sabato 28 settembre 2019

La Stolta Superbia e Soave Umiltà



I SACERDOTI

“I sacerdoti sanno a memoria le parole ispirate e evangeliche, ciò che è testo letterale, ma non possiedono lo spirito della lettera! Questo loro impedisce di progredire sulla via della santità, e perché? Perché la loro volontà è fiacca. La Grazia è ostacolata, quando non viene perduta per vere colpe, dallo spirito di vana gloria. Vanagloria della carica ricoperta, vanagloria della parola facile, vanagloria per un inizio di virtù, poi rilassate, vanagloria della propria prestanza fisica, o della nascita, vanagloria del sapere acquisito, vanagloria dei successi ottenuti, delle chiese costruite, dei conventi fondati: vanagloria, vanagloria, quanta vanagloria! Se avete fatto molto, è sempre molto meno di quanto era giusto fare per essere a pari col molto ricevuto da Dio!” (Libro di Azaria p. 276).
La superbia intellettuale, la vanità culturale è, di tutte, la peggiore, specialmente nel clero.
“Verranno tempi in cui, come ai tempi d’Israele, il Clero crederà di essere la classe eletta, privilegiata, perché saprà il superfluo, ma non più l’indispensabile, o lo saprà nella forma morta con cui i farisei e i sacerdoti del Tempio conoscevano la Legge in una veste esageratamente aggravata di frange, ma non nel suo vero spirito. Verranno tempi in cui tutti i libri si sostituiranno al Libro o Vangelo, usato solo come si usa o maneggia forzatamente, meccanicamente uno strumento di lavoro, senza meditarlo. Verrà il tempo che la Bibbia sarà insegnata scientificamente bene, ma spiritualmente male. Ora cosa vale la scienza senza la sapienza? E’ paglia che gonfia ma non nutre. In verità vi dico che verrà un tempo in cui, troppi fra i sacerdoti, saranno simili a gonfi pagliai, impettiti nel loro orgoglio di essere tanto gonfi, come se da loro stessi si fossero dati tutte quelle spighe, supponendo che ce ne siano ancora in cima agli steli. Crederanno di essere tutto, ma invece de grano o spirito del Vangelo, che è il vero nutrimento, avranno solo paglia, un vero mucchio di paglia (cioè di sola erudizione). Ma può bastare la paglia? Neppure al giumento che, nutrito di sola paglia, deperisce e muore! Eppure Io vi dico che verrà un tempo nel quale i sacerdoti, dimenticando come, con poche spighe o verità evangeliche, ho nutrito le anime, non ricordando quanto mi sia costato quel vero pane dello spirito, tratto solo dalla Sapienza divina, dignitoso e sostanzioso nella dottrina, umile nella forma, ma d’inesauribile ricchezza, da ripetersi instancabilmente, senza orpelli di umane scienze, senza fronzoli storici e geografici! Vi saranno sacerdoti che non si cureranno della sostanza del Vangelo, ma della veste da gettargli sopra per mostrare alla gente quante cose sanno, mentre lo spirito del Vangelo viene soffocato sotto valanghe di scienze umane, trascurando verità essenziali: lo Spirito Santo, “il grande Ignoto”, la necessità dell’umiltà, della volontà, della castità, il mistero di Satana, del sacrificio... Se i sacerdoti non possiederanno lo spirito evangelico, come potranno trasmetterlo? Che nutrimento ne trarranno le anime, che frutto maturerà da questa imperfetta conoscenza del Vangelo? Un raffreddarsi nei cuori, un sostituirsi di dottrine inutili, se non eretiche, all’unica vera dottrina, un preparare il terreno al Demonio per il suo fugace regno di gelo, di tenebre e di orrore. Pastori, vegliate perché non si perda lo spirito del Vangelo, fate che sacerdoti e fedeli non si scostino dal mio Messaggio, vita e salvezza vostra. Il Vangelo è la bussola con la quale trovare Cristo, Dio, l’Amore, la Vita!... Evitate dubbi, alterazioni, sostituzioni, sofisticazioni! Pensate quanto bene o male può fare un sacerdote! Avete avuto in Giuda, il campione di ciò che diventa un sacerdote indegno. Per le colpe dei ministri del Tempio, la nazione ebraica è stata distrutta, così verrà distrutta la Terra quando l’abominio della desolazione penetrerà nel nuovo sacerdozio, conducendo gli uomini all’apostasia per abbracciare dottrine d’Inferno. Allora sorgerà il figlio di Satana, l’Anticristo, e i popoli gemeranno in un tremendo spavento, pochi rimarranno fedeli al Signore, tanto feroce sarà la furia delle orde dell’Anticristo. Guai, se a confortare gli ultimi fedeli, non ci saranno più veri sacerdoti come ve ne furono per i primi cristiani!
Benedettissimi quei sacerdoti che sapranno rimanere apostoli, pane, luce, balsamo dei miei poveri figli. Di luce speciale splenderanno in Cielo, ve lo giuro, Io che sono la Verità” (Poema X. p. 103, 216).

René Vuilleumier

CI RIVOLGIAMO A TE... RICORDANDO LE MERAVIGLIE...



