lunedì 7 settembre 2020

MORTE AL CLERICALISMO o RISURREZIONE DEL SACRIFICIO UMANO



POSSIBILITÀ DEL RITORNO AL SACRIFIZIO UMANO.


I. 

Il sacrifizio è talmente nelle leggi dell' ordine eterno, che é sempre e dappertutto esistito. Il vero Dio lo ha comandato, e lo ha avuto. Satana, scimmia di Dio, l'ha comandato, e l'ha avuto. Il vero Dio si è contentato del sacrifizio degli animali. Satana, divenuto il re e il dio di questo mondo, princeps hujus saeculi, deus hnjtts mundi, non si è contentato del sacrificio degli animali. Nemico implacabile dell' uomo, ha voluto avere l' uomo per vittima : e l'ha avuto. 

II. 

Ci volle il sacrificio d'una vittima divina per abolire il sacrificio delle vittime umane. Dovunque la vittima divina non è stata immolata, ha regnato e regna ancora l'immolazione delle vittime umane : e se cessa il sacrificio divino, ricomincia il sacrificio umano. 

III

E vero, lo so, che le nazioni protestanti, ed anche molte nazioni infedeli, presso cui non s'offre più, o non s' è offerto ancora il sacrificio divino, non immolano affatto vittime umane ; ma fa d'uopo riflettere che l'influenza del sacrificio divino continua a farsi misteriosamente sentire presso i nostri fratelli separati, e presso eziandio certi popoli infedeli : l' altare fu sul Calvario, ma il sangue della vittima ha inondato l' universo. E cosi che la presenza del sole si fa sentire al cieco che non l'ha veduto giammai, come al cieco che non lo vede più. Ma, io lo ripeto, o sacrificio divino o sacrificio umano : l' alternativa è inevitabile, come é inevitabile l' alternativa tra Gesù Cristo e Belial. La ragione lo dice, e la storia Io prova. 

IV. 

Bisogna soltanto notare che il sacrificio umano si divide in sacrificio indiretto e in sacrifìcio diretto. Per sacrifizio indiretto, devesi intendere l'immolazione che l'uomo , inspirato dal demonio, fa de'suoi simili, sacrificandoli all'Orgoglio , all' Ambizione , alla Voluttà , all' odio della Verità, divinità malefiche divenute suoi idoli. Questo genere di sacrifizio, noi lo vediamo, più o meno in tutti i tempi ed appo tutti i popoli, perchè sempre e dappertutto, sin dalla sua prima vittoria sopra i padri del genere umano, Satana ha sempre e dappertutto conservata una parte della sua potenza omicida.

V. 

Questa sua potenza fu completa nell'antichità pagana. Allora la guerra, guerra spietata, fu senza tregua in tutta l' estensione del mondo conosciuto. Durante gli 800 anni della sua bellicosa esistenza, Roma non chiuse che due volte il tempio di Giano. Sarebbe più facile numerare le foglie degli alberi, che misurare la quantità, la larghezza, la profondità de' fiumi di sangue umano, onde la terra fu cosparsa a cagion di cotal guerra, dal diluvio fino all' Incarnazione. 

VI.

Al nascer della Chiesa, che cosa furono i milioni di martiri che, per tre secoli, inondarono del loro sangue tutte le parti dell' Oriente e dell' Occidente ? Che cosa furono i martiri delle età seguenti, sino alle presenti ? Non altro che vittime umane, immolate per inspirazione del demonio a difesa del suo regno.

VII. 

I conquistatori che, nelle guerre ingiuste, fanno perire milioni d'uomini, che cosa son essi mai, se non grandi ministri di Satana, grandi sacrificatori di vittime umane? Ed il potente filosofo, chiamato Brissot, il quale, verso la fine dell' ultimo secolo, scriveva un libro per domandare l'istituzione di carneficine umane, chi era egli mai se non il promotore de'sacrifici umani? 

VIII. 

Gli spietati demagoghi del 93 , i quali stabilendo queste carneficine su tutti i punti del suolo francese, immolarono, al selvaggio loro odio del trono e dell' altare, tante migliaia di vittime; e i comunardi di Parigi, i quali, per odio del clericalismo, fucilarono gli ostaggi, che cosa son' essi, se non i ministri di Satana che ebbe ed avrà sempre sete di umano sangue? 
E gli anticlericali de 9 tempi nostri, che gridano air esterminio del clericalismo, che cosa sono, se non sacrificatori anticipati di umane vittime?

 IX. 

Deve poi considerarsi attentamente, che questo sacrifìcio indiretto di vittime umane non ha luogo, sia da parte de'popoli, sia da parte degl'individui, che quando, cessando il sacrificio divino di far sentire la sua influenza vittoriosa, il demonio fa di nuovo sentire la sua. Ciò in quanto al sacrificio indiretto. Non solamente questo è possibile, ma esiste. Gettando uno sguardo sul mondo attuale , si vede che questo sacrificio minaccia di effettuarsi, un giorno o l'altro, nelle più orribili proporzioni.

X. 

Tutte le volte che l' uomo fa guerra a Dio, la fa ai suoi simili. I loro più sacri diritti, i loro più cari interessi, spogliati della guarentigia divina, non sono per lui che mezzi od ostacoli alle sue cupidigie, e si arma per goderne, o per disfarsene. A più forte ragione, allorché un popolo, allorché un mondo intero, come il mondo attuale, fa guerra a Dio, la lotta delle nazioni è inevitabile. Questa lotta sarà universale, come l'insurrezione contro Dio. La prova n' è 1.° che quando Dio è combattuto, e combattuto come è oggidì a oltranza, tutte le barriere veramente protettrici della giustizia, e per conseguenza della pace, sono distrutte. E subito, simili al torrente, che si rovescia dall'alto delle montagne, tutte le passioni scatenate faran della terra un vasto campo di battaglia. 2.° Bisogna una espiazione de'delitti commessi contro Dio. Le immondezze umane non essendo più lavate nel sangue della vittima divina, il saranno nel sangue dell' uomo.

XI.

Per incredule che siano,.le nazioni attuali sembrano aver l'istinto di ciò che si prepara. Altrimenti, come spiegare il loro timore reciproco; timore universale ed incurabile, malgrado le promesse di pace, malgrado le relazioni scientifiche e commerciali de'popoli tra loro, malgrado la civiltà materiale ? Che cosa significano le numerose armate permanenti, mantenute sul piede di guerra ? Perchè questi armamenti formidabili, sconosciuti eziandio al mondo antico?   
E non sappiamo noi, che verso la fine de' tempi, meno lontana forse die non si pensi, vi avranno guerre tali da sorpassare in estensione tutte le altre guerre, ed eserciti, i cui soldati si conteranno a milioni? 

