Sempre in quel torno di tempo c'era nella chiesa di Aquino un chierico tormentato dal demonio e il suo venerando vescovo Costanzo l'aveva mandato in molti luoghi ai sepolcri dei martiri, per ottenere la grazia della liberazione. Ma i santi martiri non gli vollero concedere questo dono, perché ancora una volta si manifestasse quanta fosse la grazia di Benedetto.
Lo condussero dunque al santo e questi effondendosi in preghiera al Signore Gesù Cristo senza indugio lo liberò dell'antico nemico.
Però subito dopo avergli resa la guarigione il santo gli diede questa ammonizione. "Adesso torna pure a casa; d'ora innanzi però non mangiare mai carne e non ardire di accedere agli ordini sacri perché nello stesso giorno sarai dato di nuovo in balia del demonio".
Il chierico risanato partì e si mantenne fedele agli avvisi dell'uomo di Dio perché, come spesso succede, un recente castigo tiene stretto l'animo in impressione e paura. Ma dopo parecchi anni, osservando che i più anziani di lui erano ritornati al Signore e i chierici più giovani gli andavano avanti nella carriera ecclesiastica, non tenne più conto delle parole dell'uomo di Dio, quasi dimenticate per il lungo tempo, e si presentò a ricevere l'ordine sacro. Ma il diavolo che lo aveva lasciato, subito ne riprese possesso e non cessò di tormentarlo fino a togliergli persino la vita.
Pietro: Se Benedetto poté vedere che quel chierico era stato dato in balìa del diavolo perché non osasse accedere agli ordini sacri, vuol dire che questo uomo di Dio riusciva a penetrare anche nei divini segreti?
Gregorio: è chiaro che riusciva a conoscere i segreti di Dio, proprio perché osservava i precetti di Dio. Non sta scritto, infatti: "Chi è unito al Signore, forma un solo spirito con lui"?
Pietro: Ma allora, se chi è unito al Signore forma un unico spirito con lui, come mai l'esimio banditore del Vangelo dice: "Chi ha conosciuto il pensiero del Signore e chi fu suo consigliere?". Mi pare che non sia molto logico che uno ignori il pensiero di colui col quale forma un unico spirito.
Gregorio.- Ai santi, nella misura che sono un solo spirito col Signore, non è ignoto il pensiero di lui. Infatti lo stesso apostolo dice: "Chi, fra gli uomini, conosce le cose dell'uomo, se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche nessuno conosce le cose di Dio se non lo spirito di Dio".E per dimostrare che egli conosceva le cose di Dio, aggiunse: "Noi non abbiamo ricevuto lo spirito di questo mondo, ma lo spirito che viene da Dio". E poco dopo aggiunge: "Occhio non vide, orecchio non udì, né entrò mai nel cuore dell'uomo ciò che Dio ha preparato per quelli che l'amano. A noi Dio l'ha rivelato per mezzo dello spirito suo".
Pietro: Se dunque all'Apostolo furono rivelate le cose di Dio, come mai poco prima aveva esclamato: "O sublime ricchezza della sapienza e della scienza di Dio! quanto incomprensibili sono i suoi pensieri e imperscrutabili le sue vie!"? Ma mentre dico questo, un'altra questione mi sorge alla mente. Il Profeta David dice al Signore: "Con le mie labbra esalto tutti i giudizi della tua bocca!". Certamente il poter anche esprimere è più che il solo conoscere: e allora perché Paolo afferma che i giudizi di Dio sono incomprensibili, mentre Davide attesta che non solo li conosce, ma di averli anche proclamati con la sua bocca?
Gregorio: Rifletti bene e vedrai che ad ambedue le questioni ti ho già brevemente risposto quando ti ho detto che i santi, in quanto sono uniti intimamente a Dio, non ignorano il pensiero di Dio. Tutti quelli che con pietà seguono il Signore, proprio per questo sono uniti col Signore, ma siccome sono ancora gravati dal peso del corpo corruttibile, non sono ancora con lui. Perciò, in quanto sono uniti con lui, conoscono i segreti di Dio; ma in quanto ne sono disgiunti, li ignorano. Poiché dunque non penetrano ancora perfettamente i suoi segreti, essi confessano che i pensieri di lui sono incomprensibili; essendo però uniti a lui con l'anima, ricevendo luce o dalla Sacra Scrittura o da private rivelazioni, h conoscono e una volta conosciuti li esprimono pure. In poche parole: i giudizi che Dio loro nasconde, non h conoscono, quelli che Dio loro rivela, li conoscono.
Per questo, quando Davide dice: "Con le mie labbra ho espresso tutti i pensieri" vi aggiunge subito: "della tua bocca".Vuole dire chiaramente così: "lo ho potuto conoscere e proclamare i tuoi giudizi, ma solo quelli che tu apertamente mi hai rivelati; perché quelli che tu non rivela vuol dire che li vuoi tener nascosti alla nostra conoscenza".
Vanno dunque pienamente d'accordo le parole del profeta e dell'Apostolo: i pensieri di Dio sono incomprensibili, ma dopo che sono stati rivelati dalla bocca di lui, possono essere proclamati da labbra umane; possono cioè essere conosciuti e proclamati davanti a tutti; solo quelli però che Dio ha rivelato; gli altri no, rimangono occulti.
Pietro: Ti ho fatto queste obiezioni perché avevo qualche piccolo dubbio: ora la questione è perfettamente chiarita. E adesso, ti rimane ancora qualche altra cosa da dire sulle virtù del nostro santo? Continua pure.
tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno
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