Si legge nel libro del Siracide (50, 22): "Benedite il Dio dell'universo, che compie in ogni luogo grandi cose". E il salmo esclama: "Tu hai fatto cose grandi: chi è come te, o Dio?" (Sal 79, 19). E' la celebrazione dei "magnalia", dei "mirabilia Dei": cioè delle cose grandi, meravigliose, dei prodigi, dei miracoli compiuti da Dio a beneficio dell'uomo.
Le opere meravigliose di Dio suscitano nell'uomo che le contempla lo stupore, l'ammirazione e la riconoscenza.
Già nel creato, nella natura traspare la sapienza benefica di Dio; quante volte ci siamo indugiati, attratti dalla bellezza di un cielo stellato, di un paesaggio alpino, del mare, di un tramonto?... "Quanto sono grandi le tue opere, Signore! Tutto hai fatto con saggezza... dice il salmo 103 che è un inno festoso all'opera di Dio creatore.
E che cosa dire dell'uomo, creatura voluta dal Signore a sua immagine e somiglianza? A lui Dio ha affidato le cose create: "Tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore, a tua immagine hai formato l'uomo, alle sue mani operose hai affidato l'universo perché nell'obbedienza a Te, suo creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato" proclama la quarta preghiera eucaristica. Sicché il salmista può dire: "Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi?... eppure di gloria e di onore lo hai coronato, gli hai dato potere sulle opere delle tue mani..." (Sal 17, -5-7).
Ma Iddio non s'è fermato ai doni della natura. Egli ha voluto donarci il suo Figlio Unigenito il quale, comunicando con la nostra natura umana, ci ha fatti partecipi della sua natura divina: figli di Dio. "E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo..." (Rm 8, 17).
Veramente "grandi cose ha fatto il Signore per noi!" (Sal 125). Ma chi, e più e meglio di Maria può dire: "grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente"? (Lc 1, 49).


giovedì 26 settembre 2019

LA CROCE



Volume 7
“ Figlia mia,  non furono soltanto le mani ed i piedi che furono inchiodati in Croce, ma tutte le particelle della mia Umanità, della mia Anima e della mia Divinità;  tutte restarono inchiodate nella Volontà del Padre, poiché la Crocifissione fu Volontà del Padre;  perciò, restai tutto nella sua Volontà inchiodato e trasmutato.  Ciò era necessario:  cosa è il peccato se non un ritirarsi dalla Volontà di Dio, da tutto ciò che, essendo buono e santo, Dio ci ha dato?  Credersi di essere per se stesso qualche cosa, è offendere il proprio Creatore.  Ed Io, per riparare questa audacia e questo idolo proprio che si fa la creatura di se stessa, volli perdere del tutto la mia volontà e vivere della Volontà del Padre, a costo di grande sacrificio ”. 
“ Figlia mia,  quando ricevetti la Croce, l’abbracciai come il mio più caro tesoro, perché nella Croce dotai le anime e le sposai a Me. Ora, guardando la Croce, la sua lunghezza e larghezza, Io giubilai, perché vedevo in essa le doti sufficienti a tutte le mie spose; nessuno poteva temere di non potersi sposare con Me, tenendo Io in mio pugno, nella Croce, il prezzo della loro dote. Però, c’è una condizione;  se l’anima accetta i piccoli donativi che Io le invio, che sono le croci, come pegno che Mi accetta per sposo, lo sposalizio viene firmato e le dono la dote;  se, invece, l’anima non accetta i donativi, cioè non si rassegna alla mia Volontà, resta sciolto tutto e, nonostante che Io voglia donarle la dote, non posso.Per formare uno sposalizio, ci vuole sempre la volontà di ambedue le parti;  l’anima, non accettando i donativi, non vuole accettare lo sposalizio ”.
“ Figlia mia,  la Croce è un tesoro; il luogo più sicuro dove mettere in salvo questo pregiato tesoro è l’anima propria, che è luogo sicuro quando l’anima è disposta con la pazienza, con la rassegnazione e con le altre virtù a ricevere questo tesoro. Le virtù sono tante chiavi che lo custodiscono, per non sciuparlo e per non esporlo ai ladri. Se non c’è, specialmente, la chiave d’oro della pazienza, questo tesoro troverà tanti ladri che lo ruberanno e ne faranno sciupio ”. 
“ Figlia mia,  la Croce sta alla creatura come la briglia al cavallo. Cosa sarebbe del cavallo, se l’uomo non usasse la briglia? Sarebbe indomito, sfrenato, ed andrebbe di precipizio in precipizio, fino ad inferocirsi ed a rendersi nocivo all’uomo ed a se stesso. Invece con la briglia, il cavallo si fa guidare, diviene mansueto, cammina per la via diritta, serve ai bisogni dell’uomo come un fido amico ed è salvato da qualunque precipizio, perché l’uomo lo custodisce e lo protegge. Tale è la Croce per l’uomo; la Croce lo doma, lo frena, lo arresta nella corsa di precipitarsi nelle vie delle passioni che sente in sé, che come fuoco lo divorano;  quindi, invece di inferocirsi contro Dio e fare danno a se stesso, la Croce smorza le passioni, lo rende mansueto, lo guida, serve alla gloria di Dio ed alla salvezza sua.  Se non fosse per la Croce, che la divina provvidenza, per sua misericordia, tiene come briglia per frenare l’uomo, in quanti altri mali si vedrebbe giacere la povera umanità! ” 
“ Figlia mia, se la perfetta rassegnazione è il segno certo e sicuro della predestinazione, la Croce allarga i confini del regno del Cielo ”. 
“ Figlia mia,  la Croce è un frutto spinoso, che, al di fuori, è molto pungente;  tolte le spine e la scorza, si trova un frutto prezioso e saporito.  Soltanto chi ha la pazienza di sopportare le molestie delle punture può giungere a scoprire il segreto della preziosità e del sapore di questo frutto.  Soltanto chi è giunto a scoprire questo segreto, guarda la Croce con amore e, con avidità, va in cerca di questo frutto, senza preoccuparsi delle punture;  tutti gli altri la guardano con sdegno e la disprezzano ”.
Ed io: “ Dolce mio Signore, qual è questo segreto che c’è nel frutto della Croce? ”
E Lui: “ Il segreto dell’eterna beatitudine. Nel frutto della Croce si trovano tante monetine che valgono soltanto per entrare in Cielo. L’anima, con queste monetine, si arricchisce e si rende beata in eterno ”. 