XII. 

Ho detto che la fine dei tempi è forse meno lontana che non si pensi. Per render non certa, ma sostenibile questa opinione tenuta da uomini eminenti, io non farò appello né alle profezie moderne, nè ai calcoli cronologici, né ai commentarii dell' Apocalisse ; mi basta indicare un fatto a tutti visibile. 

XIII. 

Egli è divinanìente certo che verso la fine dei tempi saravvi un regno anticristiano. Questo regno sarà la più formidabile potenza che si sarà mai levata contro la Chiesa di Dio. I pericoli che farà esso correre perfino agli eletti, saran tali, che , se i giorni di questo regno diabolico non fossero abbreviati, niuno sarebbe salvo : non salva fieret omnis caro. Egli è poi umanamente certo che questo regno cosi formidabile per la sua estensione, per la sua potenza, per i suoi mezzi di seduzione, non nascerà in un giorno, come il fungo sotto la quercia. Esso avrà una preparazione più o meno lunga, in rapporto alla sua infernale e gigantesca missione

XIV. 

Domando ora a chiunque getti attento uno sguardo sulla faccia della terra : Se, Dio non voglia, tu fossi incaricato di preparare il regno anticristiano, ti comporteresti diversamente da quel che si fa oggidì dall' un capo all' altro dell*antico e del nuovo mondo? Tu predicheresti la negazione radicale di tutti i dommi cristiani; emanciperesti le passioni, spingendole potentemente al materialismo, al lusso, al sensualismo, e cancellando, quanto è possibile, il senso morale.  

XV. 

Affine di porre alle nazioni cristiane la loro ragione di essere, tu le renderesti apostate come nazioni. Tu annienteresti l'autorità sociale della Chiesa; concentreresti tutti i poteri fra le mani d'un uomo, dichiarando la politica indipendente-dalla religione. Attireresti sui cattolici e sul clero ogni sorta derisioni, ogni sorta disprezzi ed odii, allo scopo di poterli sedurre ed esterminare. Il tuo grido di guerra sarebbe il motto che risuonò in Gerusalemme alcune ore avanti il supplicio del Redentore, e pochi anni prima la ruina della città deicida, imagine della fine del mondo : Non vogliamo più che Cristo regni sopra di noi : Nolumus hunc regnare super nos. Tale è, salvo errore, la condotta che tu terresti per esser logico.

XVI. 

Ora, ciò che tu faresti, non si fa forse di presente? Non si è forse già fatto per tre quarti?. E quanto all' ultimo quarto, non si cerca forse di attuarlo con un ardore cui nulla rallenta? Si può dunque dire con ragione, che il regno anticristiano è presso a poco bello e formato; per conseguenza la fine de'tempi è forse meno lontana che non si pensi, attesoché il regno anticristiano non sarà di lunga durata. Eppure, io non ho fatto che indicar solo un fatto. Che sarebbe se si volessero mostrare gli altri segni precursori della fine, i quali già appariscono sull' orizzonte ? 

XVII. 

Così, tutto fa prevedere, in un avvenire più o meno prossimo, guerre immense, e, per conseguenza, ecatombe di vittime umane. E nondimeno, l'uomo del mondo attende la pace, il cattolico il trionfo della Chiesa. La pace ! La pace, in mezzo al rovesciamento di tutte le leggi divine! La pace, allorché tutte le tempeste umane si sono scatenate! No, il mondo non avrà la pace ; avrà quello che ha voluto, rivoltandosi contro Dio : la guerra, con tutti i suoi orrori.  

XVIII. 

Il trionfo della Chiesa ! Io posso dire che lo desidero più d'ogni altro; ma spesso ho domandato a me stesso, che s'intenda pel trionfo della Chiesa. Avvi, a me sembra, un trionfo negativo, ed un trionfo positivo. Il trionfo negativo consiste in ciò che la Chiesa uscirà vittoriosa dalla lotta, nel senso che essa non perderà un solo de'suoi dogmi, un solo de'suoi punti di morale, un solo de' suoi sacramenti ; non perderà il suo capo supremo, né le persone essenziali alla sua gerarchia : questo trionfo è sicuro. 

XIX, 

II trionfo positivo sarebbe la restaurazione sociale dell'autorità della Chiesa, in modo che questa torni ad esser l'oracolo adorato dei governi e dei popoli; la restituzione dei dominii rubati alla Santa Sede ; il ritorno dei principi! cristiani nelle leggi e nelle costituzioni dei popoli ; la negazione legale d'un diritto qualunque ad ogni errore religioso; in una parola, il ritorno delle nazioni alla fede del loro battesimo. È troppo evidente che un siffatto trionfo non può essere che 1' effetto di un miracolo. Or, la promessa di un siffatto miracolo non trovasi nè nella Scrittura, nè nella tradizione. Che, dopo le scosse più o meno violente, vi abbiano pel mondo alcuni anni di respiro, e per la Chiesa alcuni anni di tranquillità, per dare alla nazione giudaica il tempo di convertirsi, ed al cristianesimo quello di compiere il giro del mondo ; questo è molto possibile, ed anche probabile. Tale è il senso, nel quale è permesso di dire che la fine dei tempi è forse meno lontana che non si pensi. 

