venerdì 1 maggio 2020
Voglio darvi la forza della perseveranza in grande misura - 30 aprile 2020 -
Ancora una volta, vedo una Grande Fiamma che ho conosciuto come il Cuore di Dio Padre. Egli dice:
“Figli, considerate la perseveranza che Noè e la sua famiglia hanno dovuto avere mentre cercavano qualche assaggio di terra quando erano riuniti sull’arca. Essi ebbero fede nel fatto che li salvai a parte dal resto (l’umanità antidiluviana) per il Mio scopo, e così perseverarono nell’aspettare che il Mio tempismo gli venisse mostrato. In questi giorni, figli Miei, dovete perseverare anche voi. Dovete attendere il termine dei giorni di quarantena e prendere precauzioni contro eventuali contaminazioni, come indicato. Tutto questo ha il suo scopo. Vi sto portando più in profondità nell’obbedienza e nella fiducia. Vi sto insegnando che dovete dipendere dalla Mia Provvidenza che si manifesta a voi in molte e varie opportunità e modi.”“La parte più difficile di questa lezione nella perseveranza è che i vostri luoghi di culto non sono accessibili a voi. Dovete imparare ad abbracciare la preghiera in privato nel vostro cuore. Sono lì ad aspettar che voi mi troviate. Voglio darvi la forza della perseveranza in grande misura. Rivolgetevi a Me per questa forza interiore.
Leggi Salmo 23:1-6
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.
(Holy Love)
TRATTATO DI DEMONOLOGIA
I DUE FRATELLI TEOBALDO E JOSEF BURNER
Illfurt, Alsazia, 1864-1869
La liberazione di Teobaldo: 3 ottobre 1869
Benché tenuto continuamente al corrente delle vicissitudini delle due povere vittime, il vescovo Raess era rimasto sempre scettico, ma alla fine si vide costretto a cedere alle numerose istanze che gli venivano fatte, specialmente dal canonico Lemaire, decano di Altkirch. 1113 aprile 1869 nominò una commissione di tre ecclesiastici, il canonico Strumpf, rettore del seminario di Strasburgo, Apollinare Freyberger, decano di Ensisheim, Nicolò Sester, parroco di Mùhlhausen, che subito si recarono a Illfurt per un primo esame. Esaminata con cura e scrupolosità ogni cosa, interrogate le persone interessate e in primo luogo i due ragazzi, restarono pienamente convinti della presenza diabolica in quei fatti preternaturali e ne rìferirono al vescovo che finalmente diede il permesso per gli esorcismi.
Per compiere gli esorcismi in un clima di minore pubblicità e di maggiore raccoglimento fu deciso di allontanare i due ragazzi dal paese e si cominciò col più grande, Teobaldo. In settembre egli veniva portato nell'orfanotrofio o San Carlo a Schiltingheim, dai padri marianisti, di cui era superiore il padre Spitz. Lo accompagnò anche la mamma.
L’esorcismo fu tenuto la domenica 3 ottobre 1869, alle due del pomeriggio, nella cappella dell’istituto dal padre gesuita Souquart autorizzato dal vescovo di Strasburgo.
Pensiamo che il lettore desideri conoscere come si vo1ge un esorcismo, cosa a cui non tutti hanno la possibilità di assistere. Per questo vogliamo dilungarci alquanto, una volta per sempre, anche sui particolari di questa importante cerimonia.
Teobaldo, che da quando si trovava nell’istituto San Carlo aveva conservato una relativa calma, quando fu portato nella cappella cominciò a agitarsi furiosamente, tenuto a bada dai padri Schrantzer e Hausser e dal giardiniere André. Il suo viso, rivolto verso il tabernacolo, era e congestionato come quello di un febbricitante. Una schiuma densa usciva dalle sue labbra e colava fino a terra mentre egli si dibatteva come fosse steso su una graticola ardente, cercando invano di trovare la porta di uscita. Ogni volta che il padre gli toccava il petto col crocifisso, il petto si sollevava e si gonfiava. Appena si presentò l’esorcista padre Souquart, il demonio gridò:
— Via di qui, via di qui, sporcaccione!
Furono cominciate le litanie dei santi. All’invocazione «Santa Maria prega per noi» il demonio ricominciò a agitarsi e a gridare forsennatamente:
- Fuori da questo trogolo, puzzoni. Non voglio star qui!