Estratti dall’Opera sulla Divina Volontà scritta da Luisa Piccarreta

IN ADORAZIONE



Testimonianza di Catalina RIVAS


CONOSCERSI PER CAMBIARE

Come potremmo vivere la Vita Eterna, se non risuscitiamo con Gesù?
Il Signore disse:

“Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue, ha la Vita Eterna” (Gv. 6,54).

Questo vale anche per noi, oggi, al presente:
“Chi mangia il Pane di Vita, oggi, vive di Vita Eterna” - ed è risuscitato in corpo ed Anima.
Questo è un Mistero di Fede!
E questa Fede, quando è vera e solida, ci spinge a rinunciare a tutte le cose per avere il Tutto, come diceva prima il Signore.
E possiamo essere certi di dover affrontare momenti difficili e spiacevoli, ma questi sono necessari per la nostra purificazione.
È necessario che giunga la sofferenza, il dolore o la Passione per giungere alla Resurrezione.
Questo, e non un altro, è il vero cammino del Cristiano.
Un giorno, durante la Comunione, mi disse:

“Ti laverò con il mio Sangue, ti sazierò completamente con tutto Me Stesso, perché voglio che tu sia talmente unita a  Me, da AmarMi spontaneamente sulla Terra, in Cielo e ovunque Io Mi nasconda sotto le Specie del Pane e del Vino.
Vieni sempre al mio Fuoco, sono l’Eterno, l’Invincibile Amore, sono il tuo Dio…”.

Quel giorno, imparai un’altra cosa: nel darsi nella Comunione, Gesù ci dona il suo Spirito e lo fa effondendo l'Amore Evangelico, che Egli vuole manteniamo acceso nei nostri cuori.
Questo Amore non è terreno e limitato, ma Universale, come quello del Padre.
Egli, infatti, invia la pioggia e il Sole a tutti, sia ai Buoni che ai Cattivi, come dicono le Sacre Scritture, qualsiasi cosa facciamo.
È un Amore che non vive aspettando qualcosa dagli altri, perché prende sempre l’iniziativa, perché è il primo ad amare.
Si fa uno con tutti, per soffrire con noi, per gioire con ognuno di noi.
Un Amore che non è semplicemente sentimentale o a parole, ma è realtà evidente.
Tutti abbiamo bisogno che Gesù ci doni il suo Spirito.
Ci sono tante persone, soprattutto in quest’Epoca, che, talvolta, in conseguenza della loro poca Fede o per la scarsa conoscenza di Dio, soffrono infermità che inaridiscono lo Spirito e che impediscono la loro crescita spirituale.
Abbiamo bisogno dello Spirito Santo!
Chi accoglie lo Spirito di Dio entra in un processo di Conversione, che è quello di trasformare i “Credenti”… in Discepoli e i “Discepoli”… in Testimoni di Cristo Gesù.
Che tristezza vedere tante persone accorrere, puntualmente, alla Messa Domenicale ed essere spiritualmente inattive, come svuotate dal desiderio di crescere spiritualmente nella loro Fede!
Ah, se li vedeste, sprofondate in una passività allarmante, senza preoccuparsi non solo di migliorare la loro vita spirituale, ma anche incapaci di fare il Bene, come se il loro Spirito fosse infermo, sul punto di languire.
Come se ignorassero o non credessero che Gesù è venuto proprio perché l’Uomo riesca ad elevarsi al di sopra dei suoi limiti; é venuto per penetrare nell'intimo dell'Essere Umano e distruggere tutta la bruttezza vecchia e stantia (antiquata) che c'é dentro.
Come se non capissero che Gesù continua a stare tra noi, per far sì che ognuno fiorisca ciò che ha di mirabile e di bello, perché l’Uomo sia capace di allontanare da sé le catene del suo egoismo, che lo fa credere al centro del Pianeta, perché l’Uomo sia capace di sentirsi non solo figlio dell’Altissimo, ma anche fratello degli altri Esseri Umani.
E non dico che questa gente non sia in Grazia, questo no!
Di sicuro, la Grazia c’è, ma è inattiva, non si realizza… 
Io  credo  che  la  conoscenza  reale  della  Presenza  di  Gesù,  nell’Eucaristia,  deve  spingerci  ad  abbandonarci completamente a questo Cristo, che vuole tirarci fuori dal deserto spirituale, perché Egli ci ha promesso di essere con noi fino all’ultimo giorno.
Abbiamo bisogno di riscaldare il nostro cuore con il fuoco dello Spirito Santo, per guarire i nostri scoraggiamenti.
Se la nostra Fede è debole, l’Eucaristia è la fonte che ci serve per alimentarla.
Nella Persona di Cristo troviamo sostegno per i nostri mali.
È il suo Contatto nella Comunione, il dialogo durante le ore di Adorazione Eucaristica, che liberano la nostra vita dagli effetti delle pericolose infermità spirituali.
Lì, dove c’è una delle Persone della Santissima Trinità, ci sono anche le altre Due.
È lì che dobbiamo Adorare, Ringraziare il Padre e ricevere il Santo Spirito!
Molti di noi sono pieni non di fuoco, ma di luci artificiali.
Invece, abbiamo bisogno di Luce vera, di Calore e di Fuoco di Dio, per esistere, per crescere, per accogliere, per comprendere, per trasformarci ed aiutare gli altri a percorrere questo cammino.
Dobbiamo chiedere a Lui, che parla nel silenzio dell’Anima, che ci dia uno Spirito di raccoglimento per comprendere ciò che Egli vuole da noi e la forza per farlo.
Diceva Gesù:

“… Chiedete allo Spirito Santo che vi abiti, perché sempre possiate riconoscere le Impronte di Dio, perché vi sveli il Piano grandioso che il Padre ha per ognuno di voi… perché lavori nei vostri cuori, chiudendoli a tutte le ambizioni meschine, alle apparenze, alla superficialità, alla vigliaccheria…

Ogni persona deve sapere sviluppare le proprie capacità.
E così, il vero discepolo, invece di fissare i difetti degli altri, impara a guardare i propri; deve, dunque, chiedere allo 
Spirito Santo che gli insegni a "dare frutto" nella sua vita personale, nella famiglia e nella Chiesa!”. 


PREGHIERA PER L’ITALIA



O Dio, nostro Padre, ti lodiamo e ringraziamo. 
 Tu che ami ogni uomo e guidi tutti i popoli 
 accompagna i passi della nostra nazione, 
 spesso difficili ma colmi di speranza. 
 Fa’ che vediamo i segni della tua presenza 
 e sperimentiamo la forza del tuo amore, 
 che non viene mai meno. 

 Gloria a te, o Padre, che operi tutto in tutti. 

 Signore Gesù, Figlio di Dio e Salvatore del mondo, 
 fatto uomo nel seno della Vergine Maria,  
 ti confessiamo la nostra fede. 
 Il tuo Vangelo sia luce e vigore  
per le nostre scelte personali e sociali. 
 La tua legge d’amore  
conduca la nostra comunità civile 
 a giustizia e solidarietà, a riconciliazione e pace. 

Gloria a te, o Figlio, che per amore ti sei fatto 
nostro servo. 

 Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio,  
 con fiducia ti invochiamo. 
 Tu che sei maestro interiore 
 svela a noi i pensieri e le vie di Dio. 
 Donaci di guardare le vicende umane 
 con occhi puri e penetranti,   
 di conservare l’eredità di santità e civiltà 
 propria del nostro popolo,  
 di convertirci nella mente e nel cuore 
 per rinnovare la nostra società. 

  Gloria a te, o Spirito Santo, 
 che semini i tuoi doni nei nostri cuori. 

 Gloria a te, o Santa Trinità, 
 che vivi e regni nei secoli dei secoli. 


Chiesa del Silenzio




Mammanelli, 8 Dicembre 1992   Madonna: "Io, Maria Immacolata, in questo giorno ti dico e dico a tutti i vescovi del mondo che non credono alla Mia potenza, non la conoscono, non la vivono, così non si può veramente rinnovare né la Chiesa, né la Russia, né il mondo intero.
Figlio Mio, tu e tutti i figli Miei ascoltate, voi state per entrare in un tempo di silenzio, tempo in cui la Mia voce tacerà, e tutte le voci dei servi e delle serve di Dio non si udiranno."


Avola, 09/10/2003 ore 20,15   Signore Gesù: "Scrivi ciò che ti rivelo, è una profezia delle Sacre Scritture; tutto si compirà, è giunto il tempo in cui tutte le Sacre Scritture si stanno compiendo e piano piano si sta compiendo la venuta della Mia Santa Madre sulla terra, che per ordine del Padre si chiuderà nel silenzio.

A voi dico, Miei figli prediletti Sacerdoti, a Me consacrati, di stare vicini a Me, perché voi siete delle piccole fiaccole e illuminate il mondo.
Preparate il Mio popolo, preparatevi anche voi, perché presto verrà il Mio trionfo e la nuova chiesa nascente.
Tu hai visto la sedia del Mio Vicario con lui seduto, hai visto tre Cardinali che lo imbavagliavano e lo mettevano a tacere, ma non morirà."


31 Marzo 2006    Signore Gesù: "Sarà annunziato agli uomini il grande silenzio su tutta l'umanità, molti saranno smarriti dalla paura e diranno che Dio non vede, che Dio non ascolta, ma in verità vi dico, mai come in quella notte vi sosterrò e, vi darò l'ora della Mia testimonianza e sarò davanti a voi per ricevere l'atto della vostra fiducia."



