sabato 29 febbraio 2020

Cristiani, musulmani, ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!



I DUE ASPETTI DELLA DIVINITÀ 

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2° Aspetto: "Natura trinitaria": 
Nel Vecchio Testamento: 
Sul monte Oreb, Dio si è rivelato a Mosè dicendo: "IO  SONO COLUI CHE SONO"'; però, non si è rivelato trinitario.  Nell'A. T. vi sono solo numerosi velati accenni: 

a) Il "Padre": Dio è spesso chiamato col nome di "Padre", ma di una paternità generica, impropria. "Padre", cioè, a  motivo della creazione, della conservazione, della provvidenza. 
"Padre eterno", ma non come paternità in senso proprio, quale  Gesù, invece, ha chiamato, ripetutamente, "Padre mio", come  a una persona e non come Dio in un senso generico. Dirà, nel  Vangelo: «Qualunque cosa chiederete al "Padre" in nome  mio, Egli ve la concederà»2! 

b) "Lo Spirito Santo": ci sono accenni nel Vecchio Testa­ mento, ma non come Persona divina, distinta dal Padre, bensì come forza promanante da Dio; forza che illumina, che fortifica,  che spinge al bene. Per noi cattolici, però, è anche una persona  vera e propria, distinta dal Padre, Dio insieme con Lui. 
Ed è detto anche "Paraclito" ( = Assistente), "Consolato­ re"; e Gli vengono attribuite azioni personali, come: "Insegna­ re la verità"3; "testimoniare per Cristo"4; "conoscere i se­ greti di Dio"s ... 
Ma è anche una Persona distinta dalle altre due; ad esem­ pio: "Il Padre vi manderà un altro Paraclito"6 Lo dimostra  anche San Pietro nell'episodio di Anamia e Zafira: "Anania,  come mai Satana t'ha così riempito il cuore, che tu cerchi di  mentire allo Spirito Santo? Tu hai mentito non agli uomini  ma a Dio"?! 

c) "Il Figlio": anche del Figlio si parla nell'Antico Testa­ mento, ma velatamente. Ad esempio: quando i Profeti hanno  detto che la Vergine partorirà un Figlio e che sarà chiamato  Emanuele, cioè "Dio con noi"s. Ancora: "Ha detto il Signore  al mio Signore: siedi alla mia destra"9; e "Il Signore mi ha  detto: Tu sei mio figlio; oggi, Io ti ho generato!"1O. 
Ma sarà con l'Annuncio dell'Angelo a Maria Vergine che  si saprà espressamente che il Messia promesso è una persona  della SS. Trinità; e cioè il Figlio che, col Padre e lo Spirito Santo,  è un solo unico Dio: "Questi sarà grande e sarà chiamato  Figlio dell'Altissimo ... LoSpiritoSantosaràsopradi Te ... "11. 
Gesù Cristo, quindi, è Dio! 
È Lui il Messia promesso e poi venuto a redimere gli uomini. È Lui il Verbo eterno, Dio! 
Gli Ebrei, prima della sua venuta, adoravano, sì, il vero Dio,  ma dopo la venuta di Gesù Cristo, non avendoLo riconosciuto,  non possono più credere nello stesso Dio dei cristiani, per i quali è di fede che Gesù Cristo è il Figlio di Dio (Padre), e come tale  deve essere adorato. Il che è evidenziato dalle sue stesse parole:  " ... affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre:  chi non onora il Figlio, non onora il Padre che Lo ha  mandato"Iz. 
E ancora: "lo sono nel Padre e il Padre è in Me; chi vede  Me, vede anche il Padre"l3; e: "lo e il Padre siamo una cosa  sola"I4. E chiaro, quindi, che Dio si è manifestato nella persona  umana del Cristo. 
Dire, perciò, che "i cristiani, gli ebrei e i musulmani han­ no lo stesso Dio, perché crediamo tutti e abbiamo in comune 
il Dio di Abramo", è errato, perché il "Dio di Abramo" si è  manifestato nella persona di Gesù Cristo, quindi non può  essere valida quell'affermazione di avere in comune lo stesso  Dio, perché Ebrei e Musulmani non hanno riconosciuto né  vogliono riconoscere il Cristo, né come Figlio di Dio né come  Verbo incarnato. Per noi, invece, "Il Verbo (che) era Dio, si è fatto carne e venne ad abitare tra noi"Is per essere l'Ema­ nuele(= Dio con noi)." ... Venne nella sua proprietà (il po­ polo d'Israele) e i suoi non Lo ricevettero. Ma a tutti quelli  che Lo ricevettero, diede il potere di diventare figli di Dio; a  quelli che credono nel suo nome •.. e da Dio sono nati"I6.  Perciò, il Dio di coloro che non credono in Lui, come Verbo  incarnato e vero Dio, non è il nostro Dio. Ossia: il Dio degli  Ebrei e dei Musulmani non è il Dio dei Cristiani! 
Ora, qui, è necessario accennare anche alle operazioni ester ne di Dio, perché l'Incarnazione del Verbo è una operazione  esterna di Dio. 
Dalla Teologia sappiamo che in Dio ci sono "operazioni ad  intra", che avvengono in seno alla SS. Trinità, e ci sono  "operazioni ad extra" che sono: la creazione, la redenzione,  la santificazione. Ciascuna di queste attività, noi le attribuiamo  ad una delle tre Persone della SS. Trinità: la "Creazione", al  Padre; la "Redenzione", al Figlio; la "Santificazione", allo  Spirito Santo; ma, in realtà, ciascuna Persona non opera da sola  e indipendentemente dalle altre, bensì unitamente insieme. Ora,  si sa che l'operare segue l'essere; perciò, dove c'è ed opera una  delle tre Persone, ci sono ed operano anche le altre, perché se  fossero separate nell'agire, lo sarebbero anche n eli' essere, il che  sarebbe contrario all'Unità di Dio, il quale, pur essendo trino, è,  però, un unico Dio. 
S. Giovanni, all'inizio del suo Vangelo, descrive l'attività  creatrice del Padre insieme col Figlio: "Tutto è stato fatto (dal  Padre) per mezzo di Lui (del Verbo) e nulla senza di Lui è stato fatto di ciò che è stato fatto"11. Ma anche lo Spirito Santo  lo diciamo creatore. Nel "Veni, Creator Spiritus", ad esem­ pio, diciamo: "Vieni, o Spirito Creatore, visita le menti dei  tuoi fedeli; riempi di superna grazia i cuori che Tu hai  creato"! Anche il Figlio, Gesù Cristo, attesta la unità della sua  azione col Padre: "Ciò che il Padre fa, lo fa parimenti il Fi­ glio. Proprio per questo, i giudei cercavano ancor più di  ucciderLo, perché non soltanto violava il sabato, ma chia­ mava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio"1s. Dunque,  sempre, nelle Sacre Scritture, viene attestata l'unità di azione  delle Divine Persone; ad esempio, l'Opera della Incarnazio­ ne: «Lo Spirito Santo scenderà su di Te e la potenza dell'Al­ tissimo (Dio-Padre) Ti adombrerà; per questo il "Santo" che  nascerà da Te sarà chiamato Figlio di Dio»!l9 
Anche della distribuzione dei carismi soprannaturali, San  Paolo scrive: "Ora, c'è varietà nei doni, ma uno solo è lo  Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il  Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio,  che opera tutto in tutti"zo. 
Perciò, Sant'Agostino, come Sant'Atanasio, afferma:  "Come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono indivisibili  (nella natura), così indivisibilmente operano" (in: "De Tri­ nitate"). 
Possiamo, quindi, concludere: Gesù Cristo, Nostro Signo­ re, è vero Uomo e vero Dio. Prima, fu adorato come vero Dio  dai Pastori e dai Magi, nonostante che la divinità era nascosta  sotto il velo dell'umanità; poi, fu solennemente testimoniato  dalla voce stessa del Padre, al Battesimo, alla Trasfigurazione,  e poco prima della Passione: "Questo è il mio Figlio diletto:  ascoltateLo!"21. "E dal Cielo venne questa voce: L'ho glori­ ficato e ancora Lo glorificherò!"22. 
Quindi, noi, pur non vedendo né l'umanità né la divinità, Lo  crediamo e Lo adoriamo nella SS. Eucarestia, o ve è presente  in Corpo, Sangue Anima e Divinità! Tutto il culto della Chie­ sa è rivolto a LUI, a Gesù, nostro Signore e nostro Dio! E allora,  come si può affermare che gli Ebrei e i Musulmani abbiano lo  stesso nostro Dio se non Lo riconoscono né Lo adorano pre­ sente nell'Eucarestia? Non è detto chiaramente che "Chi nega  il Figlio, nega e non possiede neppure il Padre"?23 
È chiaro che non ci può essere che una sola religione voluta  da Dio, e cioè quella che ci ha insegnato Gesù Cristo e che Lui  ha incaricato la sua Chiesa di trasmetterla. Tutte le altre  presunte religioni, perciò, sono opera del Demonio24, non  dello Spirito Santo!

