Nella tua miseria
Ti lascio così miserabile, perché non hai sufficiente umiltà. La consapevolezza del molto bene che fai, non essendo pari l'umiltà, non ti lascerebbe stare in piedi. Allora che faccio? Ti lascio nella tua miseria, finché il tuo criterio, divenuto più equilibrato, possa guardare con quasi compassione i tuoi piccoli atti di virtù. Nella coscienza che nulla saresti capace di fare senza di Me, giungerai ad essere inquadrata nell'umiltà, perché tutto il bene deriva dalla mia bontà e condiscendenza.
Allora ti farò correre veloce, ti farò volare nella santità. Adesso, per le vertigini causate dal tuo stragrande amor proprio, potresti cadere nei precipizi della più raffinata superbia.
Getta le tue miserie nel fuoco del mio Cuore divino. lo rimedierò sempre a tutto. La tua deficienza la compatisco tanto; anzi mi interessa proprio e cerco Io di portarvi un rimedio.
Se non hai altre pene, accetta questa di vederti sempre tanto miserabile e tientila in pace. Guai se non l'avessi: ti crederesti qualcosa e allora.. addio umiltà e santità!
Io adatto sempre, nelle anime di buona volontà, i progressi spirituali alle loro forze morali, ossia al fondamento dell'umiltà. In un momento, se voglio, posso farti ricca di virtù e di meriti.
Rivolgiti alla nostra Santissima Madre, perché ti dia un po' della sua umiltà, vera e profondissima. Essa mi attirò più con l'umiltà che con la verginità».
DON RENZO DEL FANTE
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