sabato 22 marzo 2025

Ma si addormentano, e Gesù va a svegliarli.

 


28 novembre 1946, S. Giacomo. 

Gesù prende con sé i suoi tre apostoli preferiti affinché lo accompagnino nell'agonia. Frattanto si allontana da loro quanto un tiro di sasso. Perché? Chiede loro d'essere presenti e di pregare. A distanza rispettosa, senza dubbio, in rapporto a ciò che sta per accadere, va a parlare a suo Padre e un Angelo verrà da Lui. Ma anche per discrezione: la sua preghiera al Padre, così dolorosa, così angosciosa, non turberà la loro: vedranno senza troppo sentire. Lo prova il fatto che si sono addormentati: se avessero ben visto e ben capito, avrebbero lasciato il loro corpo addormentarsi ?.. Ma si addormentano, e Gesù va a svegliarli. Perché lascia la sua supplica? Perché desidera le loro preghiere e perché sà che non saranno perseveranti. Allora li allerta di tempo in tempo. E per esser certo che pregheranno, ne indica il mezzo fisico: "Alzatevi e vegliate". Non si può vegliare bene coricati. A meno d'essere ammalati, non si può pregare bene distesi: "Alzatevi".

 É l'attitudine dell'uomo, creato per stare in piedi; un'attitudine di dignità e di forza, di lotta contro il sonno appunto. Essi dovettero inizialmente obbedire all'ordine, ma non tarderanno a lasciarsi andare di nuovo alla mollezza; si risiederanno e si riaddormenteranno. Obbediscono alla carne piuttosto che a Gesù che aveva loro detto: "Se lo spirito è pronto, la carne è debole". I forti, i santi, sono quelli che sanno vegliare, mortificare la loro carne. Ed è necessario, giacché la stessa forza della carne è la nostra debolezza. Bisogna saperla spezzare, questa forza, affinché la sua debolezza sia la nostra forza. Ora, il sonno ridà forza alla carne, ma non bisogna abusarne: poco è meglio che troppo. Il povero Gesù dovrà così, a più riprese, scuotere la debolezza dei suoi amici. Quante volte non l'avrà fatto per noi? Egli deve senza sosta ricaricare la nostra molla morale troppo corta giacché il nostro spirito, per quanto pronto sia, non va lontano. Com'è difficile essere un uomo spirituale! Certo è una grazia particolare di Dio. Ma questa grazia, non è appunto l'appannaggio di quelli che vegliano, che mortificano la loro carne, come un Curato d'Ars, per esempio? Vi sono dei demoni che non possono essere scacciati che con la preghiera e il digiuno, cioè con le veglie e le privazioni che, mortificando il corpo, esaltano le facoltà e la potenza dello spirito. Gesù ce l'ha mostrato digiunando 40 giorni e 40 notti: l'ascetismo è alla base della vita spirituale: è lui che ottiene lo Spirito, lo Spirito Santo ai santi, lo spirito di tenebre ai pagani. Gesù non ci mostra solo ciò che dobbiamo fare, sempre resta vicino a noi; non abbastanza vicino come vorremmo vederlo e sentirlo nella notte spirituale in cui è piombata la nostra umanità; ma non tanto lontano tuttavia, poiché scende quotidianamente nei nostri cuori, e noi possiamo senza tema di sbagliare, credere che viviamo sempre alla Sua invisibile presenza.

meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette 

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