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sac. Luigi Villa

FUGGITA DA SATANA



MICHELA 

La mia lotta per scappare dall'Inferno


Una decisione fondamentale

II giorno successivo incontrai per la prima volta padre Raffaele, l'esorcista che tuttora continua a essere uno dei miei principali punti di riferimento. Entrai in cappella e lui mi porse la mano per presentarsi e salutarmi. Appena lo toccai, caddi per terra priva di sensi. Mi rialzarono, gli diedi nuovamente la mano e svenni ancora. Poi mi hanno raccontato che mi trasformai, tirando fuori uno sguardo d'odio nei suoi confronti. Lì cominciò una lotta, fra lui e i demoni da cui ero posseduta, che andò avanti a lungo, con incontri quasi quotidiani.
Intanto in comunità avevano cominciato a verificarsi cose strane (tanto più che io non ero l'unica ad aver avuto a che fare con una setta satanica): rumori come di carri armati nel giardino, luci che illuminavano dall'esterno, colpi alle inferriate, ombre di figure non umane che passavano davanti alle finestre.
Guardando fuori, però, non c'era nulla: avevamo l'impressione di essere stati catapultati in un film horror. In quel periodo tutti hanno avuto un percorso accelerato di conversione, dal picchiatore della banda della Magliana allo spacciatore di droga, fino al "galeotto incallito": grossi e terribili com'erano, tutti vicini l'uno all'altro a pregare con il Rosario in cappellina, impauriti ma anche incredibilmente sorpresi dalla forza della preghiera.
Il 22 gennaio ho chiesto a Chiara di accogliermi come consacrata dentro Nuovi Orizzonti. Lo desideravo davvero con tutto il cuore e sentivo che avrebbe segnato una svolta decisiva nella mia vita, per questo continuavo a chiedere a Chiara con insistenza il permesso di fare le promesse di povertà, castità, obbedienza e gioia (che è una promessa che caratterizza tutte le persone che decidono di consacrarsi nella comunità Nuovi Orizzonti). Dal momento che ho preso in cuor mio la decisione di consacrare la mia vita al Signore il furore degli spiriti che fino ad allora mi avevano completamente in pugno si è scatenato in tutto il suo "splendore". Continuavano a inveire contro Chiara: «È nostra, è nostra! Abbiamo fatto tanto per avere la sua anima. Ha fatto un patto di sangue con noi, ci appartiene, è nostra proprietà. Non ce ne andremo mai. Maledetta, te la faremo pagare. Non riuscirai a strapparcela. È nostra. Non ce ne andremo da qui. Ce la pagherai. La ammazzeremo, ti ammazzeremo!». Intanto il mio corpo continuava a essere lanciato in aria da una forza misteriosa. È stato proprio un altro momento terrificante in cui continuava a succedere di tutto e di più, mentre Chiara ancora una volta cercava di contrastare le forze demoniache con la preghiera. La mia richiesta di potermi consacrare al Signore era stata appoggiata anche da padre Raffaele, perché questo mio passo così importante sarebbe stato, a suo parere, di grande aiuto per accelerare la mia completa liberazione.
D'altra parte continuavo a chiedere con insistenza il permesso di potermi consacrare a Dio al più presto perchè, avendone combinate di tutti i colori, desideravo chiedere perdono al Signore in modo radicale, dichiarando di voler appartenere a Lui e recedendo così concretamente dalla mia precedente consacrazione a Satana. In sostanza desideravo con tutto il mio cuore spendere l'eventuale resto della mia vita per glorificare il Signore e per ringraziarlo di avermi strappata all'Inferno: volevo fare di ogni istante della mia vita un "grazie" al Suo immenso Amore e alla Sua infinitamisericordia.
Poco dopo aver parlato con Chiara di questo mio forte desiderio di consacrarmi al Signore, la vidi sorridermi e poi dirigersi verso il bagno. Quando ritornò io pronunciai una frase che non ho idea da quale conoscenza potesse derivarmi:
«Chiara, tu stai perdendo del sangue». In effetti nessuno se ne era accorto, ma le era appena venuto un forte flusso vaginale. Niente a che vedere con le mestruazioni, che tra l'altro aveva appena avuto, proprio la settimana precedente. «Perché mi dici questo?» fu la sua reazione. Proseguii: «Io mi ero consacrata a Satana, tu stai cercando di tirarmi via e lui è molto arrabbiato, perché gli appartenevo. Ora vuole vendicarsi sulla tua verginità, che hai consacrato a Dio».
