sabato 18 maggio 2019

SATANISMO E CULTO SATANICO



Non è certo una novità per nessuno l’affermare che satana è riuscito spesso a camuffarsi talmente da apparire come un dio e a arrivare perfino a farsi adorare. San Paolo afferma che satana, l’angelo decaduto, l’angelo delle tenebre, tenta molte volte e molte volte riesce a farsi vedere come angelo di luce (2 Cor 11,14).

In tutti i tempi, dopo la fondazione del cristianesimo, noi assistiamo a episodi sporadici, ma non per questo meno rari e meno controllati, di culto satanico con una contro-liturgia di evidente imitazione cristiana per tributare all’avversario di Dio, con la contraffazione artificiosa e blasfema degli stessi riti e dello stesso linguaggio, l’omaggio e la venerazione dovuti a lui solo.

Il fenomeno si ha solo - dicevamo — dopo la fondazione del cristianesimo, cioè dopo la venuta di Cristo sulla terra e dopo che la sua morte in croce aveva messo termine al potere del «principe di questo mondo». Prima di allora il culto satanico esisteva ma in un’altra forma più legale e quindi meno avvertita. Nell’antichità pagana infatti presso gli egiziani, i greci, i romani, i germani, i celti, si praticava il culto idolatrico, il quale, anche se indirettamente era indirizzato al demonio — gli idoli, secondo san Paolo e sant’Agostino, non erano che la personificazione di satana — tuttavia direttamente intendevano onorare o una divinità particolare, o un animale sacro, o comunque un oggetto che non doveva necessariamente essere identificato col demonio.

Dopo Cristo invece la cosa prende un altro aspetto, principalmente attraverso l’eresia gnostica la quale era nata nell’ambiente cristiano dopo avere assimilato e fatte sue le teorie manichee, neoplatoniche, cabalistiche e di altre religioni orientali.

L’antitesi Dio-satana fa parte essenziale del principio fondamentale della tradizione cristiana. Il cristianesimo comincia con la ripulsa formale a satana, alle sue pompe e alle sue opere, ancora nel rito del battesimo, che è il primo atto, il primo passo che introduce nella religione cristiana. 
L’esorcismo battesimale che precede l’infusione dell’acqua lustrale è diretto contro il demonio: «Esci da quest’anima, spirito immondo, e cedi il posto allo Spirito Santo». Dopo il battesimo c’è tutta una serie di riti, di cerimonie, di sacramenti e di sacramentali che accompagnano le diverse fasidella vita del credente e che hanno tutti un’aperta ed esplicita significazione antidiabolica. A ciò si aggiungono le numerose usanze popolari del mondo cristiano che derivano dal battesimo ed esprimono la stessa tendenza.

Il satanismo, qualè oggi generalmente inteso, nasce come anti-cristianesimo pochi anni dopo l’inizio della predicazione apostolica. Ne fanno esplicita allusione le lettere di san Paolo, specialmente quelle dette della prigionia — e di san Giovanni apostolo. Come l’eresia è l’antidogma, l’anti-rivelazione divina, così il satanismo è il sovvertimento empio e blasfemo della liturgia eucaristica che trova la sua massima espressione nel sacrificio della santa messa. Questo anticristianesimo caratterizzato dal satanismo trovò la sua massima e più costante espressione — dicevamo — nell’eresia gnostica.

Essa costituì un pericolo gravissimo per la chiesa nascente appunto perché nata nell’ambiente cristiano. Il paganesimo romano, la filosofia ellenica, il pensiero giudaico, costituivano certo un grave inciampo per la fede predicata dagli apostoli. Una continua vigilanza era necessaria per impedire la contaminazione e l’infiltrazione di errori derivati dalle false religioni e dalle usanze dei popoli in mezzo ai quali i cristiani dovevano vivere. Ma quelle religioni, quelle filosofie e quelle usanze non erano «cristiane», venivano dall’altra sponda, da quella sponda che i cristiani convertiti e battezzati avevano ormai lasciato per entrare nella chiesa. In questo senso essi erano per lo meno avvertiti e messi in guardia per scorgere subito gli errori come errori, senza pericolo di esserne contaminati.

Ma lo gnosticismo era nato dentro la chiesa, si presentava come frutto del cristianesimo, come sviluppo, approfondimento e allargamento della fede contenuta nel vangelo, e coloro che se ne facevano promotori e difensori, Tertulliano, Montano, Apollinare, erano il più delle volte personaggi in vista degni per altra parte di ogni rispetto.

Si spiega così il fascino che la nuova eresia «cristianizzata» poteva esercitare sulle masse e il numero non indifferente di coloro che o per ignoranza o per interessi vi aderivano.

Per questo il pericolo dello gnosticismo fu per la chiesa in quei primi secoli, e anche nei secoli posteriori, la minaccia più grave, più grave certo delle persecuzioni degli imperatori romani. Le persecuzioni facevano dei martiri, quindi dei santi e degli eroi; lo gnosticismo faceva degli eretici, quindi degli apostati e dei traditori. Sappiamo dalla storia di tutti i tempi che la rovina e la distruzione dei grandi imperi non avviene mai per l’assalto di forze esterne, le quali anzi spesso li rafforzano, ma per la corruzione morale che ne rode la compagine interna e li porta al crollo definitivo. Così era avvenuto per l’impero romano.

Così poteva avvenire per la chiesa cattolica se essa, per la forza divina che non le era mai venuta meno, non fosse intervenuta tempestivamente e non avesse reso vani gli assalti dell’eresia che si erainfiltrata nelle file dei suoi fedeli.

In che cosa consiste l’eresia gnostica?

Il bagaglio culturale dei nuovi eretici toccava quasi tutti i punti del dogma cristiano: la natura di Dio, la divinità di Cristo, l’incarnazione, i sacramenti, la grazia, la chiesa, il dogma e la morale cristiana interpretati però razionalmente, in base alla filosofia neoplatonica e all’esoterismo derivatoda movimenti e correnti religiose orientali, specialmente dal manicheismo, senza tener conto, anzi in aperto contrasto con l’insegnamento autentico della chiesa. A una falsa concezione della fede nonpoteva che seguire una falsa interpretazione della morale. Quello che i Padri e gli scrittori ecclesiastici del secolo IV — specialmente Epifanio — scrivono delle oscenità e degli eccessi a cui arrivavano nelle loro adunanze gli eretici, supera l’incredibile. Se ogni eresia e ogni scisma che divide la chiesa di Dio deriva dal nemico «che nella notte semina la zizzania in mezzo al buon grano» (Mt 13,39), è evidente che anche nell’eresia gnostica il demonio doveva occupare un ruolo importante, fondamentale, e che anche il culto satanico non vi fosse indifferente. Gli gnostici non soltanto credevano nell’esistenza di due specie di divinità, il Dio buono e il dio cattivo, ma ritenevano che il dio cattivo, lo spirito delle tenebre da essi preferito, fosse la vera divinità della chiesa visibile. In altre parole, il vero Dio a cui si deve prestare l’adorazione era secondo essi il demonio. Da questa falsa concezione tutto nella chiesa, dottrina, disciplina, sacramenti, morale, doveva prendere un aspetto nuovo che non aveva nulla a che fare con la fede e la morale tradizionale. Giustamente i vescovi e i teologi del tempo identificavano il dio gnostico con lo spiritodel male, con satana.

Così la chiesa, che dopo Costantino pensava di aver superato il principale ostacolo della sua sopravvivenza, il paganesimo romano, si venne a trovare di fronte a un paganesimo nuovo non meno formidabile e minaccioso del primo, che si presentava con più o meno le stesse caratteristichedel primo anche se sotto colore e nomi diversi; anzi, perché l’assalto questa volta veniva dal di dentro, la minaccia era ancora più grave.

