martedì 5 maggio 2020

Madre, salvaci.



Quando l’uomo scopre il suo fallimento e non ha altro mezzo per ordinare la sua vita, dopo averla utilizzata per soddisfare le sue scellerate voglie di super uomo, deve necessariamente rivolgersi a Dio.
Quanto è «unico» l’uomo quando smette di stare in piedi davanti a Dio e trova la forza di inginocchiarsi. Inizia a riconoscere che è il padrone del mondo per dono di Dio e non per sua dannata voglia di autoproclamarsi re della terra.
Quante volte ci siamo inginocchiati davanti agli idoli. Quante volte abbiamo dato retta al «Bugiardo» che ci diceva: Tutto ciò che vedi è tuo, se in ginocchio mi adorerai.
Folle corsa alla menzogna, nel dare retta al Malvagio e ripudiare la Verità per orgoglio.

Cosa resta? Amarezza, rimpianto, confusione. Eppure, sapevamo che tutto ciò che è stato creato era opera di Dio. Poteva il «Bugiardo» donarci qualcosa, lui che non ha nulla di suo se non la vergogna?
Quando la creatura si accorge di essere stato ingannato, non può che far ritorno a casa, piegare le ginocchia e domandare perdono.
Ma non sempre ciò è possibile. A volte non si è capaci di alzare gli occhi al cielo e implorare misericordia. Si è talmente avviliti che tutto sembra dare sfogo alla disperazione.
Ecco, tua Madre.
Si, andrò da mia madre e le chiederò di aiutarmi. Piegherò le mie ginocchia e le domanderò con umiltà:

Madre, salvaci.

Trevignano Romano

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