martedì 5 maggio 2020

Madre, salvaci.



Quando l’uomo scopre il suo fallimento e non ha altro mezzo per ordinare la sua vita, dopo averla utilizzata per soddisfare le sue scellerate voglie di super uomo, deve necessariamente rivolgersi a Dio.
Quanto è «unico» l’uomo quando smette di stare in piedi davanti a Dio e trova la forza di inginocchiarsi. Inizia a riconoscere che è il padrone del mondo per dono di Dio e non per sua dannata voglia di autoproclamarsi re della terra.
Quante volte ci siamo inginocchiati davanti agli idoli. Quante volte abbiamo dato retta al «Bugiardo» che ci diceva: Tutto ciò che vedi è tuo, se in ginocchio mi adorerai.
Folle corsa alla menzogna, nel dare retta al Malvagio e ripudiare la Verità per orgoglio.

Cosa resta? Amarezza, rimpianto, confusione. Eppure, sapevamo che tutto ciò che è stato creato era opera di Dio. Poteva il «Bugiardo» donarci qualcosa, lui che non ha nulla di suo se non la vergogna?
Quando la creatura si accorge di essere stato ingannato, non può che far ritorno a casa, piegare le ginocchia e domandare perdono.
Ma non sempre ciò è possibile. A volte non si è capaci di alzare gli occhi al cielo e implorare misericordia. Si è talmente avviliti che tutto sembra dare sfogo alla disperazione.
Ecco, tua Madre.
Si, andrò da mia madre e le chiederò di aiutarmi. Piegherò le mie ginocchia e le domanderò con umiltà:

Madre, salvaci.

Trevignano Romano

Pregate per la Russia, Pregate per l'America, Pregate per la Chiesa, perché i combattenti stanno arrivando e l'attacco sarà disastroso



Trevignano Romano, 28 settembre 2019


Amati figli miei, grazie per aver ascoltato la mia chiamata nel vostro cuore. Pregate, pregate, pregate per la pace e per ciò che vi attende. Pregate per la Cina perché da lì arriveranno le nuove malattie, tutto già pronto per influenzare l'aria da batteri sconosciuti. Pregate per la Russia perché la guerra e prossima. Pregate per l'America, ormai è in grande declino. Pregate per la Chiesa, perché i combattenti stanno arrivando e l'attacco sarà disastroso, non lasciatevi plagiare dai lupi travestiti da agnelli, tutto, presto avrà una grande svolta. Guardate il cielo, vedrete i segni della fine dei tempi. Io sarò con voi fino alla fine della preghiera. Ora vi benedico nel nome del Padre, del Figlio dello Spirito Santo, Amen”.

Attendo la proclamazione del dogma di Corredentrice per la salvezza dell'umanità


lunedì 4 maggio 2020

Battetevi per la vostra libertà, state per essere ridotti in schiavitù da dittatori malvagi. Attenzione ai vaccini e a tutti gli obblighi perché non arriveranno da Dio, ma da satana che vuole governare le vostre vite e le vostre menti.


AVVISI DALL'ALTRO MONDO SULLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO



Le Anime del Purgatorio 
Povere anime - Il Purgatorio - Le Indulgenze 


E = Esorcisti  

B = Belzebù 

E: Nel nome della Beatissima Vergine Maria, nel nome di tutti i Santi e nel nome di tutti gli Angeli Custodi, ai quali rivolgiamo le nostre preghiere...! 
B: Anche le anime nel Purgatorio possono pregare. Se non possono più far altro, possono pregare. Possono anche borbottare ingenuamente qualche cosa in favore della Chiesa. Se però viene loro intimato, allora devono farlo e lo fanno pure. Sanno cosa è in ballo oggi. Loro sanno appunto molto, specialmente quelle che si trovano nei ranghi superiori. 
E: Significa che le Anime nel Purgatorio vogliono contribuire a pregare per la Chiesa? 
B: Quelle che stanno giù, giù, che noi sollecitiamo ancora - ci sono ben molti gradini, se si vuole così - hanno poca competenza, generalmente vengono terribilmente tribolate. Quelle che stanno cosi giù - se sono stati uomini molto cattivi e hanno peccato molto - non sanno alle volte se si trovano nell’inferno o se verranno salvati. Quelle possiamo ancora sollecitarle: si trovano nel cosiddetto Lago inferiore. 
E: E ritorneranno esse a galla? 
B: Soltanto se per loro, si prega e si sacrifica pazzamente molto... Molti ci rimangono fino alla fine del mondo e sono felici... e glorificano alla fine Dio in umiltà riconoscenti che Egli le abbia lasciate precipitare laggiù. É come, così si potrebbe dire, la connessione fra purgatorio e inferno. 
E: Ma è ancora il Purgatorio? 
B: È ancora il Purgatorio, ma in generale ci sono soltanto quelli che avrebbero meritato l'inferno, ma che vennero salvati nell’ultimo momento per mezzo di penitenza, molta penitenza da parte di persone che si sono sacrificate. Non parliamo volentieri; voi non dovere pregare per le Anime nel Purgatorio. Non ci piace del tutto [opinione dei demoni]. QUELLI (mostra in alto) intendono in cielo - Giuda dovette dirlo già il 31 ottobre - che le Anime del Purgatorio ci rimettono molto adesso [opinione dei demoni]: Ma è bene che soffrano e crepino, lo dobbiamo noi pure. Non dovete adesso più ricevere le indulgenze che la Chiesa ha concesse, quando pregate per loro. È bene che crepino, anche noi nell’inferno dobbiamo sopportare cose terribili. 
E: Nel nome... ti chiedo: È possibile di ricevere come prima l’indulgenza «toties - quoties» alla festa di Tutti i Santi e di tutti i Defunti? 
B: Quello che il Papa ha istituito una volta, un altro non lo può annullare così... 
E: Nel nome... dì la verità e soltanto la verità! 
B: Se fate un regalo a qualcuno, un regalo molto grande... non parliamo volentieri di questo… - le indulgenze sono regali immensi, tesori immensi per le povere Anime nel Purgatorio - sono tesori immensi. Se si fa un regalo a qualcuno e se questo regalo piace, e chi lo riceve ne ha un piacere immenso e se ne occupa continuamente e ne ricava un profitto, allora il donatore non può venire e dire: Senti, ho fatto una stupidaggine. Hai giocato abbastanza con questo regalo, adesso devi restituirmelo... Questo perdinci non va. Allora il beneficato direbbe: Ma tu sei matto. Credi che io restituisca un regalo che mi hai fatto! Allora direbbe: Gli anni sono trascorsi. Sono più di dieci anni da quando mi hai dato il regalo. Io lo tengo semplicemente. Non puoi citarmi per questo davanti al giudice. Avresti dovuto pensarci prima di farmi il regalo... Così è pure per le indulgenze. Le indulgenze che un Papa ha conferito una volta, così lasciano dire QUELLI IN ALTO (mostra in alto, non lo può ritirare un altro. E per esempio solo perché c’era scritto sotto «Dolcissimo Cuore di Gesù dà loro pace eterna», o «Dolce Cuore di Gesù fa che t’ami sempre più», «100 giorni» o «300 giorni» - o «sette anni» o simile - solo per questa ragione non è ancora il caso per il Papa di abolire queste indulgenze. Di fatti in quei giorni, la faccenda non venne messa in scena tanto dal Papa. Si vorrebbe insomma abolire tutto. Si diceva allora: Ma la gente già non capisce cosa voglia dire 300 giorni e sette anni e l’indulgenza plenaria. Loro credono che si tratti di un’abbreviazione di 300 giorni di fuoco del purgatorio o qualche cosa di simile. Si potrebbe ben dire nella predica: questi 300 giorni ricordano delle pene ecclesiastiche secondo il vecchio uso. Così, una volta, per tanti giorni venivano puniti i grandi peccatori… e non potevano entrare in chiesa, ma dovevano restare fuori in piedi. Quanto hanno dovuto espiare, altrettanto valeva l’indulgenza. Questo dobbiamo dire ancora che questi 300 giorni o sette anni erano ben poco in confronto a quello che dovevano sopportare nella penitenza della Chiesa. Era un regalo incredibile per le povere anime nel Purgatorio e anche per gli uomini. 
E: Anche toties - quoties? 
B: Tutte le indulgenze sono un regalo immenso. Ma tutto quello che un Papa d’una volta aveva disposto, un altro Papa non può scioglierlo, se lui stesso non ha voluto scioglierlo in modo espresso. C’era lui, ma non lui solo; c’erano anche degli altri. Egli non c’entrava tanto; tutto quanto venne semplicemente manipolato e messo in scena, affinché le anime nel Purgatorio non ricevessero più tali preghiere. 
E: È la stessa cosa per le messe tridentine? Nel nome...! 
B: Ah! Non parlatemene della messa tridentina... 
E: Nel nome… dì la verità e soltanto la verità! 
B: Perdinci, che dobbiamo sempre dire la verità e soltanto la verità. Ma questo è una cosa pazza che vorremmo evitare. Durante tutto il tempo ci venite con la verità e con questo esempio. 
E: Gesù dice: «Io sono la verità e la vita». Noi vogliamo la verità e quello che dice Gesù e la Beatissima Vergine. Parla nel loro nome la verità e soltanto la verità! 

I sacramenti 

B: ...I sacramenti... Appunto di questi non vogliamo parlare. Questo è un tema che non vorremmo attaccare. Adesso è già com’è! 
E: Nel nome... dì soltanto quello che vuole la Beatissima Vergine! 
B: Che adesso lo diciamo o no, le cose sono già come sono e voi non potete più cambiarne niente. 
E: Dipende da: che vuole la Beatissima Vergine? Dì la verità e soltanto la verità...! 
B: Ah! se foste rimasti a casa! Che cosa volete? 
E: Vogliamo compiere la volontà della Madre di Dio. Dì perciò quello che ci vuol dire la Madre di Dio sui sacramenti! 

