domenica 12 aprile 2020

Geremia



Ricostruzione del popolo di Dio

23Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, dice: 'Quando avrò fatto ritornare il mio popolo nella terra di Giuda, in tutte le sue città si dirà di nuovo: 'Il Signore ti benedica, monte santo, dove abita veramente il Signore'. 24Allora vivranno insieme gli abitanti della campagna di Giuda e quelli delle sue città, agricoltori e allevatori di greggi. 25Io concederò riposo a quelli che sono stanchi e darò il necessario a chi ne ha bisogno. 26Per questo la gente si sveglierà e dirà: 'Abbiamo dormito bene'. 27Presto renderò molto fecondi uomini e animali nelle regioni di Giuda e d'Israele. Lo dico io, il Signore. 28Fino a questo momento mi sono occupato di loro solo per sradicare, demolire, abbattere, distruggere e danneggiare. D'ora in poi mi interesserò di loro per ricostruire e piantare. 29Allora nessuno ripeterà più il proverbio: 'I genitori mangiano l'uva acerba e ai figli rimane la bocca amara'. 30Invece, soltanto chi mangerà l'uva acerba avrà la bocca amara e soltanto chi ha peccato morirà'.

Non uno dei Nostri figli dovrebbe dubitarne!



Noi, il Cielo, i Santi, gli Angeli del Signore, Gesù e Dio Padre, Creatore di tutti Noi, siamo reali, cioè esistiamo veramente e non uno dei Nostri figli, dovrebbe dubitarne!

Figli Miei. Avete soltanto una scelta: decidervi per Noi, per il Cielo e quindi per Gesù e Dio Padre, oppure andare perduti con il diavolo. Non esiste nient’altro, dove la vostra anima soggiornerà per l’eternità, quindi svegliatevi dalle fantasie e dal negare e affrontate la verità, perché chi non si decide per Gesù e Dio Padre, seguirà il diavolo nell’inferno, che lo voglia o no!
“Siate figli buoni del Signore e impegnatevi ad amare il vostro prossimo, perché il vostro prossimo è un figlio di Dio e come figli del Signore avete l’obbligo, di essere buoni gli uni con gli altri e di aiutarvi a vicenda, sia materialmente sia nella fede; se un figlio si è perduto, aiutatelo a ritornare sulla via di casa verso Dio, il Signore! Io, il vostro Santo Padre Pio, soffro quando vedo che anche i credenti fra voi nutrono poca compassione o comprensione per quelli che si trovano per vie sbagliate, invece voi dovreste fare di tutto per riportare queste anime smarrite al Padre”.
I Santi soffrono, perché ciò che accade nel vostro mondo, causa loro grande sofferenza e trafigge dolorosamente e sempre nuovamente, il Santissimo Cuore di Mio Figlio. La ferita della lancia, che EGLI patì sulla croce, la patisce oggi a causa del comportamento di voi tutti.
“Non mettete voi stessi al primo posto, ma chi ha bisogno del vostro aiuto, sia dal punto di vista materiale che spirituale” Padre Pio.
Io vi amo dal profondo del Mio cuore materno, invocate i vostri Santi e pregateLi di aiutarvi e di guidarvi.
La vostra Mamma Celeste.

IL PADRE NEGLI ULTIMI TEMPI



«VOGLIO ESSERE COME UN BAMBINO PICCOLINO... »

"Voglio essere come un bambino piccolino... che tira la veste al suo Papà e con il sorriso gli chiede le cose più semplici, che al mondo possono sembrare le più impossibili..."
La piccolina del Padre

Le "promesse" nella Scrittura

Dio promette la redenzione dopo il peccato di Adamo ed Eva (Gen 3,14-15); promette a Caino protezione anche dopo l'omicidio di Abele (Gen 4,15); promette ad Abramo che è senza figli una discendenza numerosa come la polvere della terra e le stelle del cielo (Gen 12,2 ss.; Gen 15,5); simile promessa fa ad Agar, per consolarla dei maltrattamenti subiti da parte di Sara (Gen 16,10); al popolo ebraico promette, in Mosè, di condurlo in "un paese dove scorre latte e miele" (Es 3,17), appunto la terra "promessa"; in tutte le pagine della Scrittura ed in tutti i profeti Dio promette il Redentore, il segno supremo della sua fedeltà, della sua alleanza, del suo amore.
Quando Gesù sta per tornare al Padre, e vede i suoi rattristati e sperduti, li consola ancora con una promessa: "Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi... il Padre vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di Verità" (Gv 14,15-15).
La Scrittura è tutta un crescendo di promesse - tutte regolarmente mantenute da Dio che è fedele - sempre più luminose: la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto; la terra promessa; il Messia e la liberazione dal peccato e dalla schiavitù dell'inferno; Dio con noi, Dio in noi... tutte prove dell'infinito amore del Padre che man mano avanza nella riconquista d'amore dei Suoi figli, delle Sue creature, dell'universo intero.
In questo quadro di amore sempre più ampio la "promessa" di un "fuoco distruttore" è quanto mai inconcepibile: l'unica spiegazione logica e coerente è che questa "pioggia di fuoco" ci sarà - perchè Dio lo ha promesso - ma sarà fuoco di Spirito Santo.
E appunto di questo si tratta nella II Lettera di S.Pietro: la prima promessa è quella di una nuova Pentecoste, a dimensioni universali.
La seconda promessa è conseguenza della prima: «Emitte Spiritum tuum et creabuntur, et renovabis faciem terrae». Ecco cosa chiede la Chiesa allo Spirito Santo: di rinnovare, di creare di nuovo tutte le cose. E San Pietro, che ben conosce l'azione dello Spirito Santo, data per certa la promessa di una universale Pentecoste, può con tranquillità garantirne l'effetto: "Secondo la sua promessa, noi aspettiamo cieli nuovi e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia" (2 Pt 3, 13).
Questa Pentecoste universale non poteva avverarsi nel tempo in cui Pietro scriveva le sue lettere, perché era necessario che prima tutti gli uomini fossero pronti a ricevere questa "pioggia di fuoco", perché Dio "usa pazienza verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi" (2 Pt 3, 9).
Per convincerci che si tratta di fuoco di Spirito Santo leggiamo la descrizione della Pentecoste negli Atti degli Apostoli, e facciamo un breve confronto con il brano di 2 Pt:
"Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro, ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo..." (At 2, 2-4) 