A Chiara risultarono criptiche le mie parole. Le comprese soltanto il giorno dopo, recandosi dalla sua ginecologa per farsi visitare. Qualche settimana prima si era sottoposta a un'ecografia pelvica (a causa di forti dolori all'apparato genitale) che non aveva mostrato alcun problema. La nuova ecografia mise invece in luce una situazione molto preoccupante, con un fibroma e diverse cisti alle ovaie. La ginecologa le comunicò che era necessario un urgente raschiamento, che però avrebbe causato la lacerazione dell' imene.
In quel preciso momento, in Chiara si accese una lampadina e ricollegò la sua emorragia a quanto le avevo detto: «Satana vuole vendicarsi sulla tua verginità che hai consacrato a Dio». Decise allora di confidare a questa dottoressa, che era anche lei una persona consacrata, ciò che le stava accadendo in quel periodo. La dottoressa non era affatto estranea a questo tipo di problemi perché, come confidò a Chiara, sua sorella era stata uccisa poco tempo prima da suo marito che era un satanista (era stato scoperto dalla polizia e messo in carcere). La sua risposta fu che, in coscienza, come medico, doveva insistere perché Chiara si decidesse a sottoporsi subito al raschiamento. Ma, conoscendo anche lei le problematiche del satanismo, comprendeva che poteva esserci anche un'altra spiegazione alla forte emorragia di Chiara e le disse che se desiderava incontrare padre Raffaele - prima di sottoporsi all'intervento - era meglio che lo facesse al più presto perché, nella situazione molto precaria di salute in cui si trovava, ogni minuto in più poteva essere per lei molto pericoloso: aveva infatti perso già molto sangue ed era cosi debole da non avere quasi più la forza per reggersi in piedi. Padre Raffaele però si trovava fuori Roma.
Per due giorni Chiara andò avanti a combattere con le forze che mi possedevano, e intanto continuava a perdere costantemente sangue. Si vedeva che non stava per niente bene, anche se faceva di tutto per non farci preoccupare; le "bombe" di antiemorragici che la ginecologa le aveva consigliato ovviamente non avevano il benché minimo effetto. Finalmente padre Raffaele rientrò e Chiara corse da lui: bastò una preghiera su di lei, con un rituale di benedizione, e l'emorragia si bloccò immediatamente. Padre Raffaele aggiunse con il suo solito sorriso serafico: «Penso proprio che questa volta Satana si sia particolarmente arrabbiato con te!». Un'ulteriore ecografia fatta da Chiara, il giorno stesso, mostrò che era sparito qualsiasi problema. La sorpresa della dottoressa fu grande e commentò: «Un fatto come questo ha davvero dell'incredibile, sfugge completamente a ogni possibile spiegazione da parte della scienza medica!».
Probabilmente il rito di maledizione che avevamo compiuto nella nottata di Natale aveva esercitato in pieno i suoi effetti proprio nel momento in cui io avevo manifestato la mia volontà radicale di scegliere Dio e consacrarmi a Lui, al posto di Satana. In seguito Chiara mi raccontò che durante quella notte aveva avuto dei dolori molto forti all'apparato genitale. Del resto, già prima del mio arrivo le erano arrivate alcune lettere con minacce di morte, in cui apparivano degli strani geroglifici e dei simboli satanici, tanto che già qualche mese prima sia il vescovo sia padre Raffaele le avevano chiesto di scegliere tra i ragazzi qualcuno che diventasse la sua guardia del corpo.
La gravita della mia possessione aveva determinato, nel vescovo e in Chiara, la consapevolezza che non sarebbe stato prudente farmi restare a vivere a Trigona, tanto più che con tutta probabilità i membri della mia setta, non avendo più avuto nessuna notizia da parte mia, si sarebbero ben presto messi in moto per cercarmi e uccidermi. Perciò il 23 gennaio Chiara mi chiamò nella sua stanza e mi disse che mi avrebbero nascosta in un appartamento fuori Roma, dove sarei stata protetta dal sacerdote che mi aveva confessato e da alcune persone del suo gruppo. Mi è venuto il magone, ma lei mi ha detto che dovevo fidarmi, anche se non sapevo dove sarei andata. Era necessario per il mio bene.
Mi ricordo che ero seduta con le spalle al muro, a fianco del materasso di Chiara privo di rete e poggiato a terra, lei mi guardava con gli occhi lucidi. Chiara non l'ho mai vista piangere ma quel pomeriggio mi è sembrato proprio di guardare gli occhi di una madre che piange per la propria figlia perché non sa se la rivedrà viva. L'abbraccio con cui mi salutò e le sue lacrime mentre andavo via si incisero nel mio cuore come il segno indelebile di un amore materno e di un calore familiare che fino a quel momento non avevo mai avuto il dono di sperimentare.