Sacramento della Penitenza 

E: Dì cosa vuol dire la Madre di Dio nel nome...! 
B: Il sacramento della Penitenza… anche questo è pazzesco. Esso non viene in prima linea dal Papa, queste assoluzioni in massa, queste funzioni penitenziali. Egli non ha neppure detto che queste rimpiazzano una vera confessione. Qui si tratta di una invenzione nostra [dell’inferno]. La gente perde senza una vera confessione ogni coscienza morale. Di conseguenza peccano poi di più. Pensano: Se adesso non dobbiamo più inginocchiarci nel confessionale davanti ad un tale vecchio in sottana... e non dobbiamo più dire i nostri peccati... si vive molto più comodi. Così possiamo permetterci più facilmente una scappatina o baciare con fervore le guance di una persona maritata... giacché non lo dobbiamo raccontare a un pretaccio. ESSI IN ALTO non amano, che sì dica pretaccio. Ma per noi [demoni] essi sono appunto in questa situazione pazzi cretini, sporchi e pretacci. Inoltre la gente pensa ancora: non è necessario che ci inginocchiamo umilmente e diciamo, «ho fatto questo e quello, ero da questa o quella e anche da una sposata, abbiamo questo o quello sulla coscienza». Pensano semplicemente che oggi possono permetterselo. I sacerdoti dicono oggi loro stessi, che si può fare delle funzioni penitenziali e allora sarà tutto rimesso. Per quale ragione dobbiamo fare ancora grande penitenza e sottoporti a umiliazioni? Possiamo peccare oggi molto più liberamente. Ci mettiamo semplicemente in ginocchio qui davanti come ci pare e piace e ci lasciamo dare l’assoluzione per la nostra parte durante le funzioni penitenziali. Allora tutto ci sarà rimesso, se lo dice il sacerdote. Il sacerdote lo dice ben lui stesso: la funzione penitenziale rimpiazza ora la confessione. Così è, e poi voi credete che la gente, attraverso le funzioni penitenziali, faccia quello che dovrebbe fare come nella vera confessione? Credete voi che i cinque o sei atti si fanno ancora, per esempio: Preghiera, esame di coscienza, contrizione, confessione, penitenza e riparazione? Non vorremmo dire questo. 
E: Beten (pregare) - besinnen (esaminare la coscienza) - bereuen (pentirsi) - bekennen (confessare) - büssen (espiare). Parla nel nome...! 
B: Espiare: non si vuole soltanto fare la penitenza, si vuole anche espiare la pena dei loro peccati. Lo potrebbero per mezzo di molte, molte indulgenze. Allora verrebbero rimessi loro questi 300 giorni o sette anni, o chissà cosa, a secondo come il Papa ha concesso queste indulgenze. Queste indulgenze valgono ancora oggi! La gente non lo sa, Bisognerebbe di nuovo divulgarlo da tutti i pulpiti, 
E: Nel nome del Padre... continua a dire quello che vuol dire la Madre di Dio! 
B: LEI (mostra in alto) dice che la funzione penitenziale non rimpiazza giammai la confessione. L’abbiamo già dovuto dire una volta.  
Giammai, nemmeno approssimativamente essa rimpiazza la confessione. La vera, intera, inalterata confessione deve essere rimessa al suo posto. Dovrebbe essere divulgato da tutti i pulpiti. 
E: Nel nome... dì la verità che devi dire, come lo vuole la Madre di Dio! Dì quello che devi dire sulla confessione! 
B: Bisognerebbe preparare la gente molto meglio alla santa confessione. Non sarebbe troppo se ci si preparasse un’ora intera. Appunto per la confessione noi [demoni] abbiamo grandi competenze. Noi tentiamo gli uomini in ogni maniera. Cerchiamo di impedire loro di avere un vero pentimento. Se non ci riesce e l’uomo viene preso dal pentimento, allora veniamo noi o tre altri diavoli che lo incalzano e lo influiscono finché egli non abbia più voglia di migliorarsi. Per molti ci diamo la pena che non riconoscano pienamente i loro peccati. Anche qui incarichiamo certi diavoli. Se tutti questi gradini sono superati, se il penitente ha già pregato bene lo Spirito Santo, ha riconosciuto i suoi peccati, ha esaminato la coscienza e si è pure pentito - il pentimento è la parte essenziale della confessione - allora attacchiamo al proponimento e facciamo che non l’abbia e che riceva meno grazie. Se un uomo si propone qualche cosa contro il suo difetto principale, allora ci sono anche certe grazie. Con vantaggio confessa al sacerdote il suo difetto principale. Questo è un’umiliazione, e dove ci sono umiliazioni possono rientrare grazie che altrimenti non possono affluire. Se non potemmo portare l’uomo fino a questo punto e se entra nel confessionale dopo il proponimento... allora incarichiamo gli ultimi diavoli affinché sia preso all’ultimo momento... nel confessare i peccati... da una grande paura che lo trattenga dal confessare... anche se sono soltanto peccati veniali. Quando si tratta di peccati gravi è in ogni caso tremendo se non vengono confessati. Non si raggiunge lo stato di grazia se si ritengono peccati gravi coscientemente. Ma anche per i peccati piccoli che si sa, ma che non si confessano ci sono meno grazie. In tal modo non si fanno gli sforzi per cambiare vita e migliorarsi. Se arriviamo a questo punto con fedeli devoti - si tratta il più delle volte di devoti e molto devoti - e il penitente è inginocchiato nel confessionale e ha veramente detto tutto come sapeva e voleva, anzi, se ha aggiunto Dio sa che cosa allora una tale confessione è buona. Coll’«aggiungere Dio sa che cosa», intendo che ci sono degli uomini che dicono peccati o colpe delle quali non sono del tutto sicuri che siano peccati. Se confessano questi ugualmente al sacerdote - il che spesso richiede da loro molta umiltà - dopo sono più calmi. Per questa umiliazione e onestà ricevono anzi alcune grazie in più (ringhia miseramente). Una tale confessione è buona, ha meritato il nome di confessione. Allora il penitente riceve la grande (per noi demoni) tremenda assoluzione: «Ego te absolvo...». 

Perdinci, come odiamo questo! Ancora oggi lo odiamo. (Belzebù parla con voce calmata). Ma adesso non dobbiamo più temere in tale misura l’assoluzione individuale. Perché adesso c’è la funzione al posto della confessione e con ciò il sacramento di confessione non è più tale... perdinci, che abbiamo dovuto dire pure questo! QUELLA IN ALTO (mostra in alto) intende che si dovrebbe divulgare da tutti i pulpiti che la vera confessione è di nuovo richiesta. Una funzione penitenziale non è una confessione. Una funzione penitenziale è un processo di massa, è una messa in scena che dà semplicemente l’impressione, che ora tutto sia rimesso e perdonato. Noi (demoni) diciamo: Andatevene in pace a casa, ricevete tranquillamente il Corpo del Signore. Adesso avete ben in voi la pace nelle capanne [nelle anime]. Potete essere tranquilli - questo è un danno terribile per QUELLI IN ALTO (mostra in alto). Un tale punto di vista va molto a danno dell’uomo. Per noi naturalmente no. Meno c’è timore di Dio, tanto più noi esultiamo.

Santo, santo, santo 
Sei Tu, o Dio delle schiere degli Angeli 
I cieli e la terra sono pieni 
Della Tua gloria. 
Osanna nell’alto dei cieli! 
Benedetto colui che viene Nel nome del Signore! 
Osanna nell'alto dei ci eli! 

Bonaventura Meyer

Si faccia in me e per me la tua santa volontà, ripeto a Te con Maria e in Maria, o Padre!



Signore mio e Dio mio, io ti chiedo perdono per tutto ciò che, in pensieri, parole e azioni, può avere arrecato offesa al Tuo Cuore, ricco di tanta misericordia e, attraverso il Cuore tenerissimo della Vergine Madre, rinnovo la consacrazione del mio cuore, della mia mente e di tutta me stessa a Te, Dio Uno e Trino!
Ripeto, Padre, con Maria e in Maria, con Gesù benedetto il mio "sì" totale, a che si faccia, in me e per me, la tua santa volontà, nel mio oggi e nel mio domani, in ogni giorno della mia vita!
Ti ringrazio e ti benedico, Madre mia! A Te ogni onore, gloria, lode e adorazione, Dio Uno e Trino! Amen!

