Tratto dal libro:
"Luce nella notte.
Il mistero della fede dato in sapienza amorosa"
Con la consumazione della restaurazione
dell’uomo caduto mediante l’immolazione cruenta del divino Redentore, –manifestazione maestosa dell’eccellenza dell’infinito Potere in uno
sperpero del suo amore eterno per la gloria del
suo Nome e la salvezza delle anime–, culminò
la redenzione del Messia promesso ai santi Patriarchi e annunciato dai Profeti dell’Antico Testamento, come Agnello immacolato che fu immolato per togliere i peccati del mondo; dietro
di ciò venne la risurrezione e la vita per il trionfo di Cristo risuscitato:
«Saliamo a Gerusalemme, e si compiranno
tutte le cose scritte riguardo al Figlio dell’Uomo,
che sarà consegnato ai gentili, e schernito e oltraggiato e coperto di sputi, e dopo averlo flagellato lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà»1.
E mentre «il velo del tempio si squarciò in
due da cima a fondo, e la terra tremò, e le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti
corpi di santi che erano morti risuscitarono. E,
uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione,
vennero alla città santa e apparvero a molti;
e il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, vedendo il terremoto e quel che era successo temettero oltre modo e dicevano: “Davvero Questi era il Figlio di Dio!”2; mentre Gesù, gridando a gran voce disse: “Tutto è compiuto!”, e, chinato il capo consegnò lo spirito»3;
l’anima del divino Crocifisso trionfante e gloriosa, spicca il suo volo in trionfo di maestà sovrana, e liberando i santi Padri che stavano aspettando il suo santo avvenimento, e portandoli dietro di Sé, arriva alle soglie ampie dell’eternità aprendole con il frutto della sua redenzione gloriosa come «Re dei re e Signore di coloro che dominano», entrando nella gloria; e con Lui il corteo nuziale di una moltitudine di prigionieri, dietro i quali possono ormai entrare tutti gli uomini: «Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con Sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. Ma che significa la parola “ascese”, se non che prima era disceso nel più profondo della terra? Colui che discese è lo stesso che anche “ascese” al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose»4.
Che grande giorno! Ormai è entrata nel cielo l’anima del Primogenito degli uomini.
Che giorno di festa così terribile…! Che pacifica festa…! Che pace grande e inalterabile!
Che sabato di così glorioso trionfo!, nel quale l’anima dell’Unigenito di Dio, che allo stesso tempo è il Figlio dell’Uomo, apre per il frutto della sua Redenzione i portoni sontuosi della eternità, chiusi fin dal Paradiso terrestre a causa del peccato di ribellione dei nostri Progenitori; e si alzano gli antichi battenti davanti al passo impetuoso di irresistibile potenza dell’anima dell’Unigenito di Dio immolato, in trionfo di gloria.
Mentre un inno giubilante di lode risuona per gli ambiti del cielo e fino agli ultimi confini della terra:
«Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche ed entri il Re della gloria.
Chi è questo Re della gloria?
Il Signore, forte e potente, il Signore, potente in battaglia.
Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche ed entri il Re della gloria.
Chi è questo Re della gloria?
Il Signore degli Eserciti è il Re della gloria»5.
L’Unto di Jahvè, davanti al quale gli angeli di Dio adoranti, pieni di aspettazione in giubilo glorioso, contemplavano l’anima del Cristo che, trionfante, apriva per il frutto della sua Redenzione con le sue cinque piaghe il Seno del Padre; portando dietro di Sé al giubilo eterno la coorte gloriosa e trionfante degli antichi Padri: Abramo, Isacco e Giacobbe con i santi Profeti, con i fratelli di razza di Cristo del Popolo di Israele, eletti primogeniti ad essere i depositari delle promesse di Dio all’uomo, e con la legione di prigionieri riscattati dal prezzo del suo sangue e che attendevano il suo santo avvenimento.
E si udì nelle altezze degli ambiti immensi de l’eternità come un inno di trionfo:
Sia benvenuto l’Uomo che ha aperto con le sue cinque piaghe il Seno del Padre!