Atti 2,2: Venne all'improvviso dal cielo un rombo
2Pt 3,10: Il giorno del Signore verrà come un ladro... i cieli passeranno con fragore
Il clima è lo stesso. In un momento imprevedibile, tra un rombo notevole - che è sempre parte delle grandi manifestazioni divine - dal "cielo" e nei "cieli" si manifesta l'azione di Dio nel mondo dello spirito in generale e delle anime in particolare. I "cieli" cioè le anime "passeranno" dalla morte alla vita, dalla tenebre alla Luce. Come? Per effetto del "fuoco"....

Atti 2,4: "Apparvero loro come lingue di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro, ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo ".
2 Pt. 3, 7: "Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della rovina degli empi."
L'effetto dello Spirito Santo sui primi discepoli lo conosciamo. Eguale effetto - e più splendido ancora - esso avrà sugli uomini tutti. Questi - cieli e terra, cioè anima e corpo - sono "conservati " in attesa di essere penetrati dal "fuoco" dello Spirito Santo al quale sono "riservati" per il giorno del giudizio e per la rovina degli empi. Chi sono gli "empi" che saranno "rovinati" in questo giudizio? I demoni, che dovranno lasciare l'uomo, la terra, l'universo intero che essi, falsi "principi" hanno usurpato, ma che appartiene all'uomo, unico vero "re" del creato.
In questo giorno sarà eseguita la sentenza che Gesù aveva emessa a suo tempo: "Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori" (Gv 12,31).
Il fuoco dello Spirito Santo penetra nei primi discepoli, brucia tutto ciò che sapeva di inferno, frutto dell'antico inquinamento spirituale dell'uomo, e li trasforma. Toglie la paura, il rispetto umano, la nebbia dell'ignoranza e essi non esitano ad uscire in pubblico e ad affrontare flagelli e carcere per testimoniare la Verità: sono diventati "cieli nuovi e terre nuove", sono stati fusi e temprati dal Fuoco Divino.
Esaminiamo anche la Pentecoste minore di cui si parla negli Atti degli Apostoli e facciamo anche di questa un rapido raffronto con la lettera di S.Pietro:

«Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò, e tutti furono pieni di Spirito Santo e annunziavano la parola di Dio con franchezza. La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un'anima sola... » (Atti 4,31-32).

Atti 4, 32: "La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un'anima sola".
2Pt. 3,12: "Nel giorno di Dio i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno".
La fusione dei metalli è opera propria del fuoco, che solo può scioglierli, purificarli, amalgamarli.
La "fusione" tra gli uomini è opera propria, specifica del fuoco dello Spirito Santo: la moltitudine che aveva "un cuor solo e un'anima sola" è appena una primizia di quell'«Unum sint» per cui Gesù ha pregato ed ha offerto se stesso: "Padre, che siano una cosa sola, come noi" (Gv 17, 11).


Quando verrà la pienezza dei tempi, il «giorno di Dio», sull'umanità intera sarà riversata una tale potenza di fuoco di Spirito Santo che gli uomini, penetrati da questo Fuoco, saranno trasformati nell'anima e nel corpo: cieli e terre nuove.

I corpi perderanno tutte le incrostazioni di peccato e di sensualità ("la terra e quanto è in essa sarà distrutta") e saranno resi capaci di recepire l'azione dello Spirito e di lasciarsi guidare da Lui. Scompariranno le nebbie dagli spiriti ("i cieli si dissolveranno"), e questi avranno pienezza di Luce e di Amore che li farà agire in armonia perfetta con i corpi.
Tutti gli uomini, rigenerati nello spirito e nel corpo, formeranno una unità perfetta tra di loro e con Dio: saranno "un cuor solo e un'anima sola" (Atti, 4, 32), saranno "nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia" (2 Pt. 3, 13). Quello che risulta evidente, in 2 Pt e in Mt 24, è che gli "ultimi tempi" saranno molto duri per l'umanità perché - mentre Dio tacerà (Mt 24,29) - l'inferno griderà la sua rabbia con "carestie, terremoti, dilagare dell'iniquità, tribolazione grande..." (Mt 24,7 ss.) per far cadere le vecchie strutture.