PREGHIERE CHE RECANO LA GUARIGIONE



Guarigione attraverso la preghiera (Mt 21:22) 

“Tutte le cose" include la guarigione () Giacomo 5:16 dice che dobbiamo confessare le nostre  colpe e pregare gli uni per gli altri in modo che possiamo essere guariti. A volte la guarigione  non arriva fino a che non confessi le tue colpe e lasci che qualcuno preghi per te. A volte la  chiave è l'umiltà. 

Il Legame del Cielo …. con la Terra



Una soave Poesia

     Ora voi pure offrite in sacrificio a Me



“LE MIE PAROLE NON SONO SPARSE AL VENTO”

1. Nella vostra miope intelligenza voi vi chiedete: “Quale è il significato di questa frase?”. - Una spiegazione Io ve la darò; ascoltateMi dunque: «La Mia Parola, ovvero la semente che Io spargo, ha trovato anche del buon terreno, è cresciuta, ed ora è già ben matura e non aspetta che la mano del mietitore per essere portata dal campo al luogo destinato.

2. O figlioli, il grano è maturo, ed il campo può essere mietuto; ma dove prendo Io ora i mietitori? Vedete, Miei cari figlioli, l’agricoltore non deve mancare di approfittar del bel tempo, né deve lasciarlo passare inoperoso; bensì egli deve utilizzarlo per non aver danno nella tagliatura delle messi.

3. Così pure egli deve cercare dei lavoratori diligenti ed abili, e non già pigri od inetti i quali forse lascerebbero sul terreno la metà del raccolto. No, egli stesso deve addirittura sorvegliare, perché quando il padrone è presente al lavoro, i lavoranti, o servitori che siano, lavorano più solleciti e meglio.

4. La stessa cosa avviene pure nel Mio lavoro. – Io, il Signore, devo metter mano Io stesso all’opera, ed afferrata la falce devo dare il buon esempio ai Miei lavoratori affinché il lavoro proceda bene. Ed ora, vedete, Io tengo già la Mia falce nella mano, Io stabilisco già i mietitori e destino i luoghi dove essi hanno da cominciare; poiché la falce è già posta alla zizzania. Attendete ancora qualche mese, ed avrete la conferma di ciò che qui il Mio strumento va scrivendo.

5. In aggiunta a ciò Io voglio manifestarvi che questa giovane è destinata a farvi avere parecchie profezie, particolarmente intorno a ciò che accadrà nel gran Tempo, alle quali cose dovete cooperare pure voi. Ventuno spiriti sono destinati a proteggere questo Mio strumento. Sette di questi rappresentano il grande angelo il quale impedisce che qualche altro spirito le si avvicini, sia esso buono oppure cattivo, per dettarle delle parole.

6. Soltanto Io, che sono il Signore in persona, intendo di comunicare con lei in questo modo. Ma questo fatto spiega anche il perché essa possa scrivere tanto senza interruzione, cosa della quale voi vi meravigliate. Questa circostanza deve però servirvi come testimonianza sul Mio conto, che cioè sono Io stesso che qui vi parlo mediante questo strumento, mentre tra brevi mesi vi sarà reso chiaro quello che ho predetto!

7. Io sono un Signore sopra il bene e sopra il male. Io faccio splendere il Sole sui giusti e sugli ingiusti; Io sono buono, lo credano oppure no gli uomini; però sono anche severo quando vedo che tanta poca attenzione si presta alla Mia Parola. Io voglio dimostrare agli uomini che alla prima mietitura il campo resterà ben presto vuoto, poiché la falce lavora in anticipo. Io, il Padre, ho sorvegliato abbastanza a lungo, ed ora intendo di aver pace; ma per aver questa è necessario anche che Io sproni i Miei operai al lavoro. Non datevi pensiero per la mercede, poiché il Padre pagherà con tutta esattezza secondo i meriti.

8. A te, però, figliola Mia, dico che ben presto avrai da scrivere ancora molto di più; perché è col tuo mezzo che voglio assegnare ai Miei lavoratori il posto che hanno da occupare. - Amen. 