Lo gnosticismo non era destinato a localizzarsi soltanto nei primi tempi della chiesa. Come le male piante che non muoiono mai, era destinato a crescere e a evolversi nel primo Medioevo, nel tardo Medioevo, nel periodo del Rinascimento e giù giù nei tempi moderni fino ai nostri giorni. E ciò sempre nell’ambito di quello che è chiamato mondo cristiano e sempre sotto l’aspetto del culto satanico che ne era diventato la caratteristica inconfondibile.

Nel primo Medioevo gli gnostici, col nome di «càtari» (Kàtharos, in greco, vuol dire «puro»), di bulgari, di bogomili e altri, muovono dal nativo oriente e si spingono in Europa trovando terreno favorevole specialmente nella Lombardia e nella Francia meridionale, dove la vicinanza degli arabi e degli ebrei spagnoli favorisce la loro diffusione. Nel tardo Medioevo prenderanno altri nomi, tra i quali è celebre quello di «albigesi», il cui centro era la città di Albi nella Francia meridionale.

La posizione della chiesa ufficiale non poteva essere che di opposizione e di condanna di questi movimenti. La chiesa càtara e bogomila, anche se clandestine e invisibili, costituivano un continuo pericolo non solo per la chiesa ma anche per la società, data la larga diffusione tra le masse popolarie per la tendenza rivoluzionaria che spesso avevano manifestato. Corrotti essi stessi fino al midollo dell’osso, avevano la stolta pretesa di correggere gli abusi e la corruzione ecclesiastica. Che nella chiesa ci fossero delle storture e delle riforme urgenti era cosa nota. Anche papi, specialmente san Gregorio VII prima e Innocenzo III dopo, erano spesso intervenuti per operare la necessaria riformadel popolo e del clero, ma gli eretici, anche parlando di riforma, non volevano arrivare a una vera riforma, ma solo alla rivoluzione, cioè al capovolgimento e alla distruzione dell’ordine esistente. 
Essi, senza saperlo, anticipavano il programma e la visuale di libertà, uguaglianza e fraternità che diventeranno la bandiera della rivoluzione francese, e con Carlo Marx erano convinti che non basta interpretare il mondo da filosofi, ma che bisognava arrivare a trasformarlo da rivoluzionari. Per questo non solo la chiesa ma anche l’autorità civile in tutti i paesi interessati aveva preso una posizione di difesa e di distanza da queste pericolose tendenze.

L’esplosione del satanismo — sempre nell’ambito delle sette — avvenne nel Rinascimento col pullulare del fenomeno delle streghe, della magia nera e di altre forme di satanismo. Il ritorno al paganesimo classico, caratteristico di questo periodo, aveva portato a una attenuazione del senso religioso, dell’influsso della chiesa sulla società e conseguentemente al pullulare di nuove forme di culto esoterico che gli storici laicisti si ostinano a chiamare «medioevale» quando — come si è detto — il Medioevo era già finito. Anche nel Medioevo, si sa, non erano mancate le deviazioni e le ombre: quale epoca storica se ne può considerare esente? Però una cosa è certa: nel Medioevo autentico, quando il popolo era ancora capace di sentire e di capire il linguaggio della chiesa, a certi eccessi non si era mai arrivati.

Nel Seicento francese il satanismo prende un aspetto che potremmo dire politico. Al culto satanico vediamo dedicarsi di preferenza le molte donne che circolano intorno a Luigi XIV nella corte di Versailles. Sono scandalosa- mente celebri i processi a carico di madama Voisin, di madama di Montespan e di molti altri coinvolti in quel traffico torbido e tenebroso.

Nel Settecento nasce la massoneria i cui legami col satanismo sono noti, come, stando agli addetti ai lavori che si sono interessati del nostro tema, sono noti anche i legami che le logge hanno sempre avuto coi culti misteriosofici e mitriaci dell’antichità. E interessante quanto ha portato di nuovo la ricerca in questo campo. In una delle opere storiografiche più recenti relative ai riti di iniziazione gnostici e mitriaci si dice chiaramente che la disposizione del moderno tempio massonico è del tuttoe per tutto identica a quella dei tempi mitriaci. La conoscenza frammentaria e incompleta dei riti antichi di iniziazione non permette di descriverne tutti i dettagli, però è certo che alcuni dei suoi elementi prefigurano aspetti che si ritroveranno nell’iniziazione massonica33.

Nell’Ottocento il satanismo, sia nel periodo preromantico sia, specialmente, nel romanticismo, entra nel mondo letterario. Nel 1846 un gruppo di giovani a Parigi si era messo in rivolta contro le norme 
sociali e religiose del tempo e ogni domenica si radunavano per assistere a culti satanici con la celebrazione di messe nere. A questi gruppi era molto vicino il poeta Charles Baudelaire (1821-1867), che nei suoi «Fleurs du mal» pubblicati a Parigi nel 1857, ha cantato le «litanie di satana»:

«O angelo il più sapiente e il più bello, dio tradito dal destino, privato della lode che meritavi, o satana, abbi pietà della mia lunga sofferenza,. . . ».

Giacomo Leopardi, morto a Napoli nel 1837, aveva composto, pochi anni prima di morire, un inno a satana, rimasto incompleto, in onore di Arimane, lo spirito manicheo del male:

«Re delle cose, creatore del mondo, misteriosa infamia, sommo potere e somma intelligenza, eterno autore del male e guida del moto, non so se questo ti faccia felice, .. . ».

Nel 1869 appariva l’inno a satana di Giosuè Carducci:

Salute o satana,

o ribellione,

o forza vindice

della ragione...

che fu accolto con grandissimo entusiasmo dai massoni nostrani — anche il Carducci era massone — e ne fecero subito il loro inno ufficiale. Carducci più tardi, pare, si pentì di quella che chiamò «chitarrata», chitarrata però che, satura di bestemmie e di enormità innominabili, si prolunga per ben cinquanta strofe.

I poeti satanici sono fioriti alla fine del secolo scorso e agli inizi di questo secolo in Italia; ricordiamo, oltre Carducci, Mario Rapisardi (1844-1912) col poema Lucifero, ma più numerosi in Francia, Victor Hugo (1802-1885) con la Fin de Satan, Alfred de Vigny (1797-1863) con Sàtanpardonné, Honoré de Balzac (1799-1850) con Malmoth reconcilié, Paul Valéry con l’Ebauche da Serpent, una vera apologia di satana e, recentissimi,Jeanpaul Sartre — definito «un indemoniato»— Andrè Gide e diversi altri.

Questi scrittori sono tutti d’accordo con quello che aveva osato scrive Ernesto Renan, prete apostata della fede e del sacerdozio:

«Di tutti gli esseri, altre volte maledetti e che la tolleranza del nostro secolo ha sottratto all’anatema, satana è colui che più ha guadagnato nel progresso dei lumi e della civiltà universale. Un secolo così fecondo di riabilitazioni come il nostro, non poteva mancare di ragione per riabilitare un rivoluzionario infelice che il bisogno di agire lanciò in imprese rischiose. Fra le altre ragioni della nostra tolleranza amo far valere questa: che noi siamo diventati più indulgenti ed egli è diventato meno cattivo. Non è più il genio funesto, oggetto di tanto odio e di tanto terrore. Il male, ai nostri giorni, è evidentemente minore che in passato e la nostra tolleranza è la prova migliore che il bene ha trionfato»34.