9 gennaio 2020 – La Verità non è stata nascosta al popolo del vostro paese



"Eppure molti si rifiutano di credere nella Verità. Piuttosto, sono facili prede delle menzogne politiche di molti."


Ancora una volta, io (Maureen) vedo una Grande Fiamma che ho compreso essere il Cuore di Dio Padre. Egli dice:

“Il popolo iraniano – la popolazione in generale – è fondamentalmente ignorante nella Verità. Non sono liberi di esplorare la Verità. La Verità non è stata nascosta al popolo del vostro paese, eppure molti si rifiutano di credere nella Verità. Piuttosto, sono facili prede delle menzogne politiche di molti.
“Spesso, è necessario ‘flettere il muscolo’ del potere, ma non lanciare il pugno. Questo è ciò che questo paese ha fatto nel continuo e rafforzato uso delle sanzioni contro l’Iran. La Verità di chi è il nemico, non è stata nascosta al popolo da questa amministrazione.** I tentativi di ‘comprare’ la lealtà del nemico sono stati bloccati. Questo è l’unico modo in cui la pace nel mondo può e sarà mantenuta.”
*U.S.A.
**L’amministrazione del Presidente Donald J. Trump.

Leggi Giacomo 3:18
Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace.
Holy Love

Geremia



Nuove promesse di Dio

1Mentre Geremia si trovava ancora rinchiuso nell'atrio della prigione, il Signore gli comunicò quest'altro messaggio: 2'Io ho fatto la terra, l'ho plasmata perché rimanga stabile; il mio nome è: Signore. 3Rivolgiti a me e io ti risponderò, ti rivelerò un grande segreto del quale non hai mai sentito parlare. 4Io, il Signore, Dio d'Israele, ti assicuro che le case di Gerusalemme e i palazzi dei re di Giuda saranno demoliti dalle macchine da guerra e dalle armi dei nemici. 5Quelli che cercheranno di combattere contro i Babilonesi, moriranno tutti e le case saranno riempite dai loro cadaveri, perché io stesso li colpirò con ira e furore. La gente di questa città ha commesso azioni malvagie e per questo non mi prendo più cura di lei. 6Però in seguito risanerò la città e i suoi abitanti e guarirò le loro ferite. Mostrerò loro come ottenere una pace vera e duratura. 7Farò ritornare i deportati di Giuda e d'Israele e ricostruirò il loro popolo come era prima. 8Li purificherò dai peccati che hanno commesso contro di me, li perdonerò per avermi offeso e per essersi ribellati contro di me. 9Allora Gerusalemme diventerà per me motivo di gioia, di onore e di vanto di fronte a tutte le nazioni del mondo. Esse rimarranno meravigliate e stupite quando sentiranno parlare di tutto il benessere e della prosperità che io concederò agli abitanti di Gerusalemme'.
10Il Signore dice: 'Voi affermate che la vostra terra è devastata ed è rimasta senza uomini e senza animali. Ebbene, in questa terra, nelle città di Giuda, nelle strade di Gerusalemme che ora sono deserte, senza anima viva, senza animali, si udranno di nuovo 11rumori di festa e grida di gioia, i canti dello sposo e della sposa. La gente porterà di nuovo nel mio tempio le offerte di ringraziamento e canterà:
'Lodate il Signore dell'universo;
egli è buono;
eterno è il suo amore per noi'.
Infatti ridarò a questa terra il benessere che aveva prima. Lo dico io, il Signore'.
12Il Signore dell'universo dice: 'Questa terra è ora come un deserto e tutte le sue città sono rimaste senza uomini e senza animali. Però torneranno ad esserci luoghi tranquilli dove i pastori faranno riposare le loro greggi. 13Nel territorio di Beniamino, nei dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda, nelle città della montagna, in quelle della pianura lungo il mare e in quelle del sud i pastori potranno di nuovo contare il loro bestiame. Lo dico io, il Signore'.
14Il Signore dice: 'È vicino il tempo nel quale realizzerò le promesse che avevo fatto per il bene del popolo d'Israele e di Giuda. 15In quel momento farò nascere il germoglio di Davide, un suo discendente legittimo; egli amministrerà la giustizia in modo imparziale nel paese. 16Allora la terra di Giuda sarà liberata e gli abitanti di Gerusalemme vivranno tranquilli. La città sarà chiamata: 'Il Signore-Nostra-Salvezza''.
17Il Signore dice: 'Ci sarà sempre un discendente di Davide come re d'Israele. 18Ci saranno sempre discendenti della tribù di Levi come sacerdoti che vengono davanti a me per presentare i sacrifici completi, bruciare l'incenso e offrire altri sacrifici'.
19Il Signore disse ancora a Geremia: 20'Mi sono impegnato perché il giorno e la notte si succedano sempre regolarmente, e nessuno può impedirlo. 21Allo stesso modo mi sono impegnato con il mio servo Davide a far regnare sempre un suo discendente, e con la tribù di Levi a scegliere tra di loro i sacerdoti per il mio servizio, e nessuno può impedirlo. 22Farò aumentare il numero dei discendenti del mio servo Davide e dei sacerdoti della tribù di Levi che stanno al mio servizio. Sarà impossibile contarli, come non si possono contare le stelle del cielo o i granelli di sabbia sulla spiaggia'.
23Il Signore comunicò a Geremia quest'altro messaggio: 24'Hai fatto caso a quel che dice la gente? Essi ripetono che io ho abbandonato Israele e Giuda, le due famiglie che mi ero scelte! In questo modo disprezzano il mio popolo perché non lo considerano più una nazione. 25Però, com'è vero che io, il Signore, ho stabilito il succedersi del giorno e della notte e ho fissato le leggi che regolano il cielo e la terra, 26così non abbandonerò mai i discendenti di Giacobbe e del mio servo Davide. Sceglierò tra di loro i capi che governeranno i discendenti di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Infatti avrò pietà del mio popolo e farò ritornare i deportati'.