Monsignor Gaume

CHIAMAMI PADRE



L'UNICO PROGETTO DEL PADRE: FARCI SUOI FIGLI COMPLETI

Farci suoi figli: non in senso ontologico, perché col Battesimo lo siamo già, ma in senso morale, cioè nel senso di una maturità che ci porta a essere figli in senso completo.
La nostra storia terrena non è che la storia della nostra gestazione come figli di Dio.
Siamo come il feto nel seno della mamma.
Noi amiamo il ventre della mamma, ma ne siamo usciti appena abbiamo potuto.
Non basta essere concepiti: bisogna uscire dal seno materno, crescere, svilupparsi in piena autonomia personale.
Il cosmo e la storia sono come il seno immenso e molteplice dove si compie questa nostra gestazione, e tutto è predisposto per questo.
E se l'unico progetto divino è quello di farci pienamente figli, è bello pensare alla presenza di un Padre che lavora per noi e con noi per realizzare il suo progetto.
Il progetto non è finito e il lavoro non è ancora compiuto: se fosse finito, sarebbe già la fine del mondo!
E infatti "tutta la creazione, anelando alla gloriosa manifestazione dei figli di Dio, geme e soffre nei dolori del parto" (cf. Rm 8, 19-22). Chi vive nella fede, è consapevole di stare realizzando in se stesso un piano superiore e a lieto fine.
- Sa di dover andare oltre le realtà contingenti e sensibili.
- Sa che il meglio per lui è nel futuro.
- Sa che il domani sarà meglio dell'oggi.
- Sa che il Padre lo sta attirando, attraverso vie misteriose e spesso dolorose, verso una maturità che sarà piena solo quando riuscirà a vivere totalmente la sua realtà di figlio.
E quando, divenuto pienamente figlio, lascerà questa terra nella quale è stato generato, potrà dire con entusiasmo: finalmente! Finalmente sono giunto a casa, da mio Padre!

DON NOVELLO PEDERZINI

Spirito di intimità



Tu che crei la nostra intimità con Cristo, fa' che la riceviamo in tutta la sua profondità.  
Tu che ci doni il gusto di aderire al Salvatore e di contemplarlo, concedici anche di sperimentare la gioia di vivere in sua compagnia.  
Tu che ci fai sentire l'attrattiva e l'incanto della personalità di Gesù, aiutaci a ricercare la sua presenza.  
Fa' che aderiamo al Signore con tutta la forza della nostra volontà, sostenuta dalla tua forza divina e dalla tua volontà. Stringici a lui nell'intimo del nostro cuore perché tutta la nostra capacità di affetto, affascinata e afferrata da lui, gli sia consacrata per sempre.  
Donaci di apprezzare la solitudine come un segno del desiderio che Cristo ha di averci tutti per Lui.  
Stabilisci in noi uno spazio interiore, ove possiamo meglio accogliere la persona del Figlio di Dio venuto ad abitare in mezzo a noi.  
Nei periodi di aridità e di oscurità, fa che gridiamo ancor più forte il nostro desiderio di intimità e crediamo più fermamente alla presenza divina che risponde al nostro appello.  
Stabilisci in tutto il nostro agire un clima di intimità divina, la sensazione di un contatto continuo col Signore. Che questa intimità ci elevi al di sopra di noi stessi, ci faccia condividere le più nobili aspirazioni del Salvatore. 

Sta arrivando il momento della purificazione, la malattia muterà e riapparirà sulla pelle.



MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO
A LUZ DE MARIA
1 SETTEMBRE 2020

Amato Popolo di Dio:

DESIDERO CHE LA BENEDIZIONE DELLA TRINITÀ SACROSANTA, SE VOLETE ACCOGLIERLA, SCENDA SUL SUO POPOLO, RAFFORZANDO LA FEDE IN CIASCUNO DEI SUOI FIGLI.

È giunto il momento in cui L’OBBEDIENZA, AI FINI DELLA CONVERSIONE, È IMPRESCINDIBILE. Senza conversione, la carità è un’impervia ed altissima montagna, difficile da scalare.

L’uomo si è dimenticato di esercitare le virtù, ignora che deve farne un costante esercizio, perché è da alcune virtù che nascono tutte le altre.  (Cf. 1 Tim 6,11).

È giunto il momento in cui, PERCHÈ NON VENIATE MENO E PERCHÉ L’ATTESA NON VI SFINISCA, È INDISPENSABILE LA FEDE, (Cf. Eb 11,6) affinché possiate discernere e analizzare con chiarezza quello che succede.

Gli eventi naturali non sono casualità, come non sono casualità le pestilenze che l’uomo crea per superbia.  

QUESTO INSEME DI COSE, SONO LA CONSEGUENZA DEL CATTIVO AGIRE ED OPERARE DELL’UOMO E INDICE DEL MOMENTO ATTUALE, AFFINCHÈ VI PREPRARIATE SPIRITUALMENTE.

 Popolo di Dio:

COSÌ COME VI ALIMENTATE PER MANTENERE IN VITA IL CORPO, ALLO STESSO MODO DOVETE FARE CON L’ANIMA, PERCHÈ SENZA LA PREGHIERA, SENZA IL PENTIMENTO E SENZA L’ALIMENTO EUCARISTICO, NON RIUSCIRETE A TROVARE LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA.

Quando non potete ricevere il Nostro Re e Signore Gesù Cristo sacramentalmente (1), lo potrete vivere e gustarne prendendolo da quel forziere interiore dove fate tesoro dell’Alimento Divino (Cf. 2 Cor 4,7), cosicché non vi debilitiate.  

Siate cauti, il demonio con le sue legioni è sull’umanità, perché sa che non deve perdere questa opportunità per portarsi via le anime e vedo tanti figli di Dio cadere costantemente nelle trappole del male, venire sopraffatti e portati a pensare che quello che sta succedendo sia qualcosa di temporaneo.

La vita non tornerà mai più ad essere la stessa! L’umanità ha obbedito alle direttive dell’élite mondiale e quest’ultima continuerà a colpire l’umanità incessantemente, dandovi solo dei brevi periodi di respiro.

IL POPOLO DI DIO È PRESUNTUOSO, LA CHIESA DEL NOSTRO RE E SIGNORE GESÙ SI STANCA, IN QUANTO NON SA VIVERE DELLO SPIRITO, NON DISCERNE ED ACCOGLIE CON GIOIA LE FALSE NOVITÀ (Cf. Gal 1,8-9), DISPREZZANDO LA VOLONTÀDIVINA.

“Gal 1,8-9:  Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! 9 L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!”

Sta arrivando il momento della purificazione, la malattia muterà e riapparirà sulla pelle. (*)

L’umanità cadrà ancora e ancora, verrà flagellata sia dalla scienza mal impiegata che dal nuovo ordine mondiale, determinato a portare all’inerzia la spiritualità esistente nell’umanità.

Popolo di Dio:

QUESTA GENERAZIONE DEVE RIMANERE PROSTRATA, FACCIA A TERRA, DAVANTI ALLA MISERICORDIA DIVINA.
L’UOMO NON È DEGNO DI UN SIMILE GRANDE ATTO DIVINO.

Pregate figli di Dio, pregate per coloro che sono perseguitati.

Pregate figli di Dio, pregate affinché la coscienza umana si risvegli e non si sottometta al demonio.