31 Marzo 2006   Madonna: "L'umiltà è l'antitesi dell'orgoglio e fu proprio l’orgoglio a fare lucifero che era l’angelo più splendente del cielo.
Oggi è proprio (per) l'orgoglio che la Chiesa del Silenzio è sotto la persecuzione più viva, dove lucifero sta distruggendo la famiglia. Non vi illudetevi, se vedrete la folla che gremisce le piazze, le sale, sino sopra i tetti per acclamare il Papa o un alto prelato della Chiesa.
Ricordati che questa generazione attuale salva solo l'apparenza, tutti sembrano persone rispettabili, oneste sposate con la fede al dito, non importa se è divorziato per la prima o la seconda volta.
O Umanità non è lecito convivere con persone sposate. Non è lecito uccidere specie chi non può difendersi. Non è lecito trasgredire la legge di Dio e poi mettersi in fila senza nemmeno confessarsi per mangiare e bere la propria condanna divina.
La Chiesa del Silenzio tutte queste cose le sa e non le fa perché è la Chiesa del Silenzio e vive come quella delle catacombe. Ricordati uomo, le potenze diaboliche sono scatenate perché hanno più libertà e cercano di avvilire la vostra generazione, la corruzione ha favorito totalmente il male che attira il diavolo che sono gli ispiratori e provocatori."




Avola, 9 Aprile 2006, ore 04:30   Signore Gesù: "Presto tutto si chiuderà nel silenzio, non ci saranno né apparizioni, né profeti ma quando si avvicina l’ora, Io susciterò molte anime per diffondere l’annuncio. Allora vedrete apparire il grande segno nel firmamento. Gettatevi in ginocchio per chiedere la Mia Misericordia Divina. Povera Italia, sarà colpita dal Signore delle sette piaghe.
Un nuvolone visibile sarà il precursore degli avvenimenti annunciati perché non avete creduto, ne ubbidito."




Firenze, sabato 29 Luglio 2006   Signore Gesù: "I fratelli di oggi cerchino di trovare i tempi, il silenzio ed il raccoglimento da dedicare assolutamente alla preghiera.
La preghiera, sia la vera preghiera e così sarete in comunione con Dio. E’ necessario fare silenzio, stare lontano da ogni chiasso, fare zittire la vostra fantasia, la memoria, la mente, il cuore, ma soprattutto il vostro io, diversamente continuando così sono solo chiacchiere con voi stessi."




Firenze, 7 febbraio 2008, ore 03   Signore Gesù: "Il Cuore di Mia Madre si spalancherà per voi, per la vostra vita, seguitemi, vi darò la Mia pace.
La dove sono Io, sono in silenzio che fa parte al progetto del Padre. Non risvegliate i cuori malvagi, quelli che sono pronti a farvi dimenticare Dio e il Mio amore infinito."




Avola, 29 giugno 2008, ore 06   Madonna: "Questo Mio silenzio voluto da Dio Padre deve precedere la volontà di Gesù su di voi e voi in raccoglimento attenderete la Sua Ora."



Avola, 28 Giugno 2009, ore 05   Madonna: "Io come Regina della Pace sono apparsa su tutta la Terra per preparare la strada del ritorno di Gesù, ora, in silenzio sto preparando la chiamata degli eletti di Dio, tornerò presto per rimanere con tutti i Miei figli."