All’invocazione «Dalle insidie di satana liberaci o Signore» l’ossesso si mise a tremare come una foglia e a divincolarsi con tanta violenza che tre uomini stentavano a tenerlo fermo.
Le stesse reazioni violente e paurose intercalate dalle solite parolacce e titoli offensivi si ripeterono alla recita delle preghiere del rituale, alla lettura del vangelo di san Giovanni, alla recita del Gloria Patri e tutte le volte che l’esorcista tracciava su di lui il segno della croce, come è prescritto dal rituale, sulle labbra e sul petto del paziente. Teobaldo si mise a guaire come un cane bastonato e cercò anche di mordere la mano del padre.
L’esorcista, lasciato il rituale, disse in tedesco al demonio:
— Spirito delle tenebre, serpe che fosti schiacciato, io, sacerdote del Signore, te lo comando, dimmi chi sei e come ti chiami.
— E che cosa importa a te, puzzone? Lo dico a chi mi pare e quando mi pare.
— Ecco il tuo spirito di orgoglio — replicò il padre — quell’orgoglio che hai avuto con Dio e che ti ha rovinato per sempre scacciandoti dal paradiso. Ma io te lo ordino:
satana, esci di qui, tu non hai nulla a che fare nella casa di Dio. La tua casa è l’inferno, l devi tornare e restare!
— No no, non lo voglio — gridò il demonio — la mia ora non è ancora venuta.
L’esorcismo era durato tre ore. Il padre Souquart, stanco e madido di sudore, si ritirò per riposarsi prima di tornare a Strasburgo, rimandando all’indomani la ripresa dell’esorcismo. Teobaldo, subito calmato, uscì dalla cappella.
Nella serata il piccolo disse al padre Schrantzer:
— Ehi! Hai fatto bene a dargli la placca di latta (medaglia).
— A chi l’ho data?
— Al cocchiere.
Era vero. Il padre aveva regalato al cocchiere una medaglia di san Benedetto, particolarmente efficace contro le infestazioni diaboliche, quando era andato a Strasburgo a prendere l’esorcista. Ma Teobaldo, che si trovava in quel momento al di là del fabbricato che divideva il cortile, non aveva potuto vederlo.
— E come lo sai? - domandò il padre —. E che cosa sarebbe capitato se non gliel’avessi data?
— Avrei fatto ribaltare la carrozza, cavalli e viaggiatori. lo galoppavo al fianco.
— Intanto oggi ti abbiamo dato il fatto tuo. Conosci l’esorcista?
— Certo, è stato lui a scacciare uno dei nostri capi.
E difatti il padre Souquart aveva qualche anno prima fatto un esorcismo e scacciato il demonio da una famiglia. Ma questo Teobaldo non lo poteva sapere.
Il giorno dopo, lunedì, il padre Souquart, accompagnato dai membri della commissione, tornò a Illfurt e riprese l’esorcismo. Teobaldo fu fissato in un busto di ferro e legato strettamente a un pesante seggiolone di velluto rosso e custodito da tre uomini per prevenire e impedire qualunque sorpresa, ma anche questa misura servì a poco.
Il demonio si dimenò più che mai, sollevò in aria il seggiolone col fanciullo che vi era legato, scaraventò a destra e a sinistra i tre uomini di guardia urlando sguiatamente e con abbondante schiuma che gli usciva dalla bocca.
Le preghiere liturgiche durarono due ore, le quali finite cominciò il solito confronto diretto.
L’esorcista disse:
— Adesso, spirito immondo, la tua ora è suonata. Ti ordino in nome della chiesa cattolica, in nome di Dio e in nome mio come sacerdote di Dio, di dirmi quanti siete.
— Non te ne importa un cavolo, puzzone!
— Queste sono le parole che si adattano bene a un tuo pari, riprese il padre, che usi e che senti usare nell'inferno. Il tuo posto è là, nel fondo dell’abisso, non alla luce del sole.
Tornatene là, all’inferno, satana!
— Nemmeno per sogno, voglio andare dove voglio.
— Intanto ti ordino di dirmi quanti siete.
— Solamente due.
— Qualè il tuo nome?
— Oribas.
— E l’altro?