Noi, in questo clima di caos e di tenebre, che dobbiamo fare? Gesù ci rassicura: "Guardate di non allarmarvi; "E’ necessario che tutto questo avvenga" (Mt 24, 6), e Giovanni Paolo II - Papa e Pastore, Sacerdote e Profeta dei nostri tempi - ci indica la via da seguire nella «Dives in Misericordia»:


«Nel nome di Gesù Cristo crocifisso e risorto, nello spirito della stia missione messianica, che continua nella storia dell'umanità, eleviamo la nostra voce e supplichiamo perché, in questa tappa della storia, si riveli ancora una volta quell'azione che è, nel Padre, e per opera del Figlio e dello Spirito Santo si dimostri presente nel mondo contemporaneo, è più potente del male: più potente del peccato e della morte » (Dives in Misericordia, VIII, 15).

Obbedendo alla voce del Pastore, invece di disperarci in gratuite elucubrazioni sul come si manifesterà l'ira di Dio, viviamo con pienezza la nostra dimensione di figli, pregando il Padre di liberarci dal male; chiedendoGli misericordia, forza e spirito nuovo per tutti. Egli ci ascolterà, perché Egli vuole aiutarci più di quanto noi vogliamo essere aiutati, e perché è fedele alla sua promessa. Egli ci libererà dal male, cioè interverrà con la sua potenza non per distruggere l'uomo, ma per allontanare l'oppressore che "ha fatto molto male" (GI 2,20) alla sua creatura, e stringerà questa a sé, per sempre.
Si, la Chiesa è nel caos, non ci sono più sacerdoti-guida, gli uomini sono in uno sbandamento totale sia sul piano spirituale che su quello materiale, ma non bisogna scoraggiarsi:
«la Chiesa stessa deve essere costantemente guidata dalla piena coscienza che... non le è lecito, a nessun patto, di ripiegarsi su se stessa. La ragione del suo essere è, infatti, quella di rivelare Dio, cioè quel Padre che ci consente di essere "visto" nel Cristo» (Dives in Misericordia, VIII, 15).

Questo è il tempo del Padre, il tempo della Misericordia. Tanto più profonde le tenebre, tanto più generale il caos, tanto più splendida sarà la Luce e più pieno il trionfo della Misericordia del Padre:
«Quanto più la coscienza umana, soccombendo alla secolarizzazione, perde il senso del significato stesso della parola misericordia, quanto più, allontanandosi da Dio, si distanzia dal mistero della misericordia, tanto più la Chiesa ha il diritto e il dovere di far appello al Dio della misericordia con "forti grida". Queste "forti grida" debbono essere proprie della Chiesa dei nostri tempi, rivolte a Dio per implorare la sua misericordia, la cui certa manifestazione essa professa e proclama come avvenuta ma Gesù crocifisso e risorto, cioè nel mistero pasquale. E' questo mistero che porta in sé la più completa rivelazione della misericordia, cioè di quell'amore che è più potente della morte, più potente del peccato e di ogni male, dell'amore che solleva l'uomo dalle abissali cadute e lo libera dalle più grandi minacce » (Dives in Misericordia, VIII, 15).

Eliminiamo le sterili polemiche, finiamola di segnarci l'un l'altro a dito accusando questi o quello di tutti i mali. Questo è il gioco dell'inferno che non vuole farci aggrappare all'unica fonte vera di salvezza: la Misericordia del Padre. Siamo in una spirale di odio che può essere spezzata solo dall'Amore di Dio Padre, e il Papa - profeta di misericordia che echeggia la misericordia di tutti i profeti - ci ha mostrato la strada: che aspettiamo a percorrerla? Chiediamo "con forti grida" la misericordia per tutti, e sperimenteremo che "il Signore è rifugio al suo popolo" (G14,16).


Capiremo finalmente che Dio è Padre, solo Padre che, con infinito amore di Padre, si china sulle sue creature pestate dal male e le stringe a sé. Con il calore del suo Amore darà nuovo alito di Vita ai suoi figli, in una nuova creazione con la quale saranno rigenerati nell'anima e nel corpo:
"Ecco infatti io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, e farò di Gerusalemme una gioia, del suo popolo un gaudio. Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia... Prima che mi invochino, io risponderò; mentre ancora stanno parlando, io già li avrò ascoltati. Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme, il leone mangerà la paglia come un bue, ma il serpente mangerà la polvere, non faranno né male né danno in tutto il mio santo monte. Dice il Signore". (Is 65,17-25) 

Questo "dice il Signore", e la parola del Signore è già realtà viva. Sta a noi accelerare i tempi di questa stupenda realtà con:
"un grido che implori la misericordia secondo la necessità dell'uomo nel mondo contemporaneo. Questo grido sia denso di tutta quella verità sulla misericordia, che ha trovato così ricca espressione nella Sacra Scrittura e nella Tradizione, come anche nell'autentica vita di fede di tante generazioni del Popolo di Dio. Con tale grido ci richiamiamo, come gli scrittori sacri, al Dio che non può disprezzare nulla di ciò che ha creato, al Dio che è fedele a se stesso, alla sua paternità e al suo amore". (Dives in Misericordia, VIII, 15)

Padre Andrea D'Ascanio

"La Madonna e molto piu bella di quanto io l'abbia dipinta!