In Russia ha fatto molto parlare e scrivere di sé Rasputin, causa non ultima della fine dei Roinanoff Michele Bakunin (1814-1876), capo dell’anarchismo russo, mente direttiva dell’Intellighentzia russa del suo tempo, antiteista appassionato, anzi fanatico, adorava come suo patrono e suo ideale satana, il cui nome egli pose a capo dei suoi lavori letterari sullo stato.

In Inghilterra, «dove la storia della stregoneria ha una particolare tradizione» (Zacharias), il culto satanico vanta un’anzianit su altri stati europei che tutti le riconoscono. Un rapporto del celebre demonologo Harry Price del 1948, rapporto ratificato dall’università di Londra, rende noto che centinaia di uomini e di donne di elevata condizione sociale adorano il diavolo e gli rendono un culto permanente. La magia nera, la stregoneria, l’evocazione dei diavoli, le tre forme classiche della superstizione «medioevale», sono ancora oggi praticate a Londra con una libertà e diffusione sconosciute nel Medioevo.

Robert Fabian, ex superintendente di Scotland Yard, dichiarava la stessa cosa pochi anni dopo: il numero dei partecipanti ai riti satanici nella città di Londra va aumentando continuamente. Le messe nere e le orge sessuali che ne seguono sono frequentissime. Frequenti i furti di oggetti e indumenti sacri che sono usati per questi riti nefandi. La polizia britannica è stata costretta più volte a intervenire presso le autorità religiose — solamente alle cattoliche — del paese perché tali furti fossero impediti. Erano ricercati specialmente i calici e le pissidi d’argento. Nello Yorkshire, per consiglio della polizia, molte chiese restano chiuse durante il giorno per impedire queste profanazioni.

Nell’America del sud è frequente tra la popolazione negra il rito della Macumba a sfondo satanico.

Nell’America del nord, terra sempre molto prolifica per tutte le novità più impensabili e più assurde, le associazioni a sfondo satanico non si contano più. La più recente e la più nota è la chiesadi satana fondata a Los Angeles nel 1968 che ha avuto il riconoscimento ufficiale del governo statunitense. La rivista Newsweek del maggio 1971, riferendosi a libri e articoli che trattavano di satanismo e di culti esoterici a sfondo satanico, contava ben 2.345 pubblicazioni. Dopo di allora, colrecente aumento di immoralità senza freno e senza inibizioni e — diciamo ancora — senza un serio e energico intervento della legge civile e dei governi, tale numero è certamente aumentato, come diremo tra poco. Non sembra esagerato dire, come fu detto anche da persona molto in alto, che la nostra è un’epoca satanica, un’era dominata dal diavolo.

Il culto satanico si sta estendendo in tutte le principali città degli Stati Uniti. Ci sono tre gruppi satanici a Berkeley, cinque a San Francisco ed uno a San Diego. Il numero dei circoli satanici che si radunano nella contea di Los Angeles è indeterminato.

La rivista Lfe nel 1964 scriveva:

«E difficile fare un calcolo esatto delle società segrete e delle loro riunioni, le une non si fanno conoscere dalle altre, ma da tutto l’insieme si deve dire che vanno sempre crescendo».

Nel 1971 un professore dell’università di Harvard scriveva:

«È innegabile l’aumento sempre crescente del misticismo — evidentemente del falso misticismo —che sta diventando una vera epidemia»35.

Paolo Calliari

Ave, Maria,




Ave, Maria, ferita nell'anima dalla resistenza degli uomini a Gesù: prega il tuo Figlio perché sappiamo accettare il mistero doloroso dell'amore che salva.

La Madre della Salvezza: Molti verranno spogliati dei loro titoli



Miei cari figli, per favore pregate per i leali servitori consacrati di mio Figlio, mentre gli eventi futuri avranno luogo. Molti verranno spogliati dei loro titoli, cacciati nel deserto e disonorati. 
Tumulti e confusione si diffonderanno dentro la Chiesa di mio Figlio, ma i traditori aumenteranno di gran numero e molti li seguiranno. Le altre Chiese Cristiane si avvicineranno alla nuova chiesa riadattata, e quindi tutto sarà messo a posto, perché la nuova religione globale sorga. Questa nuova forma di chiesa, inizialmente sembrerà essere una ventata d‟aria fresca per molti di coloro che desiderano il cambiamento. In seguito, diverrà chiaro che essa serve solamente a coloro i quali vogliono che le Leggi di Dio vengano cambiate, al fine di accomodare le loro vite peccaminose. Questa chiesa perderà interamente la fede. 
Essa avrà l‟apparenza di una nuova e rinnovata chiesa di Dio, ma alcuni simboli, che dovrebbero glorificare mio Figlio, non saranno niente del genere. 

Quindi, mentre i tempi divengono maturi, la nuova “Unica Chiesa Mondiale” verrà annunciata e verrà percepita come un‟enorme istituzione umanitaria. Questa sarà intrinsecamente legata al mondo della politica e degli affari. A quel punto, coloro che non hanno mai fatto parte di alcun credo, entreranno a farvi parte. Quanto gioiranno costoro, per il fatto che ogni peccato verrà giustificato! Di conseguenza molte persone si sentiranno sollevate, per la ragione che potranno vivere le loro vite, come esse desiderano. Non dovranno più preoccuparsi di offendere Dio perché non considereranno il peccato, come un qualcosa di cui preoccuparsi. 

La nuova chiesa, allo scopo di diffondere una senso di merito, promuoverà le opere umanitarie e caritatevoli ed il mondo intero la applaudirà. Poco dopo, non verrà più fatta alcuna distinzione tra quest‟ultima, le alleanze politiche globali e le organizzazioni d‟affari, dedicate alla filantropia. 

Nel frattempo, la vera Chiesa di mio Figlio, così come fu edificata da Lui, rimarrà viva ma indebolita. Esigua nel numero, la chiesa rimanente non si arrenderà mai, neanche quando subentrerà l‟Anticristo. 

Pregate, pregate, pregate, perché così i servitori consacrati di mio Figlio superino le loro paure e si levino per proclamare la Verità, anche quando le loro voci verranno soffocate da coloro che tradiscono mio Figlio. 

La vostra amata Madre 

Madre della Salvezza 

17 Ottobre 2014

venerdì 17 maggio 2019

"L'umanità peccatrice non si pente. Mi sto rivolgendo ai preti...chiedo loro di formare dei gruppi di preghiera ed espiazione".



"Figlia Mia, gli uomini non vogliono credere, ma il Padre Eterno invierà molti castighi ed epidemie affinché essi preghino e si riconcilino con Me.
Non fanno niente per migliorare e l'umanità peccatrice non si pente.
Su questo mondo ricadrà l'ira divina!
Prega molto. Il diavolo sta distruggendo l'intera umanità e il male la avvolge totalmente.
Io chiamo tutti i preti a pregare, a far penitenza e a formare gruppi di preghiera ed espiazione.
Se l'umanità vuole essere salvata deve pregare e far penitenza per riparare le offese, le maledizioni e le bestemmie pronunciate contro di Me e il Mio Eterno Padre.
Questo è un grave momento, ma l'umanità non lo capisce.
Cos'altro avrei dovuto soffrire per salvarla?"
"Io ti benedico".

suor Anna Alì   4 ottobre 1987

PADRE PIO DA PIETRELCINA



  Attuazione del programma di corredenzione. 