- Ypes.
— Orbene, spiriti immondi, vi ordino di uscire dalla casa di Dio. Qui non avete nulla da fhre, spiriti di perdizione, ve lo comando in nome del Santissimo Sacramento, andatevene via di qua!
- Te lo ripeto, puzzone, tu non puoi nulla contro di me, il tempo della mia partenza non è ancora arrivato.
Il padre Souquart tremava ed era coperto di sudore ed era profondamente sconvolto per l’emozione. Gli astanti lo erano non meno di lui. Tuttavia il sacerdote non si scoraggiò, riprese la lotta contro l’avversario deciso questa volta a portarla fino in fondo. Preso il suo crocifisso lo mise davanti alla faccia dell'indemoniato dicendo:
— Miserabile demonio che non osi contemplare la croce in faccia e allontani lo sguardo da essa, credi di poter sfidare il sacerdote? Partirai di qui perché te lo comando io e tornerai all’inferno dove il tuo posto è sempre pronto a riceverti.
— Ma ti ripeto che non voglio — gridò il demonio — non si sta bene laggiù.
— Dovevi obbedire a Dio — riprese il padre — ma hai ascoltato il tuo orgoglio e ti ha perduto. Ormai sei lo spirito delle tenebre, allontanati dalla luce e ritorna nelle tenebre.
— No no no, voglio star qui. La mia ora non è ancora venuta. Non voglio andarmene.
Allora l’esorcista prese una candela benedetta dal papa, il così detto Agnus Dei, e la posò sul capo dell’ossesso.
— Superbo demonio, ti metto questa candela benedetta sul capo perché ti illumini la strada che ti conduce all’inferno. Questa luce è quella della chiesa cattolica e tu sei lo spirito dell’oscurità. Torna all’oscurità dell’inferno insieme coi tuoi compagni che ti aspettano.
— Io resto qui — rispose il demonio — qui sto bene, nell’inferno si sta male.
Il padre Souquart rimase un momento assorto in preghiera, poi si risolse di ricorrere all’ultimo definitivo rimedio che si è sempre dimostrato efficacissimo contro il demonio quando fallivano gli altri, l’invocazione della Madonna. Prese nelle mani una statuetta della santissima Vergine e ricominciò:
— La vedi questa immagine della santissima Vergine Maria? Sarà lei a schiacciarti ancora una volta il capo. Essa deve imprimere nuovamente su di te il suo sigillo e scrivere sul tuo petto i nomi di Gesù e di Maria perché tu ne sia eternamente bruciato. Non vuoi partire? Non vuoi andartene di qui dopo che te l’ho ordinato in nome di Gesù, in nome della chiesa cattolica, del papa, del Santissimo Sacramento? Non vuoi obbedire alla voce del sacerdote di Dio? Ebbene, satana, adesso è la santa Madre di Dio che per mezzo mio ti ordina di partire. Vattene, spirito immondo, allontanati dallo sguardo della Vergine Immacolata. Obbedisci! Essa te lo comanda, va via per sempre!
Gli astanti pregavano sotto voce. Il demonio con una voce da basso profondo da far venire i brividi al sentirla gettò un grido disperato:
— Adesso, si, sono costretto a cedere.
Immediatamente il fanciullo si contorse come una serpe cui fosse stato messo un piede sulla testa, un leggero scricchiolio percorse le sue membra, allungò il corpo e cadde a terra come morto.
Il demonio era fuggito e l’ossesso era finalmente liberato.
Paolo Calliari
Apocalisse di S. Giovanni
LA QUARTA COPPA
DELL’IRA DI DIO
«Il quarto angelo versò la sua
coppa sul sole e gli fu concesso
di bruciare gli uomini con il suo
fuoco. E gli uomini bruciarono
per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio che ha
in suo potere tali flagelli, invece
di ravvedersi per rendergli
omaggio» (Apoc. 16; 8).
Ezechiele anche in questo è esplicito:
«Manderò un fuoco su Magog
(la Russia) e sopra quelli che
abitano tranquilli le isole; sapranno che io sono il Signore.
Farò conoscere il mio nome santo in mezzo al mio popolo Israele e non permetterò che il mio
santo nome sia profanato; e le
genti sapranno che io sono il Signore, Santo in Israele. Ecco,
questo avviene e si compie, parola del Signore Dio: È questo il
giorno di cui ho parlato (nelle
profezie)» (Ezech. 39; 6-8).