Pregate figli di Dio, pregate per coloro che moriranno in stato di peccato, per quelli che abbandoneranno il Nostro Re e Signore Gesù Cristo.

Popolo di Dio, la terra tremerà come mai prima d’ora e l’umanità si sentirà confusa davanti alle scoperte della scienza che, senza essere certe, verranno presentate come tali e demoliranno la Fede dei figli di Dio.

Voi non temete, tutte le Legioni Celesti, sono in attesa dell’Ordine Divino per fare in modo che vi prepariate costantemente.

In quanto Popolo di Dio, voi ricevete un’attenzione speciale da parte di Dio Padre, quelli fedeli vinceranno sempre e anche se si tratterà solo di poche persone, saranno fedeli fino alla fine della battaglia.

Al comando della Nostra Regina e Madre, verremo a riscattare il Resto Santo.

Non temete! Non affannatevi a cercare di conoscere la Volontà Divina prima dei vostri fratelli, potreste cadere in qualche trappola.
  
Regina e Madre degli Ultimi Tempi, tieni nel Tuo Cuore chi ti invoca.
Con la Mia Spada vi apro la strada alla permanenza nell’Amore Divino.

CHI È COME DIO?
NESSUNO È COME DIO!

San Michele Arcangelo

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO

(*) La Santissima Vergine Maria ha indicato alcune piante che favoriranno il trattamento delle malattie della pelle: calendula, artemisia, ortica e geranio Leggere…


COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli:

San Michele ci sta allertando: si sta avvicinando lo scisma nella Chiesa del nostro Re e Signore Gesù Cristo.

I Segni dei Tempi stanno inesorabilmente avanzando e per chiedere anticipatamente al nostro amato Cristo, la forza necessaria per andare avanti senza rinunciare alla Salvezza Eterna, è necessario vivere nell’Amore Divino. 

Non basta sapere quello che succederà, bisogna saperlo discernere…
Non bisogna avere paura, ma continuare ad avere il coraggio che deriva dalla Croce di nostro Signore…

Non dobbiamo allontanarci e nasconderci, ma dobbiamo aiutare i fratelli ed essere veri testimoni della forza che dà l’essere discepoli di Cristo.

Amen.


Da Loreto spunterà la nuova luce che irradierà tutta la terra... e riscalderà di nuovo calore i cuori degli uomini... nella glorificazione dello Spirito Santo.



La «Voce» alla Povera Anima


Gesù promette un grande rinnovamento spirituale. L’Anima però è in una grande tribolazione.

29·5·1966 Festa di Pentecoste.

Durante la S. Messa, improvvisamente, l’anima, viene come rapita, mentre nel proprio intimo si sente dire:

— Una nuova luce rischiarerà tutta la terra... Un nuovo calore riscalderà il cuore degli uomini... e un nuovo spirito cristiano affratellerà tutti i popoli.


Per la prima volta è specificato il luogo dal quale partirà la nuova luce che irradierà tutta la terra: Loreto.

 3·6·1966 Mattina, durante la S. Messa.

L’anima si trova in adorazione davanti al SS.mo esposto. Che giorno di mistero e di sofferenza!

— Da Loreto spunterà la nuova luce che irradierà tutta la terra... e riscalderà di nuovo calore i cuori degli uomini... nella glorificazione dello Spirito Santo.

Tu ne parlerai al mio Ministro, ed Egli ne confiderà la cosa a quell’Eccellentissimo20... [...]

Lo stesso giorno. Sera, ora tarda.
L’anima è immersa nel mistero...
«Ah, Dio mio, che cosa volete?... eccomi, Signore!».

Gli uomini hanno bisogno di un nuovo battesimo, nella luce e nel calore dello Spirito Santo. Ed il mio Cuore è disposto a concedere tutto questo, purché la mia Chiesa accetti di eseguire quanto desidero... 


Carolina Venturella

domenica 6 settembre 2020

Padre Pio morì di dolore vedendo la setta conciliare



di Francesco Lamendola

C’è una cosa che tutti, o quasi tutti, i devoti e gli ammiratori di san Pio da Pietrelcina sanno, ma che nessuno, o quasi nessuno, osa esprimere ad alta voce. Potremmo esprimerla mediante una serie di domande: perché padre Pio, temperamento sereno e affettivo per natura, appariva così spesso turbato e sofferente? Perché quel velo di malinconia posato quasi costantemente sul suo sguardo buono? Che cosa provocava in lui quelle tristezze improvvise, quegli sbigottimenti e quei silenzi carichi di preoccupazione? Insomma: che cosa rendeva il suo viso tanto angosciato, quasi una maschera di dolore? È facile rispondere: la sofferenza fisica legata alla sua condizione di stigmatizzato. E si può aggiungere: l'amarezza per la persecuzione cui venne, per decenni, sottoposto, e i malevoli sospetti che avvelenarono la sua esistenza terrena. Ancora: il suo ardente misticismo, il suo spirito ascetico, che lo spingevano a identificarsi con la Passione del Signore, in particolare ogni volta che celebrava la santa Messa (e che, con lui, poteva durare anche tre ore, tanto era rapito in estasi, smarrendo la nozione del tempo.
San Pio da Pietrelcina: la sua non fu una morte naturale: morì di crepacuore per ciò che stava accadendo nella Chiesa, si offrì in olocausto, vittima innocente per le colpe dei cattolici apostati!

I più audaci si spingono ad ammettere che egli si era offerto a Dio in olocausto, che aveva offerto le sue sofferenze quale riparazione per i peccati degli uomini e per intercedere per la loro salvezza. E senza dubbio ciascuna di queste risposte contiene una parte di verità. Nessuna, però, a nostro modesto parere, coglie pienamente nel segno: la risposta più precisa non è nessuna di queste. La risposta più esauriente è questa: egli soffriva atrocemente, nel profondo dell’anima, perché presentiva che tempi terribili si stavano avvicinando non solo per tutta l’umanità, che si stava allontanando sempre più da Dio, ma specialmente per la santa Chiesa, nella quale una setta scellerata stava tramando per impossessarsene, allo scopo preciso e diabolico di sovvertirla dall’interno. E come avrebbe potuto non averne piena consapevolezza, proprio lui, che, oltre alle visioni e alla vicinanza spirituale con il Signore, aveva sperimentato su di sé, per gran parte della sua vita, la malevolenza, la perfidia, la calunnia e la persecuzione sistematica, spietata, da parte dei suoi stessi superiori, e con il benestare, o con la colpevole indifferenza, delle più alte sfere ecclesiali? 
Il monsignore massone Annibale Bugnini con Paolo VI