Vittima è la parola di profondo significato ascetico-mistico, che può servire da comune denominatore alla complessa attuazione del compito di corredentore, affidato da Dio a padre Pio. Fin dai primi anni egli sentì profondamente la necessità di offrirsi vittima per le anime ed in seguito assaporò con generosità le dolorose conseguenze che implica una tale offerta, fatta e rinnovata liberamente.  
In una delle prime lettere a padre Benedetto, dopo aver accennato a una idea lungamente accarezzata, padre Pio chiede il permesso per rinnovare l'offerta di vittima:  "Da parecchio tempo sento in me un bisogno, cioè di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime purganti. Questo desiderio è andato crescendo sempre più nel mio cuore tanto che ora è divenuto, sarei per dire, una forte passione. L'ho fatta, è vero, più volte questa offerta al Signore, scongiurando a voler versare sopra di me i castighi che sono preparati sopra dei peccatori e sulle anime purganti, anche centuplicandoli su di me, purché converta e salvi i peccatori ed ammetta presto in paradiso le anime del purgatorio, ma ora vorrei fargliela al Signore questa offerta colla sua ubbidienza. A me pare che lo voglia proprio Gesù. Son sicuro che ella non troverà difficoltà alcuna nell'accordarmi questo permesso (29 11 1910). 
Ed il permesso gli fu concesso. L'offerta non fu fatta alla leggera. Padre Pio aveva idee molto chiare dello stato vittimale; sapeva bene quali sarebbero state le conseguenze dell'offerta, ma mai indietreggiò dal cammino intrapreso:  "Non vi dissi - scrive il 5 novembre 1912 al padre Agostino - che Gesù vuole che io soffra senza alcun conforto? Non mi ha chiesto egli, forse, ed eletto per una delle sue vittime? Ed il dolcissimo Gesù mi ha fatto comprendere purtroppo tutto il significato di vittima. Bisogna, babbo caro, giungere al consummatum est, ed all'in manus tuas".  
E' ovvio che per raggiungere un ideale così esigente, difficile e sublime, e verso il quale si sentiva sempre più spinto, padre Pio non si fidava delle sue forze, ma neppure dubitava dell'ausilio che lo rendeva invincibile. E questo lo riconosce con compiacenza:  "Gesù, la sua diletta Madre, l'Angiolino [cioè l'angelo custode] con gli altri mi vanno incoraggiando, non tralasciando di ripetermi che la vittima per dirsi tale bisogna che perda tutto il suo sangue. Combattere coll'aver al fianco un sì tenero padre è dolce e consolante" (18 11 1912).  
E in un'altra lettera aggiunge:  "Una lotta continua deve l'anima mia sostenere. Non vi veggo altro scampo che abbandonarmi tra le braccia di Gesù, sulle quali bene spesso Gesù permette che mi addormenti. Beati sonni! Felice ristoro sono all'anima per le lotte sostenute" (10 7 1914). 
L'essere vittima non era per lui un peso, ma piuttosto una sorgente d'ineffabile gioia: "Oh che bella cosa divenir vittima d'amore", confida al padre Agostino (26 8 1912). Quindi non solo rinnovava spesso il sacrificio della sua vita, ma il suo zelo lo spingeva ad aumentare la schiera d'anime generose che rendessero lo stesso omaggio al Signore in beneficio dei fratelli. Ed in ciò secondava il desiderio espressogli da Gesù:  "Sentite, padre mio - scrive il 12 marzo 1913 a padre Agostino - i giusti lamenti del nostro dolcissimo Gesù: "Con quanta ingratitudine viene ripagato il mio amore dagli uomini [...]! 
Il mio cuore è dimenticato; nessuno si cura più del mio amore; io sono sempre contristato [...]. Figlio mio - soggiunse Gesù - ho bisogno delle vittime per calmare l'ira giusta e divina del Padre mio; rinnovami il sacrificio di tutto te stesso e fallo senza riservatezza alcuna". Il sacrificio della mia vita, padre mio, gliel'ho rinnovato, e ne sento in me qualche senso di tristezza, questo è nel contemplare il Dio dei dolori. Se vi riesce, cercate di ritrovare anime che si offrono al Signore in qualità di vittime per i peccatori. Gesù vi aiuterà".  
Il Signore gradiva l'offerta rinnovatagli e rispondeva aumentando i dolori e le sofferenze. Il 30 maggio 1918 padre Pio ricevette uno dei tanti favori mistici, chiamati tocchi sostanziali e, quando più tardi lo riferiva al direttore spirituale, aggiungeva:  "Durante questo avvenimento ebbi tempo di offrirmi tutto intiero al Signore per lo stesso fine che aveva il Santo Padre nel raccomandare alla Chiesa intiera l'offerta delle preghiere e dei sacrifizi. E non appena ebbi finito di ciò fare, mi sentii piombare in questa sì dura prigione e sentii tutto il fragore della porta di questa prigione che mi si rinchiudeva dietro. Mi sentii stretto da durissimi ceppi, e mi sentii subito venir meno alla vita. Da quel momento mi sento nell'inferno, senza alcuna sosta nemmeno per un istante" (27 7 1918).  
Lo stato di vittima è, senza dubbio una delle "coordinate" della spiritualità di padre Pio. La lettura dell'epistolario mette in evidenza, da una parte, la gamma degli svariati elementi costitutivi ed integrativi della vittima con tutti i loro contorni; e, dall'altra, la fedeltà e la fortezza, la generosità e la perseveranza con cui egli si dedica ad adempiere una missione così importante e impegnativa. 

La Preghiera per la salvezza



O mio Signore, conducimi nel Tuo Regno 
e proteggimi dall’oscurità che ha sommerso la mia anima. 
Ascoltami ora, oh Sacro Cuore e, grazie alla Tua Bontà, 
lascia trasparire la Tua Luce d’Amore e Protezione. 

La fame dello spirito lascia l‟anima vuota, triste e smarrita




Mia amatissima figlia, la fame di cibo che soddisfa la carne è un‟afflizione terribile. Ma la fame dello spirito, lascia l‟anima vuota, triste e smarrita. Quando un‟anima si allontana da Me, vaga in cerca di ogni tipo di soddisfazione. Andrà fino ai confini della terra, alla ricerca di sollievo e calma spirituale, ma niente potrà riempire questo vuoto, solamente Io. Essa potrà trovare un sollievo temporaneo in tutte le rilassanti attività terrene, ma non troverà mai la pace che solo Io posso portare. Quando nutro un‟anima, con la Mia Grazia, essa sarà piena del Mio Amore e della Mia Presenza. Sebbene la Mia Presenza all‟interno dell‟anima, possa attrarre su di essa il veleno degli spiriti maligni, che faranno di tutto per turbarla, a quest‟ultima non importerà. Il Mio Amore è tutto ciò di cui avete bisogno per sentirvi soddisfatti, ma la Mia Pace, dalla quale sarete pervasi non è di questo mondo. Essa deriva da grandi Benedizioni e le anime, che raggiungono questa pace, non lasceranno che vada via tanto facilmente, una volta che l‟hanno provata. 

Quando una persona fa di tutto per rinnegarMi, sta ingannando solamente sé stessa. Rinnegarmi è una vostra scelta. Allora, perché mostrare odio verso di Me, quando non credete che Io esista? Io invito quelli tra voi, che sono tormentati da battaglie spirituali ad ascoltare la Mia Voce, mentre vi chiamo ora a gran voce. Se voi Mi rinnegate, allora rimanete in silenzio. Non dovete rinnegarMi e conseguentemente maledirMi, poiché se lo fate, vi state contraddicendo. Non potete odiare qualcosa che non esiste. Se provate un qualsiasi tipo d‟odio, non sapete che questo ha una sua fonte, proprio com‟è per l‟amore? 
L‟amore viene da Dio. L‟odio viene da Satana. Il giorno in cui comprenderete che l‟odio cresce e s‟inasprisce, srotolandosi come un serpente, capirete che egli è un‟entità reale. Solo allora, alla fine, accetterete l‟esistenza del diavolo. La ragione per la quale lui, Satana, è tanto astuto, é quella che non va a suo vantaggio farsi riconoscere. Se dovesse succedere, sarebbe impossibile per voi non credere in Dio. 

