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A chi non crede potrà sembrare assurdo che un piccolo gruppo di scettici, per quanto influenti o di alto rango, possa bloccare un atto così atteso e desiderato da un immenso numero di fedeli. Per poterne capire i motivi è necessario conoscere la struttura gerarchica della Chiesa, che è assai diversa da quella di una democrazia. I vescovi della Chiesa Cattolica non sono scelti dai fedeli, nemmeno dai loro pari. Essi sono scelti unicamente dal Papa e poi consacrati da quest’ultimo, oppure (come spesso accade) da un vescovo già in carica; il potere conferito loro da questa consacrazione discende direttamente da Dio. Una volta consacrato, ciascun vescovo risponde unicamente al Signore e sotto la Sua guida, negli affari della Chiesa, deve obbedienza solamente al Papa.
Data la situazione attuale e lo stile amministrativo di Papa Benedetto XVI, non sembra che il Papa darà mai un ordine diretto a tutti i vescovi affinché consacrino la Russia insieme a lui, a meno che non vi sia prima un consenso unanime tra di loro.
Questo significa che tocca ai vescovi della Chiesa Cattolica, che sono circa 4.700, accettare volontariamente di compiere la consacrazione come richiesto. Per via del grande potere che gode in merito a nomine, promozioni ed altri privilegi, è facile per quel piccolo gruppo di potere in seno al Vaticano impedire che un tale accordo spontaneo possa mai essere raggiunto.
Oggigiorno è chiaro a qualsiasi membro del clero Cattolico che parlare apertamente di Fatima comporta un biglietto di sola andata verso l’oblio, per qualsiasi sacerdote, vescovo o persino Cardinale che osasse farlo. Per questo motivo, la maggioranza dei vescovi non parla della questione, a prescindere dalla sua opinione in merito. Lo stesso vale per i sacerdoti, e a maggior ragione per quest’ultimi, in quanto sono più vulnerabili nei confronti delle punizioni comminate dai loro superiori unicamente per il fatto di essere “politicamente scorretti”.
Questo libro fa cenno anche al trattamento repressivo condotto nei confronti del “Sacerdote di Fatima”, Padre Nicholas Gruner, il cui unico “crimine” è stato quello di dedicare (come fa tuttora) tutto se stesso alla promozione del Messaggio di Fatima, a costo di grandi sacrifici personali. I tentativi del Vaticano di ridurlo al silenzio, sfociati addirittura in una minaccia di scomunica, sono in aperto contrasto con le blande punizioni che il Vaticano ha intrapreso contro quelle centinaia di sacerdoti, e persino vescovi ed Arcivescovi, che sono stati coinvolti negli scandali di molestie sessuali sui minori. Il triste stato in cui versa il clero Cattolico ai nostri giorni può essere efficacemente sintetizzato dal netto contrasto tra il trattamento riservato a Padre Gruner e quello accordato a quei prelati Cattolici che si sono macchiati di crimini infami.
La Chiesa Cattolica ha nelle sue mani un rimedio, in grado di fare ciò che nessun altro può fare – portare la pace a questo mondo così martoriato dalle guerre. Sulla base delle numerosissime prove contenute in questo libro, coloro che stanno impedendo che questa soluzione venga attuata concretamente hanno molto di cui rispondere. Essi devono dare spiegazione delle proprie azioni dinanzi ai fedeli Cattolici ma anche al mondo intero. Inoltre, data l’importanza che riveste questa vicenda per l’umanità in generale, la soppressione del Messaggio di Fatima dovrebbe suscitare assai più indignazione pubblica che non i tentativi episcopali di insabbiare i casi di molestie sessuali su minori, denunciati dalla stampa nel 2002.
Il capitolo 18 di questo libro offre fornisce infine dei suggerimenti a ciascuno di noi su ciò che possiamo fare, a livello individuale e a prescindere dal fatto che siamo fedeli o meno, al fine di persuadere i vertici della Chiesa Cattolica ad agire nell’interesse della Chiesa e dell’umanità intera. Questo libro chiarisce una volta per tutte che i Cattolici e i non credenti hanno solo da guadagnare se il Messaggio di Fatima verrà obbedito e che, al contrario, hanno moltissimo da perdere se esso continuerà a venire ignorato proprio da quelle persone che avevano avuto l’incarico di eseguire i suoi comandi.
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Padre Paul Kramer,
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