Quando poi venne il Concilio Vaticano II; quando venne la cosiddetta riforma liturgica, in realtà una rivoluzione ideata ed effettuata dall’arcivescovo massone Annibale Bugnini, con la tacita o esplicita copertura di Paolo VI; quando alla vera religione cattolica iniziò a sostituirsi una nuova e falsa religione, la religione modernista e conciliare, che ignorava o rifiutava quasi tutto della Tradizione e che, come il protestantesimo, metteva al centro l’uomo e riduceva la fede a una relazione soggettiva e sentimentale fra l’uomo e Dio, egli vide confermati i suoi timori e comprese che il veleno dell’eresia, che da decenni strisciava entro il corpo della Chiesa per farsi strada fino al suo vertice, era arrivato sino al cuore della Sposa di Cristo e che la perfida setta stava riuscendo nel suo intento, sfruttando, come cavallo di Troia, un falso spirito di conciliazione con il mondo, e sbandierando parole come ecumenismo, dialogo interreligioso e libertà religiosa, che fino a quel momento avevano avuto, nella teologia e nella dottrina cattolica, un significato diametralmente opposto. E per avere chiaro ciò che egli pensava del Concilio e di tutte le sue strombazzate novità, sia sufficiente questo: che egli chiese e ottenne, fino all’ultimo giorno della sua vita di poter seguitare la celebrazione della santa messa secondo il vecchio rito e  non secondo il novus ordo di Paolo VI. Ebbene noi pensiamo che il vedere, unico o quasi unico in mezzo ai ciechi, il male che avanzava a grandi passi; il vedere lo spettacolo miserevole di una turba di chierici irresponsabili che accoglievamo festanti tutte le innovazioni, fin le più bislacche e repulsive, come altrettanto doni dello “spirito”, ma non si sa bene di quale spirito, non certo dello Spirito Santo; il vedere la colpevole imprudenza e e il generale ottenebramento che faceva scambiare la resa al mondo della Chiesa per l’inizio di una nuova e straordinaria stagione di evangelizzazione, abbia fatto sanguinare il cuore del santo frate di Pietrelcina e abbia affrettato la sua morte.
San Pio da Pietrelcina soffriva atrocemente, nel profondo dell’anima, perché presentiva che tempi terribili si stavano avvicinando non solo per tutta l’umanità, che si stava allontanando sempre più da Dio, ma specialmente per la santa Chiesa, nella quale una setta scellerata stava tramando per impossessarsi, allo scopo preciso e diabolico di sovvertirla dall’interno!

Chi si è maggiormente avvicinato a questo segreto della vita di Padre Pio, che poi tanto segreto non era perché il santo non nascose quel che pesava del cosiddetto rinnovamento conciliare, ma che è sempre stato politicamente scorretto rendere esplicito, è il giornalista Antonio Socci, il quale individua il “punto di rottura” fra Padre Pio e la “nuova” chiesa che avanza nelle indignate e scomposte reazioni di una parte del clero e del mondo cattolico all’enciclica Humanee vitae del 25 luglio 1968 - il santo cappuccino sarebbe morto appena qualche mese dopo, il 23 settembre - e che scrive nel suo libro Il segreto di Padre Pio (Milano, Rizzoli, 2007, pp. 259-260):
Le stesse circostanze della morte del frate stigmatizzato potrebbero celare un mistero, un’offerta di sé che riguarda proprio il Papato. Infatti la situazione della Chiesa, in quell’autunno 1968, era cupissima. Proprio dieci giorni prima di morire, il 12 settembre 1968, il Padre indirizza una lettera pubblica a papa Paolo VI.
L’evento è del tutto insolito e va compreso. Mai Padre Pio aveva fatto una cosa simile. Quali ne erano le ragioni? Principalmente la terribile crisi che stava esplodendo nella Chiesa. Il postconcilio, come ebbe a dire Paolo VI, si rivelò essere, anziché l’alba di un giorno radioso, una giornata buia e tempestosa. Soprattutto con la pubblicazione dell’enciclica “Humanae vita”, sulla crescita demografica del mondo e sulla morale sessuale, esplose tutta la carica di ribellione al papato che stava covando dentro la Chiesa, anche tra teologi e pastori.

San Pio da Pietrelcina diede a don Luigi Villa la sua benedizione e il mandato spirituale di condurre le sue pericolose indagini per smascherare i pastori felloni, come Bugnini!

E sempre lo stesso Socci, nel suo libro successivo I segreti di Karol Wojtyla (Milano, Rizzoli, 2008, pp. 98-100; 101):
Padre Pio, con quel gesto clamoroso della lettera, corse in difesa del papato e della Chiesa minacciata da una delle crisi peggiori della sua storia. Questo spiega l’eccezionalità della sua iniziativa.
Padre Pio invitò l’ordine cappuccino a essere vicino al Santo Padre, poi offrì le sue quotidiane preghiere e sofferenze “quale piccolo, ma sincero pensiero” dell’ultimo” dei suoi figli, in riparazione delle tante sofferenze inflitte al papa che penava “per le sorti della Chiesa, per la pace del mondo, per le tante necessità dei popoli, ma soprattutto per la mancanza di obbedienza di alcuni, perfino cattolici”.
A questo proposito lo ringraziò per la “parola chiara e decisa” pronunciata con la “Humane vitae” e solennemente scrisse: “Riaffermo la mia fede, la mia incondizionata obbedienza alle Vostre illuminate direttive”. Chiedendo infine la sua apostolica benedizione per sé, i confratelli, per i figli spirituali, i gruppi di preghiera e le iniziative di carità.
Non era solo un incoraggiamento Padre Pio si offriva ancora, e stavolta in modo definitivo, come vittima in difesa del Papa e della Chiesa in un momento drammatico della sua storia. E infatti così immolò la sua vita come aveva chiesto fin dalla sua consacrazione sacerdotale (dopo 50 anni esatti di crocifissione come gli era stato predetto). Infatti, dieci giorni dopo quella lettera a Paolo VI, trascorso il 50°anniversario delle sue stimmate (il 20 settembre), Padre Pio morì improvvisamente.
Il senso di quella morte offerta si coglie dalle parole di Paolo VI, il 15 febbraio 1970: “La Chiesa anch’essa ha bisogno di essere salvata da qualcuno che soffre, da qualcuno che porta dentro di sé la Passione di Cristo”.
Una figlia spirituale del cappuccino come Cleonice Morcaldi ha testimoniato che già un prelato vaticano, subito dopo la morte del frate, le disse: “Padre Pio è morto di crepacuore per quel che succede nella Chiesa di Dio”. E altri testimoni hanno aggiunto le considerazioni drammatiche che il santo faceva sullo smarrimento del mondo ecclesiastico “Negli ultimi giorni della vita un fatto lo faceva soffrire: ‘Si tace di fronte al male! Non si parla più dell’aldilà; non esistono più i Novissimi!’”.(…)
Non possiamo sapere da quanti mali il sacrificio di padre Pio abbia protetto la Chiesa e il papa. Di sicuro in quegli anni l’assalto al papato e alla Chiesa fu tale che si poteva temere potesse veramente prevalere. Del resto è stata la Madonna in persona, apparendo alla mistica Luigina Sinapi, figlia spirituale di padre Pio di cui è in corso il processo di beatificazione, a svelare il senso e il valore del sacrificio di padre Pio  in quel tempo: “Ci voleva una grande vittima  nei momenti attuali della Chiesa”.
San Pio era letteralmente angosciato per la deriva modernista della Chiesa cattolica, apparsa in tutta la sua drammatica evidenza dopo la pubblicazione della Humane vitae. Era il 1968 e cominciavano a spuntare, come funghi velenosi dopo la pioggia, i primi frutti del Concilio! 