Il Beato Angelico, giovane frate, ritornava una sera al convento, recitando il Rosario. Attraversava la campagna. Gli apparve la Regina del Cielo; tanti Angeli le stavano vicino, cantando ed intrecciando una corona di rose. Il frate interruppe la recita del Rosario per contemplare quella scena di Paradiso. Gli Angeli interruppero pure il canto e lasciarono incompiuta la corona di rose. Sorpreso, il Beato Angelico ripiglio la preghiera e gli Angeli ricominciarono a cantare; ad ogni Ave Maria, una nuova rosa veniva inserita nella corona. Terminato il
Rosario, il serto di rose fu presentato dagli Angeli a Maria. Il frate non dimentico piu la visione. Si sforzo di riprodurla in pittura. Trascorse la vita nella preghiera e nel lavoro, lasciando una grande quantita di quadri, rappresentanti la Madonna e gli Angeli.
Negli ultimi istanti della vita, miro a lungo in alto, quasi trasfigurandosi in viso per l'emozione; poi esclamo: La Madonna e molto piu bella di quanto io l'abbia dipinta! E spiro'.

Non tardare Gesù, non tardare!



Salvaci, Signore Gesù!
Vieni presto, amato nostro Signore.
Torna a noi come quando
stavi con i tuoi primi apostoli.
Torna a donarci di Te.
Vieni, Signore Gesù, vieni!

Noi Ti supplichiamo, Ti adoriamo,
Ti benediciamo, Ti ringraziamo
per il tuo grande amore per noi
e Ti attendiamo con il nostro cuore
che arde d’amore per Te!

Non tardare Gesù, non tardare!
I tuoi figli fremono nell’attesa di Te.
Tu sei il nostro Unico Amore,
il nostro Unico Bene.
Non permettere a satana
di farci ancora del male.
Vieni, Signore Gesù, vieni!

IL SEPOLCRO È NEL SILENZIO MA TUTTO STA PER ESPLODERE NELLA MERAVIGLIA DI DIO!



Maria Santissima vi invita alla riflessione.

Non siate stolti, o uomini, il malvagio re sta mettendo in atto il suo piano diabolico.
Questa Umanità subirà il grande martirio se non si metterà nelle mani del suo Dio Amore.

Avanti figli miei, non demordete, camminate con fermezza sulla via del vostro Dio, Egli vi attende per onorarvi di tutto il suo Amore.
Figli di Gerusalemme, avviatevi alla Risurrezione di Gesù con il cuore puro, mettete in voi la sua luce e donategli tutto di voi.
È giunto il tempo del raccolto.

I figli di Dio saranno presi tra le sue braccia e cullati al suo Seno,
rinverdirete in Lui, sarete i suoi tralci,
Egli, la Vite, vi terrà ben custoditi a Sé.

Figlioli, Dio viene a voi nella sua grande misericordia perché possiate ancora sperare nella salvezza.
La Torre di Babele è caduta, i traditori ora piangeranno lacrime di sangue, il supplizio è in atto, nulla potrà salvare l’uomo iniquo, colui che è segnato in Satana.
Fiori del mio Giardino, tanto attendo cogliervi e posarvi sul mio santo Altare dove troverete la felicità eterna. Miei amati bambini non fatevi distrarre dalle luci di questo mondo, tutto è ormai nel buio profondo della tenebra, nulla resterà in piedi di ciò che non appartiene a Dio, al Dio Creatore.
Muovete i vostri cuori all’Altissimo, gridate a Lui tutto il vostro desiderio di essere da Lui presi e posati nel suo immenso amore.

Gradite, figlioli, questo dono d’amore del vostro Dio, che oggi si è fatto Pane spezzato per voi. Dategli il vostro tutto come Lui ha donato il suo Tutto per voi. Rifocillati al suo Seno sarete nuovi e una nuova vita godrete nelle meraviglie eterne, quelle che il Padre vostro ha preparato per i suoi figli.

Il Sepolcro è nel silenzio ma tutto sta per esplodere nella meraviglia di Dio!
Ecco figli miei, ecco a voi la grazia del Supremo Dio Re.

Egli Risorge per tutti i suoi, viene a prenderli in Sé.
Giubilate figli miei, il vostro Dio ha fatto di voi un regno di sacerdoti.

Vi amo infinitamente e attendo l’attimo del rapimento per finalmente congiungere a noi i figli dell’Eterno Amore.
Domani festeggeremo la Risurrezione! Giubilo e vittoria per i figli del Re!
Carbonia 11.04.2020


SIA BENVENUTO L’UOMO AL SENO DEL PADRE!



Tratto dal libro:

"Luce nella notte.
Il mistero della fede dato in sapienza amorosa"

 Con la consumazione della restaurazione dell’uomo caduto mediante l’immolazione cruenta del divino Redentore, –manifestazione maestosa dell’eccellenza dell’infinito Potere in uno sperpero del suo amore eterno per la gloria del suo Nome e la salvezza delle anime–, culminò la redenzione del Messia promesso ai santi Patriarchi e annunciato dai Profeti dell’Antico Testamento, come Agnello immacolato che fu immolato per togliere i peccati del mondo; dietro di ciò venne la risurrezione e la vita per il trionfo di Cristo risuscitato: 

«Saliamo a Gerusalemme, e si compiranno tutte le cose scritte riguardo al Figlio dell’Uomo, che sarà consegnato ai gentili, e schernito e oltraggiato e coperto di sputi, e dopo averlo flagellato lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà»1. 