NEL FUOCO ETERNO SENZA AMORE



ASTIENITI DAL FARE IL MALE

Chi ha conosciuto Dio, non deve più operare malvagiamente, ma compiere il bene. Astieniti dal male e non farlo; non astenerti dal bene ma fallo. Poiché se ti astieni dal fare il bene, commetti peccato grave; se invece ti astieni dal fare il male, compi una grande giustizia. Astieniti pertanto da ogni malvagità operando il bene. Ci dobbiamo astenere dall'adulterio e dalla fornicazione, dal bere smodato, dalle malvagie delizie, dalle molte vivande, dallo sfoggio di ricchezza; dalla millanteria e arroganza e superbia, dalla menzogna e maldicenza e simulazione, dal rancore e da ogni bestemmia. Queste azioni sono di tutte le più cattive nella vita degli uomini. Bisogna pertanto che il servo di Dio si astenga da queste azioni; poiché chi non si astiene da queste non può vivere per Dio. Molte cose vi sono, dalle quali bisogna che il servo di Dio si astenga: furto, menzogna, falsa testimonianza, avarizia, mala passione, inganno, vanagloria, ostentazione e quanto vi è di simile a queste cose. Ascolta invece le cose dalle quali bisogna che tu non ti astenga, ma le faccia. Dal bene non astenerti, ma fallo. Le azioni dei buoni, le quali bisogna che tu compia, né te ne astenga, sono anzitutto la fede, il timore del Signore, la carità, la concordia, le parole di giustizia, la verità, la pazienza; nulla di più buono di queste cose vi è nella vita degli uomini. Se uno osserva queste cose né si astiene da esse, beato diventa nella Sua vita.
Ascolta poi quelle che a queste fanno corona: assistere le vedove, visitare gli orfani e gli indigenti, essere ospitale, non contrastar nessuno, essere pacifico, starsene al di sotto di tutti gli uomini, onorare i vecchi, praticare la giustizia, conservare la fraternità, sopportare l'oltraggio, esser paziente, non aver rancore, consolare i travagliati nell'animo, non disdegnare quelli che hanno abbandonato la fede, ma rimetterli nella retta via e renderli fiduciosi, ammonire i peccatori, non opprimere i debitori e i bisognosi (Mand.8, 2-12). (da Il Pastore di Erma - scritto circa 100 anni dopo la morte di Cristo)

(Tratto dalla rivista mensile “Papa Giovani” – Sacerdoti del Sacro Cuore (Dehoniani)

STORIA UNIVERSALE DELLA CHIESA CATTOLICA



DAL PRINCIPIO DEL MONDO FINO AL Dì NOSTRI

 DELL'ABATE ROHRBACHER

Geremia



Messaggi per la famiglia reale

11Alla famiglia del re di Giuda:
'Ascoltate la parola del Signore,
12 discendenti di Davide!
Il Signore vi dice:
Amministrate bene la giustizia ogni giorno
e impedite ai prepotenti
di sfruttare i poveri.
Se non farete così,
il mio furore divamperà come fuoco.
Brucerà e nessuno lo potrà spegnere
a causa del male che avete commesso.
13Io, il Signore, mi metto contro di voi,
abitanti del palazzo che domina la vallata,
costruito su una piattaforma rocciosa.
Voi andate dicendo che nessun nemico
potrà attaccarvi
o penetrare nei vostri rifugi.
14 Ma io stesso vi punirò come meritate
per il male che avete commesso:
darò fuoco alla selva di colonne
del vostro palazzo
e anche le case attorno
saranno divorate dalle fiamme.
Così dice il Signore'.

1Il Signore ordinò poi a Geremia di andare nel palazzo del re di Giuda per proclamare quest'altro messaggio: 2'Ascolta quel che dice il Signore, o re di Giuda che siedi sul trono di Davide. Lo dice per te, per i tuoi ministri e per i tuoi sudditi che entrano nel palazzo: 3Comportatevi in modo giusto e onesto e impedite ai prepotenti di sfruttare i poveri. Non cercate di approfittare dei forestieri, degli orfani e delle vedove: non trattateli male. Non uccidete gente innocente in questo luogo, dice il Signore. 4Se farete davvero quel che io vi comando, i discendenti di Davide potranno continuare a essere re. Potranno andare e venire attraverso le porte di questo palazzo sui carri o a cavallo, insieme ai loro ministri e ai loro sudditi. 5Ma se non ubbidirete ai miei comandi, quant'è vero che io sono Dio, il Signore, giuro che questo palazzo diventerà un mucchio di rovine'.

6Minaccia del Signore contro il palazzo del re di Giuda:
'Tu eri per me
bello come le foreste di Galaad,
come le vette del Libano.
Eppure non esiterò a trasformarti
in deserto, in un cimitero.
7Preparerò degli uomini,
darò ad ognuno gli attrezzi,
e li manderò contro di te per distruggerti.
Taglieranno le tue magnifiche colonne
di cedro
e le getteranno nel fuoco.
8'Quando gli stranieri provenienti da molti paesi passeranno da queste parti, si domande ranno: 'Perché il Signore ha trattato così questa grande città?'. 9Allora si sentiranno rispondere: 'Questo è accaduto perché i suoi abitanti hanno tradito il patto concluso con il Signore, e hanno onorato e servito divinità straniere''.

Un aborto annullato?



