giovedì 24 aprile 2025

I SEGNI DI DIO NELLA VITA DI UN BAMBINO AFRICANO

 


A volte si ha la sensazione che ci sia stato qualcosa di miracoloso nella loro traiettoria.

 

Ho avuto la fortuna di avere padri spirituali di grande levatura. Sia a Nancy che in Senegal, i sacerdoti che mi hanno accompagnato hanno insistito molto sull'importanza della vita interiore. Monsignor Tchidimbo, che ha trascorso molti anni in prigione sotto tortura, è sempre rimasto nel mio cuore. Un seminarista è prima di tutto opera dei sacerdoti che lo hanno accompagnato. Dio mi ha fatto il dono di poter contare su pastori veramente uniti a Cristo.

Il 20 luglio 1969, il giorno in cui ricevetti il sacerdozio dal vescovo Tchidimbo nella Cattedrale dell'Immacolata Concezione di Conakri, fui l'unico a essere ordinato.  In quegli anni, tutti i compagni di seminario guineani con cui ero a Bingerville, Nancy e Sebikotane lasciarono il seminario.

Quel giorno dell'estate del 1969, dopo tante tribolazioni e battute d'arresto, tante tempeste politiche nel mio Paese, tanti viaggi, fatiche e gioie, ero l'unico “sopravvissuto” all'avventura. Perché Dio si è interessato a me in modo particolare? Perché ha scelto me, dandomi la forza soprannaturale di non mollare? Perché Dio ha voluto che fossi l'ultimo sacerdote a essere ordinato prima dell'arresto di Mons. Tchidimbo, nel dicembre 1970?  È molto difficile rispondere a queste domande.  I miei compagni se ne erano andati uno dopo l'altro e io ero rimasto solo davanti all'altare della cattedrale.

La verità è che non ho mai dubitato della mia vocazione.  Se c'erano eventi che mi rattristavano, non erano mai più che piccole ferite che non diminuivano il mio amore per Dio.  Sono rimasto fedele perché lo amavo quanto può amarlo un povero peccatore nonostante i suoi limiti.  Ho sempre conservato nel mio cuore la certezza che Dio mi amava. Tutto nella nostra vita è un dono del suo Amore. Non si può rimanere indifferenti a un mistero così grande; come non rispondere all'Amore del Padre celeste con una vita pienamente donata a Lui?

Il 21 luglio 1969 ho celebrato la mia prima messa nella cattedrale di Conakri.  Solo la domenica successiva, il 27 luglio, ho potuto celebrare la mia prima Eucaristia nella parrocchia di Santa Rosa d'Ourous. Immaginate la mia emozione, quella dei miei genitori e quella di tutti gli abitanti del villaggio.  La gioia era immensa.  Avevo la sensazione che fosse una giusta ricompensa per gli Spiritani che avevano tanto sofferto per noi. Tuttavia, come la Provvidenza ha voluto, la persecuzione di Séku Turé ha impedito loro di essere presenti quel giorno.

Gli Spiritani che hanno dato la loro anima in Guinea in circostanze così difficili non sono morti invano. Abbiamo iniziato quel giorno di luglio con una processione tra il cimitero e la chiesa, dopo un lungo momento di preghiera sulle tombe dei primi missionari.

Nelle settimane successive, seguendo il programma stilato da Mons. Tchidimbo, ho avuto la gioia di celebrare diverse Messe in diverse parrocchie dell'arcidiocesi di Conakri prima di partire per Roma.


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