Dalla Gerarchia Cardinalizia di Carlo Bartolomeo Piazza e dalle Rivelazioni Private della mistica Maria Valtorta
La profezia sul martirio di Marziam e degli Apostoli.
Prima di parlare della vicenda sulla morte di Pietro e Paolo (tratta Dal libro: Gerarchia Cardinalizia Carlo Bartolomeo Piazza) vediamo di scoprire che cosa ci racconta Maria Valtorta nella sua opera principale20 a riguardo del martirio di Marziam (nome che sarà poi cambiato da Gesù in Marziale, in ricordo di un piccolo romano ucciso in odio a Lui), di Pietro e degli Apostoli.
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1 dicembre 1945.
Non camminano più, ma corrono nella nuova aurora ancor più ridente e schietta delle precedenti, tutta un brillio di rugiade che piovono, insieme a petali multicolori, sulle teste e sui prati, a mettere altri colori di fiori sfogliati presso quelli innumeri dei fioretti dritti sugli steli delle prode e delle zolle, e ad accendere nuovi diamanti sui fili dell'erba novella. Corrono fra canti di uccelli in amore e canti di brezza leggera e di acque ridarelle che sospirano o che arpeggiano, scorrendo fra i rami, carezzando i fieni e i grani che si alzano giorno per giorno, oppure fluendo via fra le sponde, piegando dolcemente gli steli che toccano l'acque limpide. Corrono come andassero a un convito d'amore. Anche gli anziani come Filippo, Bartolomeo, Matteo, lo Zelote, condividono la fretta ilare dei giovani. E così è fra i discepoli, dove i più vecchi emulano i più giovani nel camminare veloce.
E ancora non sono asciugate le rugiade sui prati quando raggiungono la zona di Betsaida, stretta nel poco spazio fra il lago, il fiume e il monte. E dal bosco del monte scende per un sentiero un giovanetto curvo sotto un fascio di ramaglie. Scende svelto, quasi correndo, e per la sua posizione non vede gli apostoli... Canta felice, correndo così sotto il suo fascio di legna e, giunto sulla via maestra, alle prime case di Betsaida, getta a terra il suo carico e si raddrizza per riposare gettando indietro i capelli morati. É alto e snello, diritto, forte nel corpo e nelle membra agili e magre. Una bella figura di giovinetto.
«È Marziam», dice Andrea.
«Sei matto? Quello è un uomo ormai», gli risponde Pietro. Andrea mette le mani ad imbuto alla bocca e lo chiama forte. Il giovinetto, che stava curvandosi per riprendere il peso, dopo essersi stretta la cintura alla corta tunica che appena gli giunge al ginocchio e che è aperta sul petto, perché probabilmente non lo contiene più, si volge in direzione del richiamo e vede Gesù, Pietro, gli altri che lo guardano, fermi presso un gruppo di salici piangenti che sciolgono le loro chiome sulle acque di un largo ruscello, l'ultimo affluente di sinistra del Giordano avanti il lago di Galilea, sito proprio al limite del paese.
Lascia ricadere la fascina, alza le braccia e grida: «Il mio Signore! Il padre mio!», e si slancia a corsa.
Ma anche Pietro si lancia a corsa, guada il ruscello senza neppure levarsi i sandali, limitandosi a raccogliere le vesti, e poi corre sulla via polverosa, lasciando le larghe impronte umide dei suoi sandali sul terreno asciutto.
«Padre mio!».
«Figlio caro!».
Sono nelle braccia l'uno dell'altro, e veramente Marziam è alto come Pietro, di modo che i suoi capelli morati spiovono sul volto di Pietro nel bacio d'amore, ma sembra più alto, così snello come è. Però Marziam si scioglie dal dolce abbraccio e riprende la corsa verso Gesù, che è ormai al di qua del rio e viene avanti lentamente fra la corona degli apostoli.
Marziam gli cade ai piedi, a braccia alzate, e dice: «Oh! mio Signore, benedici il tuo servo!».
Ma Gesù si china, lo rialza e se lo prende sul cuore baciandolo su ambe le guance e augurandogli «continua pace e aumento in sapienza e in grazia nelle vie del Signore».
Anche gli altri apostoli festeggiano il giovinetto e, specie quelli che non lo vedevano da mesi, si congratulano con lui del suo sviluppo.
Ma Pietro! Ma Pietro! Se lo avesse procreato lui non se ne compiacerebbe tanto! Gli gira intorno, lo guarda, lo tocca e chiede a questo e a quello: «Ma non è bello? Ma non è ben fatto? Guardate come è dritto! Che petto alto! Che gambe diritte!... Un po' magro, con poco muscolo ancora. Ma promette bene! Proprio bene! E il viso? Guardate se sembra più quell'esserino che mi sono portato in braccio lo scorso anno, e mi pareva portare un uccellino stento, scuro, triste, pauroso... Brava Porfirea! Ah! è proprio stata brava con tutto il suo miele, burro, olio, uova e fegati di pesce. Merita proprio che glielo dica subito. Mi lasci, eh! Maestro?, andare dalla mia sposa?».
«Vai, vai, Simone. Io ti raggiungerò presto».
Marziam, che è ancora per mano di Gesù, dice.: «Maestro, certo il padre mio ora ordina convito alla mamma. Lascia che io ti lasci per aiutarla...»
«Va'. E Dio ti benedica perché onori chi ti è padre e madre».
Marziam corre via, riprende il suo fascio di legna, se lo carica e raggiunge Pietro, camminando al suo fianco.
«Sembrano Abramo e Isacco mentre salgono il monte», osserva Bartolomeo.
«Oh! povero Marziam! Ci mancherebbe quella!», dice Simone Zelote.
«E povero mio fratello! Non so se avrebbe forza di fare l'Abramo...», dice Andrea.
Gesù lo guarda e poi guarda il capo brizzolato di Pietro che si allontana vicino al suo Marziam, e dice: «In verità vi dico che un giorno verrà che Simon Pietro gioirà sapendo imprigionato, percosso, flagellato, messo in procinto di morte il suo Marziam, e che avrebbe animo di stenderlo di sua mano sul patibolo per rivestirlo della porpora dei Cieli e per fecondare col sangue del martire la Terra, invidioso e dolente solo per un motivo: di essere non lui al posto del figlio e dipendente, perché la sua elezione a Capo supremo della mia Chiesa lo obbligherà a riservarsi per essa finché Io gli dirò: "Va' a morire per essa". Voi non conoscete ancora Pietro. Io lo conosco».
«Prevedi il martirio per Marziam e per mio fratello?».
«Te ne duoli, Andrea?».
«No. Mi dolgo che Tu non lo preveda anche per me».
«In verità, in verità vi dico che sarete tutti rivestiti di porpora meno uno».
«Chi? Chi?».
«Lasciamo il silenzio sul dolore di Dio», dice mesto e solenne Gesù.
E tutti tacciono intimoriti e pensosi.
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A cura di Mario Ignoffo
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