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Mamma, i tuoi figli sono te stessa! Nella tua casa io debbo raccogliere i gigli, e i gigli debbono essere i tuoi figli. Tu li hai piantati e tu devi coltivarli. Se ti scoraggi e te ne annoi, tu non li coltivi ma, senza volere, li inaridisci e li spezzi. I tuoi figli sono te stessa, gigli sbocciati dalla tua vita, e sono pure me stesso, anime redente dal mio amore; guardali dunque come te stessa, e dona loro tutta la vita del tuo amore. Guardali come me stesso e dona loro tutte le cure e l'amore che daresti a me. Dona loro il tuo amore, coi tuoi sguardi, coi tuoi baci, con la tua preghiera. Invoca su di loro lo Spirito Santo, affidali a Maria, guidali con la soave dolcezza del mio amore.

don Dolindo Ruotolo

La guerra Europea e le Profezie



Profezia d’un Eremita Svizzero, morto nel 1760. 

« ... l’anno 1915. Carestia, fame, stragi; la mortalità sarà tanto considerevole che resterà solo un piccolo numero di viventi: quando due s’incontreranno si abbracceranno di gioia: metà degli uomini non oltre passerà gli anni quaranta. Tutti questi flagelli saranno preceduti da tale una confusione delle menti assai più funesta della confusione delle lingue della torre di Babele. 

« 1930. Apparizione di tre soli. 

(1) Tra agosto e settembre ?

« 1955. Tempeste, uragani, terremoti senza esempio nella storia. 
« 1960. La Sicilia inghiottita dal mare; Napoli di strutta dal fuoco (1); la Francia e la Spagna distrutte dai terremoti ; in Oriente regnerà la peste e nel Nord le malattie contagiose. 
« 1970. Un’ecclisse di sole coprirà d’immensa oscurità tutto il mondo : dopo sei giorni apparirà una nuova stella. 

La battaglia continua



LA LINGUA LATINA

***
Quindi, l’art. 27 della “Costituzione Liturgica Conciliare” ripete dei concetti già condannati solennemente dalla “Mediator Dei”; non solo, ma pur sapendo di affermare un princìpio condannato dalla Tradizione, si è espresso, consapevolmente, anche con queste altre espressioni:

«... Inculcetur hanc (celebrationem communem)... esse praeferendam celebrationi singulari, et quasi privatae!.. quod valet praesertim pro Missae celebratione... salva semper natura publica et sociali... cuiusvis Missae...».

Per questa enormità, introdotta fraudolentemente nella riforma liturgica, sarà bene che estendiamo, qui, quella parte della “Mediator Dei” che tratta espressamente questo argomento, di natura dogmatica, per evidenziare maggiormente gli “errori modernisti” proprii del Vaticano II!
Ecco il testo sulla “partecipazione dei fedeli al Sacrificio Eucaristico”:

«È necessario, Venerabili Fratelli, spiegare chiaramente al vostro gregge come il fatto che i fedeli prendono parte al Sacrificio Eucaristico non significa, tuttavia, che essi godano di poteri sacerdotali. Vi sono, difatti, ai nostri giorni, alcuni che, avvicinandosi ad errori già condannati, insegnano che nel Nuovo Testamento si conosce soltanto un sacerdozio, che spetta a tutti i battezzati, e che il precetto dato da Gesù agli Apostoli nell’ultima Cena di fare ciò che Egli aveva fat-to, si riferisce direttamente a tutta la Chiesa dei cristiani, e soltanto in seguito è sottentrato il sacerdozio gerarchico. Sostengono, perciò, che solo il popolo gode di una vera potestà sacerdotale, mentre il sacerdote agisce unicamente per ufficio commessogli dalla comunità. Essi ritengono, di conseguenza, che il Sacrificio Eucaristico è una vera e propria “concelebrazione”, e che è meglio che i sacerdoti “concelebrino” insieme col popolo presente, piuttosto che, nella assenza di esso, offrano privatamente il Sacrificio...».

«È inutile spiegare quanto questi capziosi errori siano in contrasto con le verità più sopra dimostrate, quando abbiamo parlato del posto che compete al sacerdote nel Corpo Mistico di Gesù. Ricordiamo solamente che il sacerdote fa le veci del popolo perché rappresenta la persona di N. S. Gesù Cristo, in quanto Egli è Capo di tutte le membra, e offrì Sé stesso per esse. Perciò, va all’altare come ministro di Cristo, a Lui inferiore, ma superiore al popolo! Il popolo, invece, non rappresentando per nessun motivo la persona del Divin Redentore, né essendo mediatore tra sé e Dio, non può in nessun modo godere di poteri sacerdotali...».

E più avanti:

«Quando si dice che il popolo offre insieme col sacerdote, non si afferma che le membra della Chiesa..., non altrimenti che il sacerdote stesso, compiono il rito liturgico visibile -il che appartiene al solo ministro da Dio a ciò deputato - ma che unisce i suoi voti di lode, di impetrazione, di espiazione, e il suo ringraziamento alle intenzioni del sacerdote, dello stesso Sommo Sacerdote, acciocché vengano presentate a Dio Padre, nella stessa oblazione della vittima, anche col rito esterno del sacerdote».

Si osservi, ora, quanto sia in contrasto questa dottrina della Chiesa ante Vaticano II con il articolo della “Institutio generalis Missalis Romani” che afferma quel suo confusionale ed erroneo principio:

«Celebratio Missae, ut actio Christi et Populi Dei hierarchice ordinati... centrum est totius vitae christianae...».

A parte il fatto che la dottrina tradizionale è confermata dal Canone 109 del Diritto Canonico, con le parole:

«Qui in ecclesiasticam hierarchiam cooptantur, non ex populi, vel potestatis saecularis consensu, aut vocatione adleguntur; sed in gradibus potestatis ordinis constituuntur sacra ordinatione.., ecc.»,

si rimane allibiti al trovarsi di fronte a una definizione così arbitraria e temeraria, condannata da Pio XII nella “Mediator Dei”, quasi fosse un’azione promiscua di Cristo e di tutto il “popolo di Dio”, ordinato gerarchicamente!.. È una vera aberrazione che ci riporta ad altre più gravi, come quelle dell’art. 7° della “Institutio Generalis”, e dell’art. 14. Si legga l’art. 7:

«Coena dominica, sive Missa, est sacra synaxis, seu congragatio populi Dei, in unum convenientis...».