Dalla spaventosa rappresaglia su
Israele, da parte della Russia e dei
suoi alleati, dalla fine delle sue armate e dal fuoco su Magog (Russia) avrà
inizio il periodo della conversione degli Ebrei, perché essi vedranno la mano di Dio che dirige questi eventi e
crederanno nel vero Messia, Gesù
Cristo.
Zaccaria predice che un terzo di
Ebrei, viventi in quel periodo, si convertiranno a Cristo e proclameranno il
Signore come loro Dio!
«E in tutto il Paese avverrà – dice l’Eterno – che i due terzi saranno sterminati e periranno,
ma l’altro terzo sarà lasciato. E
metterò quel terzo nel fuoco e lo affinerò come si affina l’argento;
lo proverò come si prova l’oro.
Essi invocheranno il mio nome e
io li esaudirò. Io dirò: È il mio
popolo! Ed esso dirà: Il Signore
è il mio Dio!» (Zaccaria 13; 8-9).
Sarà allora il culmine spaventoso
d’Armagheddon, quando Gesù ritornerà per salvare l’uomo dall’auto-distruzione.
a cura del dott. Franco Adessa
SE MI APRI LA PORTA...
Segui le mie divine impronte, momento per momento, senza affannarti, con tutta calma, e sopporta intanto con grande umiltà le tue continue cadute.
Anche un artista, prima di riuscire in un grande capolavoro, fa e disfa molte volte. Solo se continua, senza perdersi d'animo, vi riesce pienamente. La santificazione dell'anima
vostra segue a molte cadute: è frutto di grandi fatiche.
La via del Paradiso è lastricata di cadute: ogni pietra è segnata dall'umiltà e dal dolore di ogni caduta. La tua norma sia di non scoraggiarti alla vista delle
innumerevoli tue miserie, di aver pazienza con te stessa. Cerca sempre di fare e di camminare nello stesso modo, senza mai fermarti in riflessioni inutili su quel tuo miserabile io.
Riconosci i miei strattagemmi nel farti toccar con mano a che punto ti trovi e la necessità della confidenza che devi mettere in Me, attendendo tutto da Me.
Sono estremamente compassionevole per le anime vostre.
Mi curo anche del vostro corpo; ma, trattandosi qui di problemi e sofferenze materiali e passeggere, le mie preferenze sono rivolte al vostro spirito. Non temere di confidare in Me.
Un ricco signore che va in cerca di rifugio in una stalla, non può attendersi da quei contadini che povertà estrema: ma egli vi si adatta perché sa che non hanno
altro di meglio. Così faccio lo con te, perché ti so poverissima di tutto. Accetto nondimeno le tue offerte e il tuo amore pur così misero e fiacco.
Il vostro Gesù, purché l'amiate sinceramente, chiude gli occhi su tutto il resto. Avete da fare con un Padre tenerissimo e amorosissimo.
Sono il buon Samaritano e ho vino e olio per tutte le ferite. No, non sono un tiranno: sono un Padre pietoso che comprende le vostre fragilità.
La miseria che cosa può possedere? Ma la miseria con l'umiltà e la confidenza può, presso l'infinita mia bontà e ricchezza, essere abbondantemente
soccorsa. Io sono la Via, la Verità e la Vita; perciò le anime che mi sanno seguire, vedere e amare non tardo tanto a illuminarle e a dar loro la vita interiore.
DON RENZO DEL FANTE
TANTO VI STRINGERÒ AL MIO PETTO E TANTO VI BACERÒ.
Amata mia, diletta del mio Sacro Cuore, la mia Parola oggi è per il mio amato popolo, quello che condivide con Me la storia della salvezza.
Amati figli, Io il vostro Dio Amore vi benedico e vengo a consolarvi, vengo a prendervi in Me; custoditemi nel vostro cuore e amatemi come Io vi amo. La rinascita è vicina, il tempo delle meraviglie per voi è giunto, sarete felici e godrete per sempre del mio Tutto per voi.
Crescerete nella mia Dimensione e condividerete tutto con i vostri nuovi fratelli, la vostra vita sarà nelle bellezze della vera vita in Me, sarete sapienti delle Cose di Dio e godrete del Suo Bene infinito.