Aprite gli occhi e vedrete il male, per ciò che realmente è. Sappiate che rinnegandoMi, il maligno vi userà per alimentare l‟odio contro coloro che Mi amano. 

Il vostro Gesù 

16 Ottobre 2014 


giovedì 16 maggio 2019

Le Chiavi del Mio Regno, nel mondo che verrà, sono state preparate



Mia amatissima figlia, tutto ciò che Io ho rivelato al mondo, tramite questi Messaggi, si adempirà. Molti di coloro che conoscono questi Messaggi continueranno, tristemente, a sopprimere la Mia Parola. Gli altri, coloro che non ne sono informati, invece si opporranno alla Mia Parola, la quale fu trasmessa loro attraverso i Santi Vangeli. 

Mi appello a tutti coloro che camminano con Me, su questa terra, e chiedo loro di aver fede in Me. Se vivrete secondo la Mia Parola non morirete. Se Vivrete le vostre vite, secondo la Verità, Io riverserò grandi Grazie su di voi e su coloro, i cui nomi porrete di fronte a Me. 
Mentre il mondo sprofonderà nell‟oscurità – a causa di guerre che spuntano ovunque, quando la malattia e la carestia ghermiranno l‟umanità – sarete testimoni del Mio Intervento. Io proteggerò tutti coloro che si consacrano al Mio Sacro Cuore. Io solleverò coloro i cui cuori possono essere pesanti, mentre porterò pace e serenità d‟animo, a coloro che Mi chiedono questi Doni. 

Solo Io, Gesù Cristo, posso alleggerire il vostro fardello. Solo Io posso sconfiggere i vostri nemici e coloro che abusano del potere e dell‟influenza, per distruggervi, a loro vantaggio. Solo voi, Miei amati seguaci, potete portarMi le anime di coloro che Mi respingono, che Mi mettono da parte e che Mi rinnegano. Molti di loro non verranno mai a Me, sebbene Io dia loro il benvenuto attraverso la Mia Misericordia. 

Dovete continuare ad ricorrere alle preghiere che vi sono state trasmesse. Rimanete vicini a Me, poiché ogni qual volta lo farete, vi verrà data ogni sorta di protezione dal male. Dovete essere forti, coraggiosi e rimanere calmi, poiché Io non abbandonerò mai il vostro fianco. Io camminerò con voi e vi sosterrò, Io vi conforterò, Io asciugherò ogni lacrima e, presto, avvolgerò voi ed i vostri cari amati, tra le Mie Amorevoli Braccia. 

Le Chiavi del Mio Regno, il mondo che verrà, sono state preparate e scelte per tutti coloro i cui nomi sono nel Libro dei Viventi. La Mia Misericordia però è così grande che Io accoglierò, nel Mio Nuovo Paradiso, anche coloro i cui nomi non sono inclusi, se Mi porterete queste anime, tramite le vostre preghiere. 

Il vostro amato Gesù 

14 Ottobre 2014 


Beata Elisabetta della Trinità



E' tanto bello sentire che il nostro unico Tutto è qui con noi, e non c'è che lui, nient'altro che lui.


MONDO NUOVO PROFETIZZATO




Occhi Profetici di Maria Valtorta.


Come sarà la Chiesa dopo la sua risurrezione?

Gesù a Maria Valtorta: «Spingiamo insieme lo sguardo nei tempi che, come placida alba successa a notte di bufera, precederanno il Giorno del Signore. ... I cattolici – tutto l’orbe conoscerà allora la Chiesa romana, perché il Vangelo risuonerà dai poli all’equatore, e da un lato all’altro del globo, come una fascia d’amore, andrà la Parola – i cattolici, usciti da lotta ferocissima, di cui questa è unicamente il preludio, [48] sazi di uccidersi e di seguire brutali dominatori, dalla sete di uccidere insaziabile e dalla violenza insuperabile, si volgeranno verso la Croce trionfante ritrovata dopo tanto loro accecamento. ...

Sarà Roma che parlerà, quella che ha vinto i Cesari, che li ha vinti senza armi e senza lotte, con un’unica forza: l’amore; con un’unica arma: la Croce; con un’unica oratoria: la preghiera. Sarà la Roma dei grandi Pontefici che in un mondo oscurato dalle invasioni barbariche e inebetito dalle distruzioni, ha saputo conservare la civiltà e spanderla tra gli incivili. Sarà la Roma che ha tenuto testa ai prepotenti, e per bocca dei suoi santi Vegliardi ha saputo prendere la parte dei deboli e mettere l’aculeo di una spirituale punizione anche a quelli che in apparenza erano refrattari a qualsiasi rimorso. ...

Verrà quel giorno in cui, disillusi degli uomini, vi volgerete a Colui che è già più spirito che uomo, e dell’umanità conserva quel tanto necessario a farvi persuasi della sua presenza. Verrà dalla sua bocca, che Io ispiro, la parola simile a quella chi Io vi direi, Io, Principe della Pace. Vi insegnerà la perla preziosissima del perdono reciproco, e vi persuaderà che le armi più belle sono quella del vomere che ferisce le glebe per renderle opime, e quella della falce che taglia le erbe per farle più belle. Vi insegnerà che la fatica più santa è quella che si compie per procurare un pane, una veste, una casa ai fratelli, e che solo amandosi da fratelli non vi è più conoscenza di veleno d’odio e di torture di guerre. Figli ... iniziate questo novello esodo verso la nuova Terra che Io vi prometto, e che sarà la vostra stessa Terra, ma mutata dall’amore cristiano. » [49]

Nel testo che qui segue, Gesù ci conferma la necessità della sua Parusia intermedia.

Gesù a Maria Valtorta: «Quest’ira delle nazioni [1943] è il prodromo dell’ira mia, poiché così deve avvenire. Ora penosa, poveri figli miei che la subite, ma è inevitabile che ci sia perché tutto deve essere compiuto, di Bene e di Male, sulla Terra, prima che venga la mia ora. Allora dirò: “Basta” e verrò come Giudice e Re ad assumere anche il Regno della terra [sarà la Parusia intermedia], e a giudicare i peccati [50] e i meriti dell’uomo. » [51]

di: Johannes De Parvulis

ONORE AL CROCIFISSO



IL P. MICHELE AGOSTINO PRO
E' uno dei più celebri martiri moderni di Cristo Re. Cadde nel Messico glorioso il 23 novembre 1927, dinanzi ai fucili dei ministri di Calles, la mano sinistra avvinta dal Rosario della Madonna, e la mano destra che stringe affettuosamente il Crocifisso. La sua vita è un magnifico romanzo di avventure eroiche per la difesa della Chiesa e per il suo apostolato tra i minatori. La sua morte sparse come un'onda di ammirazione in tutto il mondo cattolico e non cattolico. Quale il segreto del suo eroismo? Anzitutto il Crocifisso.
«La Croce! la Croce di N. S. Gesù Cristo! Essa significa per noi: amore, amore ardente, amore costante, follia d'amore. Studiamo questo libro prezioso». - E poi l'Addolorata: Scriveva infatti: «Lasciami vivere accanto a te, Madre mia, per tener compagnia alla tua solitudine triste e al tuo profondo dolore; lasciami vivere nella mia anima il lamento doloroso dei tuoi occhi e lo strazio del tuo cuore. Ciò. che io voglio sul cammino della mia vita, non è la letizia di Betlemme, non è l'adorazione del Dio Bambino nelle tue mani verginali, non voglio godere nella tua umile casa di Nazaret della cara presenza di Gesù, nè unirmi al coro degli Angeli nella tua gloriosa Assunzione. Ma voglio nella mia vita gli scherni e le beffe del Calvario, voglio la lenta prigionia  del tuo Figliuolo, il disprezzo, l'ignominia, l'infamia, amare il mio e tuo Dio con l'immolazione del mio essere».
Prima di essere fucilato aveva detto: «Tenetevi pronti a farmi le vostre domande, quando sarò in Paradiso». 
(Rivista: L'Apostolo del Crocifisso e dell'Addolorata - Serviti. Roma, 1930).
Il martirio è l'espressione massima dell'amore per Iddio. Chi generosamente lo affronta, ottiene la totale remissione di ogni proprio debito spirituale, una,, particolare corona di gloria, una potente intercessione presso il trono dell'Altissimo, e, dopo conveniente processo storico, l'universale venerazione dei fedeli sopra la terra.