Questo è un aspetto che, non a caso, viene sottaciuto dalla maggioranza degli studiosi cattolici, e particolarmente da quelli di area progressista, vale a dire il 90% e più di quanti hanno accesso al grande pubblico mediante le maggiori case editrici, le riviste e le reti televisive: il fatto che san Pio era letteralmente angosciato per la deriva modernista della Chiesa cattolica, apparsa in tutta la sua drammatica evidenza dopo la pubblicazione della Humane vitae. Era il 1968 e cominciavano a spuntare, come funghi velenosi dopo la pioggia, i primi frutti del Concilio. Teologi come Rahner, Küng, Schillebeeckx, sfidavano apertamente il Magistero e pretendevano di modificarlo e di rifarlo ogniqualvolta non si adattava ai loro schemi rivoluzionari. Il papato, in effetti, era già “loro”, perché sarebbe un gravissimo errore di prospettiva storica ritenere Giovanni XXIII e Paolo VI estranei alla rivoluzione modernista e alla penetrazione delle logge massoniche al vertice della Chiesa; e tuttavia i primi papi della nuova era, diciamo pure della nuova religione conciliare, talvolta puntavano i piedi, facevano un po’ di resistenza, come nel caso di Paolo VI con la Humanae vitae nell’ambito della questione demografica e della sfera sessuale; allora subito la setta conciliare si metteva a ringhiare e a mostrare i denti. Lo abbiamo visto, in forme ancor più esplicite e sconcertanti, durante il pontificato di Benedetto XVI, quando non c’erano quasi un atto o sua parola del pontefice che non scatenassero un baccano d’infermo da parte dei teologi e dei vescovi ultraprogressisti, ecumenisti e fautori della “chiesa in uscita”, i quali vedevano in lui un protervo reazionario, un ostacolo sulla via della piena applicazione del Concilio, nonché un fomentatore di odio verso i non cattolici. Si pensi solo alle reazioni di certi prelati tedeschi al discorso di Ratisbona, quando, del tutto in malafede, qualcuno pensò bene di accusare il papa di anti-islamismo e fece in modo che mezzo mondo si mobilitasse contro di lui, a cominciare dalla cancelliera Angela Merkel, che non perse mai un’occasione di puntare l’indice contro di lui, vuoi per un presunto atteggiamento anti-islamico, vuoi per una presunta compiacenza verso i negatori della Shoah, come si vide all’epoca del caso Williamson.
Per avere chiaro ciò che San Pio da Pietralcina pensava del Concilio e di tutte le sue strombazzate novità, sia sufficiente questo: che egli chiese e ottenne, fino all’ultimo giorno della sua vita di poter seguitare la celebrazione della santa messa secondo il vecchio rito e non secondo il novus ordo di Paolo VI!

Ebbene, san Pio vide avanzare la nera marea fangosa: non la previde, la vide e ne stimò tutta la tragica portata; comprese che per la Chiesa si stava avvicinando a grandi passi l’ora del cimento supremo, e che il pericolo mortale stava arrivando dal suo interno, non da fuori; e ne soffrì come di una vera passione, come soffriva fisicamente e moralmente per la Passione di Cristo ogni volta che celebrava il Sacrificio eucaristico. Per questo si offrì in olocausto, vittima innocente per le colpe dei cattolici apostati. La sua non fu una morte naturale: morì di crepacuore per ciò che stava accadendo nella Chiesa. Aveva sopportato la propria persecuzione per tutta la vita, senza protestare; ma non sopportò di vedere che, nella persona del papa, si voleva perseguitare un’altra volta Gesù Cristo. Si ricordi che era un mistico, ma coi piedi ben piantati sulla terra: era bene infornato e possedeva una cultura teologica tutt’altro che scarsa, per cui capiva perfettamente che la setta conciliare stava attuando uno vero e proprio stravolgimento della dottrina; sapeva inoltre che ciò era dovuto a un fattore preciso: la massoneria infiltrata nella Chiesa. Per questo diede a don Luigi Villa la sua benedizione e il mandato spirituale di condurre le sue pericolose indagini per smascherare i pastori felloni, come Bugnini. Ma il male era già troppo avanzato: il B’nai B’rith aveva già imposto la sua agenda al Concilio, e ora era impossibile tornare indietro, ricuperare la giusta prospettiva, non tanto verso il giudaismo, quanto verso il concetto stesso di libertà religiosa, piegato a una terribile falsificazione in nome del dialogo. Noi personalmente abbiamo conosciuto dei vecchi e santi sacerdoti, colti e pieni di carità, che sono morti di crepacuore davanti allo spettacolo della Chiesa occupata e sfigurata da codesti criminali. Siamo persuasi che anche i cardinali Caffarra e Meisner siano morti per lo stesso motivo: di dolore e angoscia, dopo che Bergoglio aveva rifiutato di rispondere loro e perfino di riceverli in privato. E siamo altrettanto convinti che Socci abbia colto nel segno: il grande cuore di san Pio, che aveva affrontato impavido cento battaglie, anche col Diavolo in persona, non resse al pensiero straziante che Satana entrava da trionfatore nella Chiesa…

Del 25 Marzo 2020

Vamos a la playa - Ancora un vescovo blasfemo




El Chino Mañarro… che profuma di pecora.