E mentre «il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, e la terra tremò, e le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi che erano morti risuscitarono. E, uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, vennero alla città santa e apparvero a molti;

e il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, vedendo il terremoto e quel che era successo temettero oltre modo e dicevano: “Davvero Questi era il Figlio di Dio!”2; mentre Gesù, gridando a gran voce disse: “Tutto è compiuto!”, e, chinato il capo consegnò lo spirito»3;
l’anima del divino Crocifisso trionfante e gloriosa, spicca il suo volo in trionfo di maestà sovrana, e liberando i santi Padri che stavano aspettando il suo santo avvenimento, e portandoli dietro di Sé, arriva alle soglie ampie dell’eternità aprendole con il frutto della sua redenzione gloriosa come «Re dei re e Signore di coloro che dominano», entrando nella gloria; e con Lui il corteo nuziale di una moltitudine di prigionieri, dietro i quali possono ormai entrare tutti gli uomini: «Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con Sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. Ma che significa la parola “ascese”, se non che prima era disceso nel più profondo della terra? Colui che discese è lo stesso che anche “ascese” al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose»4.

Che grande giorno! Ormai è entrata nel cielo l’anima del Primogenito degli uomini. 

Che giorno di festa così terribile…! Che pacifica festa…! Che pace grande e inalterabile! 

Che sabato di così glorioso trionfo!, nel quale l’anima dell’Unigenito di Dio, che allo stesso tempo è il Figlio dell’Uomo, apre per il frutto della sua Redenzione i portoni sontuosi della eternità, chiusi fin dal Paradiso terrestre a causa del peccato di ribellione dei nostri Progenitori; e si alzano gli antichi battenti davanti al passo impetuoso di irresistibile potenza dell’anima dell’Unigenito di Dio immolato, in trionfo di gloria.

Mentre un inno giubilante di lode risuona per gli ambiti del cielo e fino agli ultimi confini della terra: 

«Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche ed entri il Re della gloria.

Chi è questo Re della gloria?

Il Signore, forte e potente, il Signore, potente in battaglia.

Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche ed entri il Re della gloria.

Chi è questo Re della gloria?

Il Signore degli Eserciti è il Re della gloria»5. 

L’Unto di Jahvè, davanti al quale gli angeli di Dio adoranti, pieni di aspettazione in giubilo glorioso, contemplavano l’anima del Cristo che, trionfante, apriva per il frutto della sua Redenzione con le sue cinque piaghe il Seno del Padre; portando dietro di Sé al giubilo eterno la coorte gloriosa e trionfante degli antichi Padri: Abramo, Isacco e Giacobbe con i santi Profeti, con i fratelli di razza di Cristo del Popolo di Israele, eletti primogeniti ad essere i depositari delle promesse di Dio all’uomo, e con la legione di prigionieri riscattati dal prezzo del suo sangue e che attendevano il suo santo avvenimento.

E si udì nelle altezze degli ambiti immensi de l’eternità come un inno di trionfo: 
Sia benvenuto l’Uomo che ha aperto con le sue cinque piaghe il Seno del Padre! 

Ormai si sono compiute tutte le promesse dell’Antica Alleanza di Dio con l’umanità, essendo Cristo la Promessa compiuta e terminata in trionfo glorioso e definitivo di conquista di gloria, che entra nell’eternità vincitore del peccato e trionfatore sulla morte. 

Mentre la mia anima, introdotta da Dio in quella camera nuziale in compagnia degli angeli e sotto l’annientamento, traboccante di sorpresa indicibile e indescrivibile, e delirante di amore e di gaudio contemplava, –penetrata dalla sapienza amorosa dell’infinito Essere e trascesa e innalzata dalla mano potente della sua coeterna sovranità piena di potere e di maestà, per potere in qualche modo manifestare anche se sotto la limitazione della mia povertà e la meschinità del mio nulla– lo spettacolo più grandioso, trionfale e sorprendente che si sia potuto realizzare davanti al trionfo dell’anima dell’Uomo che entra in signoria eterna, come l’Unigenito dello stesso Dio, nella gloria della eternità.

Per cui oggi sotto l’impulso dell’Onnipotente e per il potere della sua grazia, che, nel modo che Egli solo sa, mi introduce nei suoi misteri perché li manifesti, esprimo qualcosa –soltanto di quello che mi è possibile sotto il pudore spirituale della mia anima-Chiesa e come l’Eco di questa santa Madre prima di andarmene con Cristo all’eternità– di quanto la mia anima visse e contemplò il 28 marzo 1959, sommersa nel mistero dell’entrata dell’anima di Cristo nella gloria, e rifugiata nel grembo della Vergine sotto la protezione della sua Maternità divina, fatta una cosa con Lei, e invasa dalla luce della contemplazione di Maria. 
La quale trascesa, in passo veloce, quale Regina e Signora, penetrava, sorpassata d’amore, di giubilo e di adorazione, il mistero dell’entrata dell’anima di Cristo, suo Figlio, nell’eternità.
Si trascrive oggi qualcosa di ciò che sprofondata nel mistero Dio mi fece vivere quel giorno in profonda venerazione di contemplazione amorosa in sapienza sapienziale di riverente e profonda adorazione. 