SPIRITO SANTO



Vieni, o dolce Ospite dell'anima, che di noi ti compiaci più che l'artefice non si compiace dell'opera sua; deh! che la tua dimora in noi concorra a perfezionarci in una fedelissima imitazione degli esempi di Gesù. 

"Satana continua la sua marcia...facendo impazzire le anime e catturandole. Le Mie chiese sono ridotte a degli indifferenti luoghi di ritrovo anche poi li chiamano fraterni incontri di preghiera".



"Satana continua la sua marcia...facendo impazzire le anime e catturandole. Le Mie chiese sono ridotte a degli indifferenti luoghi di ritrovo anche poi li chiamano fraterni incontri di preghiera".

"Figlia Mia, mi chino su tutta l'umanità.
Quasi tutti insultano il Mio corpo divino, il Sacramento.
Satana continua a marciare fra di loro.
Se l'umanità (tutti i figli che ritorneranno a Me) verrà a Dio per chiedere perdono Io la salverò.
Satana imperversa nel mondo come una furia, fa impazzire le anime e le cattura".
"Figlia Mia, non avere paura, ogni volta che preghi Io ti ascolto.
Sono molto felice dei due giorni, di come tu hai elevato a  Me i poveri peccatori.
La mia pietà sarà grande se si pentiranno.
Le Mie chiese sono ridotte a degli indifferenti luoghi di ritrovo anche se poi li chiamano fraterni incontri di preghiera.
L'ostinazione di secoli fà continua ad esistere e a dominare".
"Con la mia benedizione".

 suor Anna Alì

LA PREGHIERA DEL GIUSTO



Il Signore, il più tenero dei padri, gradisce che noi preghiamo per gli uomini, suoi figli; e come i genitori, su richiesta dei figli buoni e ben educati, perdonano le sciocchezze dei figli cattivi, così fa il Padre celeste su preghiera di "coloro che gli appartengono" (2 Tim. 2, 19); così come, su preghiera dei suoi preti, ricolmi della sua grazia, Dio fa misericordia anche a chi non ne è degno, come ha usato misericordia verso il popolo ribelle nel deserto e gli ha perdonato le mormorazioni, ascoltando la preghiera di Mosè. Ma com'era ardente quella preghiera!

San Giovanni di Cronstadt

Le APPARIZIONI di Gesù Risorto



Apparizione ai discepoli di Emmaus.  