La mia amica Irene, madre di famiglie, racconta: "Cinque anni fa Janine, una giovane donna di 35 anni, è venuta da me portata da sua madre. Nella sua mano aveva delle pillole per abortire. Mi ha detto: "Alle 14.00 devo prendere queste pillole". Erano le 13 e 30. Abbiamo cominciato a parlare. Io pregavo in segreto. Passa un’ora. Io continuo, spiego che i bambini sono un dono di Dio, che è sempre una grazia avere dei figli, che essi meritano di essere amati. Janine mi spiega piangendo che suo marito non vuole figli. "Abbiamo già due figlie, mi dice. Sono già grandi, e adesso non vuole un terzo figlio. Mi chiede di abortire". Io le rispondo con forza: "Ascolta, non temere tuo marito ma Dio! Perché un giorno, quando tu andrai lassù, il Signore ti domanderà perché non hai accettato questo bambino che Lui ti ha dato. Il Signore giudicherà anche tuo marito. Sì, Gesù è misericordioso ma è giudice". Abbiamo parlato fino alle 15.00. L’ora era passata e lei non ha preso le pillole. Ho promesso di pregare molto ed ho aggiunto: "Vedrai, forse un giorno, questo bambino potrà a sua volta salvare una vita! Sarete una coppia ancora più felice". Per 5 anni non ho avuto nessuna notizia di Janine. Ma il 7 di novembre 2008, questa coppia viene da me. Portano un mazzo di rose "per ringraziare Gesù". Con loro un bambinetto di cinque anni. E’ il bambino che volevano abortire! Didier, il padre, mi ha detto subito: "Mio figlio mi ha salvato la vita". Poi mi hanno raccontato la loro storia. Lui ha una impresa di falegnameria in Francia. Nel maggio 2008, nella sua officina, ha voluto controllare se una delle benne era ben fissata. Mentre sporgeva la testa, l’operatore della benna ha fatto marcia indietro colpendomi la faccia, sfigurandola, in particolare il naso. Ha continuato il racconto: "Mi sono guardato nello specchetto retrovisore ed ho avuto paura di me stesso, ero un mostro! Il dolore era atroce. Ma il mio primo pensiero è stato: mio figlio! Per mio figlio devo vivere! Sentivo che stavo per morire, ma per mio figlio mi sono aggrappato alla vita. Ho pensato: mia moglie è giovane, non ha ancora 40 anni, troverà un marito. Ma mio figlio lui non troverà un padre. I pompieri sono arrivati ed io non pensavo che a mio figlio. L’elicottero mi ha portato a Tolosa. Sono affondato nel coma. L’operazione è durata dalle 14.00 fino alle 05.00 del mattino dopo. Mi ci sono voluti 250 punti di sutura e trentadue placche metalliche nel viso. Il giorno dopo, qualcuno ha proposto di rilevare la mia impresa. Mi consideravano già sepolto! Ma appena risvegliato ho detto a Janine: ‘L’impresa non si vende. Avvertiamo tutte le comunità, facciamo una grande catena di preghiera!’. Tutti hanno pregato perché Dio facesse dei miracoli. Sono potuto rientrare velocemente a casa. Secondo i medici io adesso sono miracolato!". Oggi a malapena si vede che Didier ha avuto un incidente, dice Janine. Il suo viso è tornato come quello di prima. Lavora nella sua impresa e si occupa molto del suo ragazzino, dicendo sempre: "E’ lui che mi ha salvato la vita". E Janine conclude: "Faccio questa testimonianza per tutte le mamme che vogliono abortire a causa dei loro mariti. Non abbiate paura! Non temete gli uomini, temete piuttosto Dio! E’ Dio che ci dà la felicità. Fate la scelta giusta. Anche se temete che vostro marito vi abbandoni, e che i vostri figli rimarranno senza papà, non sacrificate vostro figlio! Il Signore è presente, abbiate grande confidenza in Lui, il Padrone delle nostre vite!"

Preghiera composta da Leone XIII



“ Gloriosissimo principe della milizia celeste, San Michele Arcangelo, proteggeteci nella lotta e nel combattimento che dobbiamo affrontare contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti (Ef 6, 12). Venite in aiuto agli uomini che Dio ha fatto per l’immortalità; li fece a immagine della propria natura (Sap 2, 23), e comprati a caro prezzo (1 Cor 6, 20), dalla tirannia del demonio. 
Anche oggi, voi, San Michele e tutto l’esercito degli Angeli beati, combattete la battaglia del Signore, così come un tempo avete lottato contro Lucifero, il corifeo della superbia, e contro i suoi angeli apostati. Ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e Satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli  
(Ap 12, 8-9). 
Ed ecco che questo antico nemico, omicida fin dal principio (Gv 8,44) si è innalzato con veemenza, travestito da angelo di luce (2 Cor 11,14), scortato dall’orda degli spiriti perversi, percorre in ogni senso la terra, e inserendosi ovunque al fine di abolire il nome di Dio e del Suo Cristo, di rubare, di far perire e di perdere nella dannazione senza fine le anime che dovevano incoronare la gloria eterna. Il malefico drago trasfonde negli uomini mentalmente depravati e corrotti dal cuore un fiume di abiezione: il germe della sua malizia, lo spirito di menzogna, di empietà e di bestemmia, il soffio mortale del vizio, della lussuria e dell'iniquità universalizzata. 

Ecco la Chiesa, Sposa dell’Agnello Immacolato, saturata di amarezza e abbeverata di veleno da nemici molto astuti; essi hanno posato le 
loro empie mani su tutto ciò che c’è di più sacro. Laddove fu istituita la sede del beato Pietro e la cattedra della Verità, là hanno posto il trono della loro abominazione nell’empietà; in modo che colpito il pastore, il gregge possa essere disperso. 
O San Michele, capo invincibile, rendetevi dunque presente al popolo di Dio che è alle prese con lo spirito d’iniquità, dategli la vittoria e fatelo trionfare. La Santa Chiesa vi venera come suo Custode e suo Protettore; vi rende gloria come suo Difensore contro tutti i poteri malvagi, sulla terra e negli inferi; a voi, il Signore ha affidato la missione di condurre le anime da Lui redente nel luogo della suprema felicità. Pregate il Dio della pace che schiacci Satana sotto i nostri piedi, affinché non possa più né trattenere gli uomini prigionieri, né nuocere alla Chiesa. Offrite le nostre preghiere alla presenza dell’Altissimo, affinché sopraggiungano per noi al più presto le misericordie del Signore (Sl 78, 8), e che voi afferriate il drago, l’antico serpente che è il diavolo o Satana, e che, legato nell’abisso, non possa più sedurre le nazioni (Ap 20, 3). Così, affidandoci alla vostra protezione e al vostro patrocinio, con la sacra autorità di nostra madre la Santa Chiesa, è con ogni fiducia che intraprendiamo di respingere, in nome di Gesù Cristo, nostro Dio e Signore, le infestazioni dell’astuzia diabolica. 