Ormai si sono compiute tutte le promesse dell’Antica Alleanza di Dio con l’umanità, essendo Cristo la Promessa compiuta e terminata in trionfo glorioso e definitivo di conquista di gloria, che entra nell’eternità vincitore del peccato e trionfatore sulla morte.
Mentre la mia anima, introdotta da Dio in quella camera nuziale in compagnia degli angeli e sotto l’annientamento, traboccante di sorpresa indicibile e indescrivibile, e delirante di amore e di gaudio contemplava, –penetrata dalla sapienza amorosa dell’infinito Essere e trascesa e innalzata dalla mano potente della sua coeterna sovranità piena di potere e di maestà, per potere in qualche modo manifestare anche se sotto la limitazione della mia povertà e la meschinità del mio nulla– lo spettacolo più grandioso, trionfale e sorprendente che si sia potuto realizzare davanti al trionfo dell’anima dell’Uomo che entra in signoria eterna, come l’Unigenito dello stesso Dio, nella gloria della eternità.
Per cui oggi sotto l’impulso dell’Onnipotente e per il potere della sua grazia, che, nel modo che Egli solo sa, mi introduce nei suoi misteri perché li manifesti, esprimo qualcosa –soltanto di quello che mi è possibile sotto il pudore spirituale della mia anima-Chiesa e come l’Eco di questa santa Madre prima di andarmene con Cristo all’eternità– di quanto la mia anima visse e contemplò il 28 marzo 1959, sommersa nel mistero dell’entrata dell’anima di Cristo nella gloria, e rifugiata nel grembo della Vergine sotto la protezione della sua Maternità divina, fatta una cosa con Lei, e invasa dalla luce della contemplazione di Maria.
La quale trascesa, in passo veloce, quale Regina e Signora, penetrava, sorpassata d’amore, di giubilo e di adorazione, il mistero dell’entrata dell’anima di Cristo, suo Figlio, nell’eternità.
Si trascrive oggi qualcosa di ciò che sprofondata nel mistero Dio mi fece vivere quel giorno in profonda venerazione di contemplazione amorosa in sapienza sapienziale di riverente e profonda adorazione.
«Ah Maria…! Ella, nel momento in cui Gesù salì al Padre, unita a l’anima di suo Figlio, partecipò in una maniera così sovrabbondante ed elevata, oltrepassata dal gaudio de lo Spirito Santo, alla gioia, alla felicità, alla gloria e al gaudio beatissimo dell’anima dell’Unigenito di Dio e suo Figlio che entra nella eternità.
E nonostante Maria stesse nell’esilio, la sua anima, trascesa e oltrepassata, stava con quella di suo Figlio; motivo per il quale la Vergine non ebbe bisogno di andare al sepolcro… […]6 Infatti prima di ogni altro apparve a Lei il Signore nel giorno della risurrezione.
Poiché Gesù a dentrò sua Madre Santidsima in tal modo nei misteri della sua vita, morte e risurrezione, che, prima che fossero rivelati ad alcuno, E la li viveva in contemplazione amorosa di gaudio o di dolore ne l’unione partecipativa del mistero dell’Unigenito di Dio e suo Figlio.
Per questo Maria, con la morte di Gesù, riposò, davanti alla volontà del Padre compiuta e alla glorificazione del suo Figlio e del suo Dio.
Maria stava contemplando l’entrata del Figlio di Dio e Figlio suo nel cielo, mentre dimorava sulla terra, come Madre della Chiesa, con gli Apostoli.
Oggi il cielo è in festa, poiché vi è entrato Gesù ed è iniziata la Chiesa gloriosa; ma la terra è in lutto poiché gli uomini hanno ucciso il Figlio di Dio, il Messia promesso e annunziato dai santi Profeti, e gli Apostoli non sapevano il gaudio che Egli aveva, mentre Maria lo contemplava piena di gaudio indicibile, inondata dall’amore dello Spirito Santo. E per questo godeva con Gesù e soffriva con gli Apostoli; godeva, come Madre della Chiesa, con la Chiesa gloriosa, e soffriva con la Chiesa penante e addolorata.
