giovedì 27 febbraio 2020

LA VITA DI SAN BENEDETTO



Il chierico liberato dal demonio

Sempre in quel torno di tempo c'era nella chiesa di Aquino un chierico  tormentato dal demonio e il suo venerando vescovo Costanzo l'aveva mandato in  molti luoghi ai sepolcri dei martiri, per ottenere la grazia della liberazione. Ma i  santi martiri non gli vollero concedere questo dono, perché ancora una volta si  manifestasse quanta fosse la grazia di Benedetto.

Lo condussero dunque al santo e questi effondendosi in preghiera al Signore  Gesù Cristo senza indugio lo liberò dell'antico nemico.

Però subito dopo avergli resa la guarigione il santo gli diede questa  ammonizione. "Adesso torna pure a casa; d'ora innanzi però non mangiare mai  carne e non ardire di accedere agli ordini sacri perché nello stesso giorno sarai  dato di nuovo in balia del demonio".

Il chierico risanato partì e si mantenne fedele agli avvisi dell'uomo di Dio  perché, come spesso succede, un recente castigo tiene stretto l'animo in  impressione e paura. Ma dopo parecchi anni, osservando che i più anziani di lui  erano ritornati al Signore e i chierici più giovani gli andavano avanti nella carriera  ecclesiastica, non tenne più conto delle parole dell'uomo di Dio, quasi dimenticate  per il lungo tempo, e si presentò a ricevere l'ordine sacro. Ma il diavolo che lo  aveva lasciato, subito ne riprese possesso e non cessò di tormentarlo fino a  togliergli persino la vita.

Pietro: Se Benedetto poté vedere che quel chierico era stato dato in balìa del  diavolo perché non osasse accedere agli ordini sacri, vuol dire che questo uomo  di Dio riusciva a penetrare anche nei divini segreti?

Gregorio: è chiaro che riusciva a conoscere i segreti di Dio, proprio perché  osservava i precetti di Dio. Non sta scritto, infatti: "Chi è unito al Signore, forma un  solo spirito con lui"?

Pietro: Ma allora, se chi è unito al Signore forma un unico spirito con lui, come  mai l'esimio banditore del Vangelo dice: "Chi ha conosciuto il pensiero del Signore e chi fu suo consigliere?". Mi pare che non sia molto logico che uno ignori il  pensiero di colui col quale forma un unico spirito.

Gregorio.- Ai santi, nella misura che sono un solo spirito col Signore, non è  ignoto il pensiero di lui. Infatti lo stesso apostolo dice: "Chi, fra gli uomini, conosce  le cose dell'uomo, se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche nessuno  conosce le cose di Dio se non lo spirito di Dio".E per dimostrare che egli  conosceva le cose di Dio, aggiunse: "Noi non abbiamo ricevuto lo spirito di questo  mondo, ma lo spirito che viene da Dio". E poco dopo aggiunge: "Occhio non vide,  orecchio non udì, né entrò mai nel cuore dell'uomo ciò che Dio ha preparato per  quelli che l'amano. A noi Dio l'ha rivelato per mezzo dello spirito suo".

Pietro: Se dunque all'Apostolo furono rivelate le cose di Dio, come mai poco  prima aveva esclamato: "O sublime ricchezza della sapienza e della scienza di  Dio! quanto incomprensibili sono i suoi pensieri e imperscrutabili le sue vie!"? Ma  mentre dico questo, un'altra questione mi sorge alla mente. Il Profeta David dice  al Signore: "Con le mie labbra esalto tutti i giudizi della tua bocca!". Certamente il  poter anche esprimere è più che il solo conoscere: e allora perché Paolo afferma  che i giudizi di Dio sono incomprensibili, mentre Davide attesta che non solo li  conosce, ma di averli anche proclamati con la sua bocca?

Gregorio: Rifletti bene e vedrai che ad ambedue le questioni ti ho già  brevemente risposto quando ti ho detto che i santi, in quanto sono uniti  intimamente a Dio, non ignorano il pensiero di Dio. Tutti quelli che con pietà  seguono il Signore, proprio per questo sono uniti col Signore, ma siccome sono  ancora gravati dal peso del corpo corruttibile, non sono ancora con lui. Perciò, in  quanto sono uniti con lui, conoscono i segreti di Dio; ma in quanto ne sono  disgiunti, li ignorano. Poiché dunque non penetrano ancora perfettamente i suoi  segreti, essi confessano che i pensieri di lui sono incomprensibili; essendo però  uniti a lui con l'anima, ricevendo luce o dalla Sacra Scrittura o da private  rivelazioni, h conoscono e una volta conosciuti li esprimono pure. In poche parole: i giudizi che Dio loro nasconde, non h conoscono, quelli che Dio loro rivela, li  conoscono.

Per questo, quando Davide dice: "Con le mie labbra ho espresso tutti i  pensieri" vi aggiunge subito: "della tua bocca".Vuole dire chiaramente così: "lo ho  potuto conoscere e proclamare i tuoi giudizi, ma solo quelli che tu apertamente mi  hai rivelati; perché quelli che tu non rivela vuol dire che li vuoi tener nascosti alla  nostra conoscenza".

Vanno dunque pienamente d'accordo le parole del profeta e dell'Apostolo: i  pensieri di Dio sono incomprensibili, ma dopo che sono stati rivelati dalla bocca di  lui, possono essere proclamati da labbra umane; possono cioè essere conosciuti  e proclamati davanti a tutti; solo quelli però che Dio ha rivelato; gli altri no,  rimangono occulti.

Pietro: Ti ho fatto queste obiezioni perché avevo qualche piccolo dubbio: ora la  questione è perfettamente chiarita. E adesso, ti rimane ancora qualche altra cosa  da dire sulle virtù del nostro santo? Continua pure.

tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno

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