mercoledì 25 settembre 2019

Parole forti da sant'Agostino a coloro che sarebbero pastori



Sant'Agostino, riflettendo su un testo di Ezechiele, ha alcune parole forti per coloro che sarebbero pastori, siano essi vescovi, sacerdoti o diaconi. Esaminiamo due importanti osservazioni fatte durante un sermone più lungo consegnato ai sacerdoti e al popolo di Ippona.
Comincia con un lamento per l'incapacità di molti pastori di insegnare la verità:
Dopo che il Signore aveva mostrato ciò che stima i malvagi pastori, parlava anche di ciò che trascuravano. I difetti delle pecore sono molto diffusi. Ci sono pochissime pecore sane e sane, poche che sono solidamente sostenute dal cibo della verità e poche che godono del buon pascolo che Dio dà loro. Ma i malvagi pastori non risparmiano tali pecore [da un sermone sui pastori di sant'Agostino, vescovo (Sermo 46, 9: CCL 41, 535-536)].
Sant'Agostino parla qui del fatto che troppi non sono "sostenuti dal cibo della verità". Le condizioni deboli e insondate del gregge sono prove di abbandono da parte di vescovi, sacerdoti e diaconi della Chiesa. È in gran parte un fallimento nell'insegnare chiaramente la verità e nel rimproverare l'errore.
Siamo nel mezzo di uno dei crolli culturali più scioccanti e rapidi che si possano immaginare. Abbiamo visto la fine del matrimonio attraverso il divorzio, la convivenza, la contraccezione e la sua stessa ridefinizione. Qui ci sono solo alcuni altri esempi: oltre 50 milioni di aborti dalla Roe v. Decisione di guadare, promiscuità sessuale, maternità sfrenata (e padri assenti), malattie diffuse a trasmissione sessuale, abuso sessuale di minori e adulti vulnerabili (incluso il clero), molestie sessuali, pornografia dilagante che sta diventando sempre più bassa, celebrazione di atti omosessuali e una confusione sessuale che ha portato alcuni a sostenere che ci sono più di 50 "sessi" e che un maschio può diventare femmina (e viceversa ) semplicemente dichiarandolo così. Aggiungete a ciò il bilancio crescente di avidità e golosità, nonché un drammatico abbandono della pratica religiosa. Meno di uno su quattro cattolici partecipano alla messa settimanalmente, in calo rispetto a più di tre su quattro negli anni '50 e precedenti.
Nel mezzo di questa fine - in cui, proprio quando sembra che non possa andare peggio, lo fa - molti pulpiti sono stranamente silenziosi, come lo sono i programmi catechistici e le università e i college nominalmente cattolici. È sempre come al solito, anche se la maggior parte non viene più alla messa per saperlo. Non sapresti mai che c'è stato uno tsunami che infuriava fuori dalle porte.
Qui la colpa è soprattutto del clero, ma si estende anche a genitori, catechisti e personale laico nelle parrocchie. I genitori non riescono a educare i loro figli alla fede, avvertendoli del peccato e dell'errore e proteggendoli da ciò il più umanamente possibile. La maggior parte del personale del clero e della parrocchia ha pochi o nessun piano per affrontare l'assalto. C'è poco in termini di vigorosi sermoni che parlano di confusioni moderne. La catechesi non la affronta. Ci sono pochi studi biblici, seminari o lezioni mirati. Molto poco in termini di buona letteratura è disponibile nelle librerie / biblioteche parrocchiali. Di rado i cattolici sono incoraggiati a leggere libri cattolici edificanti, guardare la programmazione cattolica, ascoltare podcast cattolici o fare uso di altre buone fonti per confutare gli errori moderni.
Prendere una posizione morale è "controverso " e troppi leader cattolici, sia clero che laici, sono allergici alle controversie. Si parla ininterrottamente di essere una "parrocchia accogliente", ma mai il pieno sviluppo di quell'idea: tutti sono invitati a venire e ascoltare la verità di Gesù Cristo, pentirsi dei propri peccati e conseguentemente crescere nella santità.
Ascolta ciò che dice Sant'Agostino: "Ci sono pochissime pecore sane e sane, poche sono sostenute dal cibo della verità". Questa è colpa dei pastori. Un buon pastore vede arrivare il lupo (di falsità ed errori) e lo allontana, ma un cattivo vede il lupo e si nasconde mentre divora il gregge. Il cattivo pastore teme polemiche; non vuole rischiare la sua popolarità o carriera. Si nasconde, vivendo sempre meno pecore che rimangono. Noi sacerdoti, vescovi e diaconi dobbiamo dare una buona occhiata ai nostri ministeri e valutare onestamente se siamo buoni o cattivi pastori. I genitori e gli altri dirigenti della chiesa devono fare lo stesso. Il gregge è in terribile salute e non possiamo semplicemente incolpare gli altri; Questo è successo sul nostro orologio. Anche vescovi e pastori ragionevolmente buoni dovrebbero chiedere cosa possono fare per essere migliori, quali piani concreti possono attuare. I genitori e gli altri dirigenti devono fare lo stesso.
Sant'Agostino in seguito trasforma la sua preoccupazione in una questione ancora più scioccante che trascuratezza: pastori che attaccano effettivamente le pecore forti che rimangono:
Non è sufficiente che trascurino quelli che sono malati e deboli, quelli che vanno fuori strada e si perdono. Tentano perfino, per quanto è in loro potere, di uccidere i forti e i sani. Eppure queste pecore vivono; sì, per la misericordia di Dio vivono [Ibid].
Esiste oggi una dinamica frustrante e dolorosa tra molti vescovi e altri membri del clero per escoriare gli stessi cattolici che sono rimasti con noi attraverso alti e bassi, che vengono ancora a messa e credono nelle dottrine. Troppo facilmente vengono liquidati come facinorosi, estremi e eccessivamente rigidi. Poca attenzione viene data alle loro preoccupazioni anche quando le questioni implicano gravi questioni dottrinali, abusi liturgici o vere e proprie disfunzioni. Se tali cattolici ricevono qualsiasi risposta da vescovi o leader pastorali, è spesso conciso e severo.
Nel frattempo, molti dirigenti della Chiesa cercano di placare i dissidenti e altri che si oppongono a noi, ma che spesso mostrano poca o nessuna intenzione di pentirsi o di convertirsi. Cattolici di spicco, compresi politici e persino chierici, dissentono pubblicamente dall'insegnamento della Chiesa e raramente vengono rimproverati. Ma lascia che un giovane sacerdote pronunci di una Messa ad orientem , canti troppo latino, o avverta particolari cattolici di non avvicinarsi alla Comunione, e spesso viene rapidamente rimproverato, persino rimosso. Anche i laici cattolici vengono spesso rimproverati in modo selettivo. I cattolici tradizionali sono spesso rimproverati e le loro preoccupazioni respinte; i cattolici dissenzienti e altri come loro sono trattati con grande tolleranza e raramente rimproverati. Sono persino onorati nelle nostre università e in altri contesti pubblici.
È ovvio che ciò provoca grande dolore tra i fedeli che hanno cercato di rimanere fedeli durante questo vortice. A volte questo dolore si manifesta come rabbia. Mentre a volte quella rabbia viene mal indirizzata, noi del clero non dovremmo dimenticare così rapidamente che molti di loro hanno maledetto buone ragioni per arrabbiarsi. Collettivamente, troppo spesso li abbiamo disprezzati e / o respinti i loro dubbi. La Chiesa che amano è nel caos, ed è accaduto sotto il nostro controllo. Eppure, come osserva Sant'Agostino, li accendiamo come per ucciderli, per uccidere la piccola speranza che hanno lasciato. Questo non è solo sbagliato, è sciocco; costituiscono la maggior parte dei pochi che ancora vengono a Messa e i loro figli frequentano le nostre scuole in calo. Sebbene il nostro gregge sia gravemente diminuito, ci rivolgiamo a loro, al nostro. È una dinamica strana e triste.
Si può solo sperare che il recente e in corso scandalo degli abusi sessuali ci umilierà il clero e ci renderà più grati per la forte fede che Dio ha dato a questo residuo per vedere oltre i nostri peccati e la nostra follia e ancora trovare Cristo. Sono ancora qui, spesso nonostante noi. Come osserva sant'Agostino, “Tuttavia tali pecore vivono; sì, per la misericordia di Dio vivono. "
Sì, sono parole forti di sant'Agostino. Tornando ai tempi di Ezechiele, il cui testo commenta sant'Agostino, il problema dei cattivi pastori sembra consistente. Per favore, prega per noi pastori. Molto ci è stato dato; molto dipende da noi e ci si aspetta molto da noi. Un giorno affronteremo il giudizio. Possa il nostro ministero non condannarci.