È un’autentica definizione eretica che ci richiama alla mente le parole di S. Ambrogio a riguardo del delitto di Erode:

«Quanta, in uno facìnore... sunt crimina!»
(dall’Ufficio: 29 agosto, in decollatione S. Jo. Baptistae”)

L’art. 14, poi, più spudoratamente ancora, pretende d’insegnare che


«Missae celebratio... natura sua (?!) indolem habet communitariam» (!!).

E perché non mi si tacci di giudizio temerario, mettiamo a confronto la “Institutio Generalis” con la dottrina del Magistero infallibile del Tridentino e di Pio XII.
Nell’art. 7°, la disposizione logica dei termini:

«Coena Dominica, sive “Missa” est sacra Synaxis, seu Congregatio Populi Dei»; è chiaro che i “concetti”, come nella filosofia scolastica, “convertuntur”: «Coena est Missa: Missa est Coena: Missa est Congregatio Populi: Congregatio Populi Dei est Missa»...

Le enormità di queste “identificazioni” sono più che evidenti! Il termine “cena”, messo in primo piano, è proprio il concetto ereticale condannato dal Canone 1° della XXII.a Sessione del Tridentino:

«Si quis dixerit... quod offerri non sit aliud, quam nobis Christum ad manducandum dari... anathema sit!».

Il concetto “cena”, infatti, non contiene il concetto di “sacrifico” della vittima; anzi, lo esclude, perché il “Sacrificio latreutico” distrugge totalmente la vittima, senza che ne possa gustare le carni lo stesso offerente. Perciò, il termine “cena” indica solo e nient’altro che “cena”, e non “sacrificum verum et proprium”!
La definizione, poi, di “Messa-Cena-Adunanza del popolo di Dio”, è un’altra negazione della definizione dogmatica contenuta nel Catechismo dottrinale di San Pio X:

«La Messa è il sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo, che, sotto le apparenze del pane e del vino, si offre a Dio, in memoria e rinnovazione (= ripresentazione) del Sacrifico della Croce»...

Ora, “L’elemento centrale del Sacrificio Eucaristico è quello in cui Cristo interviene come “seipsum offerens””, come lo afferma chiaramente il Concilio di Trento2.
E “ciò avviene alla consacrazione” (non, quindi, alla “comunione”-cena!), in cui, all’atto stesso della “transustanziazione”, operata dal Signore3, il Sacerdote celebrante è “personam Christi gerens”. E questo anche quando la consacrazione si svolge senza fasto, nella semplicità. Perché “essa - (la consacrazione) rimane il punto centrale di tutta la Liturgia del Sacrificio”; il punto centrale della “actio Christi, cuius personam gerit sacerdos celebrans”. E questo è esattamente l’opposto da quello insegnato nell’art. 1° della “Institutio Generalis”, ove si legge che “celebratio Missae”, ut actio Christi et “Populi Dei”!..
Siamo di fronte - checché se ne dica! - ad una incredibile frana dei dogmi di fede, in cui ci ha buttati la Riforma Liturgica del Vaticano II, gestita dal massone mons. Annibale Bugnini!
Cito, perciò, l’interpretazione ufficiale di quella Costituzione Liturgica, fatta dal card. Lercaro nella quarta Instructio: la “Eucharisticum Mysterium”, nel suo articolo 17°:


«... Nelle celebrazioni liturgiche debbono essere evitate la divisione e la dispersione della comunità. Perciò, si deve badare a che nella stessa chiesa non si svolgano contemporaneamente due celebrazioni liturgiche, che attraggano l’attenzione del popolo a cose diverse. Ciò sia detto, soprattutto, della celebrazione della Eucarestia...».
«Pertanto, quando si celebra la santa Messa per il popolo, si abbia cura di impedire quella “dispersione” che deriva, generalmente, dalla celebrazione contemporanea di più Messe nella medesima chiesa. La stessa cura si ponga, per quanto è possibile, anche negli altri giorni!..».

