§. IV.
157. Spirito che nell'esercizio delle virtù anela a cose straordinarie, spesso è dubbioso. Finora ho parlato dello spirito singolare che tende a far cose insolite e non proprie del suo stato, benché queste non siano grandi ed eroiche. Ora parlo generalmente di tutti quelli che nell'esercizio delle virtù agognano allo straordinario, e dico: che questo spirito può essere ispirato da Dio, come da Dio fu mosso Abramo a sacrificare il suo diletto figliuolo: come, nel nuovo testamento, dallo Spirito Santo furono incitate alcune sante vergini a prevenire le violenze dei carnefici e gettarsi spontaneamente nel fuoco; come fu ispirato S. Benedetto a ravvolgersi nudo tra le spine, e S. Francesco ad immergersi nelle nevi; come furono internamente stimolati S. Simone Salo, S. Filippo Neri ed altri a fare in pubblico azioni leggere, per essere riputati dal popolo privi di senno e dispregiati come mentecatti; e come altri sono stati spinti da Dio ad istituire nuovi ordini religiosi, e ad introdurre nella sua Chiesa nuovi modi di vivere e cose simili. Ma può anche questo Spirito essere insinuato dal demonio, come suole accadere massime ai principianti che non avendo ancora acquistate le virtù ordinarie, pensano di poterne già esercitare gli atti più illustri e più eroici che vengono riferiti nelle vite dei santi. Il demonio altro non pretende con questo, che metterli in una gran presunzione; perché se mai gli riesca a sorte di indurli ad alcuna di queste azioni straordinarie, fa poi loro parere di aver acquistate le virtù con perfezione, e fa che si pareggino agli stessi santi.
158. Ciò presupposto, stabilisca il direttore questa massima: che Iddio con la sua rettissima provvidenza ha stabilita una strada ordinaria ed a tutti comune per cui vuole che andiamo al cielo, ed è quella per cui hanno camminato i nostri predecessori. E se mai accade che conduca alcuno per altre vie insolite, ciò non fa se non che con persone di gran virtù destinate già ad una molto eminente santità, Nell'atto poi di muoverle ad operazioni straordinarie dà loro lume sì chiaro della sua volontà, che appena ne possono dubitare essi stessi: in oltre le investe con un affetto fervido ed efficace, per cui, con gran sicurezza e coraggio, quasi ve le rapisce. Io non dico che sia questo un segno che mai non possa fallire; dico solo, che quando il direttore trovi in alcun'anima tutto questo, ha fondamento di lasciarle operare cose grandi; perché probabilmente ne escirà con facilità e con profitto. Ma alle persone deboli ed imperfette deve inculcare l'esercizio delle virtù ordinarie, di cui hanno bisogno per andar gradatamente alla perfezione, e vietar loro certi atti straordinaria per cui non sono ancora mature; molto più che, come ho detto, sogliono questi esser loro suggeriti dal demonio per farle cadere in vanità ed in presunzione. Si avvertano però due cose. La prima, che a tali persone non si vietano certi semplici desideri di cose grandi, solo si proibisce loro il desiderio efficace e l'esecuzione, e si dice, che tutta la loro mira ha da essere nella pratica delle virtù occorrenti. La seconda, che sempre s'intende eccettuato qualche caso molto straordinario in cui voglia il Signore dare ad un principiante impulsi e forze bastevoli per far cose insolite, come fece con santa Rosa di Viterbo a cui in età puerile diede spirito e talento di predicare al popolo, di convertire eretici e di abbatterne la perfidia con modi molto prodigiosi.
G. BATTISTA SCARAMELLI SERVUS IESUS
Nessun commento:
Posta un commento