Vamos a la playa

Ancora un vescovo blasfemo

di Giacomo Devoto


Quando più di vent’anni fa inaugurammo su questo sito la rubrica “I frutti del Concilio”, che oggi conta più di 300 articoli e segnalazioni, alcuni amici tradizionali, divenuti presto “conservatori”, notarono che eravamo un po’ troppo severi.
Da allora la nostra indignazione non si è affievolita, ma ha subìto inevitabilmente le conseguenze dell’assuefazione. Certe blasfemie che anni fa ci si limitava a chiamare “abusi”, sono diventate così abituali tra i preti e i vescovi moderni che mentre noi continuiamo ad indignarci e a denunciare, tanti cattolici “adulti” le accettano come fossero canonicamente “cattoliche”.
Grazie a Dio ci sono dei cattolici che ancora reagiscono di fronte alla sfrontatezza dei detti preti e vescovi: è il caso di Marco Tosatti che, su segnalazione di un lettore, ci fa conoscere la vergogna di un vescovo – argentino e soprannominato dai suoi fedeli “El Chino Mañarro”, “il cinese mattiniero” – che tratta l’Eucarestia come un passatempo da spiaggia.
Da qui il titolo dell'articolo di Tosatti: Vamos a la playa.

Ecco la nota informativa di Tosatti, seguita dalle foto dell’atto blasfemo, intercalate dal testo dell’articolo di “Adoracion e Liberacion”.



Cari amici d Stilum Curiae, un blog al volo. Un amico mi ha mandato il link di “Adoracion e Liberacion”, un sito che non conoscevamo e a cui vi rimandiamo, per darci notizia di una messa certamente molto particolare celebrata da mons. Oscar Eduardo Miñarro, vescovo ausiliare della diocesi argentina di Merlo-Moreno, nominato nel settembre del 2016 a questo incarico.
Una messa in bermuda, con ragazze in tenuta certamente leggera, una tazza di mate come calice, bottiglietta di plastica per l’acqua minerale, aiutato da un concelebrante con una stola di un evento ecclesiale di Madrid 2011.

Bastano le immagini, no? Buona domenica.

*  *  *

Articolo completo di immagini, pubblicato da “Adoracion y liberacion”

La derisione portata all’estremo

“Messa” del Vescovo Ausiliare di Merlo Moreno durante la GMG su una spiaggia, in panni succinti, con amici e signorine.

di Vicente Montesinos

“Adoracion e Liberacion”,  ha potuto raccogliere alcune immagini, che peraltro sono pubbliche e sono state pubblicate su Instagram e su altre reti sociali da alcuni dei partecipanti al momento aberrante: in cui Mons. Oscar Eduardo Miñarro, Vescovo Ausiliare della diocesi argentina di Merlo-Moreno, nominato a questo incarico da Francesco nel settembre 2016.
In esse si vede il Vescovo come di seguito:



Il Vescovo sta “celebrando” quella che apparentemente dovrebbe essere una “Messa”, in pantaloncini corti, accompagnato da signorine in costume da bagno, e con in terra, sulla sabbia, delle bottiglie di plastica per l’acqua della Messa e una specie di tazza come calice, al suo fianco un presunto concelebrante che indossa una stola della GMG di Madrid del 2011.

A quanto sembra il momento “idilliaco” si sarebbe verificato in occasione della recente Giornata Mondiale della Gioventù a Panama, come un’altra delle conseguenze molto gratificanti di questi eventi.


Se questo è quello che fanno i Vescovi bergogliani con i giovani e le giovani (e i non più giovani) che si recano a questo tipo di eventi, figuriamoci quali e quanti terribili affronti di questo tipo saranno stati fatti a Nostro Signore Gesù Cristo da piccoli gruppi di sacerdoti moderni con i loro giovani.

“Consacrazione” da seduto, in bermuda, con una stola ornata di rose, sulla sabbia della spiaggia.

Il Vescovo con i suoi amichetti e le sue amichette sembrano godere di un momento molto rilassante e molto new-age, in cui alcuni sembrano persino levitare per il piacere mistico, mentre si consuma un così grave affronto a Nostro Signore Gesù Cristo, messo in essere da un presunto successore degli Apostoli.

Un vescovo “consacratore”, un concelebrante seduto accanto a lui sulla sabbia di una spiaggia, un uomo che sembra in trance in costume da bagno, e una donna inginocchiata sulla sabbia in abiti succinti.


Questo sì che è un vescovo di quelli che piacciono a Bergoglio per la sua falsa chiesa! Un vescovo con l’odore di… pecora!

Si osservi il “calice” in questo tipo di elevazione, e i partecipanti pudichi e devoti a questa “Eucaristia marina”.

A quanto pare, inoltre, Miñarro e il… responsabile della Pastorale Giovanile Nazionale (sic!) è così che applicano la pastorale… davvero un piacere essere in carica!

Ed ecco qui il “vescovo”, senza camicia o stola, con il suo “amico” e le sue “amiche”; non si sa se prima o dopo la celebrazione della “Santa Eucarestia”.

In verità… questi sono i vescovi che nomina Bergoglio …i vescovi che vuole Bergoglio, i vescovi che elogia ed esalta Bergoglio… quelli che egli chiama per il lavoro vertiginoso di smantellamento irreparabile di 2000 anni di storia della Chiesa cattolica: un crimine imperdonabile.

Signore, dacci la perseveranza per continuare a lottare contro tutto questo… anche se si tratta di vescovi o di papi!


Mandaci fratelli disposti ad aiutare, a collaborare, a sostenere e a combattere!
La battaglia è grande e gli operai pochi!


Ma sappiamo che con Te vinceremo…

Non staremo zitti e non tollereremo più alcuna derisione di Nostro Signore!


Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio.