Dottrina dei Padri e Dottori della Chiesa relativa allo Spirito Santo



La venuta dello Spirito Santo é compimento dei Misteri della Redenzione.

Per bene intendere come il mistero della venuta dello Spirito Santo compie gli altri misteri della Redenzione; e come il medesimo Divino Spirito perfeziona l'opera di Gesù Cristo applicandone i frutti alla Chiesa in generale e ai fedeli in particolare, si legga ciò che segue Cristo merita d'essere da noi amato, e lo Spirito Santo ci comunica l'amore affinchè possiamo amarlo. Cristo ci ha dato il precetto della carità, lo Spirito Santo ci somministra il modo a d'eseguirlo. Cristo ci ha dato tanti motivi di amarlo, e lo Spirito Santo fa sì che lo amiamo. Cristo ci raccomanda tanto l'amore, e lo Spirito Santo ce lo dà. In Cristo conosciamo l'oggetto dell'amore, e dallo Spirito Santo abbiamo la grazia d'amarlo. Cristo dunque è per noi cagione d'amore, e lo Spirito San« to ne è l'efficienza» (S. Bern. Ep. 76).
La stessa Incarnata Sapienza si compiacque di lasciare allo Spirito Santo, che è l'Eterno Amor suo, il perfezionamento dei suoi discepoli, e però disse loro: «Non vi lascerò orfani, ma pregherò il Padre, e vi darà un altro consolatore, lo Spirito di verità, che v'insegnerà tutto e vi spiegherà tutto ciò che io vi ho detto, e resterà sempre con voi». (Io. 14, 16, ecc.).
Lo Spirito Santo per la particolare applicazione che fa ai singoli fedeli dei salutari effetti della Redenzione è chiamato dalla Chiesa Dito della paterna destra. Questo nome, secondo sant'Agostino, gli si compete anche per la distribuzione ch'ei fa dei suoi Doni agli Angeli e agli Uomini; e per molte altre ragioni che qui sarebbe troppo lungo riferire. Ci basti che il Salvatore medesimo dice di operare con questo mistico Dito che è lo Spirito Santo, poichè sant'Agostino osserva che dove un Evangelista, riportando alcune parole di Gesù relative ai suoi miracoli, scrive: Se io caccio i Demoni nel Dito di Dio, ecc.; un altro riferisce lo stesso pensiero scrivendo: Se io caccio i Demoni nello Spirito di Dio; è dunque chiaro che per Dito di Diq è significato lo Spirito Santo.
Il medesimo sant'Agostino per esprimere meglio come l'opera del Divin Paraclito sia in certo modo complemento di quella del Salvatore, ha detto che «Lo Spirito Santo colla sua propria virtù perfezionò quei benefizi che il Salvatore aveva incominciato (a conferirci) e aggiunge: « Quelli che il Cristo redense, il Divino Spirito li santifica». (Hom. g de Pent.).
Ma qual è la corrispondenza nostra agl'innumerevoli e preziosi benefizi dello Spirito Santo? Oh, come è languida la nostra divozione verso di Lui, e come sono rari gli atti di quel culto speciale di adorazione che gli è dovuto come alle altre due Persone della santissima Trinità! Se il Vicario di Gesù Cristo non avesse a ciò richiamato l'attenzione dei fedeli, oh, quanti, anche pii, avrebbero continuato a trascurare perfino la Novena della solennità di Pentecoste: di quella solennità che san Eusebio chiama la maggiore di tutte esprimendosi come segue: «A Pasqua noi riceviamo lo Spirito Santo che è la perfezione del Battesimo. La Risurrezione di Gesù Cristo fortificò gli Apostoli, e la Pentecoste consumò la loro carità e li rese invincibili. In quel giorno lo Spirito Santo fu dato colla necessaria pienezza alla Chiesa per soggiogar l'universo; per ciò io riguardo la Pentecoste come la maggiore di tutte le solennità ».
Se leggessimo un po' più gli scritti degli antichi Santi conosceremmo assai meglio gl'infiniti benefizi che riceviamo dal divin Paraclito, e ne saremmo assai più divoti. Ricordiamo almeno ciò che dice san Bernardo (Ser. 1.° de Pent.) : «Se celebriamo le solennità dei Santi, con quanta più divozione non dobbiamo celebrare la solennità di Colui dal quale ebbero la santità tutti quelli che noi veneriamo come Santi?». E se vogliamo farci santi anche noi qual miglior mezzo e più efficace potremo usare che quella della divozione al Datore della santità?


martedì 24 settembre 2019

La Preghiera per convertire gli altri



“A causa della poca fede nel mondo tra coloro che sono credenti, quelli di voi che sono forti nella fede hanno una grande responsabilità ora. Dovete recitare questa preghiera di conversione per gli altri: 

Io Ti esorto, Gesù, nella Tua Divina Misericordia, 
a ricoprire quelle anime tiepide con il Tuo Prezioso Sangue, 
così che possano essere convertite. 