Com’è grande e sconosciuta Maria in rapporto ai piani eterni di Dio su di Lei…! »
« […] Oh, che grande giorno…! Quanta festa…! […]
L’anima di Gesù esce di corsa…, di corsa… Che corte…! Che corte Cristo porta di dietro…! […]
Che corte…! Come uno sposo il giorno delle sue nozze…! È la Chiesa trionfante…!, nuova e celeste Gerusalemme, restaurata dal Sangue dell’Agnello.
Che corte interminabile…! Che cantici di gloria…! Che giubilo…! Che giubilo…!
Si è squarciato il velo del tempio poiché si è
aperto il Seno del Padre!
L’anima di Cristo, nel Seno del Padre, come Verbo e come Uomo, a gioire...! Il suo corpo riposa nel sepolcro…
Si ruppe la legge antica nello squarciarsi del velo del tempio…! Cristo ha perfezionato la legge scoppiando sulla croce… “Tutto è compiuto!”
Ecco già sorge cantando la Chiesa trionfante la Nuova Alleanza attraverso Gesù…! Si sono aperte le porte dell’eternità con le piaghe del- l’Agnello…! Si sono rotti i catenacci di bronzo con il trionfo del Verbo Incarnato…! Si sono ab- bracciati Dio e l’Uomo in Cristo nel trionfo in- vincibile e definitivo dell’eternità!
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli…!”7. Cristo Uomo entra nella gloria seguito da una corte… Ma, che corte Cristo porta dietro di Sé, così trionfante e così gloriosa…!
Che grande giorno…! Com’è adorna la Chiesa e com’è contenta entrando con Gesù nel cielo…! Ed io così piccolina, spaventata e tremante, lo sto contemplando per il fatto di essere Chiesa, sotto la protezione della Maternità di Maria…!
Che corte Cristo porta…! È la Chiesa trionfante, Gerusalemme celeste, irrigata e bagnata con il sangue dell’Agnello, che oggi inizia il suo trionfo glorioso in compagnia degli angeli di Dio. Oggi entra Cristo seguito dalla corte di tutti gli antichi Padri.
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli!” cantano gli angeli. Tutti si prostrano davanti all’Uomo…!
Tutti gli angeli si prostrano davanti all’Uomo- Dio che entra nel cielo trionfante.
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli…”. Gloria a Dio! Gloria a Dio per l’Uomo…!
Ormai l’uomo si trova nel Seno del Padre a godere della gloria di Dio, come Dio e come Uomo…
Sia benvenuto l’Uomo al Seno del Padre…!; l’Uomo che aprì con le sue cinque piaghe il Seno del Padre per l’effusione del suo sangue divino, quale Agnello immacolato, sull’ara della croce. “Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo; si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza. Il Giusto, mio Servo, giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini”8.
Oh! L’Uomo più dell’angelo…!
Oh…! Gli angeli adorano l’Uomo-Dio! E tutti ardono prostrati in adorazione d’amore davanti all’Uomo-Dio piagato, che è stato schernito…! […] Tutti adorano l’Uomo-Dio che, per l’effusione del suo sangue, riscattò l’uomo caduto, innalzandoci come Primogenito dell’umanità, alla dignità di essere figli di Dio nel Figlio e coeredi con Lui e per Lui della sua stessa gloria...! […]
Ma che grande gioia nel cielo…!
L’Uomo-Dio entra gaudioso nel Seno del Padre con le sue cinque piaghe aperte per e fondere a traverso di e se le grazie agli uomini.
Maria rimane ancora nel mondo, contemplando…
Che gaudio! Io contemplo con Maria la gloria di Gesù.
Com’è felice Gesù nel Seno del Padre…! Gloria a Dio…! Che gaudio! […]
Che silenzio c’è nel cielo e che festa…! È un silenzio ineffabile.
Che cantico di giubilo silenzioso…!
Tu to il cielo estatico, adorante davanti al Dio piagato…!