«Ah Maria…! Ella, nel momento in cui Gesù salì al Padre, unita a l’anima di suo Figlio, partecipò in una maniera così sovrabbondante ed elevata, oltrepassata dal gaudio de lo Spirito Santo, alla gioia, alla felicità, alla gloria e al gaudio beatissimo dell’anima dell’Unigenito di Dio e suo Figlio che entra nella eternità.

E nonostante Maria stesse nell’esilio, la sua anima, trascesa e oltrepassata, stava con quella di suo Figlio; motivo per il quale la Vergine non ebbe bisogno di andare al sepolcro… […]6 Infatti prima di ogni altro apparve a Lei il Signore nel giorno della risurrezione. 

Poiché Gesù a dentrò sua Madre Santidsima in tal modo nei misteri della sua vita, morte e risurrezione, che, prima che fossero rivelati ad alcuno, E la li viveva in contemplazione amorosa di gaudio o di dolore ne l’unione partecipativa del mistero dell’Unigenito di Dio e suo Figlio.  

Per questo Maria, con la morte di Gesù, riposò, davanti alla volontà del Padre compiuta e alla glorificazione del suo Figlio e del suo Dio.

Maria stava contemplando l’entrata del Figlio di Dio e Figlio suo nel cielo, mentre dimorava sulla terra, come Madre della Chiesa, con gli Apostoli. 

Oggi il cielo è in festa, poiché vi è entrato Gesù ed è iniziata la Chiesa gloriosa; ma la terra è in lutto poiché gli uomini hanno ucciso il Figlio di Dio, il Messia promesso e annunziato dai santi Profeti, e gli Apostoli non sapevano il gaudio che Egli aveva, mentre Maria lo contemplava piena di gaudio indicibile, inondata dall’amore dello Spirito Santo. E per questo godeva con Gesù e soffriva con gli Apostoli; godeva, come Madre della Chiesa, con la Chiesa gloriosa, e soffriva con la Chiesa penante e addolorata.

Com’è grande e sconosciuta Maria in rapporto ai piani eterni di Dio su di Lei…! »

« […] Oh, che grande giorno…! Quanta festa…! […]

L’anima di Gesù esce di corsa…, di corsa… Che corte…! Che corte Cristo porta di dietro…! […] 

Che corte…! Come uno sposo il giorno delle sue nozze…! È la Chiesa trionfante…!, nuova e celeste Gerusalemme, restaurata dal Sangue dell’Agnello.

Che corte interminabile…! Che cantici di gloria…! Che giubilo…! Che giubilo…!

Si è squarciato il velo del tempio poiché si è
aperto il Seno del Padre! 

L’anima di Cristo, nel Seno del Padre, come Verbo e come Uomo, a gioire...! Il suo corpo riposa nel sepolcro…

Si ruppe la legge antica nello squarciarsi del velo del tempio…! Cristo ha perfezionato la legge scoppiando sulla croce… “Tutto è compiuto!”

Ecco già sorge cantando la Chiesa trionfante la Nuova Alleanza attraverso Gesù…! Si sono aperte le porte dell’eternità con le piaghe del- l’Agnello…! Si sono rotti i catenacci di bronzo con il trionfo del Verbo Incarnato…! Si sono ab- bracciati Dio e l’Uomo in Cristo nel trionfo in- vincibile e definitivo dell’eternità!
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli…!”7. Cristo Uomo entra nella gloria seguito da una corte… Ma, che corte Cristo porta dietro di Sé, così trionfante e così gloriosa…!

Che grande giorno…! Com’è adorna la Chiesa e com’è contenta entrando con Gesù nel cielo…! Ed io così piccolina, spaventata e tremante, lo sto contemplando per il fatto di essere Chiesa, sotto la protezione della Maternità di Maria…!

Che corte Cristo porta…! È la Chiesa trionfante, Gerusalemme celeste, irrigata e bagnata con il sangue dell’Agnello, che oggi inizia il suo trionfo glorioso in compagnia degli angeli di Dio. Oggi entra Cristo seguito dalla corte di tutti gli antichi Padri. 

“Gloria a Dio nell’alto dei cieli!” cantano gli angeli. Tutti si prostrano davanti all’Uomo…!

Tutti gli angeli si prostrano davanti all’Uomo- Dio che entra nel cielo trionfante. 

“Gloria a Dio nell’alto dei cieli…”. Gloria a Dio! Gloria a Dio per l’Uomo…!

Ormai l’uomo si trova nel Seno del Padre a godere della gloria di Dio, come Dio e come Uomo…

Sia benvenuto l’Uomo al Seno del Padre…!; l’Uomo che aprì con le sue cinque piaghe il Seno del Padre per l’effusione del suo sangue divino, quale Agnello immacolato, sull’ara della croce. “Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo; si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza. Il Giusto, mio Servo, giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini”8.

Oh! L’Uomo più dell’angelo…!
Oh…! Gli angeli adorano l’Uomo-Dio! E tutti ardono prostrati in adorazione d’amore davanti all’Uomo-Dio piagato, che è stato schernito…! […] Tutti adorano l’Uomo-Dio che, per l’effusione del suo sangue, riscattò l’uomo caduto, innalzandoci come Primogenito dell’umanità, alla dignità di essere figli di Dio nel Figlio e coeredi con Lui e per Lui della sua stessa gloria...! […]

Ma che grande gioia nel cielo…!

