domenica 23 marzo 2025

Sua difficoltà

 


ESERCIZI PREPARATORI 

alla Consacrazione a Maria SS. 


Sua difficoltà 

Se la conoscenza di noi stessi è per una parte di tanta necessità in ordine all'acquisto della perfezione cristiana, per altra parte è forse la scienza più difficile e scabrosa ad acquistarsi.  

 

1. Solo i Santi conoscono sé stessi. 17. - Essi si conoscono bene perché Dio ha fatto loro grazia di acquistare questa scienza che, unita alla conoscenza di Lui stesso, costituisce l'unica vera scienza necessaria per la nostra eterna salute.  

I Santi conoscono la corruzione dell'umana natura e perciò si dicono grandi peccatori. Essi che camminano sempre alla luce, perché sono sempre con Dio, riescono a scoprire anche quello che al nostro povero sguardo è del tutto invisibile.  

Essi vedono bene chi li sostiene nella lotta contro se stessi; ed è questo che li porta a chiamarsi peccatori, perché, per se stessi, sono veramente tali.  

Colla conoscenza di sé si avvicinano sempre più a Dio, e avvicinandosi a Dio conoscono sempre più se stessi; conoscono la cecità umana, la quale cerca di soddisfare la tendenza naturale alla felicità, colla soddisfazione delle passioni e coll'assecondamento delle cattive tendenze lasciate in noi dal peccato d'origine: cose tutte che hanno riempito la povera anima nostra di oscurità e di illusioni, facendoci cercare la felicità altrove che in Dio, nel quale unicamente ci riuscirà di trovarla, essendo l'uomo fatto per Dio e non potendo quindi appagarsi di altra cosa inferiore a Lui.  

Siccome quindi si conoscono, i Santi si disprezzano e, disprezzandosi, si mortificano e per mezzo d'una mortificazione universale e continua riescono a stabilirsi in quello stato di rinuncia e di morte da cui deriva l'unica vera vita, che è la vita di Dio in noi. Ma noi che non siamo santi, quanta difficoltà incontriamo a conoscerci e non possiamo illuderci di conoscerci bene.  

Se ci conoscessimo, la santità non sarebbe distante da noi che di un passo. Non ci sarebbe quasi più da faticare per raggiungerla.  

 

2. Da noi siamo incapaci a conoscerci. - Un cieco è forse capace di vedere? E noi siamo ciechi in conseguenza del peccato. Il primo peccato, riempiendoci di noi stessi e gonfiando ci tutti di superbia, ci ha accecati per modo che non ci permette nemmeno di vederci. 

L'amore di noi stessi ci occupa siffattamente che ci impedisce addirittura di pensare al nostro fine e di lavorare a raggiungerlo.  

Accecati in questo modo, noi non consociamo Dio. Non conoscendolo, non siamo in grado di amarlo. Non amandolo, non siamo in grado di tornare a metterci nell'ordine voluto da Lui. E allora si capisce come noi si sia continuamente fuori di posto.  

Davvero che da noi stessi non siamo che peccato e tenebre; non siamo che un rimescolio di fango e di passioni. Guai a noi se non ci rendiamo ben conto di questa nostra estrema miseria e debolezza! Non possiamo a meno di assecondare noi stessi, andando così sempre lontano dal fine per cui ci ha creati il Signore.  

Dio però non poteva lasciar mancare all'uomo i mezzi di cui ha bisogno per conoscersi. 

Cerchiamo di scoprirli per farne il debito uso.  

Servo di Dio B. SILVIO GALLOTTI 


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