L’Uomo ha dato a Dio tutta l’infinita gloria di riparazione che Egli merita, e lascia il suo costato aperto, sorgente di acqua viva che salta dal Seno del Padre per Cristo agli uomini…
Con Cristo inizia la Chiesa trionfante… Figlia di Gerusalemme, avanza gloriosa come Sposa dell’Agnello immacolato, che non ci sarà chi ti si metta davanti e interrompa il tuo passo di Regina.
La prima è la Chiesa trionfante…! Che gaudio…! Che gaudio…!
Gloria a Dio nel cielo…! Ormai si è aperto il Seno del Padre per tutti i figli di buona volontà…! Mai più si chiuderà…! Cristo lo ha aperto… e sta aspettando tutti gli uomini… Egli lo aprì e si mise alla “porta” con le braccia stese, affinché mai più si chiudano i portoni sontuosi della eternità…
[…] Com’è contenta e giubilante la mia anima in questo giorno di gloria…!
L’Uomo che canta a Dio il cantico nuovo, il cantico magno dell’amore…!
L’anima di Cristo, perfetta e compiuta, canta a Dio il cantico nuovo, il cantico magno che solo Lui può cantare…
Ormai l’uomo sta cantando redento, e il Padre guarda gli uomini con amore. Ogni uomo gli parla del suo Cristo ed è inserito in Lui; e ne l’abbracciare Cristo nel suo Seno, abbraccia tutti gli uomini.
Ormai l’uomo ha una tonalità nuova e di- stinta, ed offre al Padre con Cristo, per Lui ed in Lui, in sacrificio infinito, il sangue dell’Agnello immacolato…
Ormai si sono rotte le norme della legge antica, il simbolo dell’Agnello Pasquale…! Adesso è Cristo l’Agnello immacolato che, in oblazione perenne, si offre al Padre per gli uomini.
Sta cantando tutta la terra nell’Uomo-Dio! Tutta la terra è colorata di rosa…! Ha una tonalità nuova e diversa! […]
Tu to è in festa, il cielo e la te ra: il cielo, per- ché entrò il Figlio de l’Uomo; e la te ra perché ormai ha chi risponda e glorifichi Dio per lei…
[…] Oggi tutto è adorare… Sto adorando e contemplando…
Ma come è bella la terra…! Che canto di giubilo canta l’Uomo a Dio…! In che modo trionfante…! In che modo trionfante si apre il Seno del Padre perché entrino gli uomini…!
Oh, ma che silenzio…! Tutto il cielo in silenzio… Che gaudio…! Oh, cosa è l’uomo davanti a Dio…! Dio mio, cosa è l’uomo grazie a Cristo…!
Oh…! Gli angeli ministri di Dio, e gli uomini figli di Dio…! Gli angeli adorano l’Uomo con le ali estese –senza ali–, […] volto a terra… –senza volto–; inclinati fino al suolo… –senza suolo–. Nel cielo non c’è suolo…! Adorano dal più profondo del loro annientamento l’Uomo Dio che, per la regalità della sua infinita eccellenza, apre con le sue piaghe il Seno del Padre…
Ormai l’Uomo entra nel cielo, ed entra come Figlio del Re, non come ministro; ed ogni uomo è un figlio di Dio per mezzo di Cristo. E il Padre riceve con gaudio la Messa, perché riceve il suo Cristo, il suo Verbo…
Ogni Messa è il Sacrificio incruento di Cristo, del Figlio delle sue compiacenze… Ormai è entrato nel cielo il Figlio di Dio fatto Uomo e il Figlio dell’Uomo che è Dio…!
E che volto contento ha il Padre…! E com’è contento Dio vedendo il suo Verbo…! Non può negare nulla all’uomo…! Si è aperta per gli uomini la Fonte della Vita, le Sorgenti della Divinità in affluenti torrenziali di vita divina che esce come una cascata, attraverso Cristo, per mezzo dei Sacramenti…!
Che giorno di tanta gloria…! Com’è contento il Padre vedendo nel cielo e sulla terra il Figlio amatissimo in cui ha posto tutte le sue compiacenze…! Tutte…!, tutte le sue compiacenze nell’Uomo-Cristo…!