L’Uomo-Dio entra gaudioso nel Seno del Padre con le sue cinque piaghe aperte per e fondere a traverso di e se le grazie agli uomini. 
Maria rimane ancora nel mondo, contemplando…
Che gaudio! Io contemplo con Maria la gloria di Gesù.
Com’è felice Gesù nel Seno del Padre…! Gloria a Dio…! Che gaudio! […]

Che silenzio c’è nel cielo e che festa…! È un silenzio ineffabile. 
Che cantico di giubilo silenzioso…!
Tu to il cielo estatico, adorante davanti al Dio piagato…!

L’Uomo ha dato a Dio tutta l’infinita gloria di riparazione che Egli merita, e lascia il suo costato aperto, sorgente di acqua viva che salta dal Seno del Padre per Cristo agli uomini…

Con Cristo inizia la Chiesa trionfante… Figlia di Gerusalemme, avanza gloriosa come Sposa dell’Agnello immacolato, che non ci sarà chi ti si metta davanti e interrompa il tuo passo di Regina. 
La prima è la Chiesa trionfante…! Che gaudio…! Che gaudio…!
Gloria a Dio nel cielo…! Ormai si è aperto il Seno del Padre per tutti i figli di buona volontà…! Mai più si chiuderà…! Cristo lo ha aperto… e sta aspettando tutti gli uomini… Egli lo aprì e si mise alla “porta” con le braccia stese, affinché mai più si chiudano i portoni sontuosi della eternità…

[…] Com’è contenta e giubilante la mia anima in questo giorno di gloria…!

L’Uomo che canta a Dio il cantico nuovo, il cantico magno dell’amore…!

L’anima di Cristo, perfetta e compiuta, canta a Dio il cantico nuovo, il cantico magno che solo Lui può cantare…

Ormai l’uomo sta cantando redento, e il Padre guarda gli uomini con amore. Ogni uomo gli parla del suo Cristo ed è inserito in Lui; e ne l’abbracciare Cristo nel suo Seno, abbraccia tutti gli uomini. 

Ormai l’uomo ha una tonalità nuova e di- stinta, ed offre al Padre con Cristo, per Lui ed in Lui, in sacrificio infinito, il sangue dell’Agnello immacolato…

Ormai si sono rotte le norme della legge antica, il simbolo dell’Agnello Pasquale…! Adesso è Cristo l’Agnello immacolato che, in oblazione perenne, si offre al Padre per gli uomini. 

Sta cantando tutta la terra nell’Uomo-Dio! Tutta la terra è colorata di rosa…! Ha una tonalità nuova e diversa! […]

Tu to è in festa, il cielo e la te ra: il cielo, per- ché entrò il Figlio de l’Uomo; e la te ra perché ormai ha chi risponda e glorifichi Dio per lei…

[…] Oggi tutto è adorare… Sto adorando e contemplando…

Ma come è bella la terra…! Che canto di giubilo canta l’Uomo a Dio…! In che modo trionfante…! In che modo trionfante si apre il Seno del Padre perché entrino gli uomini…!

Oh, ma che silenzio…! Tutto il cielo in silenzio… Che gaudio…! Oh, cosa è l’uomo davanti a Dio…! Dio mio, cosa è l’uomo grazie a Cristo…!

Oh…! Gli angeli ministri di Dio, e gli uomini figli di Dio…! Gli angeli adorano l’Uomo con le ali estese –senza ali–, […] volto a terra… –senza volto–; inclinati fino al suolo… –senza suolo–. Nel cielo non c’è suolo…! Adorano dal più profondo del loro annientamento l’Uomo Dio che, per la regalità della sua infinita eccellenza, apre con le sue piaghe il Seno del Padre…

Ormai l’Uomo entra nel cielo, ed entra come Figlio del Re, non come ministro; ed ogni uomo è un figlio di Dio per mezzo di Cristo. E il Padre riceve con gaudio la Messa, perché riceve il suo Cristo, il suo Verbo…

Ogni Messa è il Sacrificio incruento di Cristo, del Figlio delle sue compiacenze… Ormai è entrato nel cielo il Figlio di Dio fatto Uomo e il Figlio dell’Uomo che è Dio…!

E che volto contento ha il Padre…! E com’è contento Dio vedendo il suo Verbo…! Non può negare nulla all’uomo…! Si è aperta per gli uomini la Fonte della Vita, le Sorgenti della Divinità in affluenti torrenziali di vita divina che esce come una cascata, attraverso Cristo, per mezzo dei Sacramenti…!

Che giorno di tanta gloria…! Com’è contento il Padre vedendo nel cielo e sulla terra il Figlio amatissimo in cui ha posto tutte le sue compiacenze…! Tutte…!, tutte le sue compiacenze nell’Uomo-Cristo…!
Tutte…! Tutte…! Non rimane nessuna compiacenza per nessuno…! Tutte per il Verbo… E siccome il Verbo è Uomo, tutte le sue compiacenze per tutti gli uomini che inseriti in Lui, sono il nuovo Popolo di Dio, Assemblea sacra, “stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione consacrata, il Popolo acquisito da Dio per proclamare le meraviglie di Colui che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce”9, lavato e riscattato con il prezzo del suo sangue divino effuso, che toglie i peccati del mondo. 

 L’uomo è più dell’angelo, per Cristo, perché Egli è il Figlio amato del Padre, e Cristo non si fa angelo, si fa uomo; non si fa angelo per redimere gli angeli che pure avevano peccato. 