5 aprile 1945. 
Per una strada montuosa due uomini, di media età, vanno lesti volgendo le spalle a Gerusalemme, le cui alture scompaiono sempre più dietro le altre che si susseguono con ondulazioni di cime e di valli continue. Parlano fra di loro. E il più anziano dice all'altro, che avrà un trentacinque anni al massimo: «Credi che è stato meglio fare così. Io ho famiglia e tu ce l'hai. Il Tempio non scherza. Vuole proprio farla finita. Avrà ragione? Avrà torto? Non lo so. So che in esso è chiaro il pensiero di finirla per sempre con tutto questo». «Con questo delitto, Simone. 
Dàgli il nome giusto. Perché almeno delitto lo è». «Secondo. In noi l'amore fa lievito contro il Sinedrio. Ma forse... chissà!». «Niente. L'amore illumina. Non porta all'errore». «Anche il Sinedrio, anche i sacerdoti e i capi amano. Loro amano Jeovè, Colui che tutto Israele ha amato da quando il patto fu stretto fra Dio e i Patriarchi. Allora pure ad essi l'amore è luce e non porta errore!».  
«Non è amore per il Signore il loro. Sì. Israele da secoli è in quella Fede. Ma dimmi. Puoi dire che è ancora una fede quella che ci dànno i capi del Tempio, i farisei, gli scribi, i sacerdoti? Tu lo vedi. Con l'oro sacro al Signore - già si sapeva, o almeno si sospettava che ciò avvenisse - con l'oro sacro al Signore essi hanno pagato il Traditore e ora pagano le guardie. Il primo perché tradisse il Cristo, le seconde perché mentano. Oh! Io non so come la Potenza eterna si sia limitata a scardinare le muraglie e a lacerare il Velo! Ti dico che io avrei voluto che sotto le macerie seppellisse i nuovi filistei. Tutti!». «Cleofa! Tu saresti tutto vendetta».  
«Vendetta sarei. Perché, ammettiamo che Egli fosse solo un profeta, è egli lecito uccidere un innocente? Perché innocente era! Lo hai mai visto fare uno dei delitti di cui fu accusato per ucciderlo?». «No. Nessuno. Però un errore lo ha fatto». «Quale, Simone?». «Quello di non sprigionare potenza dall'alto della sua Croce. Per confermare la nostra fede e per punire gli increduli sacrileghi. Egli doveva raccogliere la sfida e scendere di Croce». «Ha fatto di più. É risorto». «Sarà poi vero? Risorto come? Con lo Spirito solo o con lo spirito e la Carne?». «Ma lo spirito è eterno! Non ha bisogno di risorgere!», esclama Cleofa.  
«Lo so anche io. Volevo dire: se è risorto con la sua unica natura di Dio, superiore ad ogni insidia dell'uomo. Perché ora il suo spirito fu insidiato col terrore dall'uomo. Hai sentito, eh? Marco ha detto che nel Getsemani, dove Egli andava a pregare contro un masso, è tutto sangue. E Giovanni, che ha parlato con Marco, gli ha detto: "Non far calpestare quel luogo, perché è sangue sudato dall'Uomo Dio". Se ha sudato sangue prima della tortura, deve ben avere avuto terrore di essa!». «Nostro povero Maestro!...». Tacciono afflitti. Li raggiunge Gesù e chiede: «Di chi parlavate? Sentivo nel silenzio le vostre parole a intervalli. Chi fu ucciso?».  
É un Gesù velato sotto una apparenza modesta di povero viandante frettoloso. I due non lo ravvisano.  
«Sei d'altri luoghi, uomo? Non sostasti in Gerusalemme? La tua veste polverosa ed i sandali così ridotti ci paiono di instancabile pellegrino». «Lo sono. Vengo da molto lontano...». «Stanco sarai, allora. E vai lontano?» «Molto, ancora più di quanto Io ne venga». «Hai commerci da fare? Mercati?». «Ho da acquistare un numero sterminato di greggi per il più grande Signore. 
Tutto il mondo devo girare per scegliere pecore e agnelli, e scendere anche fra greggi selvatiche che pure, quando saranno rese domestiche, saranno migliori di quelle che selvatiche ora non sono». «Difficile lavoro. E hai proseguito senza sostare in Gerusalemme?». «Perché lo chiedete?». «Perché tu solo sembri ignorare quanto in essa è accaduto in questi giorni». 
 «Che vi è accaduto?». «Tu vieni da lontano e perciò forse non sai. Ma la tua parlata è pure galilea. Perciò, anche se servo di un re straniero o figlio di galilei espatriati, saprai, se sei circonciso, che da tre anni nella patria nostra era sorto un grande profeta di nome Gesù di Nazaret, potente in opere e in parole davanti a Dio e agli uomini, che andava predicando per tutto il Paese. E si diceva il Messia. Le sue parole e le sue opere erano realmente da Figlio di Dio, come Egli si diceva. Ma solo da Figlio di Dio. Tutto Cielo... Ora tu sai perché... Ma sei circonciso?».  
«Primogenito sono e sacro al Signore». «Allora sai la nostra Religione?». «Non ne ignoro una sillaba. Conosco i precetti e gli usi. L'halascia, il midrascia e l'aggada mi sono note come gli elementi dell'aria, dell'acqua, del fuoco e della luce, che sono i primi a cui tende l'intelligenza, l'istinto, il bisogno dell'uomo che da poco è nato da seno». «Orbene, allora tu sai che Israele ebbe promesso il Messia, ma come re potente che avrebbe riunito Israele. Questo invece così non era...».  
«Come, dunque?» «Egli non mirava a terreno potere. Ma di un regno eterno e spirituale si diceva re. Egli non ha riunito, ma anzi ha scisso Israele, perché ora esso è diviso fra coloro che in Lui credono e coloro che malfattore lo dicono. In verità, di re non aveva stoffa, perché voleva solo mitezza e perdono. E come soggiogare e vincere con queste armi?...». «E allora?». «E allora i capi dei Sacerdoti e gli Anziani d'Israele lo presero e lo hanno giudicato reo di morte... accusandolo, per verità, di colpe non vere. Sua colpa era essere troppo buono e troppo severo...». «Come poteva, se era l'uno, essere l'altro?». «Poteva, perché era troppo severo nel dire le verità ai Capi d'Israele e troppo buono nel non fare su essi miracolo di morte, fulminando i suoi ingiusti nemici».  
«Severo come il Battista era?». «Ecco... non saprei. Duramente rimproverava, specie negli ultimi tempi, scribi e farisei, e minacciava quelli del Tempio come segnati dall'ira di Dio. Ma poi, se uno era peccatore e si pentiva, ed Egli vedeva nel suo cuore vero pentimento, perché il Nazareno leggeva nei cuori meglio che uno scriba nel testo, allora era più dolce di una madre». 
«E Roma ha permesso fosse ucciso un innocente?». «Lo ha condannato Pilato... Ma non voleva e lo diceva "Giusto". Ma di accusarlo a Cesare lo minacciarono ed ebbe paura. Si insomma fu condannato alla croce e vi morì. E questo, insieme al timore dei sinedristi, ci ha molto avviliti. 
Perché io sono Cleofe figlio di Cleofe e questo è Simone, ambedue di Emmaus, e parenti, perché io sono lo sposo della sua prima figlia, e discepoli del Profeta eravamo». «E ora più non lo siete?».  
«Noi speravamo che sarebbe Lui che libererebbe Israele e anche che, con un prodigio, confermasse le sue parole. Invece!...» «Che parole aveva dette?». «Te lo abbiamo detto: "Io sono venuto al Regno di Davide. Io sono il Re pacifico" e così via. E diceva: "Venite al Regno", ma poi non ci ha dato il regno. E diceva: "Il terzo giorno risorgerò". Ora è il terzo giorno che è morto. Anzi è già compiuto, perché l'ora di nona è già trascorsa, e Lui non è risorto. Delle donne e delle guardie dicono che si, è risorto. Ma noi non lo abbiamo visto. Dicono le guardie, ora, che così hanno detto per giustificare il furto del cadavere fatto dai discepoli del Nazareno.  
Ma i discepoli!... Noi lo abbiamo tutti lasciato per paura mentre era vivo... e non certo lo abbiamo rapito ora che è morto. E le donne... chi ci crede ad esse? Noi ragionavamo di questo. E volevamo sapere se Egli si è inteso di risorgere solo con lo Spirito tornato divino, o se anche con la Carne. Le donne dicono che gli angeli - perché dicono di avere visto anche gli angeli dopo il terremoto, e può essere, perché già il venerdì sono apparsi i giusti fuori dai sepolcri - dicono che gli angeli hanno detto che Egli è come uno che non è mai morto. E tale infatti alle donne parve di vederlo. Ma però due di noi, due capi, sono andati al Sepolcro. E, se lo hanno visto vuoto, come le donne hanno detto, non hanno visto Lui, né li, né altrove.  
Ed è una grande desolazione, perché non sappiamo più che pensare!». «Oh! come siete stolti e duri nel comprendere! e come lenti nel credere alle parole dei profeti! E non era ciò stato detto? L'errore di Israele è questo: dell'avere male interpretato la regalità del Cristo. Per questo Egli non fu creduto. Per questo Egli fu temuto. Per questo ora voi dubitate. In alto, in basso, nel Tempio e nei villaggi, ovunque si pensava ad un re secondo l'umana natura. La ricostruzione del regno d'Israele non era limitata, nel pensiero di Dio, nel tempo, nello spazio e nel mezzo, come fu in voi. Non nel tempo: ogni regalità, anche la più potente, non è eterna.  