V. Ecco la Croce del Signore, fuggite potenze nemiche. R. Vinse il Leone della tribù di Giuda, il discendente di Davide. V. Che la vostra misericordia, Signore, sia su di noi. R. Siccome abbiamo sperato in Voi. V. O Signore, esaudite la mia preghiera. R. E il mio grido giunga fino a Voi. V. Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. 


Preghiamo.

Dio e Padre di nostro Signore Gesù Cristo, invochiamo il vostro santo Nome; e, supplichevoli, chiediamo insistentemente la Vostra clemenza, per l’intercessione dell’Immacolata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, di San Michele Arcangelo, di San Giuseppe, sposo di Maria, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, degnateVi di concederci soccorso contro Satana e tutti gli altri spiriti impuri che percorrono il mondo con l’intento di nuocere al genere umano e di perdere le anime. Per Cristo nostro Signore. Così sia.” 

La Battaglia Finale del Diavolo


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A chi non crede potrà sembrare assurdo che un piccolo gruppo di  scettici, per quanto influenti o di alto rango, possa bloccare un atto così  atteso e desiderato da un immenso numero di fedeli. Per poterne capire  i motivi è necessario conoscere la struttura gerarchica della Chiesa,  che è assai diversa da quella di una democrazia. I vescovi della Chiesa  Cattolica non sono scelti dai fedeli, nemmeno dai loro pari. Essi sono scelti  unicamente dal Papa e poi consacrati da quest’ultimo, oppure (come spesso  accade) da un vescovo già in carica; il potere conferito loro da questa  consacrazione discende direttamente da Dio. Una volta consacrato, ciascun  vescovo risponde unicamente al Signore e sotto la Sua guida, negli affari  della Chiesa, deve obbedienza solamente al Papa.
Data la situazione attuale e lo stile amministrativo di Papa Benedetto  XVI, non sembra che il Papa darà mai un ordine diretto a tutti i vescovi  affinché consacrino la Russia insieme a lui, a meno che non vi sia prima un  consenso unanime tra di loro.
Questo significa che tocca ai vescovi della Chiesa Cattolica, che sono  circa 4.700, accettare volontariamente di compiere la consacrazione come  richiesto. Per via del grande potere che gode in merito a nomine, promozioni  ed altri privilegi, è facile per quel piccolo gruppo di potere in seno al Vaticano  impedire che un tale accordo spontaneo possa mai essere raggiunto.
Oggigiorno è chiaro a qualsiasi membro del clero Cattolico che parlare  apertamente di Fatima comporta un biglietto di sola andata verso l’oblio,  per qualsiasi sacerdote, vescovo o persino Cardinale che osasse farlo. Per  questo motivo, la maggioranza dei vescovi non parla della questione, a  prescindere dalla sua opinione in merito. Lo stesso vale per i sacerdoti,  e a maggior ragione per quest’ultimi, in quanto sono più vulnerabili nei  confronti delle punizioni comminate dai loro superiori unicamente per il  fatto di essere “politicamente scorretti”.
Questo libro fa cenno anche al trattamento repressivo condotto nei  confronti del “Sacerdote di Fatima”, Padre Nicholas Gruner, il cui unico  “crimine” è stato quello di dedicare (come fa tuttora) tutto se stesso alla  promozione del Messaggio di Fatima, a costo di grandi sacrifici personali.  I tentativi del Vaticano di ridurlo al silenzio, sfociati addirittura in una  minaccia di scomunica, sono in aperto contrasto con le blande punizioni  che il Vaticano ha intrapreso contro quelle centinaia di sacerdoti, e persino  vescovi ed Arcivescovi, che sono stati coinvolti negli scandali di molestie  sessuali sui minori. Il triste stato in cui versa il clero Cattolico ai nostri giorni  può essere efficacemente sintetizzato dal netto contrasto tra il trattamento  riservato a Padre Gruner e quello accordato a quei prelati Cattolici che si  sono macchiati di crimini infami.
La Chiesa Cattolica ha nelle sue mani un rimedio, in grado di fare ciò  che nessun altro può fare – portare la pace a questo mondo così martoriato  dalle guerre. Sulla base delle numerosissime prove contenute in questo  libro, coloro che stanno impedendo che questa soluzione venga attuata concretamente hanno molto di cui rispondere. Essi devono dare spiegazione  delle proprie azioni dinanzi ai fedeli Cattolici ma anche al mondo intero.  Inoltre, data l’importanza che riveste questa vicenda per l’umanità in  generale, la soppressione del Messaggio di Fatima dovrebbe suscitare assai  più indignazione pubblica che non i tentativi episcopali di insabbiare i casi di  molestie sessuali su minori, denunciati dalla stampa nel 2002.
Il capitolo 18 di questo libro offre fornisce infine dei suggerimenti a  ciascuno di noi su ciò che possiamo fare, a livello individuale e a prescindere  dal fatto che siamo fedeli o meno, al fine di persuadere i vertici della Chiesa  Cattolica ad agire nell’interesse della Chiesa e dell’umanità intera. Questo  libro chiarisce una volta per tutte che i Cattolici e i non credenti hanno solo  da guadagnare se il Messaggio di Fatima verrà obbedito e che, al contrario,  hanno moltissimo da perdere se esso continuerà a venire ignorato proprio  da quelle persone che avevano avuto l’incarico di eseguire i suoi comandi.
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Padre Paul Kramer,

IL CURATO D'ARS SAN GIOVANNI MARIA BATTISTA VIANNEY



Agricoltore e vignaiuolo (1799-1805).  

