo dico perché qualche anno fa, nel 1997, le controversie provocate dalla pubblicazione dei risultati dell’analisi della Sacra Sindone di Torino per mezzo della tecnica del carbonio 14 mi hanno fatto ricordare che in un volume scritto da Maria Valtorta, e intitolato I Quaderni, il Signore diceva qualcosa di importante circa la sua Sindone. Dopo qualche ricerca ho ritrovato il suddetto testo alla p. 509-510 del terzo volume della serie “I Quaderni”. 78 Il testo, datato del 20 maggio 1949, dice questo:
Gesù a Maria Valtorta. «La mia Sindone, o Maria, per chi sa vedere, è non soltanto testimonianza che io sono veramente morto e sono risorto, ma anche testimonia di come fui concepito e nacqui non secondo le leggi dell’umanità. È quindi conferma alle verità che la Religione mia insegna: il mio concepimento per opera di Spirito Santo; la divina maternità di Maria; la sua verginità perpetua; la mia passione e morte; la mia risurrezione gloriosa. Ma ciò è conferma a chi, nella luce di Dio, è dato di vedere.»
Nel corso dello stesso anno (1997) sono venuto a sapere che qualche mese prima il medico francese Jean Caux, 79 membro di un gruppo scientifico incaricato di far esaminare la Sindone di Torino, aveva proposto a detto gruppo di far prelevare del Sangue sulla celebre reliquia, e di verificarne l’ADN. Lo scopo era di verificare se detto Sangue comportasse 24 geni materni e 24 geni paterni, come tutti gli altri tipi di sangue umano. Sfortunatamente la proposta del dott. Caux non era stata ritenuta dai suoi colleghi di gruppo, che senza ragioni apparenti e senza spiegazioni avevano lasciato da parte il suo progetto circa il Sangue, autorizzando un solo esame, quello sul tessuto. 80 Noi ora sappiamo che la pubblicazione dei risultati dell’analisi sul tessuto ha provocato una grande confusione tra i fedeli, anche perché la Chiesa ha continuato e continua a considerare la reliquia come autentica. 81
A questo punto ho voluto mettermi in contatto con il titolare svizzero delle edizioni Parvis, editore della rivista “Stella Maris”, allo scopo di metterlo al corrente di questi fatti. L’editore svizzero, sperando di ottenere conferma delle notizie apprese e desideroso di averne magari di più, si è messo in contatto con il dott. Caux, che a sua volta gli ha spedito per posta le fotocopie di tutti i documenti relativi alla questione. Questi documenti hanno rivelato all’editore svizzero che il 7 gennaio 1996 il dott. Caux aveva reiterato la sua domanda al CIELT (Centre International d’Études sur le Linceul de Turin), sperando che fosse praticata senza altri ritardi un’analisi genetica di questo sangue e, possibilmente, fosse praticato lo stesso tipo di analisi su di un campione di Sangue proveniente dal miracolo di Lanciano, e su un campione di Sangue proveniente dalla santa Ampolla di Bruges. 82 Gli stessi documenti mostravano all’editore che il dott. Caux, per giustificare le sue reiterate proposte aveva sempre dichiarato ai dirigenti del CIELT che l’esame dell’ADN sul Sangue prelevato alla Sindone avrebbe potuto svelare all’umanità cose molto sorprendenti.
Ora, quanto rivela il testo dettato da Gesù a Maria Valtorta lascia intravedere che il dott. Caux aveva ragione di pensare come pensava, ma purtroppo non è stato ascoltato. È lecito immaginare che se il progetto del dott. Caux fosse stato realizzato, non ci sarebbe più conflitto tra scienza e fede circa l’autenticità della Sacra Sindone.
De Parvulis