La mia amica Irene, madre di famiglie, racconta: "Cinque anni fa Janine, una giovane donna di 35 anni, è venuta da me portata da sua madre. Nella sua mano aveva delle
pillole per abortire. Mi ha detto: "Alle 14.00 devo prendere queste pillole". Erano le 13 e 30. Abbiamo cominciato a parlare. Io pregavo in segreto. Passa un’ora. Io continuo, spiego che i bambini sono un dono
di Dio, che è sempre una grazia avere dei figli, che essi meritano di essere amati. Janine mi spiega piangendo che suo marito non vuole figli. "Abbiamo già due figlie, mi dice. Sono già grandi, e
adesso non vuole un terzo figlio. Mi chiede di abortire". Io le rispondo con forza: "Ascolta, non temere tuo marito ma Dio! Perché un giorno, quando tu andrai lassù, il Signore ti domanderà perché
non hai accettato questo bambino che Lui ti ha dato. Il Signore giudicherà anche tuo marito. Sì, Gesù è misericordioso ma è giudice". Abbiamo parlato fino alle 15.00. L’ora era
passata e lei non ha preso le pillole. Ho promesso di pregare molto ed ho aggiunto: "Vedrai, forse un giorno, questo bambino potrà a sua volta salvare una vita! Sarete una coppia ancora più felice".
Per 5 anni non ho avuto nessuna notizia di Janine. Ma il 7 di novembre 2008, questa coppia viene da me. Portano un mazzo di rose "per ringraziare Gesù". Con loro un bambinetto di cinque anni. E’ il bambino
che volevano abortire! Didier, il padre, mi ha detto subito: "Mio figlio mi ha salvato la vita". Poi mi hanno raccontato la loro storia. Lui ha una impresa di falegnameria in Francia. Nel maggio 2008, nella sua officina,
ha voluto controllare se una delle benne era ben fissata. Mentre sporgeva la testa, l’operatore della benna ha fatto marcia indietro colpendomi la faccia, sfigurandola, in particolare il naso. Ha continuato il racconto:
"Mi sono guardato nello specchetto retrovisore ed ho avuto paura di me stesso, ero un mostro! Il dolore era atroce. Ma il mio primo pensiero è stato: mio figlio! Per mio figlio devo vivere! Sentivo che stavo per
morire, ma per mio figlio mi sono aggrappato alla vita. Ho pensato: mia moglie è giovane, non ha ancora 40 anni, troverà un marito. Ma mio figlio lui non troverà un padre. I pompieri sono arrivati ed io
non pensavo che a mio figlio. L’elicottero mi ha portato a Tolosa. Sono affondato nel coma. L’operazione è durata dalle 14.00 fino alle 05.00 del mattino dopo. Mi ci sono voluti 250 punti di sutura e trentadue
placche metalliche nel viso. Il giorno dopo, qualcuno ha proposto di rilevare la mia impresa. Mi consideravano già sepolto! Ma appena risvegliato ho detto a Janine: ‘L’impresa non si vende. Avvertiamo tutte
le comunità, facciamo una grande catena di preghiera!’. Tutti hanno pregato perché Dio facesse dei miracoli. Sono potuto rientrare velocemente a casa. Secondo i medici io adesso sono miracolato!".
Oggi a malapena si vede che Didier ha avuto un incidente, dice Janine. Il suo viso è tornato come quello di prima. Lavora nella sua impresa e si occupa molto del suo ragazzino, dicendo sempre: "E’ lui che
mi ha salvato la vita". E Janine conclude: "Faccio questa testimonianza per tutte le mamme che vogliono abortire a causa dei loro mariti. Non abbiate paura! Non temete gli uomini, temete piuttosto Dio! E’ Dio
che ci dà la felicità. Fate la scelta giusta. Anche se temete che vostro marito vi abbandoni, e che i vostri figli rimarranno senza papà, non sacrificate vostro figlio! Il Signore è presente, abbiate
grande confidenza in Lui, il Padrone delle nostre vite!"
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