Recitate questa breve preghiera, in favore di coloro, che ritenete ne abbiano più bisogno.”

Apparizioni Mariane



Porzus

A Porzus, Udine l’8 settembre 1855 Maria apparve a Teresina Dush di dieci anni. Era di domenica e stava raccogliendo l’erba per gli animali. La Vergine le dice che non si deve lavorare di domenica e di dire a tutti di non bestemmiare, di digiunare e cambiare vita. 
La veggente entrò nel convento delle Suore della Provvidenza di Udine. Era analfabeta, ma la Vergine le fece il miracolo di poter leggere e capire l’ufficio divino in latino, quando lo recitava nel coro con le consorelle. Quando usciva dalla cappella era analfabeta come sempre. 
Nel 1992 il vescovo di Udine si pronunciò favorevolmente su queste apparizioni. 

Padre Angel Peña

ILDEGARDA DI BINGEN


***
Ildegarda lascia la famiglia all’età di otto anni, prima per venire educata da una pia vedova, Uda diGingelheim, insieme alla quattordicenne Jutta di Spanheim, che aspirava alla vita eremitica. Il luogodove avrebbero dovuto vivere, l’eremitaggio sul monte Disibodo, era ancora, per così dire, uncantiere edile, un monastero fondato nel VI-VII secolo da un monaco irlandese, di cui poco o nullasappiamo da altre fonti, ma che troviamo nominato nel martirologio di Rabano Mauro, nella primametà del IX secolo. Questo monastero era passato attraverso varie vicende, in parte dovute adinvasioni nemiche, per esempio gli Unni nell’899, in parte alle vicissitudini politiche e alle decisionidei vescovi da cui il convento dipendeva, allora dal vescovo di Magonza.

Disibodo, questo santo, aveva scelto per sé una regola di vita molto austera, ma ai suoi monaciaveva prescritto la Regola di San Benedetto e in seguito nel X secolo questo monastero dabenedettino era trasformato dal vescovo Willigis in una casa di canonici ed era ritornato aibenedettini solo più tardi verso la fine del XI secolo e nel 1106 definitivamente con il vescovoRuthard. Dal 1106 fino al 1112, l’anno in cui Ildegarda insieme a Jutta vengono a Disibodenberg, sista ricostruendo un monastero che durante le varie vicende era stato quasi completamente distrutto.
Jutta di Spanheim, di sei anni maggiore di Ildegarda, si era decisa per la vita eremitica, incoraggiatain questo dal fratello. Il 1° novembre del 1112 Ildegarda insieme a una coetanea segue Juttanell’eremitaggio sul monte di San Disibodo. Con il passare degli anni la piccola comunità si faconoscere e i membri a poco a poco aumentano. Ventiquattro anni dopo, alla morte di Jutta, sonocirca quindici. Ildegarda viene eletta successivamente con il titolo di Maestra nel 1136.

Da quest’anno la vita di Ildegarda procede fino al 1141 al suo ritmo abituale tra preghiera esemplici occupazioni casalinghe nel raccoglimento e nella solitudine dell’eremo. Quali fosseroqueste occupazioni lo veniamo a conoscere da una lettera che parecchi anni dopo il Priore diDisibodenberg, Adalberto, scrive a Ildegarda, la quale ormai da anni ha lasciato Disibodenberg peril nuovo convento da lei fondato sul monte di San Ruperto. Le scrive ricordando il passato: “Ticonosciamo dalla tua fanciullezza giacché tu hai vissuto presso di noi molti anni.  Sappiamo cometu sei cresciuta presso di noi, come sei stata educata e hai vissuto la vita religiosa. Sappiamo pureche tu ti dedicavi solo ai lavori femminili e che non avevi altri libri per istruirti che il soloSalterio”. E qui c’è il problema che uno deve affrontare quando si occupa degli scritti di Ildegarda,cioè che questi scritti mostrano che lei ha una conoscenza molto profonda di problemi filosofici,teologici, di scienze naturali, eccetera, mentre lei afferma di non aver mai studiato e qui sentiamo
dal Priore Adalberto la conferma di questa affermazione. Così viveva Ildegarda nella “semplicità e purezza della buona santa conversazione”, come dirà più avanti nella sua lettera il Priore.
Quand’ecco presentarsi un fatto nuovo imprevedibile, straordinario: una visione diversa dalla solita.
Nella stessa lettere vi si trova un accenno: “Tu vivevi in semplicità ma il paterno amore di Dio ti hacolmata come egli volle di celeste rugiada e ti ha svelto la grandezza dei suoi misteri”.

***
Sr. ANGELA CARLEVARIS osb