(Gal 6,7)

febbraio 2019

Un Mondo secondo il Cuore di Dio



LA LIBERTA’ DELL’UOMO 

***

Possiamo anche farci un’altra domanda: chi si d ecide a cercare Dio, lo fa per servire Dio o perché quel servizio gli porta un vantaggio? Non sarebbe ciò una forma di egoismo sottile, che cerca anzitutto la propria felicità, come altri la cercano in altra direzione? Questa felicità dev’essere una conseguenza, non un fine, di quel servizio libero e disinteres- sato al loro Creatore. L’uomo trova la felicità perché ha raggiunto il centro e la ragione della sua esistenza. Non è schiavo di nessuno, neppure di sé stesso; la sua libertà gli viene perché l’amore l’ha fatto schiavo del suo Signore, raggiungendo la meta per la quale è stato creato. Quanto più la creatura eserciterà la libertà in quella direzione, tanto più sarà perfetta sia la libertà come la creatura. Il contrario di quel che fece Lucifero e poi il primo uomo: una ribellione nella quale la libertà non seppe decidersi per la perfezione di sé stessa. Forse che il demonio è più libero per il fatto di voler tutto il contrario di quel che vuole Dio? È molto istruttiva la sua rappresentazione in catene. Forse che le catene gliele ha messe Dio? No, gliele ha messe il suo orgoglio; il demonio è l’eterno incatenato dal suo “amor-proprio”. Gli uomini, quanto più “amano” sé stessi disordinatamente, più vanno assomigliando al demonio. La vera libertà sarà sostituita da una schiavitù satanica, nella quale l’orgoglio li tiene prigio - nieri come in un inferno. 

Il servizio di Dio non deriva da nessun complesso – benché il demonio faccia credere questo agli uomini per farli suoi schiavi – ; il servizio di Dio deriva da un ordine giuridico e razionale reclamato dal diritto, per essere noi sue creature. 
È vero che Dio creò l’uomo libero, ma questa libertà, preceduta dalla conoscenza e dall’amore, gli è stata data affinché riconosca e abbracci liberamente quella dipendenza giuridica e razionale. Il contrario è ribellione, quindi una falsa libertà che tenta di instaurare un ordine antigiuridico. 

Ora ci si può domandare: come può esistere l’esercizio di una libertà, quando esiste un’unica direzione? Questo è radicato nell’essenza stessa della volontà, che tende natural- mente verso il Bene e quando sceglie il male lo fa sotto l’aspetto di bene. La libertà non si decide per un male o per un bene; essa decide tra due realtà che appaiono sotto l’aspetto di bene, benché una di esse non lo sia. Quando l’uomo cerca anzitutto il suo proprio bene, posponendo il Bene, allora, presto o tardi, sperimenterà che si è deciso per il male – questo è agire per “convenienza” – . Solo quando si agisce con una coscienza retta si sperimenta la sensazione di aver operato bene, perché se si è scelto una cosa cattiva, è stato perché in coscienza la si è vista come Bene. La tentazione del demonio al primo uomo in parte era vera: «Sarete come Dio, conoscitori del bene e del male». L’uomo non conosceva il male finché non l’ha sperimentato. I santi hanno conosciuto il male, ma l’hanno superato indirizzando la loro libertà al conseguimento del Sommo Bene. 

Il dolore, che è un male, come conseguenza del peccato, non entrava nella prima economia; ora la libertà non si purificherà se non attraverso il dolore, che è un male relativo, ma apre la via verso il Sommo Bene. Il ribellarsi contro il dolore è un nuovo peccato che fa scendere più in basso l’uomo. La libertà deve accettare il dolore come medicina di salvezza. Se lo rifiuta, sta rifiutando la cura, il che non è altro che ostacolare il ritorno al Paradiso perduto. Per condurci ad esso è venuto il Figlio di Dio e ci ha detto che Lui era la Via per andare al Padre: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». E a quel Padre, che abbiamo perduto nel Paradiso, non potremo tornare se non rassomigliamo al suo Figlio Unigenito. È dentro di Lui che dobbiamo vivere, perché il Padre ci veda attraverso suo Figlio. Vedendoci così identificati, possa Egli esclamare di ciascuno di noi: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto». Ma non possiamo stare entro suo Figlio se non percorrendo la via che Egli percorse: «Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato». La Volontà del Padre stava nella Croce, nel Calvario e nella Morte, per redimerci dai nostri peccati; non che la Volontà del Padre avesse scelto per suo Figlio la croce, il calvario e la Morte; fu l’uomo che fece questa scelta e la giustizia del Padre l’accettò. Rifiutare la croce che la giustizia del Padre stabilisce per ciascuno di noi è rifiutare la “Via” che ci conduce al Padre. Il Figlio Unigenito l’ha percorsa per nostra salvezza; noi dobbiamo percorrerla, non tanto per nostra salvezza, ma perché Lui l’ha percorsa per ciascuno di noi. Che profonde le parole di Gesù, attraverso queste considerazioni: «Io sono la via»! Mai saremmo usciti da noi stessi, neppure con la parte migliore della nostra volontà. Solo l’Amore di Gesù ci tirò fuori dalla condizione di ripiegamento su noi stessi in cui vivevamo, aprendoci la via – «facendo di una via ignominiosa, che gli diedero gli uomini, via di salvezza» – che percorriamo quando, spinti dall’amore, ci decidiamo a seguirlo. L’amore a noi stessi non avrebbe mai accettato il dolore per ritornare al Padre. Ma suo Figlio si fece dolore per ciascuno di noi perché, vedendolo, abbracciassimo il dolore. 

Qui la libertà ha un ruolo di somma importanza, deve decidersi per realtà profonde che le propone la fede, e non lasciarsi soggiogare dalla resistenza di una natura decaduta, utilizzata costantemente dal demonio. Se nel Paradiso l’uomo ha abbracciato il male senza conoscerlo, ora deve abbracciare il dolore, coscientemente, perché nasconde un bene: la sua purificazione e la sua salvezza. Questo è ciò che hanno fatto i santi. Quando, per mezzo del dolore, sarà stato purificato il nostro egoismo, l’anima uscirà dalla sua schiavitù, l’attaccamento a sé stessi, ricuperando la sua autentica libertà: la perfetta scelta del Bene. 

JOSÉ BARRIUSO

Benedetto sia Dio Padre



Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei Cieli, in Cristo.
In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua Volontà.
E questo a lode e gloria della sua Grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto;
nel quale abbiamo la Redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua Grazia.
Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché Egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua Volontà...: il disegno, cioè, di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del Cielo come quelle della terra. ... In Lui, dopo aver ascoltato e creduto la parola della Verità, il vangelo della nostra salvezza, abbiamo ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, caparra della nostra eredità, a lode della sua Gloria. cfr. Ef 1,3-14