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sac. dott. Luigi Villa 

IL PURGATORIO NELLA RIVELAZIONE DEI SANTI



ESISTENZA DEL PURGATORIO

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Si legge in Eusebio di Cesarea che Costantino diede ordine che  il suo sepolcro sorgesse nella chiesa dei SS. Apostoli da lui  fatta costruire a Costantinopoli, e ciò nella speranza d'esser  messo a parte, dopo la sua morte, delle preghiere che sarebbero  state fatte in quel luogo sacro, com'ebbe a dichiarare nel suo  testamento. Nel secolo V S. Agostino rende omaggio alla pietà  di sua madre, S. Monica, con uno splendido passo delle sue Confessioni, che qui vogliamo citare, e che dimostra la fede  ch'egli aveva nel Purgatorio, e quanto sperasse dalle preghiere  fatte per la madre (S. Agostino, Conf., libro IX, cap. 9 segg.).  «Un giorno la mia diletta madre, assalita da improvvisa  debolezza, perdette i sensi: quando corremmo in suo aiuto,  essendo già ritornata in sè, guardò tutti noi che la  circondavamo, riconobbe me e mio fratello e con voce  piangente ci disse: - Dove ero io? - E poiché ci vedeva inerti e  oppressi dal dolore, soggiunse: - Qui, o figli miei, lascerete  vostra madre. - Io non risposi, che il pianto mi impediva di  parlare, ma il fratello con parole di conforto le disse di sperare  di ritornare nella terra dei padri suoi. Ella fissatolo con sguardo  triste per mostrargli che aveva tutto compreso, volse gli occhi  sopra di me, e mi disse: - Senti che cosa ha detto? - e poco  dopo rivolgendosi ad ambedue: - Voi comporrete questo corpo  in quel luogo ove meglio vi piacerà; non ve ne prendete  pensiero. L'unica preghiera che vi rivolgo è che dovunque vi  troverete vi ricordiate di me nel Sacrifizio divino». A questo  proposito S. Agostino fa queste belle riflessioni: «Ora che il  primo dolore prodotto dall'affetto naturale è passato, io vi  loderò, o Signore, in nome della vostra serva, ed altre lacrime  spargerò dinanzi a voi, che non siano della carne, ma bensì  dello spirito, lacrime che fluiscono spontanee dal ciglio quando  si pensi al pericolo nel quale si trovano le anime che peccarono  in Adamo, poiché quantunque la madre mia sia stata vivificata  in Gesù Cristo e sia vissuta nella carne glorificando sempre il  vostro santo Nome col fervore della sua fede e con la  illibatezza dei suoi costumi, nondimeno io non ardisco  affermare che dal giorno in cui voi, o mio Dio, la rigeneraste  col santo Battesimo, non sia uscita dalle sue labbra alcuna  parola contro i vostri comandamenti. Ma poiché voi non  desiderate la ricerca dell'iniquità, nutro fiducia filiale che la  madre mia abbia trovato misericordia davanti al vostro  cospetto, e perciò, o Dio del mio cuore, io lascio da parte a bella posta le opere sante fatte dalla mia diletta genitrice, e  delle quali mi consolo rendendo a voi grazie infinite, per  domandarvi solo perdono dei suoi peccati. Esauditemi, ve ne  scongiuro per le ferite sanguinose di Colui che mori per noi sul  legno infame, e che ora assiso alla vostra destra intercede per  gli uomini. Lo so ch'ella fece sempre misericordia e rimise di  tutto cuore i debiti ai suoi debitori; rimettete quindi ancora voi  a lei i suoi, se qualcuno ne avesse contratto nei numerosi anni  che trascorsero dal giorno in cui fu rigenerata col santo  Battesimo, fino a quello del suo passaggio da questa vita.  Perdonatela, perdonatela ve ne scongiuro, o Signore, e non  entrate con lei in giudizio, poiché la vostra misericordia supera  la vostra giustizia, le vostre parole sono veraci e prometteste  misericordia a chi avrà fatto misericordia. Questa misericordia  io credo che voi l'abbiate già fatta, o mio Dio; ma tuttavia  accettate l'omaggio delle mie labbra. Ricordatevi che nel  momento del suo passaggio all'altra vita, la vostra serva non  pensò a far rendere al suo corpo funebri onoranze con splendidi  esequie - e con profumi preziosi, non domandò un sepolcro  superbo, né di essere trasportata in quello che aveva fatto  costruire a Tagoste, sua patria, ma solo volle che noi ci fossimo  ricordati di lei dinanzi ai vostri santi altari, nel mistero sublime  al quale ogni giorno ella prese parte, poiché sapeva che in  questo si dispensa la Vittima immacolata, il sangue della quale  ha annullato la sentenza fatale della nostra condanna. «Ch'ella  dunque, o Signore, riposi in pace presso le ossa del suo  consorte, accanto a colui al quale rimase fedele nelle gioie  della verginità e nelle tristezze della vedovanza, accanto a colui  di cui erasi fatta serva per guadagnarlo a voi con la sua  pazienza salutare. E voi, o mio Dio, ispirate ai vostri servi, che  sono miei fratelli, ispirate ai miei figli spirituali, che sono miei  maestri, poiché il mio cuore, la mia voce, i miei scritti sono al  loro servizio, ispirate a tutti quelli che leggeranno queste mie  parole di ricordarsi dinanzi ai vostri altari di Monica, vostra serva, e di Patrizio, suo sposo. Furono essi che mi introdussero  nel mondo; fate dunque che tutti coloro che vivono fra la luce  ingannevole di questo secolo si ricordino piamente dei miei  genitori, affinché l'ultima preghiera di mia madre morente sia  esaudita anche più di quello che essa desiderava; e non abbia  essa a ricevere soltanto il soccorso delle mie preghiere, ma  anche quello di molti altri ».

Ho voluto riferire quasi per disteso questa meravigliosa  preghiera del santo Dottore a vantaggio della sua madre  defunta, perché quando si pensi alla santità di quella illustre  matrona, che la Chiesa sollevò agli onori degli altari, quando si  consideri che nel momento in cui il figlio scriveva erano  trascorsi circa vent'anni dalla morte di lei, si scorgerà  facilmente che cosa pensasse il grande Dottore della Chiesa  latina sul Purgatorio e sulla severità della giustizia di Dio. S.  Gregorio Magno coi suoi Dialoghi contribuì notevolmente a  promuovere tra i cristiani la devozione verso le anime del  Purgatorio. Il Padre Lefebvre era salito dire ché S. Gregorio  Magno doveva essere amato ed onorato dai fedeli per molte  ragioni, ma sopratutto perché aveva esposto in maniera tanto  chiara e commovente la dottrina del Purgatorio, e credeva che  se non avesse parlato con tanta eloquenza di quelle anime  sante, la devozione nutrita verso di loro nei secoli posteriori  sarebbe stata meno ardente, e quindi insieme alla devozione  verso le anime del Purgatorio inculcava sempre nei fedeli  sentimenti di riconoscenza verso il santo Dottore.

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Sac. Luigi Carnino

Prepara rifugi sicuri per i tempi che arriveranno, la persecuzione è in atto, fate sempre attenzione.


Lettere di Sant'Agostino



LETTERA 1 

Scritta alla fine del 386 o all'inizio del 387. 

A. spiega a Ermogeniano perché gli Accademici usarono un  linguaggio ermetico adatto al loro tempo (n. 1), ma presentemente  pericoloso, poiché potrebbe indurre all'agnosticismo (n. 2); gli  chiede infine un giudizio su quanto afferma alla fine del III 1. del  dialogo Contra Academicos (n. 3). 

AGOSTINO AD ERMOGENIANO 


Perché gli Accademici occultarono la verità. 