Tutte…! Tutte…! Non rimane nessuna compiacenza per nessuno…! Tutte per il Verbo… E siccome il Verbo è Uomo, tutte le sue compiacenze per tutti gli uomini che inseriti in Lui, sono il nuovo Popolo di Dio, Assemblea sacra, “stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione consacrata, il Popolo acquisito da Dio per proclamare le meraviglie di Colui che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce”9, lavato e riscattato con il prezzo del suo sangue divino effuso, che toglie i peccati del mondo.
L’uomo è più dell’angelo, per Cristo, perché Egli è il Figlio amato del Padre, e Cristo non si fa angelo, si fa uomo; non si fa angelo per redimere gli angeli che pure avevano peccato.
E per il fatto che il Verbo sia Uomo, l’Uomo ha un merito infinito e per questo l’Uomo-Dio rende l’uomo figlio di Dio ed erede della sua gloria; eccetto l’uomo ribelle che non vuole beneficiare del suo Sangue, dei suoi meriti né della sua redenzione; ma quest’uomo ribelle, se viene alla Fonte della Vita, rimarrà con tutte le grazie dei veri figli.
[…] Oh, che gaudio…! Sto contemplando piena di stupore, annientamento e santo timore di Dio, trascendendo tutto ciò che è di qua […] quando Gesù entrò nel cielo…! Sto contemplando […] venti secoli fa l’anima di Cristo entrare ne l’eternità…! Sto contemplando l’anima di Cri- sto che entra nel cielo il Sabato di Gloria…; […] il momento in cui sale l’anima di Cristo!; cosa è Cristo…!, cosa fanno gli angeli quando entra l’Uomo…, cosa è l’uomo per Dio; non è ministro, è figlio ed erede della sua gloria…
L’uomo, per Cristo, contempla con il Padre, canta con il Verbo e arde in amore con lo Spirito Santo…
Questa è la vita della gloria…! Figli di Dio…! Gli angeli ministri… Che gioia…! L’Uomo è Dio e gli angeli adorano l’Uomo che apre il Seno del Padre con le sue cinque piaghe… […] Giacché l’Uomo è il Verbo del Padre, Incarnato.
[…] Che silenzio…! Ma che silenzio…! Ma che silenzio…! Dio si è l’Immutabile nel suo giubilo d’amore e di gaudio infinito e coeterno.
Ah… come entra Cristo nel cielo…! Ormai entra Cristo nel cielo, così contento! E come entra contenta e adorna la Chiesa gloriosa con Cristo…!:
“La figlia del re è tutta splendore, gemme e tessuto d’oro è il suo vestito.
È presentata al Re in preziosi ricami; con lei le vergini compagne a te sono condotte.
Guidate in gioia ed esultanza entrano insieme nel Palazzo del Re.
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; e li farai capi di tutta la terra.
Farò ricordare il tuo nome per tutte le generazioni, e i popoli ti loderanno in eterno, per sempre”10.
[…] Lo squarciarsi del velo del tempio è il simbolo del fatto che Gesù con la sua morte aprì il Seno del Padre, aprendo i battenti maestosi e sontuosi in gaudio eterno di trionfo di gloria, squarciando il Seno del Padre che era chiuso… E con la sua morte si ruppe la legge antica per iniziare la Nuova Alleanza, promessa ai nostri Progenitori, ad Abramo, ad Isacco e a Giacobbe, annunziata per mezzo dei santi Profeti, dove Dio vivrà ormai per sempre abbracciando l’uomo che lo perse a causa del peccato originale: “Essi saranno il mio Popolo ed Io sarò il loro Dio”11.
Che silenzio…! È il gaudio di Dio silenzioso…!
Tutto il cielo è in silenzio!, benché stia in festa nel giorno glorioso e trionfante dell’entrata dell’anima del primo Uomo, nelle dimore sontuose dell’eternità.
“Felice colpa che ci ha meritato un tale Redentore!”, il quale è seduto alla destra di Dio davanti all’aspettazione gaudiosa di tutti i beati che, in compagnia degli angeli, intonano l’inno di lode che solo a Dio e all’Agnello può essere cantato:
“Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
L’Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione.
E tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli”12 ».
L’autrice: Trinidad de la Santa Madre Iglesia