Ricordate i potenti Faraoni che oppressero gli ebrei ai tempi di Mosè. Quante dinastie non sono finite, e di esse restano mummie senz’anima in fondo ad ipogei secreti! E resta un ricordo, se pur resta quello, del loro potere di un'ora, e anche meno, se misuriamo i loro secoli sul Tempo eterno. Questo Regno è eterno. Nello spazio. Era detto: regno di Israele. Perché da Israele è venuto il ceppo della razza umana; perché in Israele è, dirò così, il seme di Dio, e perciò, dicendo Israele, volevasi dire: il regno dei creati da Dio. Ma la regalità del Re Messia non è limitata al piccolo spazio della Palestina, ma si estende da settentrione a meridione, da oriente a occidente, dovunque e un essere che nella carne abbia uno spirito, ossia dovunque è un uomo.  
Come avrebbe potuto uno solo accentrare in sé tutti i popoli fra loro nemici e farne un unico regno senza spargere a fiumi il sangue e tenere tutti soggetti con crudeli oppressioni d'armati? 
E come allora avrebbe potuto essere il re pacifico di cui parlano i profeti? Nel mezzo: il mezzo umano, ho detto, è l'oppressione. Il mezzo sovrumano è l'amore. Il primo è sempre limitato, perché i popoli ben si rivoltano all'oppressore. Il secondo è illimitato, perché l'amore è amato o, se amato non è, è deriso. Ma, essendo cosa spirituale, non può mai essere direttamente aggredito. E Dio, l'Infinito, vuole mezzi che come Lui siano. Vuole ciò che finito non è perché eterno è: lo spirito; ciò che è dello spirito; ciò che porta allo Spirito. Questo è stato l'errore: di avere concepito nella mente un'idea messianica sbagliata nei mezzi e nella forma.  
Quale è la regalità più alta? Quella di Dio. Non è vero? Or dunque, questo Ammirabile, questo Emmanuele, questo Santo, questo Germe sublime, questo Forte, questo Padre del secolo futuro, questo Principe della pace, questo Dio come Colui dal quale Egli viene, perché tale è detto e tale è il Messia, non avrà una regalità simile a quella di Colui che lo ha generato? Si, che l'avrà. 
Una regalità tutta spirituale ed eterna, pura da rapine e sangue, ignara di tradimenti e soprusi. 
La sua Regalità! Quella che la Bontà eterna concede anche ai poveri uomini, per dare onore e gioia al suo Verbo. Ma non è detto da Davide che questo Re potente ha avuto messa sotto i suoi piedi ogni cosa a fargli da sgabello? Non è detta da Isaia tutta la sua Passione e da Davide numerate, potrebbesi dire, anche le torture?  
E non è detto che Egli è il Salvatore e Redentore, che col suo olocausto salverà l'uomo peccatore? E non è precisato, e Giona ne è segno, che per tre giorni sarebbe ingoiato dal ventre insaziabile della Terra e poi ne sarebbe espulso come il profeta dalla balena? E non è stato detto da Lui: "Il Tempio mio, ossia il mio Corpo, il terzo dì dopo essere stato distrutto, sarà da Me (ossia da Dio) ricostruito"? E che pensavate? Che per magia Egli rialzasse le mura del Tempio? 
No. Non le mura. Ma Se stesso. E solo Dio poteva far sorgere Se stesso.  
Egli ha rialzato il Tempio vero: il suo Corpo di Agnello. Immolato, così come ne ebbe l'ordine e la profezia Mosè, per preparare il "passaggio" da morte a Vita, da schiavitù a libertà, degli uomini figli di Dio e schiavi di Satana. "Come è risorto?", vi chiedete. Io rispondo: É risorto con la sua vera Carne e col suo divino Spirito che l'abita, come in ogni carne mortale è l'anima abitante regina nel cuore. Così è risorto dopo avere tutto patito per tutto espiare, e riparare all'Offesa primigenia e alle infinite che ogni giorno dall'Umanità vengono compite. É risorto come era detto sotto il velo delle profezie. Venuto al suo tempo, vi ricordo Daniele, al suo tempo fu immolato. E, udite e ricordate, al tempo predetto dopo la sua morte la città deicida sarà distrutta.  
Io ve ne consiglio: leggete con l'anima, non con la mente superba, i profeti, dal principio del Libro alle parole del Verbo immolato; ricordate il Precursore che lo indicava Agnello; risovvenitevi quale era il destino del simbolico agnello mosaico. Per quel sangue furono salvati i primogeniti d'Israele. Per questo Sangue saranno salvati i primogeniti di Dio, ossia quelli che con la buona volontà si saranno fatti sacri al Signore. Ricordate e comprendete il messianico salmo di Davide e il messianico profeta Isaia. Ricordate Daniele, riportatevi alla memoria, ma alzando questa dal fango all'azzurro celeste, ogni parola sulla regalità del Santo di Dio, e comprenderete che altro segno più giusto non vi poteva essere dato più forte di questa vittoria sulla Morte, di questa Risurrezione da Se stesso compiuta. Ricordatevi che disforme alla sua misericordia e alla sua missione sarebbe stato il punire dall'alto della Croce coloro che su essa lo avevano messo.  
Ancora Egli era il Salvatore, anche se era il Crocifisso schernito e inchiodato ad un patibolo! 
Crocifisse le membra, ma libero lo spirito e il volere. E con questi volle ancora attendere, per dare tempo ai peccatori di credere e di invocare, non con urlo blasfemo, ma con gemito di contrizione, il suo Sangue su loro. Ora è risorto. Tutto ha compiuto. Glorioso era avanti la sua incarnazione. Tre volte glorioso lo è ora che, dopo essersi annichilito per tanti anni in una carne, ha immolato Se stesso, portando l'Ubbidienza alla perfezione del saper morire sulla croce per compiere la Volontà di Dio. Gloriosissimo, in un con la Carne glorificata, adesso che Egli ascende al Cielo ed entra nella Gloria eterna, iniziando il Regno che Israele non ha compreso. Ad esso Regno Egli, più che mai pressantemente, con l'amore e l'autorità di cui è pieno, chiama le tribù del mondo. Tutti, come videro e previdero i giusti di Israele ed i profeti, tutti i popoli verranno al Salvatore. E non vi saranno più Giudei o Romani, Sciti o Africani, Iberi o Celti, Egizi o Frigi. 
 L'oltre Eufrate si unirà alle sorgenti del Fiume perenne. Gli iperborei a fianco dei numidi verranno al suo Regno, e cadranno razze e idiomi. Costumi e colori di pelle e capelli non avranno più luogo. Ma sarà uno sterminato popolo fulgido e candido, un unico linguaggio, un solo amore. Sarà il Regno di Dio. Il Regno dei Cieli. Monarca eterno: l'Immolato Risorto. Sudditi eterni: i credenti nella sua Fede. Vogliate credere per essere di esso. Ecco Emmaus, amici. Io vado oltre. Non è concessa sosta al Viandante che tanta strada ha da fare».  
«Signore, tu sei istruito più di un rabbi. Se Egli non fosse morto, diremmo che Egli ci ha parlato. Ancora vorremmo udire da te altre e più estese verità. Perché ora, noi pecore senza pastore, turbate dalla bufera dell'odio d'Israele, più non sappiamo comprendere le parole del Libro. 
Vuoi che veniamo con te? Vedi, ci istruiresti ancora, compiendo l'opera del Maestro che ci fu tolto». «L'avete avuto per tanto e non vi poté fare completi? Non è questa una sinagoga?». 
«Sì. Io sono Cleofa, figlio di Cleofa il sinagogo, morto nella sua gioia di avere conosciuto il Messia». «E ancora non sei giunto a credere senza nube? Ma non è colpa vostra. Ancora dopo il Sangue manca il Fuoco. E poi crederete, perché comprenderete. Addio».  
«O Signore, già la sera si appressa e il sole si curva al suo declino. Stanco sei, e assetato. Entra. Resta con noi. Ci parlerai di Dio mentre divideremo il pane e il sale». Gesù entra e viene servito, con la solita ospitalità ebraica, di bevande e acque per i piedi stanchi. Poi si mettono a tavola e i due lo pregano di offrire per loro il cibo. Gesù si alza tenendo sulle palme il pane e, alzati gli occhi al cielo rosso della sera, rende grazie del cibo e si siede. Spezza il pane e ne dà ai suoi due ospiti. E nel farlo si disvela per quello che Egli è: il Risorto. Non è il fulgido Risorto apparso agli altri a Lui più cari. Ma è un Gesù pieno di maestà, dalle piaghe ben nette nelle lunghe Mani: rose rosse sull'avorio della pelle. Un Gesù ben vivo nella sua Carne ricomposta. 
Ma anche ben Dio nella imponenza degli sguardi e di tutto l'aspetto. I due lo riconoscono e cadono in ginocchio... Ma, quando osano alzare il viso, di Lui non resta che il pane spezzato. Lo prendono e lo baciano.  
Ognuno prende il proprio pezzo e se lo mette, come reliquia, avvolto in un lino sul petto. Piangono dicendo: «Egli era! E non lo conoscemmo. Eppure non sentivi tu arderti il cuore nel petto mentre ci parlava e ci accennava le Scritture?». «Sì. E ora mi pare di vederle di nuovo. E nella luce che dal Cielo viene. La luce di Dio. E vedo che Egli è il Salvatore». «Andiamo. Io non sento più stanchezza e fame. Andiamo a dirlo a quelli di Gesù, in Gerusalemme».  
«Andiamo. Oh! se il vecchio padre mio avesse potuto godere quest'ora!». «Ma non lo dire! Egli più di noi ne ha goduto. Senza il velo usato per pietà della nostra debolezza carnale, egli, il giusto Cleofe, ha visto col suo spirito il Figlio di Dio rientrare nel Cielo. Andiamo! Andiamo! 
Giungeremo a notte alta. Ma, se Egli lo vuole, ci darà maniera di passare. Se ha aperto le porte di morte, ben potrà aprire le porte delle mura! Andiamo». E nel tramonto tutto porpureo vanno solleciti verso Gerusalemme.