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Frattanto sul cielo della Chiesa di Francia spuntava un'alba nuova. Il primo console, preoccupato di stabilire l'ordine nel paese, dandogli la pace interna, seppe comprendere che senza la religione non sarebbe riuscito a fare nulla di serio e di stabile, ed iniziò col Pontefice quelle trattative dalle quali nacque il Concordato, che fu firmato a Parigi il 16 luglio 1801, ratificato a Roma il 15 agosto, e dichiarato legge di Stato il 5 aprile 1802.  

Quale emozione a Parigi, quando all'alba primaverile del 18 aprile, la campana maggiore di Notre-Dame, muta da dieci anni, faceva risuonare le note trionfali per annunciare, colle feste di Pasqua, la risurrezione della Chiesa cattolica nella Francia! La famiglia Vianney, e Giovanni Maria soprattutto, accolsero la notizia con gioia e commozione.  

Già da alcuni mesi l'abate Giacomo Rey, al quale l'esilio non aveva tolto né il titolo di parroco né l'affezione dei suoi parrocchiani, era ritornato a Dardilly, e così dalla primavera del 1802 le solennità liturgiche, delle quali Giovanni Maria non serbava che un vago ricordo, si poterono celebrare come prima della Rivoluzione. Il giorno del Corpus Domini colse le rose del giardino per sfogliarle sulla strada, ed aiutò i fratelli e le sorelle ad intrecciare ghirlande di agrifoglio e bosso. E con quale esultanza in tutto il suo essere vide aprirsi le porte della chiesa ed al canto del Pange lingua ammirò l'ostensorio risplendente sulla piazza, al di sopra della folla orante!  

Da allora, ogni volta che gli sarà possibile, prima di andare al lavoro farà una visita alla chiesa, quasi a domandare il coraggio di cui abbisogna per una lunga giornata. Nella stagione in cui il sole spunta prima del suono dell'Angelus, e bisogna approfittare delle prime ore per la raccolta del fieno o del grano, Giovanni Maria è già al campo quando la campana dà il segnale della Messa. Il pio lavoratore rimane al lavoro, in omaggio alla sua stessa devozione, che lo ha reso obbediente e libero da vani scrupoli, ma da lontano si unisce al sacerdote che celebra, recitando cinque Pater e cinque Ave; poi rinnova  il desiderio di ricevere il Corpo di Cristo ed il suo cuore si sente ripieno di soprannaturale soavità.  

Ma non sempre poteva resistere; nel pomeriggio di alcuni giorni, quando sentiva la campana che annunziava la benedizione, si rivolgeva implorante a suo padre, che soffriva di dolori reumatici: «Padre, lasciami andare alla chiesa per una mezz' ora; pregherò per la tua guarigione» 15.  

La famiglia Vianney negli anni di quella persecuzione, che aveva stabilito per il riposo l'ultimo giorno della decade, non trascurò mai di «santificare il giorno del Signore». La notte tra il sabato e la domenica si assisteva alla Messa del sacerdote proscritto e durante la giornata si pregava in famiglia, si leggevano buoni libri, si visitavano i parenti e gli amici. Ridonata la pace alla Chiesa, poche delle loro abitudini furono cambiate, ma la loro fede ne avvantaggiò sull'esempio di Giovanni Maria, che anelò ad una vita cristiana sempre più perfetta. Ogni domenica, vestito in fretta, correva alla chiesa, ove rimaneva inginocchiato più a lungo che fosse possibile, cogli occhi fissi sul Tabernacolo come un Angelo Adoratore, con vera edificazione dei fedeli. 

Desiderava istruirsi sempre meglio nella religione, ma, se si eccettua la domenica, per soddisfare questa sua aspirazione non gli restavano che pochi momenti alla sera. Sopra il suo letto, nella stalla ove dormiva, vi era uno scaffale, che si può vedere ancora attualmente, e su quello deponeva i suoi libri di pietà 16. Ne prendeva uno, il Vangelo o l'Imitazione ed alla debole luce di una candela di resina, cominciava la sua lettura. Francesco, che stava con lui e preferiva invece dormire, usò pazienza per un po' di tempo, ed infine informò la madre che, saggiamente, proibì a Giovanni Maria di vegliare troppo tardi e gli comandò invece di prendere il necessario  riposo 17. Giovanni Maria obbedì, ma nell'oscurità della notte, mentre Francesco dormiva, egli vegliava pensando al suo Dio ed all'avvenire.  
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Canonico FRANCESCO TROCHU

CONSACRATEVI A ME IO VI AMO



"Consacratevi al Mio Cuore Immacolato. 

A chi a Me si consacra Io torno a promettere la salvezza: la salvezza dall'errore in questo mondo e la salvezza eterna. La otterrete per un Mio speciale intervento di Mamma. Così Io impedirò che voi possiate cadere nelle seduzioni di Satana. Sarete da Me stessa protetti e difesi; sarete da Me consolati e rafforzati. Ciascuno si consacri adesso al Mio Cuore Immacolato, e per mezzo di buoni Sacerdoti, molti Miei figli faranno questa consacrazione. È un vaccino che, da Mamma buona, vi do per preservarvi dall'epidemia dell'ateismo che contamina tanti Miei figli e li conduce alla morte dello spirito. AiutateLi i Miei Sacerdoti senza mai  giudicarLi.  AmateLi  sempre.  Non condannateLi; non spetta a voi. AmateLi con la vostra sofferenza, con la vostra testimonianza, col vostro buon esempio. Pregate per Loro: occorre una grande forza di preghiera per ottenere dal Cuore di Gesù che tanti Miei poveri figli Sacerdoti si convertano e si ravvedano".