1. Io non oserei mai, nemmeno scherzando, attaccare gli  Accademici; come potrebbe infatti non impressionarmi l'autorità di  persone tanto grandi, se non ritenessi che essi la pensavano molto  diversamente da come si è creduto di solito? Perciò li ho imitati, per  quanto mi è stato possibile, piuttosto che tentare di confutarli, cosa  che non sono affatto capace di fare. Mi pare infatti si addicesse perfettamente a quei tempi che, se qualcosa di puro sgorgava dal  fonte Platonico, lo si facesse scorrere tra macchie oscure e piene di  spine, così da servire di nutrimento a pochissimi uomini, piuttosto  che, effondendosi per luoghi facilmente accessibili, non potesse in  alcun modo conservarsi limpido e puro per l'irrompere in esso delle  bestie da ogni parte e senz'ordine. Che v'è infatti che più si addica  a una bestia del ritenere corporea l'anima? Contro individui di tal  fatta io penso che sia stato utilmente escogitato quell'accorto  metodo di nascondere la verità. Ma nell'età nostra, in cui non  vediamo più filosofi salvo che nel mantello (e questi io in verità non  li posso reputare degni di un nome così venerabile), mi sembra che  si debbano ricondurre gli uomini alla speranza di trovare la verità,  se qualcuno l'opinione degli Accademici ne ha distolto con la  sottigliezza dei loro discorsi dal cercare di comprendere le cose;  affìnché quello che, date le circostanze, fu opportuno per estirpare  degli errori profondamente radicati, non incominci ora ad essere di  ostacolo nell'inculcare il sapere. 

Il loro metodo può favorire l'agnosticismo. 

2. Mi spiego: allora la passione per le ricerche filosofiche da parte  delle varie scuole era così ardente che niente altro si doveva  temere se non di prendere per vero il falso. Ognuno poi, distolto  per quelle argomentazioni da ciò che di saldo e inconcusso aveva  creduto di possedere, ricercava qualcosa di diverso con tanto  maggiore costanza e cautela quanto più grande era lo zelo nel  campo della morale e si riteneva che la verità si nascondesse  quanto mai profonda e involuta nella natura e nelle menti. Ma ora  così grande è la ripugnanza per la fatica e l'incuria per gli studi  liberali che, non appena si sente dire che dei filosofi molto acuti  hanno creduto che nulla si possa conoscere con certezza, gli uomini  si perdono d'animo e rinunziano per sempre ai propri progetti. Non  osano infatti ritenersi più acuti di quelli, sicché possa rivelarsi loro  con chiarezza ciò che Carneade non è stato capace di trovare con  tanto zelo, ingegno e tempo a disposizione; per di più con una  cultura così vasta e molteplice e infine anche nel corso di una vita  lunghissima. E se pure, resistendo un poco alla pigrizia, leggono i  libri medesimi in cui pare sia dimostrato che alla natura umana è  negata la conoscenza, si addormentano di un sonno così profondo  che non si sveglierebbero neppure al suono della celeste tromba. 

Agostino chiede il parere di Ermogeniano. 

3. Perciò, essendo a me graditissimo il tuo sincero giudizio sui miei  scritti, e tenendoti io in sì gran conto che, a mio avviso, l'errore non  può trovare posto nella tua esperienza né la simulazione nella tua  amicizia, più vivamente ti chiedo di esaminare con maggiore  attenzione e poi di rispondermi se approvi quello che io, sulla fine  del terzo libro, in modo forse più congetturale che certo, e tuttavia  (a mio giudizio) con utilità maggiore di ciò che può esserci di  inverosimile, ho pensato si debba credere. Effettivamente,  qualunque sia il valore di quell'opera, mi compiaccio non tanto di  aver vinto, come tu dici, gli Accademici (lo scrivi infatti mosso forse  dall'affetto più che dal rispetto per la verità), quanto di essermi  spezzato quell'odiosissimo freno per cui io ero tenuto lontano dal  seno della filosofia per sfiducia di poter attingere la verità, che è il  nutrimento dello spirito. 

I NOSTRI MORTI



Come vederli
Come aiutarli
Come ci aiutano

La «conversione» permanente e coraggiosa

L'uomo, «immagine di Dio», non è fatto per la terra, ma per il cielo: in terra nasce, vive, soffre, combatte e muore per divenire un giorno, nella Casa del Padre, da semplice «immagine» una stupenda «realtà». La parola di Gesù è sicura: Questa è la vita eterna: che conoscano te, unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo (Gv. 17,3). Di conseguenza: a) i fatti salvifici compiuti da Gesù per la salvezza umana, assicurano che l'uomo, pur fra le turbinose vicende della vita, è destinato a ritornare al suo Creatore; b) la parola di Dio è per il cristiano la direttiva di ogni sua attività; è la norma per conoscere il bene e il male e formarsi una coscienza retta e onesta; è lo stimolo per amare il suo Dio nell'osservanza fedele dei suoi comandamenti preparando così il suo ritorno nella Casa del Padre; c) anche nell'amara esperienza del peccato, la fede nella misericordiosa bontà di Dio, invita il credente a intraprendere un cammino di «conversione», perché il Figlio di Dio è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto (Lc. 19,10). Così la fede e la speranza sono due ali potenti che sollevano il cristiano dal materialismo e gli fanno toccare con mano come la paterna provvidenza di Dio lavori con lui e per lui per condurlo alla patria eterna.
  La preparazione a una morte santa è un impegno di tutti e per tutta la vita. La «conversione», predicata da Gesù, è rivolta a tutti come necessario cammino di liberazione dal male sempre in agguato nel cuore dell'uomo. La conversione «permanente» è necessaria quanto la fede, e Gesù non solo la comanda, ma la indica come condizione indispensabile per raggiungere il traguardo: Se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli (Mt. 18,3). Il cristiano deve convincersi della necessità della «conversione permanente» per frenare le passioni, per correggere i vizi, per fuggire le occasioni del male... Deve essere una conversione «coraggiosa», pronta, quando occorre, a tagli dolorosi e a scelte radicali affinché il giorno della morte diventi il giorno più bello della vita. 

Del Padre francescano Pasquale Lorenzin