 E per il fatto che il Verbo sia Uomo, l’Uomo ha un merito infinito e per questo l’Uomo-Dio rende l’uomo figlio di Dio ed erede della sua gloria; eccetto l’uomo ribelle che non vuole beneficiare del suo Sangue, dei suoi meriti né della sua redenzione; ma quest’uomo ribelle, se viene alla Fonte della Vita, rimarrà con tutte le grazie dei veri figli. 

[…] Oh, che gaudio…! Sto contemplando piena di stupore, annientamento e santo timore di Dio, trascendendo tutto ciò che è di qua […] quando Gesù entrò nel cielo…! Sto contemplando […] venti secoli fa l’anima di Cristo entrare ne l’eternità…! Sto contemplando l’anima di Cri- sto che entra nel cielo il Sabato di Gloria…; […] il momento in cui sale l’anima di Cristo!; cosa è Cristo…!, cosa fanno gli angeli quando entra l’Uomo…, cosa è l’uomo per Dio; non è ministro, è figlio ed erede della sua gloria…

L’uomo, per Cristo, contempla con il Padre, canta con il Verbo e arde in amore con lo Spirito Santo…

Questa è la vita della gloria…! Figli di Dio…! Gli angeli ministri… Che gioia…! L’Uomo è Dio e gli angeli adorano l’Uomo che apre il Seno del Padre con le sue cinque piaghe… […] Giacché l’Uomo è il Verbo del Padre, Incarnato. 

[…] Che silenzio…! Ma che silenzio…! Ma che silenzio…! Dio si è l’Immutabile nel suo giubilo d’amore e di gaudio infinito e coeterno. 

Ah… come entra Cristo nel cielo…! Ormai entra Cristo nel cielo, così contento! E come entra contenta e adorna la Chiesa gloriosa con Cristo…!:

“La figlia del re è tutta splendore, gemme e tessuto d’oro è il suo vestito. 
È presentata al Re in preziosi ricami; con lei le vergini compagne a te sono condotte. 
Guidate in gioia ed esultanza entrano insieme nel Palazzo del Re. 
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; e li farai capi di tutta la terra. 
Farò ricordare il tuo nome per tutte le generazioni, e i popoli ti loderanno in eterno, per sempre”10.

[…] Lo squarciarsi del velo del tempio è il simbolo del fatto che Gesù con la sua morte aprì il Seno del Padre, aprendo i battenti maestosi e sontuosi in gaudio eterno di trionfo di gloria, squarciando il Seno del Padre che era chiuso… E con la sua morte si ruppe la legge antica per iniziare la Nuova Alleanza, promessa ai nostri Progenitori, ad Abramo, ad Isacco e a Giacobbe, annunziata per mezzo dei santi Profeti, dove Dio vivrà ormai per sempre abbracciando l’uomo che lo perse a causa del peccato originale: “Essi saranno il mio Popolo ed Io sarò il loro Dio”11.

Che silenzio…! È il gaudio di Dio silenzioso…! 

Tutto il cielo è in silenzio!, benché stia in festa nel giorno glorioso e trionfante dell’entrata dell’anima del primo Uomo, nelle dimore sontuose dell’eternità.

“Felice colpa che ci ha meritato un tale Redentore!”, il quale è seduto alla destra di Dio davanti all’aspettazione gaudiosa di tutti i beati che, in compagnia degli angeli, intonano l’inno di lode che solo a Dio e all’Agnello può essere cantato:

“Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:  

L’Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione. 

E tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli”12 ».

L’autrice: Trinidad de la Santa Madre Iglesia


QUANDO IL MAESTRO PARLA AL CUORE



Svegliatevi fratelli, svegliatevi!



“Il Maestro non c’è, il Suo giaci glio è vuoto”  
Ti cerco e non ti trovo, dove sei andato? 
Svegliatevi fratelli, svegliatevi! 
Il lenzuolo è sul pavimento, 
Il corpo dell'Amato non viene trovato.  

I discepoli lo cercano; 
Ah, è risorto, Colui che non si trova; 
È risorto nella gloria, 
per la nostra giustificazione. 

È il dono dell'amore, 
una nuova terra, un nuovo paradiso. 

Il Cristo sofferente è Dio trionfante 
Ha reso partecipi i Suoi della Sua stessa gloria. 

Colui che ha percorso le strade con il Suo Corpo straziato, ritorna glorioso per confortare Sua Madre; Colei che ha tenuto tutto nel segreto del cuore, oggi non ha bisogno di parlare. Suo Figlio è presente davanti ai discepoli e ascenderà al Cielo per vivere eternamente alla destra del Suo Padre Celeste; il Figlio è venuto con gloria e maestà, lascerà il suo Santo Spirito a dimorare tra gli uomini. 

Così il Signore ci parla, dando testimonianza, ecco perché non è necessario diffondere a gran voce la nostra spiritualità, dare testimonianza davanti ai fratelli è la migliore prova di Colui che vive in noi, così come la nostra Madre ha sofferto in silenzio e il Figlio è venuto a mostrare la Sua Gloria, parlerà sempre per chi tace e dà la vita per i suoi fratelli.  
Possa la candela dell'amore non estinguersi mai, è questa l'offerta permanente al nostro amato Redentore. Non vuole olocausti, ci vuole veri. Il segno è ovvio, Lui cercherà l'amore.