Nel mio Giardino sarete i miei gigli più belli, quelli da Me preferiti perché profumerete del mio stesso amore.
Voi, che nella vostra vita terrena avete sofferto con Me per amore dei vostri fratelli, sarà data la ricompensa più grande, quella del mio stesso Profumo: amore e carità. Inneggerete canti nuovi, vi aprirete al mio passaggio per osannarmi e rendermi grazia per questo immenso dono d’amore del quale siete stati investiti.
Che gaudio sarà in voi, figli miei benedetti, e quanta gioia sarà in Me nel vedere la vostra felicità. Tanto vi stringerò al mio Petto e tanto vi bacerò, … tanto vi bacerò, e bagnerò il vostro volto con le mie lacrime di gioia immensa.
Figli miei, voi siete stati per Me Balsamo d’amore, Mi avete dato forza nei momenti di desolazione, il vostro conforto mai sarà dimenticato, vi amerò infinitamente per sempre.
Camminerete con Me, avrete di Me, godrete di Me. Ah, quale grande dono vi attende figli miei! Voi ancora non potete né capire né percepire neppure in piccolo perché in questa vostra condizione umana non potreste reggerne il peso.
Figli miei, dichiaratevi nel mio Santo Nome,
difendete la vera Dottrina della Chiesa, il vero Magistero della Chiesa.
Non guardate né a destra né a sinistra, non voltatevi mai indietro ma dirigetevi con potenza verso Colui che vi chiama amici, che vi riconosce figli!
Che bello avere l’amicizia dei propri fratelli!
Che bello poter confidare negli amici!
Purtroppo sulla Terra questo non c’è, tutto è tenebroso, il male impera e, chi si dichiara amico potrebbe essere il più acerrimo nemico!
Attenti figli miei, non condividete con chi non condivide con Me. Potrebbero mostrarsi sinceri ma la volpe perde il pelo ma non il vizio. Attenti ai lupi!
Voi, segnati nella Via Celeste, non potete stare assieme a chi cammina verso la Geenna. Nulla si può condividere con chi non Mi appartiene, non mostratevi caritatevoli con il Diavolo! I vostri fratelli devono parlare la vostra stessa Lingua che è quella di Dio, devono rispettare i suoi Comandamenti e si devono prostrare solo a Lui.
Avanzate quindi con cautela, studiate chi si avvicina a voi prima di donargli fiducia, siete in un momento pericoloso, Satana sta studiando bene come farvi cadere, questo è il momento di essere prudenti: siate astuti come i serpenti, furbi come le volpi e candidi come le colombe.
Andate e seminate la Parola di Dio, e lungo la via benedite nel mio Santo Nome.
Dio con voi!
Carbonia 29.04.2020
AMMONIZIONE AI FRATI
REGOLE ED ESORTAZIONI
O frati tutti, riflettiamo attentamente che il Signore dice: «Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli
che vi odiano», 2 poiché il Signore nostro Gesù Cristo, di cui dobbiamo seguire le orme, chiamò amico il suo traditore e si offrì
spontaneamente ai suoi crocifissori. 3 Sono, dunque, nostri amici tutti coloro che ingiustamente ci infliggono tribolazioni e angustie, ignominie e ingiurie, dolori
e sofferenze, martirio e morte, 4 e li dobbiamo amare molto poiché, a motivo di ciò che essi ci infliggono, abbiamo la vita eterna.
S. Francesco d’Assisi
Tu sei l'acqua viva e disseti gli assetati!
Ti ringrazio, ti benedico, ti glorifico, mio Dio, per questo altro giorno del mio umano vivere! Tu sei la vita e doni la vita, mio Signore e mio Dio, Tu sei la pace e doni la pace,
Tu sei l'acqua viva e disseti gli assetati, Tu sei l'Amore e alimenti nei cuori disponibili l'amore!
Madre mia santissima, implora sempre per me la pace, la vita dello spirito, la quiete della mente e rinnova sempre con me la lode e il ringraziamento a
Dio Uno e Trino nel mio cuore; fammi vivere, o Madre, sempre abbandonata a Dio, obbediente e sottomessa alla sua santa volontà! Amen!
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